martedì 4 novembre 2025

Buon Giorno – Buon Martedì 4 Novembre 2025

Buon Giorno – Buon Martedì 4 Novembre 2025

--- San Carlo --- San Nicandro --- Sant’Ermete ---

Vedendo, ieri, in televisione nei vari telegiornali leorrende immagini del crolla della Torre dei Conti, a Roma, dove: è morto un operaio rumeno, Octay Stroici - benchè fosse stato estratto vivo dalle macerie dopo 11  ore sotto le macerie. estratto dai vigili del fuoco con maestria e a rischio della loro vita, per un eventuale crolllo di altri pezzi della Torre. son rimasto sconvolto e dispiaciuto per l’ennesima morte di un lavorato sul posto di lavoro. Di chi è la colpa?  Si è pensato a un avvenimento doloso, mentre ritengo ad imperizia di non aver tenenuto presente, che l’edificio antico del 1200, potesse crollare, perché privo di cemento armato, quando fu costruito. Sono avvenimenti, che intristiscono e fanno tanto male al cuore, che non vorrei mai provare.                                                                  Intanto, oggi,  4 novembre, si festeggia la vittoria dell’esercito italiano contro quello austriaco nella Prima guerra Mondiale (1915/1918), passata nei libri di storia come la quarta guerra d'indipendenza italiana. Per me è solo una ricorrenza di lutto per il decesso di un milione e 240mila italiani (651 mila militari e 589 mila civili) tra cui il mio nonno paterno, che è stato immolato per volontà dei soliti guerrafondai, cui piace l’utilizzo di armi mortifere, e disdegnano la pace.                             Rammento che tale ricorrenza, come festività Nazionale, fu abolita nel 1978 dopo l’approvazione della legge n. 54 del marzo 1977, voluta dal governo Andreotti III, per evitare i famosi ponti di vacanze prolungate e aumentare il numero di giorni lavorativi.

Vivendo questi tristi momenti della realtà, vi posterò ugualmente un’altra mia interessante curiosità particolare inerente antichi mestiere aboliti, specie a Napoli. per distogliere la mente  dalle continue trepidazioni e vivere la quotidianetà di un tempo, specie mangiando e gustando dei prodotti  dolciari.

La curiosità storica di un antico mestiere abolito è

''O Pasticciere

‘O Pasticciere, è chiamato anche 'O  Dulciere, colui che fa e confeziona dolci (torte, babà, biscotti vari, pastiere, sfogliatelle e tante altre leccornie)
Fu ed è un mestiere, che nella nostra città ha sempre dato da vivere a chi lo intraprendeva, soprattutto per la golosità innata alle cose dolci di noi Napoletani, tanto che sia per festeggiare un avvenimento o l’anniversario di qualcuno o di qualcosa, non mancano mai una buona quantità di dolci , piccola pasticceria (sorta di bignè, dolciumi, minuscoli babà, zuppette) ed una bella torta confezionata per l’occorrenza.


Luigi Caflisch, (originario della Svizzera, ma divenuto poi napoletano a tutti gli effetti) fu il primo, che seppe portare a Napoli, “ la moda francese dei pasticceri di oltre alp”, che rappresentava un modo nuovo di gustare pietanze sconosciute di una cucina raffinata ormai diffusa in tutta Europa., come ’ o Babbà a Rhum,           ’a Zuppetta e tante altre specialità.
Ci fu poi, Pintauro (Napoletano doc), che diventò celebre e lo è tuttora per le sue sfogliate (sorta di pasta dolce a forma di piccolo cartoccio e ripiena di crema, marmellata o cioccolata)  e da considerarsi la vera casa madre, in quanto la elaborò da un'antica ricetta  e la preparò, la prima volta, nel lontano 1785, facendola diventare una dei simboli di Napoli.  Facendo così coniare il detto:

Napule tre cose tene e belle…
“o Mare ‘o Vesuvio e… 'e Sfugliatelle.

