martedì 26 marzo 2013

L'Oro- varietà, tipi e colori


L'oro , varietà tipi e colori

È un metallo di transizione tenero, pesante, duttile, malleabile di colore giallo.
Inattaccabile dalla maggior parte dei composti chimici, viene corroso in pratica solo dall'acqua regia, dallo ione cianuro e dal mercurio.
Si trova allo stato nativo sotto forma di pepite, grani e pagliuzze nelle rocce e nei depositi alluvionali.


Pepita doro trovata in venezuela




scagliette d'oro miste a mercurio ed argento


Lingotti d'oro

Per rendere l’oro più usabile, viene legato con altri metalli che ne aumentano la durezza. L’oro giallo è una lega composta da oro, argento e rame.

Fede foggiata con oro giallo


 L'oro giallo è una lega, composta al 75% d'oro, al 12-7% d’argento e al 13/18% da rame.








Anello foggiato con oro rosso



L'oro rosso è una lega composta dal 75% d'oro, al 4,5% d'argento e al 20,5% di rame.
 


Fedi foggiate con oro rosa

 L'oro rosa è  una lega composta dal 75% d'oro, al 6,5-5% d'argento e al 18,5-20% da rame.
 



Maschera venezianacon padella oro blu



L'oro blu  è una lega di oro e di ferro e si ha dopo un trattamento termico, che ossida gli atomi di ferro sulla superficie dell'oro, e gli dona la colorazione azzurra


  Pendagli in oro verde (detto  oro etrusco)

Pendagli in oro 22 Kt, ricostruzione di pendagli di una collana da Vulci del 350 A.C.
Esposti al Museo Etrusco Grecoriano, Vaticano.

L'oro verde è una lega composta dal 75% d'oro , al 12,5% d'argento e al 12,5% di rame. Il colore dell'Oro Verde, detto anche Etrusco,perché trovato in alcune tombe di quel popolo e si ottiene fondendo insieme sempre 750 parti di oro puro con 250 parti di argento puro e rame.  

 

anello in oro bianco

Invece, l’oro bianco è una lega di oro, nichel e palladio. La differenza tra oro bianco e giallo consiste quindi nei tipi di metalli di cui è composta la lega, i quali sono responsabili del colore “giallo” o “bianco” dei gioielli.


L’Oro Bianco , infine, è una lega composta dal 75% d'oro e al 25% da Nichel, Argento o Palladio. Bisogna notare che il termine "Oro Bianco" è spesso utilizzato per designare l'oro grigio in bigiotteria. L'oro bianco commercializzato è ricoperto da un fine strato di Rodio, che sparisce per usura, con il tempo, ridando un colore giallo all'oro. È una lega inventata dopo la prima guerra mondiale.

 Monete d'oro

  



sterlina d'oro (moneta corrente d'oro)


Marenghi d'oro Italiani ( monete d'oro)


La caratteristica degli ori di qualunque colore o tipo è che valgono tutti allo stesso prezzo se li vendi, se li acquisti ci possono essere delle piccole differenze per via della lavorazione (rodiatura, brunitura ecc) 


Si  può riepilogare che. chi possiede l'oro ha un piccolo tesoro, ma chi ha un vero amico, ha un grande tesoro

lunedì 18 marzo 2013

Chi inventò la Clacque e dove ?


Vuoi sapere chi ha inventato la CLAQUE
(la claque  è :  Applausi  a pagamento,
comprati presso spettatori,
che ricevono gratuitamente il biglietto d'entrata,
in un teatro od in una sala,
dove si assiste ad un esibizione teatrale o musicale).


La Claque purtroppo è nata a Napoli, esattamente nel 65 d.c., durante l’esibizione canora dell’Imperatore Nerone al Teatro Odeon, che era situato all’incirca sotto le attuali Via Anticaglia, Via San Paolo e Vico Cinque Santi.





