mercoledì 22 agosto 2018

Il Debito Pubblico - 2^ puntata -





Debito Pubblico – 2^ puntata



Va bene, ho capito, la cosa ti interessa allora passiamo a descrivere dettagliatamente  cosa è il Debito Pubblico e come è rappresentato formalmente:       

"il cosiddetto  - Debito Pubblico inizialmente era formato da quei titoli che quasi tutti conoscono o ne hanno sentito parlare,  e furono  e sono i “BOT” cioè (Buoni Ordinari del Tesoro) 









BOT ( Buono Ordinario Del Tesoro  al Portatore)



rappresentante tecnicamente come è detto - Debito Fluttuante - , cioè  lo stato vi ricorre quando ha necessità di dover far fronte  a momentanee deficienze di cassa, dovute ai diversi flussi (perciò è detto fluttuante) delle entrate e delle uscite che non coincidono.  Per essere sicuri del loro successo  e del loro rimborso certo del valore nominale, furono emessi e, come lo sono tutto ora, con una durata  da uno a due mesi, a 6 mesi  ed a un  massimo di 12 mesi (un anno), ed il loro interesse è dato dal differenziale che oscilla tra il valore di acquisto ed il valore nominale del titolo rimborsato. ( esempio un  BOT acquistato  a 96,25, a 97,25 o a 95,50 con riferimento al mese e rimborsato a 100. era pari ad un interesse corrisposto anticipatamente nelle seguenti misure – si era negli anni  ’50 – ’60 – ’70 del 1900: 
I Bot da 1 a 2 mesi in ragione di L. 2,75%;
I Bot da 3 a 4 mesi in ragione di L. 3,25%;
I Bot da 5 a 6 mesi in ragione di L. 3,75%;
I Bot da 7 a 9 mesi in ragione di L. 4,25%;
I Bot da 10 a 12 mesi in ragione di L. 4,50%;

I BOT erano e sono emessi tuttora dalla Banca d’Italia per conto del Tesoreria dello Stato con un asta pubblica,  a cui possono partecipare solo aziende di credito ed alcuni enti autorizzati, Queste speciali aziende di credito aggiudicatarie di un quantitativo di Bot, dopo la quota che serve da vincolare a riserva dei  depositi della loro clientela di risparmiatori,  possono, il restante residuo aggiudicato , rivenderlo  a facoltosi risparmiatori con un sopraprezzo di una piccola percentuale.
 Il costo dei BOT è considerato una spesa prevista (valore d’acquisto più gli interessi) nel Bilancio Statale Annuale, diverso dal cosiddetto “Debito Consolidato” che a sua volta si distingue in Redimibile ed in Irredimibile, ed è uno speciale “ Debito Pubblico”.
   
“Del Debito Pubblico, quindi, fanno parte  anche quella speciale categoria  di debiti  chiamati - Debito Consolidato - ”
"Professore Sasà, perdonate, spiegatevi meglio, cosa significa  Debito Consolidato?” Si affrettò a chiedermi il mio amico interlocutore, Tore Castagna, quasi, quasi spazientito , non riusciva  più a seguirmi.
Fattomi coraggio allora con molta calma ripresi il mio dire.
“ Il Debito Consolidato , mio caro amico, a differenza di quello  - Fluttuante - quello dei BOT, pur facente parte lo stesso dei debiti per far fronte ai disavanzi del Bilancio Statale, è costruito di prestiti sottoscritti a lunga scadenza, che sono diventati durevoli e trovano solo una sistemazione definitiva nello stesso Bilancio Ordinario Statale, sia per il pagamento degli interessi, che per il rimborso programmato del capitale in scadenza.
Chiariamo subito, se gli interessi di questi prestiti lo Stato  s’impegna a pagarli comunque, mentre il rimborso  del capitale è stabilito all’atto della sottoscrizione, nelle forme ed in epoche diverse a lunga scadenza, ed è detto perciò Debito Consolidato Redimibile.
Lo stesso Debito Consolidato Irredimibile, quando lo stato non assume nessuno obbligo di restituzione  del capitale nominale, ma si riserva di farlo successivamente, ma garantisce il puntuale pagamento degli interessi, che vengono regolarmente iscritti nel Bilancio e s’identificano nel costituire una rendita perpetua. ( Sono i famosi Titoli di Credito obbligazionari dello stato,  noti come la “ Rendita Italiana 5%”).