 

Oltre , a Pintauro si dà il merito di aver elaborato, al pasticciere, Scaturchio, una ricetta  prelibata della sfogliatella, come noi tutti oggi la conosciamo.            La pasticceria Scaturchio, in attività dal 1905, è collocato in un’unica  sede,  a - Piazza San Domenico Maggiore, nel cuore del centro storico di Napoli, lungo Spaccanapoli, il suo  laboratorio  è diventato una tappa fissa per visitatori e amanti della sfogliate ”Riccia o Frolla”. Dopo oltre cent’anni dall’apertura della pasticceria, i prodotti Scaturchio vengono cucinati nello stesso luogo d’origine con la stessa passione di allora, conservando la tradizione, la qualità e la bontà.
Altri laboratori pasticcieri altrettanto noti sono:
Pasticceria Attanasio - Vico Ferrovia, 2, fondato nel 1930 e per la sua eccellente qualità dei prodotti cucinati ha acquistato fama internazionale, arrivando addirittura oltreoceano, come attesta un articolo del New York Times <<It’s not breakfast in Naples unless it’s sweet, so that means lots of sfogliatelle. (…)make the effort to find Attanasio.>>
Infine  un'altra pasticceria storica di Napoli è
quella del Carraturo a  Porta Capuana, 97. che dal 1837, liniziò a specializzarsi in quel tipo di sfogliatella
che, poi, la storia avrebbe riconosciuto ufficialmente come “Riccia”.
Era offerta a tutti i “paesani” della provincia, che  passavano abitualmente per la popolosa Piazza di Porta Capuana ad un modico prezzo
per andare al lavoro o  ad entrare in tribunale.

Ancora oggi se si ha voglia di  un pasticcino, a tenere banco è la sfogliatella Riccia di carraturo-
.Le Sfogliate o meglio come dicono i Napoletani              ”‘e sfugliatelle” sono di tre tipi:  Riccia,  Frolla,  S.Rosa,


'A Riccia è quella che ha forma di conchiglia eè rivestita di un nastro di pasta sfoglia, è ripiena di un impasto fatto di semolino, ricotta e zucchero, nonché cannella, vaniglia e canditi.
A Frolla è quella che ha forma tonda e mordida senza alcun nastro di pasta , si presenta con un colore marroncino chiaro e contiene l’identico impasto della sfogliatelle riccia

A Santa Rosa è quella che ha la stessa forma di conchiglia come a riccia, e il ripieno è formato da semolino, ricotta, canditi, uova, aroma di cannella e zucchero; la sfoglia esterna, composta di farina, sale ed acqua lavorati a mano


Infine c’è  il dolce “Quaresimale” ( un biscotto mandorlato, che si mangiava in tempo di quaresima). E’ un biscotto, che si fa e si mangia generalmente a Casalnuovo, 

Il Quaresimale è il nome di diversi biscotti tradizionali italiani preparati, secondo la tradizione, durante il periodo religioso della Quaresima.

A Napoli ’o Pasticciere un tempo era, anche, ambulante e vendeva piccoli pezzetti di pasta dolce coperta di zucchero filato al grido di :
’Nu rà, e duje rane, pezzentaria fresca "
(traduz. = un Grano, due grani ( monete spicciole di quel tempo andato) pezzetti di  dolce di pasta fresca rimasta da non poter utilizzare.

Jate chiane, nun facite 'e scustumate!, 
tutte quante hanne piglià !
Si v'abbuffate, ve sentite male! 

e nce vo' , po'  'o merieche.

Dopo questa abbuffata di dolci,  c'è  bisogno  di  un  buon  digestivo
" ' O nucille" ma è questa tutta un'altra storia  che potrete degustare la prossima volta:

 

Le immagini sottostanti sono:

La tipica sfogliatella Napoletana, servita in  quasi tutti i bar     'a La Sfugliatella classica tipo " Riccia"                                                 La Sfugliatella classica tipo " Frolla"                                       La Sfugliatella classica tipo " Santa Rosa"

Il Biscotto di Casalnuovo, noto col nome                              “ ‘o Quaresimale                                                           Vassoio di piccola pasticcer ia assortita del tipo napoletana







 


 

 

Il tesoro della ricchezza della selva di Chiaiano

 

La ricchezza naturale di Chiaiano

Prima dello scempio, che fu operato nel Parco delle Colline a Nord di Napoli,nota  nota come la Selva dei Camaldoli  - zona Chiaiano –  la notte del 17 febbraio 2009 alle ore 2,30,tale zona, con l’apertura di una discarica di rifiuti solidi urbani  della città di Napoli, era considerato un territorio da preservare per i posteri per la sua unicità e salubrità.

