sabato 29 settembre 2012

Banconote da 500 lire


Non tutti sanno che :
la prima banconota da 500 lire emessa dalla Banca d'Italia con impresso il proprio nome " BANCA D'iTALIA su di esse, " vede la luce nel 1896". Fu disegnata da Rinaldo Barbetti, un artista senese. Banconote con questo etichetta e disegno, dopo la caduta del fascismo con variazioni minime, furono stampate ancora sino al 1950. Andarono fuori corso il 30 giugno 1953. 
La prima  banconota dopo la proclamazione della Repubblica a seguito del referendum, facendo riferimento alla natura prevalentemente agricola della Nazione italiana:

Fu chiamata l'  "Italia ornata di spighe"

 

La banconota da 500 lire emessa il 1947.

 

Fu emesso appena dopo la proclamzzione della Repubblica Italiana in base al decreto ministeriale        del 14 e 15 agosto 1947. Era stampato dall'officina carte valori della Banca d'Italia su carta bianca filigranata in pasta, e misurava 146 × 70 mm. Sul fronte raffigurava, a sinistra, il volto di Cerere ornata di spighe, tratto dal dipinto “Venere, Giunone e Cerere” di Raffaello Sanzio , presente nella Loggia di Psiche alla  Farnesina a Roma, simboleggia allegoricamente l'Italia. A destra si trova la filigrana. La banconota recava la firma di Luigi Einaudi, Governatore della Banca D'Italia dell'epoca. Accanto alla nuova, la Banca d'Italia continuò a stampare le banconote da 500 lire dalle dimensioni decisamente più ampie, uguali a quelle emesse sotto il regno di Umberto I, di Vittorio Emanuele III e di Umberto II. Tutte queste banconote uscirono di corso il 30 giugno 1953.
Sino al 1958, quando lo stato non emise una moneta metallica di pari valore, non furono più disponibili tagli da 500 lire in banconote.


Nel periodo transitorio, dopo la caduta del  governo Mussolini e  durante la lotta partigiana (tra il  1943 e il 1946, nel periodo di occupazione dell'Italia da parte degli Alleati, il comando statunitense stampò le famose " AM - Lire "  tra cui una banconota da 500 Am-lire con lo stesso formato del dollaro americano e recante le indicazioni del valore in inglese ed italiano.

500 Am-lire

 

BANCONOTA DA 500 Am - liRE ( ANNI 1943/ 1946)



Non solo banconte da 500 Am-lire  crcolarono in quel periodo  a seguito del proclama del generale Alexander, comandante in capo delle forze alleate in Italia:che stabiliva:
“Con il presente proclama è istituita una
circolazione monetaria in lire della specie di biglietti militari alleati del
taglio di una, due, cinque, dieci, cinquanta, cento, cinquecento e mille lire;
tale moneta ha corso legale per pagamenti di qualsiasi importo nel territorio
soggetto al Governo Militare, e nessuno può rifiutarsi di accettarla in
pagamento per qualsiasi importo.”

Le banconte "AM-LIRE" ovvero (Allied Military Currency) banconote d’occupazione delle truppe Alleate nella seconda guerra mondiale, che hanno segnato, nel bene e nel male una parte della storia d’Italia.
Nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943 le truppe angloamericane sbarcarono in Sicilia e, con perdite inferiori alle previsioni, data la scarsa resistenza degli italiani, in poco più di un mese occuparono tutta l’isola. In previsione dell’invasione dell’Italia, le autorità americane, avevano predisposto la produzione di cartamoneta d’occupazione, la prima da loro utilizzata in questa guerra: seguiranno emissioni analoghe per la Francia, l’Austria, la Germania, il Giappone.
 i biglietti da 1-2-5 e 10 lire avevano forma quadrata, i tagli superiori, 50-100-500 e 1000 lire, rettangolare, dello stesso formato dei dollari.-
I tagli furono stampati del valore . ecco gli esemplari:_
Tagli da 1 Am lire

 da 2 am lire

da 5 am lire

da 10 am lire

da 50 am lire


da 100 am lire
da 500 am lire
 e


 


taglio da 1000 am lire

Tutti i biglietti riportano sul retro, in inglese, le quattro libertà sancite nella Costituzione americana:
Retro delle banconote Am .Lire ( 1943/ 1946)
  • freedom of speech – libertà di parola
  • freedom of religion – libertà di religione
  • freedom from want – libertà dal bisogno
  • freedom from fear – libertà dalla paura
  •  
  •  
 A partire dal 12 dicembre 1946, a seguito dell’accordo raggiunto tra il governo italiano e gli Alleati, le am-lire cessarono di essere moneta d’occupazione e passarono sotto la gestione della Banca d’Italia, che le riconobbe come cartamoneta di propria emissione; tale gestione ebbe termine il 30 giugno 1950, quando le am-lire furono dichiarate fuori corso