“Professore Sasà , per capire meglio il significato di queste astruse parole Debito Consolidato Redimibile , Irredimibile, per favore, come sono stati accettati queste modalità di rimborso dai sottoscrittori e quale era la convenienza per chi voleva investire i propri risparmi, invece di tenerli sicuri sul proprio  deposito di conto corrente bancario  o sul un deposito postale?”. Il mio interlocutore, mi chiese, infine, quasi con convinzione, il perché il popolo dei risparmiatori doveva rischiare e quali erano le promesse di un sicuro guadagno con incentivazioni varie. Quale fu in sintesi l’evoluzione storica del  Debito Pubblico nel tempo fino ai nostri giorni.  
  La tua richiesta è proprio, come si dice, una “ Bella Domanda”, ed io ti risponderò , per quel che so e ricordo, immantinente”ripresi a delucidare sull’argomento.
“Come ti ho accennato nel preambolo siamo arrivati a questa cifra, prima immaginabile, di Debito Pubblico da rimborsare, perché i prestiti si dovettero contrarre per fronteggiare prima di tutto la rinascita del paese, dopo la proclamazione della Repubblica e fare opere strutturali di prima necessità come strade, scuole, una rete ferroviaria più efficiente, incrementare l’industria in ogni settore per rendere la vita più vivibile che si andava  adeguando ai tempi.




(Tra i vari prestiti di quelli richiesti negli ultimi anni del passato regime fascista prima dell’avvento della Repubblica Italiana , furono creati ed emessi, per la prima volta, (nel !941 con scadenza 1971) i noti titoli obbligazionari dello Stato,  i “ CCT” (titoli speciali con  scadenza, ammortizzabile di vari tagli, in 30 anni  al tasso del 5% pagabile in rate semestrali posticipate al 1° gennaio ed al 1° luglio di ciascun anno), per far fronte a speciali spese straordinarie  e furono denominati, non più Buoni del Tesoro. Ma furono detti «Certificati di Credito del Tesoro, per il finanziamento di opere di bonifica integrale»
Emessi dal Ministero del Tesoro, ma autorizzati con Decreto del Capo del Governo (era Benito Mussolini) il 12 luglio 1941).

 Passiamo, ora, a fare una carrellata della intensa storia del Debito Pubblico, come si è evoluto dagli anni del dopo guerra ai nostri giorni.

"I primi Titoli di credito che rappresentarono Il Debito Pubblico della Repubblica Italiana, oltre ai classici BOT, furono prestiti a lunga e media scadenza e  furono denominati BTN 5% (Buoni Del Tesoro Novennali) che furono emessi a partire dagli anni ’50, ’60  e ’70 del Novecento per far fronte a spese straordinarie per opere strutturali ed offrivano un rendimento alquanto alto con un tasso fisso annuale, pari al tasso pagabile per I bot annuali,  che maturava semestrale ed era rappresentato da due cedole per ogni anno della durata del titolo. 
Per incentivare la sottoscrizione dei BTN era previsto  l’aggiunta di un premio, che concorreva,  per ciascuna serie di 1 miliardo di lire, ad un sorteggio per un totale di 58 premi per complessive L. 2.400.000 a semestre. Altra agevolazione e privilegio era che sia l’interesse, che i premi erano esenti da ogni imposta presente e futura. Tali nuovi tipo di Buoni si potevano sottoscrivere al portatore o nominativi".


Non è finita così la descrizione del Debito Pubblico ! 
Ne vuoi sapere di più , se non ti annoi,
ci saranno altre punatate e
 conoscerai ancora tante  novità
 

domenica 19 agosto 2018

Il Debito Pubblico - 1^ puntata







i BOT, i
Il Debito Pubblico

Scopriamo  un poco, cosa sia, in parole povere, il Debito Pubblico 
-  BTP, i CCT, CCT in ECU, CTZ, lo SPREAD, i BUND TEDESCHI, nonché il famigerato ”Debito Primario” detto “Debito Supremo”.




