martedì 21 maggio 2013

IL mito di Anna perenna





IL mito di Anna Perenna





Nella mitologia romana esiste una divinità, che incarna un archetipo della Madre, ed è Anna Perenna.
Ella è una divinità antica di cui poco si conosce e quel poco è avvolto nel mistero.
Esistono diversi miti, o per meglio dire delle leggende su Anna Perenna che assumono spesso significati distanti e complementari. Ovidio infatti, racconta che un tempo c’era una vecchietta di Bovillae (l'origine del toponimo Bovillae.  deriverebbe da "bovis hillae" ("intestini di bue"): questo nome così strano narra di un bue offerto come vittima sarificale presso il tempio di Giove Laziale a Monte Cavo), che, mossa a compassione dei Plebei romani,  che si rifugiarono sul Monte Sacro, nel 494 a.C.abbandonando Il villaggio, dove vivevano, per opporsi alle continue vessazioni dei Patrizi (i cosiddetti Nobili Locali), che imperavano a quell'epoca, furono da lei aiutati a resistere nelle loro giuste rivendicazioni.
Il suo aiuto si concretizzò nel farli sopravvivere, rifocillandoli con alimenti da lei stessa realizzati, con prodotti   ricavati dalla terra, che coltivava in quel suo territorio, che poi, trasformava in cibo da poter essere consumato.
Per questi poveretti, infatti,  riuscì ad impastare pani ed a distribuirli a quella folla di disperati, priva di mezzi di sussistenza, perché scappati via dalle loro casupole senza portare alimenti, ne vettovagliamento per sopravvivere.
 In suo onore e in memoria di ciò, che lei fece, gli antichissimi popoli romani, le  dedicarono in seguito una statua alla quale veniva tributata una venerazione entusiastica. 
Qualunque sia la sua origine, questa dea romana era vista come la persononificazione femminile della terra, che presiedeva il corso dell’anno, e  che incarnava il perpetuo ritorno.
Da molti era considerata come l'identica precedente divinità etrusca della terra.
 
Anna Perenna ( Dea etrusca della fertilità)


 Anna Perenna si offre agli occhi moderni di una civiltà ormai disincantata, come una sorta di befana arcaica, che, come vedremo più avanti, si sostituisce a Minerva, insidiata da Marte, per ingannarlo divertendosi, e ci appare come ciò che resta della incarnazione di Annapurna, la Grande Madre.
La tradizione più comune, identifica con Anna Perenna, la sorella di Didone( la compagna innamorata di Enea, abbandonata), che dopo la tragica morte di questa, si rifugiò nell'isola di Malta, presso il re Batto, per sfuggire al fratello dispotico , Pigmalione,

Anna Perenna e la sorella Didone






Nuovamente costretta a prendere il mare, naufragò con la sua nave sulle coste del Lazio, dove incontrò, Enea , che in un primo momento la scambiò per Didone e per farsi perdonare l'ospitò amorevolmente
Ben presto Anna Prenna suscitò la gelosia della moglie laziale di Enea, Lavinia, che la sottoponeva a continue vessazioni, tanto che la poveretta avendo sognata la sorella Didone una notte, fuggì di nuovo e questa volta trovò riparo tra gli antri del fiume Numicio che la nascose e ne fece di lei una Ninfa, rendendola immortale. 