Aretusa

 

 

 

 

 

 

 

Nel 1966 fu stampata la cartamoneta da 500 lire. Il fronte rappresenta la testa della ninfa Aretusa attorniata da vari simboli: i delfini e l’aquila con i serpenti. Le cornucopie appaiono invece in filigrana. Le dimensioni sono 110 x 55 mm. Era un biglietto di stato a corso legale, non emesso dalla Banca d'Italia, ma stampato dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e firmato dal tesoriere del ministero del tesoro. Si trattava, dunque, di un titolo non pagabile dalla Banca d'Italia, ma emesso direttamente dallo stato. Era in effetti dal punto di vista legale una moneta, ossia un titolo il cui signoraggio spettava allo stato e non ad una Banca, come dimostra la dicitura "Repubblica Italiana" al posto di "Banca d'Italia". In effetti sostituiva, per motivi di costi la moneta argentea da 500 i cui costi di produzione avevano ormai raggiunto il valore effettivo, a causa del crescere della quotazione dell'Argento.



Mercurio

Nel 1974, 1976 e 1979 fu emesso il biglietto di stato da 500 lire con la testa alata del dio Mercurio. Le dimensioni erano 115 × 59 mm. Si trattava anche in questo caso di un biglietto di stato stampato dal Poligrafico dello Stato. È stata l'ultima emissione repubblicana in cartamoneta che fu sostituita, nel 1982, da una moneta bimetallica.


 

sabato 15 settembre 2012

La Moneta da 500 Lire, la sua tormentata storia


La Moneta da 500 Lire,  la sua tormentata storia


La moneta d'argento del valore di 500 Lire, oltre al  tipo ordinario denominato " Caravelle" per lo stesso valore vennero coniate sempre d'argento due monete commemorative (per il 100° dell’unità d’Italia nel 1961 e 700° e quella della nascita di Dante Alighieri nel 1965) che affiancarono il tipo ordinario.
Il tipo ordinario fu coniato a partire dal 1958, è denominato “Caravelle” per via del disegno del dritto, in cui compaiono tre caravelle. Questa moneta è in argento 835 e pesa 11 grammi: ne consegue che ogni moneta contiene 9,185 grammi di argento fino. Il diametro è di 29 millimetri, mentre gli assi sono alla francese.
Al dritto, come già detto, sono raffigurate tre caravelle con la prua rivolta a destra e le punte delle bandiere verso la prua. Intorno a questo disegno vi è la legenda REPVBBLICA ITALIANA. Sotto le caravelle vi è l’indicazione del valore (L. 500) e, in basso, il segno di zecca (R). Il conio di questo lato è stato inciso da Guido Veroi.
Al rovescio, invece, si può ammirare un busto di donna in abiti rinascimentali; la modella è Letizia Savonitto, moglie dell’incisore Pietro Giampaoli, autore di questo lato della moneta. Il busto di donna è circondato dagli stemmi di diciannove tra regioni o capoluoghi di regione (il busto copre alcuni stemmi, che quindi sono irriconoscibili). In basso indicazione dell’autore (GIAMPAOLI). Gli stemmi fanno riferimento alle seguenti regioni o capoluoghi di regione (partendo dal basso verso sinistra): Genova, Torino, Aosta, Milano, Trento, Venezia, Trieste e Udine, Bologna, Firenze, Ancona, Perugia, Roma, L’Aquila, Napoli, Bari, Potenza, Catanzaro, Sicilia e Cagliari. È assente il Molise perché questa regione venne istituita solo nel 1963.


le 500 Lire d'argento "Caravelle"(prova)
Di questa moneta è particolarmente famosa la versione di prova che aveva le bandiere rovesciate, ovvero rivolte verso la poppa delle caravelle. Le monete di prova vennero date in omaggio a esponenti di spicco dell’epoca e ai parlamentari: di fatto non circolarono. Sono datate 1957 e, oltre all’orientamento delle bandiere, sono diverse le croci sulle vele e l’altezza dell’albero di mezzana; inoltre la scritta sul contorno è REPUBBLICA anziché REPVBBLICA. Ufficialmente ne vennero coniati 1.004 esemplari,