BOT (Buono Ordinario del Tesoto)



BTP ( Buoni del Tesoro Poliennali a 3 ,  5,/, 10, 30 anni)













Una mattina qualsiasi nel portarmi, come ogni tanto a Piazza Municipio, ho incontrato il mio solito collega (interlocutore delle mie riflessioni e delle tante curiosità senza una rispostaimmediata), Tore Castagna, e dopo aver degustato con lui un ottimo caffè al solito bar,  (ubicato nell’angolo  di via Cervantes), mi rivolse una serie di domande tecniche di economia politica, con cui si era bombardati ogni santo giorno, quando si accendeva la televisione per sentire le varie notizie del telegiornale o delle news economiche  provenienti da  tutto il mondo.
Mi chiese:  Carissimo professore Sasà, voi, che sapete tanto di storia antica, volete darmi qualche delucidazione anche della storia  moderna, circa l’attuazione della cosiddetta Economia moderna dello Stato. Volete spiegarmi con parole semplici  e farmi capire, perché si parla di Spread, di Debito Supremo, dei Bond Tedeschi, ma cosa sono e chi li tiene e quali effetti producono sul nostro costo della vita quotidiana?” 
Fui colpito da tale richiesta  dettagliata, precisa, forse pensai, vuol saggiare la mia conoscenza in materia, ma  fattomi coraggio con calma e sicurezza, gli risposi: “ Mio caro Castagna, una volta eri ferratissimo sull’argomento e ne sapevi più di me, ora ti sorprendono forse questi termini stranieri che non si usavano  e non esistevano ai tempi tuoi.
Ti farò un resoconto preciso, anche se dovrò concentrarmi e, forse sarò un po’ prolisso, per spiegare al meglio i termini  tecnici anche se stranieri con parole semplici”,  Risposi  al mio amico interlocutore.
Anche se conosci Il termine “ Debito Pubblico “ cioè chi come lo Stato , una volta il Re o chi aveva il potere su una Nazione, per sopperire ad una spesa straordinaria,  che non riusciva a compensare con l’entrate fiscali fissate e previste con leggi ordinarie annuali, note come il Bilancio dello stato o come si chiama adesso DEF ( Documento di economica e finanza, avente la durata triennale), contrae con il pubblico sia interno , che straniero un prestito per  acquisire entrate straordinarie diverse da quelle ordinarie quali  le entrate fiscali, (le tasse, sia Dirette - Irpef, Irap, - che Indirette,- l’Iva, l’accise  che sono inglobate nel prezzo di alcuni beni di largo consumo).
Quindi il Debito Pubblico non è altro, che un prestito, che lo Stato stipula con il popolo risparmiatore, mediante la tipica forma , una pubblica sottoscrizione , proponendo titoli speciali, come se fossero carta moneta, garantita  dal patrimonio  reale dello Stato, come il Demanio pubblico – cioè Immobili pubblici, isole, spiagge etc.- (Un tempo era il re o il sovrano che garantiva tale prestito con il patrimonio personale o con i beni della famiglia reale, oppure concedeva la riscossione di qualche gabella o dazio speciale a suoi amici creditori – nobili fidati - (che erano i cosiddetti Esattori – Gabellieri), che, con l’aggiunta di vari oneri a loro piacimento potevano così essere soddisfatti del capitale prestato e degli interessi).
Per le grandi opere pubbliche od aiuti allo sviluppo industriale od alla realizzazione di reti pubbliche per l’approvvigionarsi del gas e della luce elettrica  o la costruzione di scuole, strade ed autostrade, si ricorreva a speciali enti finanziari,  garantiti dalla Stato  come . Crediop , Icipu, Cassa Depositi e Prestiti, che finanziavano tali opere strutturali con prestiti e mutui a lunga scadenza, senza toccare il bilancio annuale dello stato.
Sia il Crediop, Icipu e la Cassa Depositi e Prestiti erano, quindi, istituti di credito  finanziari a tutti gli effetti, principalmente i primi due, che erano finanziati da un consorzio di varie banche d’interesse nazionale e da vari enti come l’Ina, l’inps e l’Italcasse (enti che gestivano una grande massa di liquidità accumulata da versamenti provenienti dai privati per tutelarsi dai rischi o provenienti del mondo del lavoro per assicurarsi  poi il futuro), mentre la Cassa Depositi e Prestiti la sua principale fonte di raccolta di risorse finanziarie era costituita da tutto il risparmio postale italiano  sia sotto forma di libretti postali al portatore o nominativi o dai cosiddetti “ buoni fruttiferi postali”.