Via Anticaglia  a Napoli ( Decumano superiore)




Via Tribunali a Napoli ( Decumano maggiore centrale)


Vico Cinque Santi
( tra via anticaglia e via Tribunali
nel sottosuolo c'è l'Odeon dove si esibì Nerone)


Alcuni antichi autori (tra cui lo storico Tacito) hanno raccontato che Nerone era solito partecipare ed ogni genere di gara, per mettere in risalto le sue doti artistiche, sia come suonatore della lira, sia come cantautore dei suoi versi poetici, desiderando, però, sempre di primeggiare e di ottenere il premio del vincitore. Temendo di fare brutta figura e avuto notizia che la Gens Napolitana non apprezzava le cattive esibizioni, perciò era solita fischiare e offendere il malcapitato artista, cercò di tutelarsi cercando appoggio tra gli abitanti delle zone (Regiones) circostanti il Teatro Odeon.


 Resti del teatro Odeon  a Napoli
( Dove si esibì Nerone)




La garanzia del successo gli fu accordata dagli abitanti della Zona Nilensi, (attuale Via Nilo) che erano mercanti egizi, facenti parte della colonia alessandrina, che furono decisivi al successo canoro dell’imperatore, tanto da essere commentato favorevolmente per intere settimane in tutta la città.
Nerone entusiasta, volle ricompensare la colonia egizia e le donò una lapide di Marmo bianco, proveniente da Alessandria d’Egitto, dov’era effigiato una figura mitologica, raffigurante un vecchio (il fiume Nilo) disteso su un fianco sinistro e sostenendo col braccio destro una cornucopia di frutta. (proveniente dalla stessa Colonia egizia, come ricordo della loro lontana patria e quale compenso pattuito per gli applausi)





il monumento detto " 'O Cuorpe 'e Napule"
 situato nella piazzetta Nilo, raffigurante il fiume Nilo
(regalato dall'imperatore Nerone a Napoli in ricordo della sua esibizione)








Napoli é una continua miniera di misteri e di fatti esoterici..
 ( se è piaciuta come curiosità , lascia un commento per incitare a proporre altre)

domenica 3 marzo 2013

'O strummele ( la trottolina di legno)

'O Strummèle ( la trottola o trottolina)


'O Strummele ( trottolina  di legno)



La trottola è un gioco per bambini conosciuto in tutto il mondo fin dai tempi antichi. Risale a più di 6000 anni fa, alcune trottole perfettamente conservate, con le fruste utilizzate per metterle in moto, sono state ritrovate durante gli scavi di Ur in Mesopotania. Altri esemplari sono stati rinvenuti negli scavi dell'antica Troia, a Pompei, in alcune tombe etrusche, e in Cina, in Giappone ed in Corea. 
Il gioco della trottola era famosissimo nell'antica Grecia e a Roma: Platone, Aristotele, Plinio, Virgilio e Ovidio tutti subivano il fascino ed il contagio della trottola, in latino chiamata "turbo".


Il termine (strummolo o strummele), nell’idioma napoletano, non è altro che un  giocattolino, che non è più utilizzato dai ragazzi del Ventunesimo secolo, perchè ormai dimenticato nel tempo andato.
Il giocattolino non era altro, che una trottolina di legno a forma di strobilo o meglio di un cono capovolto, avente il vertice rovesciato, formato da una punta metallica (detta 'a ponta) fissata perpendicolarmente nel legno, che con numerose scalanature incise su tutta la superficie del conetto in modo concentrico e parallelo rispetto al vertice.
 Lo (strombos o strobilio) era il gioco che praticavano i bambini greci  già nell'antichità, che  nell'idioma greco antico era detto "Strobilion"
Pigna ( forma  da cui è nato lo strummolo)

 ossia piccola pigna o cono ed al conseguente suo movimento    rotatorio,   come  nell'avverbio   greco           " Strombedòn " si può dedurre il significato di "a modo di turbine", ecco spiegato l'etimologia del termine strummolo è  quindi una derivazione diretta proprio di quello utilizzzato dai greci.