. A questi racconti Ovidio aggiunge i nomi di altre divinità, che potrebbero assimilarsi ad Anna Perenna, ma, prescindendo dall’elenco dèe che Ovidio ci propone, quel che richiama l’attenzione è il fatto che in entrambe le leggende brevemente presentate, Anna Perenna è originariamente una donna: una vecchietta bonaria nel primo caso; ed una principessa perseguitata nell’altro.
Si può dedurre sia nella religione romana, assai più che in quella greca, le divinità più potenti si celano spesso come esseri umani.
 Osservando meglio nei racconti di Ovidio, la vecchietta di Bovillae appare connessa al pane e quindi alle biade e al frumento. Essa protegge i plebei del Monte Sacro, come Cerere protegge la plebe Romana. Nessuna divinità più della Cerere Romana negli scavi è legata alla plebe, tanto che il celebre santuario dell’Aventino, dedicato a Cerere, Liber e Libera, fu eretto per commemorare la vittoria dei Plebei sui Patrizi,
Non a caso su una medaglia consacrata ad Anna Perenna, è incisa la figura di una Vittoria su una quadriga che avanza veloce come il vento, verso un orizzonte sereno. Sull’altro lato della moneta,sembrano essere effigiati un Càduceo che germoglia dalla terra e una stadera.
Medaglia trovata nesgli scavi Di Boville pressi i Parioli




Anna Perenna si può identificare come l'incarnazione di Annapurna, la Grande Madre.

“Annapurna” significa «piena di cibo», colei che nutre, epiteto che si può collegare nei secoli sia alla Diana di del tempio di Efeso dalle mille mammelle, considerato una delle Sette meraviglie del Mondo, che era adorata soprattutto come dea della fertilità. 
 
La statua di Diana del tempio di Efeso




Alla stessa stregua si può  collegare la Vergine Maria, poi dichiarata «Theotokos» (generatrice di Dio, non solo di un uomo), perchè generò il Pane di Vita, il Cristo che offrì Se stesso all’umanità da redimere.
La radice sanscrita «ann» (cibo) riappare nel termine latino «Annona» (chi si occupava di garantire rifornimenti e approvvigionamenti a Roma e la Dea romana del nutrimento e dell'abbondanza, raffigurata con un fascio di spighe tra le mani) e nel nostro «mercato annonario»



È probabile però che nei secoli il significato reale, vivo e teologico, di Anna Perenna sia andato mano a mano dissolvendosi, e che il popolo romano abbia unito l’idea di avere una dea, che nutriva e che si occupava dell’intero ciclo dell’anno con l’etimologia di «annus», facendo di lei una divinità dell'anno ritornante: durante la sua festa ci si augurava a vicenda di «annare perannareque commode», di passare un buon anno fino alla fine.

L’altra etimologia «amnis perennis» ne fece anche una divinità delle acque, venerata in una fonte di Roma.

Gli antichi Dei diventano per i romani, nel tempo, buffoneschi, «vecchi» e ridicoli proprio, perché hanno perso la loro forza temibile.
In qualunque modo sia giunta nel Lazio ed anche i Italia, questa divinità testimonia la presenza della Dea Madre in tempi arcaici, quando il suo culto legato alla terra e alla fertilità era sentito e onorato..
Ma chi era in realtà Anna Perenna? Alcuni   studiosi  sostengono   che  essa   fosse originariamente  una dea etrusca, che presiedeva alla crescita degli esseri  viventi,
In definitiva, Anna Perenna, questa divinità dallo strano nome si  può affermare chela sua etimologia proviene dal latino, dal verbo  “annare”, che significava “introdurre  nel nuovo anno” e “perannare” “accompagnare per tutto l’anno”. 
Si può concludere che Anna Perenna, era la Luna nuova, colei che   introduceva nel nuovo anno gli antichi Romani e li accompagnava con le sue fasi per  tutti i dodici mesi.  Era insomma l’immagine visibile della Grande Madre celeste che con la  sua luce abbracciava amorevolmente le creature terrestri nutrendole e proteggendole.
 I nostri sensi nel pensare ad essa dovrebbero essere impegnati al momento del pasto in un'unica direzione: odore, colore, sapore, rumore, un’immersione totale e consapevole del momento.
Molti ci inducano a meditare ed a capire la continuità  e la scorrevolezza delle nostre attività per conseguire il fine della nostra esistenza.
Quindi Anna Perenna rappresenta la migliore occasione dell’incontro con il cibo, materia viva ed espressione stessa dei principi della Natura..
Nutriamoci con più rispetto, consapevolezza e moderazione, sentiremo l’energia pura della vita entrare in noi ed Annapurna (Anna Perenna) dea benevola, amorevole nutrice, tornerà a sorriderci.
 

venerdì 17 maggio 2013

La fine di Cassandra

 La fine di Cassandra


Cassandra (1878) quadro  di Evelyn de Mprgan








 Il vocabolo cassandra è sinonimo di vaticinio non accettato, come lo fu la profezia dell'inganno del cavallo di troia e della caduta della sua città e non creduta, come avviene ogni qual volta che viene predetta, ma non accettata, una sciagura od un malanno.

