Chi erano Gli Spogliamuorti
Furono una sorta di Commercianti dell’usato,
che utilizzava dopo una prima cernita gli indumenti, che ricavavano dopo aver spogliato i cadaveri di coloro, che morivano senza parenti, per lo più poveri ed indigenti negli ospedali, ubicati generalmente nei pressi
Porta San Gennaro a Foria |
Porta San Gennaro era la cosiddetta porta, che gli abitanti della città attraversavano almeno una volta nella vita, poiché era quella, che conduceva alla sepoltura.
Per evitare contagi e lo svilupparsi di malattie con diffuse epidemie durante il periodo greco e poi,in quello romano era in voga l’usanza, che la sepoltura dei cadaveri avvenisse in aree fuori le mura della città (extra moenia), dove si approntavano appositi cimiteri per depositarvi le salme.
Queste aree erano individuate sotto la collina di Capodimonte, dopo aver attraversato la Valle dei Vergini all’interno di cave tufacee, scavate per ricavarne pietre per edificare case e palazzi. ( è Famoso il monumentale Cimitero delle Fontanelle)
Ingresso Cimitero monumentale delle Fontanelle |
Interno cimitero delle fontanelle |
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Via Anticaglia (ex Vico degli spogliamuorte) |
Quest’antico mestiere (lo spogliamorti), tramandato da padre e figlio era gestito dalla comunità ebraica di via anticaglia, nel vicolo oggi detto del Limoncello, mentre anticamente era noto come il vico del Giudei o anche degli Spogliamorti, perché lungo le sue pareti strette erano appese e vendute le vesti di coloro che morivano negli ospedali li attorno. Era un fiorente mercato, perché permetteva alla poverissima gente poter acquistare con pochissimo danaro abiti per coprirsi decentemente ed infine ripararsi dal freddo nei mesi invernali. Tutto ciò durò fino al periodo normanno – svevo, giacché nel 1541, durante la dominazione spagnola, per volere del Re spagnolo, Ferdinando il Cattolico, e di conseguenza in tutto il suo regno, gli ebrei furono espulsi dalla zona adiacente porta San Gennaro e sparsi un po’ dappertutto al di fuori della città, alcuni ripararono sulle alture del Monterone, presso il monastero di San Marcellino e Pietro, poi rinominato dei santi, San Marcellino e Festo,
Solo nel 1740 e per un breve periodo vi ritornarono fino al 1747, perché richiamati dai Re Borboni, che vollero ringraziarseli per averli finanziati nella guerra per la conquista del regno di Napoli e vi si stabilirono definitivamente nel 1831 per l’interessamento della nota famiglia di banchieri tedeschi “i Rothschild”, perché ebrei e che si erano trasferiti a Napoli ed avevano aperto la prima filiale della loro banca in Italia, che poi divenn il banco di Napoli.
I Rothschild ebbero un ruolo importante nella storia di Napoli, perché avevano elargito un cospicuo prestito al re Ferdinando I di borbone per la riconquista del suo regno dopo la caduta napoleonica nel 1821 e poi per aver finanziato Garibaldi ed il suo esercito nel prosieguo dei combattimenti fino al Volturno.
Solo nel 1740 e per un breve periodo vi ritornarono fino al 1747, perché richiamati dai Re Borboni, che vollero ringraziarseli per averli finanziati nella guerra per la conquista del regno di Napoli e vi si stabilirono definitivamente nel 1831 per l’interessamento della nota famiglia di banchieri tedeschi “i Rothschild”, perché ebrei e che si erano trasferiti a Napoli ed avevano aperto la prima filiale della loro banca in Italia, che poi divenn il banco di Napoli.
I Rothschild ebbero un ruolo importante nella storia di Napoli, perché avevano elargito un cospicuo prestito al re Ferdinando I di borbone per la riconquista del suo regno dopo la caduta napoleonica nel 1821 e poi per aver finanziato Garibaldi ed il suo esercito nel prosieguo dei combattimenti fino al Volturno.
Continuerà con nuovi episodi di antichi mestieri Napoli, appena possibile
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