 Per fare girare ( 'o strummolo) la trottola o meglio la trottolina, le scanalature presenti  su di essa sono avvolte strettamente da una cordicella, che serve ad  imprimere il moto rotatorio alla trottola una volta srotolata e sganciata dalla stessa, come fosse una molla, mediante uno strappo secco in modo che lo strummolo (la trottolina) lanciato a terra prenda a girare velocemente su se stessa facendo perno sulla punta metallica, per questo motivo i romani  chiamavano in latino la trottola ('o strummolo) " Turbo".


Strummelo con avvolta  'a funicella


La velocità della roteazione dell     " 'O Strummele"        
(la trottolina) ed il tempo occorrente per esaurirsi nel girar come un vortice e poi commisurato all'abilità del giocatore  lanciatore e la buona fattura  con cui è stato fabbricato lo strummolo ne fanno un classico esempio dell'ottima commistione tra bravura e perfezione del manufatto. Nel caso che il giocattolo ricavato dal legno,  è scadente, malprodotto, viene definito che lo strummolo è ballarino o tiriteppe, volendo con tale onomatopea indicare appunto la non idoneità del giocattolino.

Gli strummoli usati un tempo dagli scugnizzi napoletani erano di tre tipi, ognuno dei quali aveva un nome ed una funzione diversa, c'erano quello a Pennella, quello detto Patacca ed infine a Puntarola di color azzurro, detto pure Spaccastrommele.
'O strummele detto,  'a Pennella, era  quello levigato e non molto appuntito, in legno naturale, non tinto era denominato così (con riferimento semantico alla precisione con cui effettuava la sua ferma e perfetta rotazione), ed aveva la funzione di girare piú a lungo degli altri nelle epiche sfide fra scugnizzi.  
Per far sí che il suo roteare vorticosamente durasse piú degli altri, s’usava togliere la punta metallica conficcata nel legno e dopo averla affilata lungamente su di una pietra lavica, di cui erano piene le strade, la si ricollocava nuovamente nel legno, se non dopo aver introdotto nell’intercapedine della punta  della paglia mista di sterco di cavallo (fino agli anni cinquanta  se ne trovava ad iosa per le strade) a mo di cuscinetto per attutire ed eliminare gli sbalzi continui, quando la stessa sobbalzava (e si diceva ca teneva ' A Tettera) e non si fermava in un solo punto (cosa al contrario, quand’era a pennella, il vortice dello strummelo era perfetto) anche per effetto di questa sorta di ammortizzatore della punta metallica.
Strummolo malandata detto patacca

 
Poi c’era ' Strummele 'a patacca” ”(con riferimento semantico al fatto d’essere, tal quale una moneta falsa) e per tanto era utilizzata come una trottolina scadente, quasi contraffatta, per poter essere impunemente scugnata (sbreccata), ossia quando dovendo soccombere e subire i colpi e le infilzate delle punte metalliche degli strummoli nemici. Per tale scopo s’usava fornirsi sempre di uno strummolo  di ripiego di poche lire che veniva tinto per metà di nero per non confonderlo con lo strummolo buono cioè con lo strummolo pennella.









 





C’era infine un piú costoso strummolo “quello da conficcare sugli strummoli degli altri, di attacco” tinto di luvardo (azzurro) forte e resistente che veniva usato, appunto, contro la “patacca”,e che fornito di una punta piú spessa ed affilata era detto appunto " 'a puntarola". 
Il signicato di patacca  era preso in prestitio dall'antico sostantivo indicativo, che fu usato per una moneta di grande formato, ma di poco valore contenuto in appena cinque carlini, sostantivo passato poi ad indicare il danaro in genere ed ancóra figuratamente (come nel nostro caso) di una cosa di poco pregio, un oggetto scadente o anche falso venduto come antico o di valore; scherzosamente valse medaglia, decorazione vistosa, 
Il termine della voce puntarola infine è un adattamento al femminile del maschile puntarolo, che deriva dalla punta da conficcare.