Basti pensare che, famigliole intere del quartiere e non solo, s’inoltravano, per il passato, nella Selva di Chiaiano,(‘a Severa) per trascorrere una giornata all’aria aperta, che era una vacanza necessaria per ritemprarsi in qualsiasi periodo dell’anno, tranne quello invernale, perché l’intera boscaglia, diventava una sorta di fiumiciattoli, che invadevano le straducole e le mulattiere, mentre in autunno era bello  cimentarsi a raccogliere castagne, cadute dagli alberi  nei loro scrigni acuminati, (i Cardi)  o ad estirpare dal manto soffice del sottobosco  violette profumatissime, con( cui se ne facevano dei bei mazzetti, (erano “i Ciclamini” odorosissimi, da noi chiamati cafoncelli erano detti “Spaccatiane”).

 Si può annoverare che infinite generazioni hanno beneficiato dell’ossigeno salubre, proveniente dal fogliame sempre verde dei castagneti,  ammirando la bellezza della natura, che, senza chiedere nulla, ogni anno si rinnova e dona i suoi migliori prodotti, quali :  “ (i funghi, le castagne, la legna, frutti variopinti di bosco, come fragole e more, ed alcune erbe medicinali).

Era  uno spettacolo sublime (specie in autunno inoltrato) vedere la nascita di un prelibato fungo nostrano (il porcino)  da noi (cafoncelli) chiamato (‘o Capenire), che appartiene alla famiglia dei fungh ”Boleti”, il cui nome scientifico ‘o altisonante è “Boletus aereus”. (per lo più i porcini, s’incominciano ad intravedere, quando fanno capolino tra i raggi di un tiepido sole autunnale sotto le latifoglie, largamente presenti nel territorio della Selva di Chiaiano).  Che dire poi degli altri fung, tutti per lo più commestibili, anche se non di prelibata qualità, come le “Fungecchie”, dette anche ‘(e Peperinie), quelle, con gambo e cappella bianche, nome scientifico  Agarici” e “Russulelle” (le rossole) e “manelle ‘e Gesù Criste” (spugnole bianche o rossastre).
 Il dono più concreto del bosco della selva era, infine, la legna che si ricavava dal taglio degli alberi di castagno più vecchi, che erano utilizzati, per far travi, travetti, botti, tini, travicelle , le famose “‘E Chiancarelle ", (in italiano  sono dette panconcelli (chiancarelle), che sono piú o meno sottili assi trasversali di legno di castagno, assi, che poste di traverso sulle travi portanti, facevano da supporto ai solai e alle pavimentazione delle stanze .
Con i rami secchi degli alberi di castagno, infine, s’intrecciavano al fine di fare degli inserti da ardere, le note “Fascine” per alimentare il fuoco nel forno per fare il pane e per cuocere pizze o torte speciali e  particolari . 

Le immagini sottostanti sono:

Veduta aerea della Discarica di Chiaiano,                                                Veduta della zona della Discarica di Chiaiano,                                  Particolare dela Selva di Chiaiano                                                                Fungo porcino ( 'o capenire)                                                                             Castagne nel cardo                                                                            Ciclamino della Selva di Chiaiano(‘e (Spaccatiane)

Pavoncelli (‘e Chiancarelle) per solai                                                  Fascine di rami secchi di alberi drlla Selva 











 



lunedì 3 novembre 2025

Buon Giorno – Buon Lunedì 3 Novembre 2025

Buon Giorno – Buon Lunedì 3 Novembre 2025

--- Santa Silvia --- Sant’ Ilario --- San Cirillo ---

 

Ormai, grazie alle comunicazioni di allerte meteo di vario colore, sono possibili prendere le opportune precauzioni, affinché siamo preparati ad affrontarle. gli allegamenti di strade e gli scantinati di molte abitazioni che si verificano.  Le intemperanze atmosferiche , previste dall’attuale meteorologia con metodi scientifici matematici, che rasentano la massima precisione, ci dovrebbero insegnare, come evitare possibile disastri e decessi. Tali tempeste sconosciute, definite con termine, ”bolle d’acqua, mentre in napoletano sono dette “’O Pate Pate ‘E L’acque”  con un'intensità notevole di pioggia, che rendono difficile la quotidianità dell’operare per tante attività.

 Non è facile adeguarsi o meglio adattarsi a tali strane precipitazioni, ma se si opera una buona e continua manutenzione nelle zone di maggior pericolo, con vasche di contenimento, si permette che i naturali corsi d’acqua, fiumi o torrenti, che si verificano, possano procedere con il loro flusso naturale. In questp modo si rispetta la natura e l’abbiente, che ci circonda, anche senza inquinarlo.