Caro Tore, poiché la spiegazione è molto lunga , fermiamoci un attimo e non mi dire che non ho risposto a tutti i tuoi quesiti, occorreva questo preambolo per essere come sempre chiaro, semplice ed esaustivo, anche perché non devo  superare nessuno esame. anche se a prima vista posso passare un po’ prolisso “.  Replicai al mio interlocutore, che dava qualche segno di insofferenza.
IL carissimo Tore Castagna, era molto attento alla mia delucidazione e chiarezza nell’esposizione della  complessa
materia di ciò che era il famoso Debito Pubblico e sue conseguenze sulla vita quotidiana nostrana, tanto che m’intimò di andare avanti e che avevo fatto bene a fare questo preambolo, altrimenti non si sarebbe capito niente, dopo, se non, solo astrusi termini tecnici  finanziari utilizzati dagli addetti ai lavori.
Ripresi a dire : La riuscita di un debito, cioè di un prestito che lo stato richiede, si fonda principalmente sulla fiducia dei risparmiatori ripongono in esso.  Stato che nel nostro paese è rappresentato formalmente dalla Banca d’Italia, (la banca delle banche) che ha pure la funzione di Tesoreria della Stato - la cosiddetta Cassa dello stato) , che,  gestisce il quantitativo di debito, mantenendo e garantendo gli impegni assunti all’atto della sottoscrizione
Appunto questi prestiti (chiamati poi Debito Pubblico) avvengono mediante pubbliche sottoscrizioni governate e gestite dall’Istituto d’Emissione (quando, infatti, per le variegate spese statali non bastava più l’incasso delle sole entrate fiscale, ricorreva per sopperire a tale disavanzo in prima istanza alle cosiddette opportune anticipazioni di cassa dello stesso Ente (Banca d’Italia), che tamponavano i tempi di acquisizione  delle stesse entrate, ( le Tasse, le imposte varie) ed in secondo luogo, dopo l’esaurimento delle anticipazioni),  si ricorreva, con apposite leggi, a far emettere sottoscrizioni pubbliche di prestiti a lunga scadenza..
Il pagamento di una spesa, infatti, spesso non coincide con entrate certe da esigere come nell’esempio che ogni mese lo stato  deve procedere al pagamento degli stipendi vari agli statali, mentre le entrale (le tasse sono incassate in vari periodi dell’anno e spesso non coincidono con le spese certe ed improrogabili).
Mi piace, come spiegate semplicemente questa materia che ai più può sembrare  complicata ed inspiegabile. Grazie , professore Sasà”.  Mi interruppe, Tore Castagna,ed esclamò:  “ ma come mai nessuno controllava o controlla questo aumento indiscriminato del Debito pubblico che è arrivato a cifre per noi impensabili e che, come si va dicendo, lasceremo un debito da pagare alle generazioni future, costringendole fin dalla nascita
a vivere da debitori, sperando senza sottostare a forme di schiavitù di intransigenti creditori ( nostrani o stranieri)”.
Caro Tore Castagna, in Italia il Debito Pubblico è aumentato notevolmente a seguito di varie politiche riformatrici, e dall’inflazione galoppante in conseguenza degli anni settanta e a dover fare sacrifici, senza colpa alcuna, per vivere una vita dignitosa. Negli anni ottanta, l’inflazione si sviluppò per sostenere l’espansione della spesa pubblica a sostegno dell’attività imprenditoriale ed all’occupazione, nonché, dalla volontà politica dello stesso stato di accollarsi  della copertura di disavanzi di vari enti territoriali  che gestivano beni primari   ( elettricità, acquedotti, trasporti) e quelli degli enti mutualistici  INAM, ENPADEP, INADEL, CPDEL) ed incrementando fondi di dotazione di enti pubblici ecoomici  a partecipazione statale.(IMI , IRI , ENI)
Facciamo un momento di pausa o meglio di riflessione, mi interruppe il mio amico Tore Castagna, ma ditemi : “professore, in tutto questo bailamme, chi ci guadagnò effettivamente e s’arricchì, mica  la povera gente.?"
La povera gente assolutamente no !” gli risposi con fermezza, "A stento la povera gente iniziava a vivere decorosamente in quei fatidici anni ’70 e 80 del Novecento, (dopo gli anni dell’esaltante periodo del “Boom Economico"), lavorando sodo per procurarsi qualche innovativa comodità moderna,  ipotecando il proprio futuro firmando cambiali e pagherò, quindi difficilmente si poteva permettere di fare risparmi da investire”.

