martedì 27 febbraio 2018

madonna si santa maria di Cappella di Cangiano

 La Madonna della chiesa di Caoppella Cangiano
 in una tela (madonna di Maria santissima di Costantinipoli)
 
Tela raffigurante la Madonna di Cappella di cangiano

sabato 10 febbraio 2018

' a Scampagnata do' lunnedì in albis




‘A Scampagnata di Pasquetta e ‘A palla e ‘O Maglie di Balisano.

Nel periodo di fine febbraio spesso, anche, di fine marzo ci si preoccupava  e si incominciava a preparare all'annuale avvenimento della festa della Pasqua. Stiamo parlando degli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso.  Nei giorni precedenti l’avvento festivo ci si incominciava a pensare a come vestirsi con un abito nuovo per ben figurare (a Pasqua  ci si ingegnava) e poi,  nei giorni antecedenti le festività pasquali ci si organizzava per  la famosa scampagnata da fare il lunedì dell’angelo      (il lunedì in albis) da farsi nella selva dei Camaldoli a consumare con amici allegramente il famoso “casatiello”

'O casatiello napulitano



(il Casatiello è il rustico più famoso che si prepara a Napoli nel periodo di Pasqua, è uno speciale tortano, dove le uova sono sporgenti ingabbiate sull’impasto a forma di ciambella, ripieno di salame tipo Napoli e Pecorino, oltre ad una generosa spolverata di pepe).
 Durante il tragitto per arrivare alla sommità della Collina dei Camaldoli, si attraversavano le masserie della Toscanella, in quel periodo,  che contenevano attigui ricchi terreni agricoli coltivati a fave ed a finocchi, che     i “parzunali locali” vendevano a modico prezzo, cogliendo direttamente dalle piante i gustosi ortaggi ai festanti viaggiatori della scampagnata.
Tale abitudine nel dopoguerra fu spostata al martedì successivo, in quanto il lunedì di pasquetta si doveva andare alla festa della Madonna di Vallesana, che era di nuovo ripresa, conosciuta anche come,                             la Festa di Maria S.S. della Cintura, che si celebrava e tuttora si celebra il lunedì dell’Angelo nel vicino comune  di Marano di Napoli.


Piazzale antistante la chiesetta a Marano di Napoli
della Madonna S.S. Maria della Cintura







Statua della Madonna di S.S. Maria della Cintura
venerata a Marano di Napoli -Poggio Vallesana

La Festa è suggestiva,  inizia la mattina con la processione  della statua della Madonna con il piccolo Bambino Gesù , che viene portata in solenne percorso, su un carro artistico, per le strade del centro storico partenza  dalla chiesetta di Vallesana, dove la statua è custodita, e ritorno. alla fine nello stesso punto di partenza. Una tradizione antica, lunga ben tre secoli, che inizia nel 1639 con l’arrivo a Marano dei frati Agostiniani. Furono proprio loro, infatti, ad aggiungere all’effige della Madonna di Vallesana la cintura nera simbolo del loro ordine. Nel dopoguerra la cerimonia fu nuovamente ripresa ed la festività  della pasquetta ai maranesi ed a tutti i partecipanti compresi i Chiaianesi, non restò altro da fare che rimandare le scampagnate al martedì. 
Noi ragazzi  di Chiaiano desideravano partecipare alla festa della Madonna di Vallesana (da noi detta Balisano), perché  nello spazio antistante la Chiesa era allestita anche un ricca fiera, dove erano venduti alcune attrezzature  di legno per giochi di ragazzi come              “ ‘a Palle e ‘o Maglie” detta pure (pallamaglio), che è un antico gioco all'aperto (originario di Napoli ed era praticato gia nel milleduecento e che ha dato origine a numerosi sport moderni, come il golf, il croquet, l'hockey nelle sue varianti e il polo) e quella del gioco della lippa (‘a mazza e ‘o piveze) che avevano uguali regole

'A Palla e 'o Maglio (Pallamaglio)





'A mazza e 'o piveze (la lippa)




     
Entrambi i giuochi consistevano nel saper lanciare la palla con il maglio il più lontano possibile o come per la  lippa (‘o Piveze)   colpendo la stessa  con     (’a Mazza)    il bastone sulla parte rastremata per farla alzare in aria ed, infine, con un secondo colpo al volo ribattere la stessa lippa (‘o Piveze) cercando di farla andare il più lontano possibile, così come si faceva con la palla  utilizzando il maglio.
Le attrezzature di questi giuochi solitamente si trovavano  e si vendevano unicamente in quella fiera, che si teneva ogni anno nei pressi della chiesa del Poggio Vallesana a Marano di Napoli nel lunedì di pasquetta. (per questo, noi ragazzi di Chiaiano,  desideravamo parteciparvi).

domenica 4 febbraio 2018

L'orologio cosmico di Piazza Dante a Napoli

L'orologio cosmico di Piazza Dante a Napoli

Piazza Dante a Napoli
Facciata del Convitto Vittorio Emanuele
Con orologio solare e astronomico

Facciata del Convitto Vittorio Emanuele
Con orologio solare e astronomico
Orologio astronomico dI  NAPOLI
 sulla facciata del Convitto vittorio Emanuele


Il raro e forse unico esemplare in Europa di orologio astronomico, il più piccolo, vanto dell'astronomia a livello europeo si trova a Napoli.
Quanti di voi, napoletani, compreso il sottoscritto, non l’hanno ancora fatto prima, a soffermarsi ed ammirare con la dovuta attenzione questa meraviglia, che abbiamo nella nostra città. 
Forse perché per anni è rimasto fermo, ma da quando una docente di geografia astronomica del Convitto  Vittorio Emanuele a Piazza Dante, Daniela Salvatore, incuriosita dall’Equazione del Tempo, ne ha approfondito la storia e ne ha scritto un piccolo libro. L’opuscolo  ha fatto si che si è proceduto a spese della Fondazione Banco di Napoli, a finanziare l’intervento di riparazione dell’orologio nel 2008. come lo è, ora, funzionante.
Detto orologio astronomico, si trova come un orologio più piccolo, posto al di sotto dell'orologio grande realizzato nel 1853 e sistemato dall'architetto Gaetano Genovese al sommo della nicchia centrale in cima alla torretta della stupenda facciata vanvitelliana del convitto Vittorio Emanuele in Piazza Dante, costruito nel 1757 per onorare il re Carlo III di Borbone, dal Vanvitelli.
Detto orologio ha una unica lancetta e che porta nella parte superiore una sequenza di numeri 15,10, 5, 0, 5,10,15.  Tale complesso congegno indica lo sfasamento tra l'ora solare reale e l'ora solare media, una differenza che non supera i 16 minuti. Le differenze di valori negativi (i ritardi) e quelli positivi (gli anticipi) sono rilevabili sul lato destro e sul  lato sinistro del quadrante dell'orologio, e  sono calcolati mediante un'espressione detta : Equazione del tempo, cioè lo scostamento di minuti e il tempo solare medio. tale funzione è quella che è in grado di cogliere con esattezza lo Zenith,  il punto più alto del sole.
 Vale a dire quell’attimo che noi chiamiamo mezzogiorno e, quindi, l’esatta ora. Quello che noi viviamo, spiegano gli esperti, è un giorno convenzionale in quanto non tutti i giorni solari hanno la stessa durata perchè la culminazione non avviene con una scadenza regolare. Il discostarsi quotidiano dal valore medio è di poche decine di secondi, ma nell’arco di mesi si può arrivare ad anticipi e ritardi anche di 15 minuti. Non potendo correre dietro ai ritardi e agli anticipi del sole si è adottato un giorno solare medio