 
Cassandra, profetessa troiana, figlia di Priamo:



Diciamo subito che Cassandra è figlia dei reali di Troia, Ecuba e Priamo, ed ha un fratello gemello di nome Eleno.
Per festeggiare uno dei tanti compleanni del Re, Priamo, fu celebrata una festa nel santuario di Apollo Timbreo ed al festino parteciparono anche i loro due figlioletti, Cassandra e il fratello gemello Eleno
I due gemellini durante il sontuoso banchetto, lontano dagli occhi dei propri genitori, si misero a rincorrersi divertendosi tutto attorno al santuario, finchè stanchi dal gioco, s'addormentarono all'interno dello stesso tempio, mentre i loro genitori li dimenticarono, abbacinati dalle continue inebrianti libagioni, specie di vino. La sera con tutto il loro seguito i reali troiani, se ne ritornarono alla reggia, dimenticando i due gemellini, che passarono, così, la notte nel santuario. Il mattino seguente, Ecuba, la regina loro madre, accortasi della mancanza dei due figlioletti, corse al tempio e urlò inorridita quando vide che i serpenti sacri del tempio stavano lambendo le orecchie dei bambini per purificarli. I serpenti subito si ritrassero, strisciando in un cespuglio d'alloro, (pianta sacra al Dio Apollo) e da quel momento, Eleno e Cassandra praticarono l'arte profetica.
Secondo un'altra versione, (quella di Apollodoro), Cassandra, quand'era giovane, un giorno si addormentò nel tempio e Apollo, apparsole all'improvviso, promise di istruirla nell'arte della profezia se avesse acconsentito a giacere con lui. Cassandra, accettò lo scambio e ricevette le lezioni del dio, ma una volta istruita, si sottrasse a lui venendo meno ai patto. Apollo allora  indispettito, le chiese  almeno un solo bacio e mentre Cassandra lo baciava, le sputò nella bocca per far sì che nessuno credesse mai a ciò che essa avrebbe profetizzato. Cassandra da quel momento, entrava in uno stato di trance estatica prima di fare le sue profezie, ma nessuno, neanche la propria famiglia, la credeva, anzi la considerava folle.
 Intanto i suoi avvertimenti vennero completamente ignorati dai Troiani, come l'inganno del cavallo e  la caduta della città, che sarebbe stata incendiata e poi distrutta.
Mentre Troia ormai caduta, bruciava, la povera Cassandra si rifugiò nel tempio di Atena aggrappandosi al simulacro ligneo che aveva sostituito il Palladio.



Odisseo e diomede che sottraggono il Palladio  
 Cratere trovato ad Apula (Reggio Calabria)( 360 - 350 a.C.)
               attualmente si trova al. Museo del Louvre di Parigi



                           

IL Palladio era una statua di legno, senza gambe, alta tre cubiti, che ritraeva Pallade, l'amica libica di Atena, reggente una lancia nella mano destra e una rocca e un fuso nella sinistra; il suo petto era coperto dall'Egida, che era una corta corazza con le frange, ritenuto uno scudo magico recante al centro la testa della Gorgone