Come nacque l'idea di una moneta d'argento è presto detto: per la sua realizzazione si sviluppò quella che fu la “storia del verso” delle 500 lire d’argento, che suscitò tante discussioni.        Le 500 lire d’argento del 1957, uscivano per la prima volta nella monetazione italiana, ed il merito di questa emissione fu dell’allora Ministro del Tesoro Sen. Giuseppe Medici. Grazie alla sua instancabile tenacia  fu possibile compiere l’iter lungo e complesso che consentì l’uscita di questo nuovo “taglio monetario”.
In concomitanza a questo avvenimento, volgeva al termine la legislatura italiana, ed il Ministro ritenne che fosse più gradito e significativo, consegnare a tutti i parlamentari, al termine del mandato, in luogo della consueta medaglietta ricordo, la nuova moneta di prova.
Qualche tempo prima che si pensasse alle 500 lire d’argento, un progetto, molto caro al Ministro Medici, riguardava l’emissione di una moneta d’oro: il cosiddetto “fiorino” del valore di 10.000 lire. Ma le difficoltà interne ed internazionali fecero si che il progetto dovesse essere rinviato.
L’esecuzione del progetto della 500 lire d’argento era stato affidata al notissimo medaglista Pietro Giampaoli, allora incisore capo della Zecca di Stato. Questi modellò un bellissimo profilo muliebre in abiti rinascimentali: era il ritratto della propria consorte,la sig.ra Letizia Savonitti e, cosi quel modello fu adoperato per le nuove 500 lire in questione, incornicando l’immagine da un serto costituito dagli stemmi regionali.
Questa moneta, questo profilo dell’Italia rinascimentale, voleva dire agli Italiani, che l’Italia dopo tutte le sventure della guerra, dopo la ricostruzione, si avviava verso un nuovo Rinascimento.
Il “rovescio”, della moneta si sviluppò sul tema del rinascimento in modo che si ricolegasse e si armonizzasse con l’idea espressa dal diritto della nuova moneta. Il tempo, tuttavia, stringeva: si era alla fine del 1957 ed allora  il compito di sviluppare il rovescio della nuova moneta fu dato al  reparto della Zecca di stato, diretto fall' ingegnere Guido Veroi.

L'ingegnere Guido Veroi, ebbe pochissimo tempo per studiare il tema e pensando all'inizio di questo secondo Rinascimento italiano, ebbe l'idea l'idea di collegarsi al primo rinascimento che è segnato nella storia dal viaggio di Cristofaro Colombo
Pensò alle tre caravelle, quindi, potevano bene esprimere l’idea di questa nuova rinascita italiana.
Dopo aver lavorato una intera notte, per procedere ai vari passaggi dal calco al modello, la mattina seguente, consegnò al Direttore della Zecca il modello con le caravelle.

La moneta di “prova”, recante la data del 1957 potè finalmente uscire; fu distribuita ai parlamentari, e Veroi apprese la notizia della scelta del suo modello leggendola sui giornali.
Piacque anche al pubblico. Fu osservata con molto interesse.
Ma la fretta spesso non aiuta gli audaci ed quando fu presentata
al capitano di Marina, Giusco di Calabria, era il 10 dicembre 1957, elogiando il lavoro, segnalava che le bandiere erano disposte “controvento”, e chiedeva, dato che si stava ancora alla fase di “prova”, di mettere le bandiere nella giusta direzione, ad evitare che una moneta che sarebbe andata nelle mani di tutti, divulgasse una raffigurazione inesatta.
Ill 19 dicembre, infine. si aprì un vero dibattito giornalistico ed ebbe credito la tesi del colonnello del Genio Navale, L.Tursini di Roma, il quale controbatteva le tesi del precedente articolista, introducendo il discorso di “vento di bolina”. Difatti  diceva, in sostanza, il colonnello: che, “navigando con vento di bolina", la bandiera issata sull’albero, pur non disponendosi proprio nella direzione verso poppa, poteva benissimo essere considerata corretta, così come era apparsa sulle prime monete di “prova” che potevano, pertanto, secondo lui, venire coniate nella versione originaria.
In definitiva non si trattava, quindi, di errore, ma di navigazione con vento di bolina.
D’altra parte, Cristoforo Colombo, navigatore esperto, poteva benissimo navigare con vento di bolina, anzi questa particolare disposizione delle navi ne metteva in evidenza l’esperienza marinara. 

le 500 Lire d'argento "Caravelle"

Dopo la coniazione della moneta di prova, si meditò  a lungo ed infine, data che non era iniziata la coniazione vera e propria, fu deciso di capovolgere le bandiere disponendole nel senso tradizionale, di modo che, il rilevamento della formazione la facesse navigare di “gran lasco”, e non di “bolina”.
Il modello fu modificato ed i 1070 pezzi distribuiti si tesaurizzarono, e quei pochi che passarono da un collezionista all’altro raggiunsero i prezzi astronomici ben noti a tutti.
La moneta riuscì molto gradita per l’ampio respiro con cui i temi furono trattati, ma alla sua notorietà contribuì, indubbiamente, anche la appassionante polemica sviluppata in maniera così insolitamente ampia dai giornali e dai settimanali.