CONTINUA LA NARRAZIONE E LA SPIEGAZIONE
DEL DEBITO  PUBBLICO CON ALTRE PUNTATE         PER INCORAGGIARE A PROSEGUIRE                 LASCIATE UN COMMENTO, GRAZIE.


sabato 4 agosto 2018

La madonna 'e Vasce 'o Ponte - a Chiaiano.


La madonna della " Pietà di Michelangelo Buonarroti"
riprodotta nella cappella votiva  a Chiaiano
giù al ponte di via A, Cocchia








Ad un esplicita richiesta fattami qualche giorno fa, da un carissimo amico Chiaianese, La richiesta era ; chi fece edificare  la Cappella votiva, che si può ancora ammirare, nota come “ ‘a Maronna ‘e Vasce ‘o Ponte”,  giù sotto il ponte di Via  Aldo Cocchia, che prosegue poi  per via della chiesa verso la parrocchia di San Giovanni Battista a Chiaiano; desidero sapere qualcosa di storico, di vero accertato ?

Facendo le dovute ricerche storiche e facendomi aiutare con meravigliose foto del mio amico , Ferdinando, e da mio figlio Vlady  traccerò una attendibile scenografia  della  nascita della Cappella e chi la volle nel lontano 1724 per rendere, come biglietto da visita nell’ospitare nel proprio feudo; come era solito fare in quel periodo, mostrare la più perfetta devozione alla religione imperante, quella  cattolica. Gli accoglienti visitatori del principesco palazzo  della famiglia Caracciolo che avevano fatto costruire a Chiaiano     per risiedervi e per potervi godere un’atmosfera rurale della fertilissima zona a  Nord- est del capoluogo campano .

Via ponte Caraccilo di Castagneto visto da Via Chiesa di Chiaiano




Cappella votiva di Via Aldo Cocchia a Chiaiano
raffigurante la Pietà di Michelangelo voluta
 dai Principi Caracciolo di Castagneto



Via Aldo Cocchia con il Ponte Caracchiolo di Castagneto



Il casale di Chiaiano era un rigoglioso terreno agricolo e come tutta la zona a nord est di Napoli, faceva parte dell’esteso territorio cosiddetto     “ Demanio del Regno di Napoli “.
Tutto iniziò quando i casali del Demanio Reale  del Regno di Napoli, furono messi in vendita dal Vicerè - il Conte di Monterrey, Manuel de Acevedo y Zuniga, (marito di Leonora Maria de Guzman) nel 1631 per ringraziarsi il potere insaziabile del Regno spagnolo. per sostenere le guerre di successione nei vari stati europei - di quel periodo storico, (come la famosa guerra del 30 anni tra la Francia e la Spagna), come ci è stato tramandato e come è stato riportato dettagliatamente da scritti, pubblicati da eminenti storici  dell’epoca.
Di quel periodo, infatti, come il casale di Marano, fu venduto al Marchese di Cirella, Don Antonio Manriquez nel 1631, quello di Fratta(maggiore) al Medico Bruno, e nello stesso anno anche i casali di Miano e Mianello furono appannaggio della Contessa  Gambatesa. 

Il casale  di Polvica,  che comprendeva il territorio agricolo boschivo della Toscanella, Marianella fino ai Camaldoli, separato da quello di Chiaiano, fu acquistato dal Principe Giovan Battista Salernitano, mentre solo nel 1637 quello di Chiaiano, che era un territorio molto vasto e comprendeva un insieme di masserie sparse, come quelle di Campodisola, del tirone, del Torriciello, della Vialleta,  confinanti coi i casali di Marano , Mugnano e Miano-Piscinola . fu infeudato alla famiglia nobile dei Caracciolo, 



Dinastia dei Caracciolo di Castagneto. Padroni e Signori del feudo  demaniale “ Chiaiano “Il primo Caracciolo, di cui si ha notizia , quale padrone di Chiaiano fu Don Francesco Caracciolo ( nato a Chiaiano Il 16- 4-1695 e morto il 6-6-1743) di cui è conservata la lapide sepolcrale dietro l’altare. maggiore della chiesa di San Giovanni Battista  di Chiaiano. Fu lui che comprò il feudo di Castagneto, titolo derivante dalla moglie, donna Giuseppa d’Amato, che l’aveva ereditato dal padre Filippo, Signore di Castagneto e pertanto potè fregiarsi di tale onorificenza quale “ 1° Principe di Castagneto”, concessione ottenuta con diploma imperiale del 29-2- 1724. in quell'anno sicuramente fu fatta costruire la cappella votiva sotto il ponte, chiamato da quel momento- ponte di Castagneto-, che portava all'ingresso del palazzo dei Caracciolo.
 Altri eredi in linea successoria  che si potettero fregiare del titolo onorifico " Principe di Castagneto" furono   :