Ricapitolando la Trottola (‘O Strummele) è un giocattolo di legno a forma di pera (cono rovesciato), fornito di scanalature alla cui punta è collocato un chiodo o un pezzo di metallo appuntito, che costituisce il perno su cui il giocattolo ruota.
 I più "furbi"gli strrummoli se li facevano costruire con legno di "castagno", che è molto duro; con essi spaccavano quelle di legno più tenero.


Come si esplica il gioco, il giocatore avvolge, in modo ben serrato uno spago lungo le scanalature della trottola, quindi la lancia a terra trattenendo il capo dello spago, che svolgendosi scarica sul giocattolo una forza rotatoria, per questo motivo prende il nome dallo strumento- giocattolo con cui si gareggia.
La Trottola (‘O Strummele) a seguito della spinta ricevuta dallo spago gira vorticosamente, poggiando ritta sul proprio perno. il gioco consiste nel prendere sul palmo della mano lo strummele ( se ci si riesce) per meglio spingerlo sulla trottola ferma e beccarla o se non vi si riesce, tentare da terra a spingerla anche con lo spago da tiro verso quella ferma per effettuare la tozzata.
Per decretare il vincitore della competizione, di solito si stabiliva semplicemente, che, chi aveva fatto roteare a terra la trottola per il maggior tempo (Strummëlë ‘nterra). A volte oltre al tempo in cui la trottola girava, era calcolata la quantità di tozzate della propria trottola a quella ferma. Si poteva giocare da soli oppure in squadre. Nel secondo caso i tempi validi erano la somma dei tempi o la quantità delle tozzate praticate dagli appartenenti alla stessa squadra. Nelle competizioni a squadre, formate almeno da due giocatori: uno per ogni specialità, quella del tempo di roteazione e quella di saper tozzare).


Come si gioca Esistono molti modi di giocare al gioco della trottola.
Attorno alla trottola viene avvolta, in modo da formare una spirale che va dalla punta ( in metallo) alla parte più alta e larga, una corda che permette, nell'atto del lancio, di far ruotare la trottola. Ci sono tanti tipi di giochi, uno dei tanti e anche il più divertente, consiste: - minimo due giocatori pronti a rischiare la propria trottola; - si effettua il primo lancio insieme e la prima trottola che si ferma, resta sotto (rimane a terra); - l'altro dovrà cercare di colpire la trottola rimasta a terra sia nel lancio che dopo, fino a quando la sua non termina di ruotare; - quando questa si ferma, rimane lei "sotto" e l'altro concorrente va all'attacco; - il gioco a volte dura tantissimo, e tutto sta nella bravura dei concorrenti, nella punta della trottola e nel legno di cui è fatta; - l'obiettivo è distruggere la trottola dell'avversario, il vincitore terrà con se la punta della trottola persa e come potete ben capire chi più ne colleziona "trofei di guerra", ed è più temuto.

Modi di dire sullo strummolo



S’è aunito ‘a funicella corta e ‘o strummolo tiriteppe (si è sommata ad una fune corta, una trottolina ballonzolante) quindi. (la trottola è sbilenca o la corda è corta).
Come quando nel caso di voler rappresentare una situazione particolare in cui ad una persona incapace ed allo stesso tempo sfaticata, o , come l’insieme di un artigiano sfaticato poco valente fornito ed avente per giunta i ferri del mestiere inadeguati. All’uopo si rammenta un altro famoso motto, che afferma :
“ so’ ‘e fierre ca fanne ‘o masto” e o magari – per concludere quando concorrono un professore eccessivamente severo ed un alunno parimenti svogliato.
In senso traslato, alcune volte, questa espressione veniva diretta alle coppie sterili per mettere in risalto che uno dei due falliva nel tentativo
Il termine “ tiriteppete o tiriteppola “ sta a significare una cosa o una situazione instabile, sbilenca, (che pende da una parte) storta, malfatta.