Anzi, quando, successivamente, uscì l’altra moneta d’argento da 500 lire celebrativa del “Centenario dell’Unità d’Italia”, si cercò, anche lì, di trovare l’errore a tutti i costi:..

Questa, in buona sostanza, la vicenda collegata al pezzo delle “Caravelle”. Ma quello che mi sembra valga la pena di dire, al di fuori della cronaca spicciola e delle vicende legate alla sua emissione, è che ben ha meritato il Ministro Medici con la sua riuscita iniziativa.










le 500 Lire d'argento "Centenario"
Alla fine tutti gli argomenti servirono ad attirare l’attenzione del pubblico sulle monete che, prima di allora, uscivano quasi alla chetichelle ed inosservate  dalla  massa,  pur trattandosi, a volte, di autentici pezzi d’arte e non solo di metallo di scambio.
Anzi, quando, successivamente, uscì l’altra moneta d’argento da 500 lire celebrativa del “Centenario dell’Unità d’Italia”, si cercò, anche lì, di trovare l’errore a tutti i costi: la ruota del carro a quattro anziché a otto raggi.

500 lire centenario unità d'italia
le 500 Lire d'argento "Centenario"


Nel 1961, in occasione del Centenario dell'Unità d'Italia, fu emessa una moneta commemorativa da 500 lire con le medesime caratteristiche tecniche del 500 lire "Caravelle".
Al diritto è raffigurata l'Italia seduta su un capitello. Nella mano destra, protesa in avanti, un ramo d'ulivo, nella mano sinistra, un elmo. In giro "REPUBBLICA ITALIANA" ai lati di una stella. Nell'esergo la legenda VEROI, l'autore, Guido Veroi.
Al rovescio una quadriga veloce, volta a sinistra. In alto 1861 ed in basso 1961, il valore e il segno di zecca (R).
Nel contorno è presente la legenda "1° CENTENARIO VNITÀ D'ITALIA - 1861 - 1961" in rilievo.
La tiratura complessiva fu di 27.120.000 esemplari




Moneta da L. 500 d'argento (7° CENTENARIO DELLA NASCITA DI DANTE ).


Nel 1965, in occasione del VII Centenario della nascita di Dante Alighieri, è stata emessa una moneta commemorativa da 500 lire, sempre con le medesime caratteristiche tecniche del 500 lire "Caravelle".
Al diritto è raffigurato il ritratto di Dante Alighieri. In giro "REPUBBLICA ITALIANA" ai lati di una stella. Sotto, le firme del modellista VERGINELLI, e dell'incisore, MONASSI.
Al rovescio è presente un'allegoria della Divina Commedia, a destra il segno di zecca (R), in esergo indicazione del valore e, più in basso, la data.
Nel contorno è presente la legenda "7° CENTENARIO DELLA NASCITA DI DANTE " in rilievo.
La tiratura complessiva è stata di 5.000.000 esemplari


Dopo il 1967 il costo delle monete d'argento e la presenza di fenomeni di tesaurizzazione, sconsigliò il proseguimento di questo tipo di coniazione che terminò.
Monete d'argento del tipo "Caravelle" e con molti altri tipi furono comunque coniate appositamente per il mercato dei collezionisti e vendute dalla zecca a prezzo maggiore di quello nominale





giovedì 13 settembre 2012

Foto ricordo del Grande P.C.I.

Foto dell'incontro  con il capolista del PCI  dei candidati al parlamento
Il compagno Giorgio Napolitano
 con i Dirigenti della locale sezione dei Comunisti Di Chiaiano


In primo piano, Igino Imbimbo, Salvatore Vacca, G. Napolitano, Carlo Fanti, Alberto Riccio




Napoli Salvatore, igino Imbimbo, G. Napolitano, Salvatore Vacca




Igino Imbimbo, Salvatore Vacca, Giovanni Panella, Carlo Fanti, Alberto Riccio