Don Gaetano figlio di Francesco ( nato a Chiaiano il 18-1-1726  ed ivi morto il 13-6-1800) - fu il " 2° Principe di Castagneto dal 1744";

Don Nicola Caracciolo,figlio di Gaetano (nato a Chiaiano il 24-1-1758 ed ivi morto il 1-12-1821)  - fu il 3° Principe di Castagneto dal 1800;

Don Nicola Caracciolo, figlio di Nicola ( nato a Chiaiano il  14-7-1809  - morto a Roma 20-11-1869) fu il 4° Principe di Castagneto dal 1821;

Don Gaetano Caracciolo, figlio di Nicola (nato a Napoli il 18-12-1837 , e morto  il 20-3-1909)- fu il 5° Principe di Castagneto dal 1869;

Don Gaetano Caracciolo, figlio di Gaetano ( nato a napoli il  16-6-1879 - morto a Budapest-12-12-1923)-fu il 6°Principe di Castagneto dal 1909.

Don Carlo Caracciolo, figlio di Gaetano ( nato a Bruxelles il  27-2-1911  e morto a Napoli il  7-6-1938) e fu il 7° Principe di Castagneto dal 1923;

Don Filippo Caracciolo, figlio di Carlo ( nato a Napoli il  4-3-1903  e morto a Roma il  16-7-1965) - fu il 8° Principe di Castagneto dal 1938, sposò a Firenze Margaret Clarke l’ 8- 1-1925;

Don Carlo Caracciolo, figlio di Filippo ( nato a Firenze il 23-10-1925 ) e fu il 9° Principe di Castagneto dal 1965, Editore e celebre industriale,  sposò il 1996 Donna Violante Visconte di Modrone.

Come non ricordare, lnfine, gli ultimi Caracciolo di Castagneto, che possono fregiarsi di tale titolo onorifico e sono tuttora viventi:

Donna Marella Caracciolo , figlia di Filippo Caracciolo di Castagneto, (nacque a Firenze il 4-5-1927) nel  19-11-1953  sposò a Stoffen il senatore della Repubblica Italiana, Giovanni Agnelli, il presidente della Fiat ( nato a Torino 12-3-1921 ed ivi morto il 24-1-2003).

Don Nicola Caracciolo , figlio di Filippo Caracciolo di Castagneto, (nacque a Firenze il 19-5-1931) nel  1963  sposò a Montreal Giuditta Trenholme, dopo aver divorziato si risposa con Rossella Sleiter.  

Il Palazzo principesco dei Caracciolo di Castagneto, di via Aldo Cocchia a Chiaiano, raggiunse nel Settecento il massimo splendore ad opera  e dalla grazia della duchessina De Julis, consorte di Don Gaetano Caracciolo, "2° Principe di Castagneto", che lo fece diventare un’oasi di serenità e di un confortevole ambiente rurale.
Tale palazzo inizialmente era costituito da un ampia corte centrale, dove  s’affacciava dal primo piano tutto intorno  un ballatoio che dava accesso a varie  camere per gli ospiti. L’imponente mole dell’intero palazzo a forma circolare comprendeva nella sua struttura vari locali al piano terra, dove erano  alloggiate la servitù e di fronte parallelamente stalle per gli animali da utilizzare per il traino di carrozze, mentre la parte alta terminale dello spazio della corte c’era l’appartamento dei Principi e la loro famiglia.






Edificio rurale detto " 'a Purchiera"-
Il Palazzo , infine , aveva una piccola appendice, un ponticello che dava accesso ai giardini adiacenti il feudo, che portava  prima all’edificio di servizio rurale, denominato “ ‘a Purchiera”, dove si allevavano i maiali e poi immetteva su uno stradone di ghiaia di  circa 300 metri che portava  al Casale di Campo d’Isola .

Casale di Campodisola


   Fino al 1828 la Famiglia Caracciolo , risiedette nel principesco palazzo, dopo il suo abbandono , l’intera proprietà fu divisa in vari appartamenti che i vari proprietari  ne hanno stravolto la bellezza per superfetazioni, che hanno guastato definitivamente l’aspetto estetico originale.