La leggenda narra che Atena, uccidendo per sbaglio la compagna di giochi, come segno di lutto assunse ella stessa il nome di Pallade e fece costruire questa immagine, ponendola sull'Olimpo a fianco del trono di Giove-Zeus.
Durante il sacco di Troia, dopo la presa della città da parte dei Greci, Cassandra si rifugiò nel tempio di Atena. e si aggrappò al palladio, ma inseguita da Aiace locrese, figlio di Oileo, fu strappata con violenza dalla statua facendola rovesciare per terra, mentre con furia selvaggia  violentò la vergine principessa profetica, mentre l'immagine di Atena distoglieva gli occhi sgomenta dall'orrore.
Aiace il Locrese mentre rapisce Cassandra

                     Statua marmorea scolpita da Joseph Salomon nel 1886



 L'assemblea degli Achei, venuta a conoscenza dell'oltraggio, deciseo di condannare l'empio Aiace a morte per lapidazione, in modo da espiare il sacrilegio, che minacciava l'intera comunità, ma Aiace  riuscì ad evitare la morte correndo a rifugiarsi presso l'altare della stessa Atena.




Aiace rapisce Cassandra (cratere a volute del Pittore di Licurgo)
 (Museo Nazionale di Napoli) (360-350 a.C.))



           

 Durante la spartizione definitiva del bottino della guerra di Troia, Cassandra venne presa da Agamennone come concubina. Ella prima di allora era rimasta vergine, benché non le fossero mancati i pretendenti, in particolar modo Otrioneo, il quale aveva promesso a Priamo di combattere  a suo fianco per liberarlo dai Greci, ottenendo dallo stesso in caso di vittoria la concessione, come premio, la mano di sua figlia, Cassandra, la chiaroveggente. 
Otrioneo durante l'assedio della città di Troia, però, fu ucciso da Idomeneo. Intanto Cassandra divenuta schiava e concubina di Agamennone gli avrebbe dato due gemelli, Teledamo e Pelope.
  Agamennone, infine, lasciata Troia, prese la strada del ritorno in patria e portò la bella principessa troiana con sé a Micene, dove entrambi caddero per mano di sua moglie Clitennestra, per una congiura ordita con la complicità di suo cugino Egisto, che riuscì a tener vivo in lei un rancore inestinguibile, quello dell'uccisione del primo marito,Tantalo, che era il padre dello stesso Egisto, alimentando così un eccessivo odio da indurla alla sanguinosa vendetta.
Cassandra, fu uccisa anche, perchè la stessa Clitennestra era gelosa di lei, quale nuova amante del marito.
 Cassandra, però prima di cadere sotto i colpi mortali di una scure sferratele da Clitennestra, le vaticinò il destino che aspettava a tutti loro parlando in piena coscienza dei delitti, di cui si era macchiata la casa di Atreo, famiglia di Agamennone, in tempi passati. ( Ne parla Eschilo nella sua tragedia intitolata Agamennone). 










Aiace rapisce Cassandra: 

cratere a volute del Pittore di Licurgo (Museo Nazionale di Napoli) (360-350 a.C.)








Clitennestra che uccide Cassandra





lunedì 13 maggio 2013

La mitica Principessa Europa, ritratta sulla nuova banconota da 5 Euro


  La mitica Principessa Europa, ritratta sulla nuova banconota da 5 Euro




  L'immagine della principessa Europa la ritroviamo nella nuova banconota del taglio da 5 euro, è stata catturata da un vaso di fattura pestana     
 (tipico cratere greco), rappresentante il mito del “Ratto di Europa” e conservato oggi nel Museo Louvre di Parigi,   ritrovato in alcuni scavi dell'Italia meridionale. La novità grafica di maggior rilievo, che si rileva nella nuova banconota è la presenza del ritratto di Europa, nell'ologramma e nella filigrana delle nuove banconote, da cui il nome di  "serie Europa".  Il tema architettonico e il colore delle banconote restano gli stessi della prima serie. 
La nuova banconota da  5 euro è stata emessa in circolazione il 2 maggio 2013.