Nel mio piccolo bagaglio di esperienza, faccio una mia considerazione, combattere l’abusivismo, come si faceva negli anni passati,  si potrà anche adeguarsi a questi stravolgimenti climatici..

Vivendo questi strani momenti climatici, piogge improvvise e il ritorno del sole, vi posterò ugualmente un’altra mia interessante curiosità particolare inerente antichi mestiere aboliti, specie a Napoli e nella regione campana. che mi è stata richiesta da una mia carissima  lettrice, come si viveva la quotidianetà di un tempo  specie degli acquisti di prodotti ortofrutticoli e leguminosi.,

La curiosità storica di un antico mestiere abolito è

'O cucuzzare

'O Cucuzzare era un venditore ambulante di zucca, di zucchine e di cetrioli.

'O Cucuzzare era uno speciale venditore di prodotti ortofrutticoli, poiché accoppiava alla vendita della zucca anche cetrioli e zucchine.

Una specieale zucca, che vendeva, era quella con forma lunga e panciuta, detta "zucca Lunga di Napoli", e  quella della Zona della costiera amalfitana, detta

('o sarchiapone), che ha il frutto allungato e cilindrico con estremità ingrossata e appena ricurvo, e che può raggiungere, anche un metro di lunghezza.

La zucca  nostrana presenta  uha buccia gialla-rossastra con polpa gialla e dolce.)
Il Cucuzzaro, si faceva riconoscere per le strade e per i vicoli per la sua voce, al grido :

" Tenghe 'e cetrule p' ‘e vecchie prene! Cucuzzielle …...Cucuzzié " Ne!,

. je tenghe ' e cumpagne vuoste, Cucuzzielle! "

" Cucuzzielle 'e prevole"

In napoletano spesso le grida degli ambulanti erano allusive, perciò nel caso dei cucuzzielle, stava a significare persone insipide, sciocche, teste sciacque. e per i cetrioli per dire che erano tenerissimi
La zucca più richiesta era, però, quella nota come laZucca di Spagna”, perché originaria di quella terra ed era molta dolce, ed era identificata " 'A Zuccherinela".

Il suo venditore, 'o Cucuzzaro, la sponsorizzava gridando: "Vvi quanne zucchere agge mise dint' 'a cucozza, …Ue !, comm' 'è zuccarine 'a cucozza mia”, pruvatele !

Che cosa significa zucca? La parola deriva dal greco Pepon, che significa melone di grandi dimensioni.
Le zucche gialle vengono coltivate in tutto il mondo per scopi diversi: per essere mangiati, sia come per mangime agli animali, sia per scopi alimentari. Nell'antica Roma le zucche venivano addirittura svuotate utilizzate, come contenitori di vino e di latte.

Con la zucca gialla si possono preparare ricette di diversa portata; ricette tramandate soprattutto dai contadini. (la zucca era un cibo per poveri, ma ricco di nutrimento). Poiché la zucca à un ortaggio tipicamente invernale è ottimo per preparare anche gustosi piatti  caldi .(La tipica Pasta e Zucca)
La sua origine à incerta, ma sembra nata in Asia meridionale, poi importata in America Centrale diffondendosi in tutto il paese da nord a sud.

I coloni spagnoli l'hanno portato in Spagna nel XV° secolo e poi si à diffusa in tutta Europa.

Ora à coltivato in tutto il mondo, principalmente nelle aree di climi più caldi. La zucca à utilizzata non solo per cibo, ma anche per le decorazioni, la sua forma e il colore si prestano per la creazione di oggetti originali. Da tempo è diventato in America il simbolo diella festa di Halloween.

Attualmente la zucca è acquistata solo presso gli ortalani o nel grandi supermercati, essendo stato  abolito questo antico mestiere di venditore ambulante,   ’O Cucuzzaro.

La zucca contiene, come legume, il 90% di acqua, poche calorie, pochi carboidrati e un alto contenuto di fibre. E' ideale per coloro che desiderano seguire una dieta dimagrante . La zucca infatti contiene:
Vitamine A e C, E, B1, B2, B3, B6.

Minerali: potassio, calcio, magnesio, ferro, boro Cobalto, Zinco. Acido folico, beta-carotene, aminoacidi

Le immagini sottostanti sono:

Zucca lunga  detta di Napoli,

quella di Amalfi è nota come (‘O Sarchiapone)

Zucchina ( cucuzziello)



              Zucchine e cetrioli ( di colore e forma molto simili)

              Zucca gialla detta di Spagna (A Zuccherinela")