 
Vaso( cratere greco) con limmagine di Europa)

 


l'immagine di Europa ripresa dal cratere greco

La nuova banconota da 5 euro  come si presenta

La nuova banconota da 5 euro il dritto


La nuova banconota da 5 euro il retro


E' questa è

venerdì 3 maggio 2013

Europa - Il mito greco fenicio


Il Ratto di Europa, tratto da un mosaico di Sparta del III secolo d.C.,
è stato scelto dalla Grecia per decorare la faccia nazionale

 della moneta da 2 €.






A proposito dell’ EUROPA. Volete saperne di più su “ Europa,
il mito greco- fenicio. “?


Eccovi accontentato.

Prima di tutto diciamo che gli antichi credettero nel mito di Europa, come ad una figura, che aveva la funzione di riuscire ad unire geneticamente realtà geografiche- culturali, come quella dei fenici, dei cretesi e dei greci (Europei).

Europa era figlia di Fenice e di (Perimede o Agenore), re di Fenicia e Telefassa.
Il significato etimologico di Europa rappresenta “ Colei che ha gli occhi ampi” o “ Colei che ha il volto largo.”
Il suo mito è noto per il modo del tutto insolito in cui convolò a nozze con Zeus (per i Greci) Giove (per i Romani), che qui a poco sarà raccontato.
Un giorno, mentre la giovine Europa si bagnava con le proprie ancelle presso la costa fenicia (attuale litorale libanese-siriano) apparve sulla collina adiacente l’arenile un toro non comune con un bel viso da umanoide e con un alito inebriante, che emanava il profumo dello zafferano. Il toro era la sembianza, (che Giove aveva preso per sfuggire all’ira di Giunone, la sua adorata sposa, che mal sopportava i continui tradimenti), per sedurre la dolce Europa, di cui s’era perdutamente invaghito.




Europa trasportata  sul mare da Giove con sembianze di un toro




Europa soggiogata dalle grazie del toro, si sedette volentieri sul suo dorso e si lasciò trasportare attraverso il mare, fino a raggiungere l’isola di Creta. Per unirsi al mascherato Dio, Europa con l’aiuto di Artemide, si fece costruire una vacca artificiale nascondendovisi, ed ingannando il dio toro ebbe con lui innumerevoli rapporti amorosi.
Dall’unione nacquero Minosse, Radamente e Sarpedonte, adottati dal Re dell’isola Asterione, che fu poi sposo legittimo di Europa.
Scoperta la tresca Giunone si volle vendicare del tradimento di Giove e così ad Europa fece partorire un figlio con il corpo di bambino e la testa di toro ( Il toro Minos, il leggendario minotauro ) chiamato Asterio.


Teseo mentre uccide il minotauro ( Asterio) T


Solo quello che non si fà, non si viene a sapere, financo i tradimenti, i più nascosti  e meglio camuffati, prima o poi vengono scoperti, come si dice che : tutti i nodi vengono prima o poi  al pettine.





 Infine  l'immagine della principessa Europa la ritroviamo nelle nuove banconote del taglio da 5 euro e da 10 euro; l'immagine è stata catturata da un vaso di fattura pestana (tipico cratere greco),trovato a Paestum in campania, rappresentante il mito del “Ratto di Europa” e conservato oggi nel Museo Louvre di Parigi,   ritrovato in alcuni scavi dell'Italia meridionale. La novità grafica di maggior rilievo, che si rileva nella nuova banconota è la presenza del ritratto di Europa, nell'ologramma e nella filigrana delle nuove banconote, da cui il nome di  "serie Europa".  Il tema architettonico e il colore delle banconote restano gli stessi della prima serie. 
La nuova banconota da  5 euro è stata emessa in circolazione il 2 maggio 2013 mentre quella 10 euro è stata messa in circolazione il 23 settembre 2014.

 
Vaso( cratere greco) con limmagine di Europa)

 


l'immagine di Europa ripresa dal cratere greco

La nuova banconota da 5 euro  come si presenta

La nuova banconota da 5 euro il dritto


La nuova banconota da 5 euro il retro


La nuova banconota da 10 euro  come si presenta











La nuova banconota da 10 euro il dritto





E' chesta è