giovedì 25 aprile 2019

IL CARCIOFO , e le sue foglie



La cosca , il simbolo di riferimento (il  carciofo)


Il carciofo è come una società segreta ( una Cosca )


 


L’ortaggio a cui fanno riferimento le associazioni malavitose, è   
 “ Il \carciofo”.
Se pensiamo al termine Siciliano di “ Cosca” che risale al tardo latino, per identificare la costola della foglia, o meglio l’insieme di foglie , che stanno a proteggere il nucleo, la parte più importante del carciofo.
Quindi le cosche mafiose fanno riferimento all’insieme di foglie del carciofo, che formano varie cerchie, quelle più esterne proteggono dalla vista d quelle più interne, in modo da mantenere la segretezza, come lo è Cosa Nostra, appunto una società segreta.
 Le foglie (cosche) esterne, cioè i delinquenti di strada, sono considerati carne da macello, che vanno a riscuotere il pizzo ed eseguono a loro volta i lavori di bassa macelleria e passano la maggior parte della loro vita in galera o fuggendo dai killer rivali.
Le foglie esterne a loro volta, impediscono la vista del nucleo centrale per cui non si riesce ad inoltrarsi  verso l’interno ed impediscono di arrivare al “cuore” del cosca, ai capi di  Cosa Nostra, che rimane  segretissimo e la cui conoscenza e visibilità è ristretta a pochissime persone.
Questa struttura finalizzata al mantenimento della segretezza serve non solo a proteggere i propri membri dalla legge, ma anche a nascondere ciò che ha sempre garantito la crescita ed il prosperare dell’organizzazione, cioè i legami con il potere politico, economico e uomini delle istituzioni.
Dunque l’ortaggio, il  carciofo, è  come “ Cosa nostra” è  una società segreta, come per esempio lo furono la carboneria e la massoneria.

 
La cosca / la parte più interna del Carciofo)

domenica 21 aprile 2019

'A Pastiera napoletana



La Pastiera Napoletana



La pastiera è il dolce per eccellenza pasquale, ed è realizzata nelle case napoletane da una ricetta che si tramanda da madre in figlia esclusivamente il giovedì o il venerdì santo, per essere pronta per gustarla a fine pranzo della domenica del giorno della santa Pasqua, accompagnata da un buon limoncello, liquore fatto anchesso in modo artigianale.
La tradizione prevede un rito particolare, in occasione di questa ricorrenza, consistente nel modo seguente: prima di iniziare il cosiddetto ”Pranzo Pasquale”, il capo famiglia o il più vecchio dei commensali impartisce una formale benedizione, un rituale, che si fa con un rametto d'ulivo, simboleggiante la pace, bagnato nell'acqua benedetta, ritirati precedentemente la Domenica delle Palme nella Chiesa territoriale di appartenenza, e solo dopo si passa alla degustazione delle varie portate dei cibi preparati per la festa di Pasqua, compreso il dolce finale ( la Pastiera).

  La pastiera napoletana. è, quindi una squisita leccornia, definita una specialità o meglio una squisitezza , per cui qualsiasi dolce pasquale impallidisce  al suo confronto per la sua fragranza e dolcezza.

La sua nascita è legata ad un’antica leggenda di Origini pagane.

Il mito della Pastiera Napoletana, era noto già dall’epoca romana o forse addirittura greca, quando, secondo la leggenda, sj celebrava un misterioso culto, durante il quale la popolazione locale delle cosiddette Fratrie, ( i primi agglomerati di famiglie residenti sulla nascitura “Neapolis”), portava alla sirena Partenope i  7 (sette) doni più preziosi che possedevano per ringraziarla per le sue esibizioni canori. .

 La leggenda , Infatti, narra che :

Parthenope, la sirena greca, che sulle sponde del Golfo di Napoli aveva fissato  la sua definitiva dimora per la mitezza del clima e della meravigliosa visione della bellezza della sua costa,  ad ogni primavera, appariva stesa  sull’isolotto di  Megaride al popolo di “Neapolis” e lo allietava con la sua voce incantatrice, con canti d'amore e di gioia di vivere,


La sirena Partenope nel golfo di Napoli













Il canto della Sirena era così soave e generoso di emozioni che i “ Neapolitani” la vollero ringraziare per questo prezioso dono, offrendole quanto di più prezioso essi possedevano.
I sette doni di ringraziamento per le melodiose prestazioni canore della sirena,  come  propiaziatrice  di un futuro pieno  di amore  e di una persistente gioia di vivere, erano portati da Sette fra le più belle giovani della Città, in rappresentanza delle sette principali "fratrie", alla bellissima Parthenope.
 




La Sirena Parthenope, felice di questi 7 doni, li portò al cospetto degli Dei per mostrare loro la Generosità e l'Amore del popolo napoletano e questi, inebriati essi stessi dal canto soave della Sirena, mescolarono i doni e crearono la Pastiera


Sicuramente vorrete conoscere quali furono i 7 (Sette) doni che mescolati diedero vita alla famosa Pastiera Napoletana. e sono poi divenuti i suoi principali ingredienti, nonché sono il simbolo di ciò che sa offrire il popolo napoletano, l’amore,la gioia di vivere, grazie alla prodigalità della natura  e saperlo dividere con chiunque.   
I suoi ingredienti fondamentali, quindi, per aversi una buona Pastiera napoletana, di  questa specialità di Napoli,  sono:
 latte, ricotta di pecora,uova, chicchi di grano,  frutta candita,e scorza d’arancia e di limone, acqua di fiori d’arancio, spezie, varie in polvere. Il tutto da sormontare con le striscioline di frolla e poi da cuocere in forno, con spolverata di zucchero a velo finale., che  simboleggiano :
la farina, ( la forza e l'abbondanza della campagna);
la ricotta, (l’omaggio dei pastori e delle pecore che pascolavano libere nei campi);
le uova, (il simbolo di vita che sempre si rinnova);
il grano tenero, bollito nel latte (come simbolo dorato della vita germogliante e rafforzato dal primo alimento della vita);
l'acqua di fiori d'arancio,( l'omaggio più profumato della Terra);
le spezie, ( l’omaggio dei popoli più diversi, che a Neapolis sempre trovano accoglienza);
lo zucchero, (per esprimere la dolcezza che il canto di Parthenope, ora la canzone napoletana) racchiude e che dona all'Universo.


La decorazione, infine, sulla pastiera  quella ufficiale, quasi come fosse la firma della città di Napoli, sta nel mettere  delle  striscioline di frolla, che sormontano l’impasto trasversalmente e devono essere complessivamente in numero di sette  (quattro in senso verticale e tre in quello orizzontale  formando una grata  a croce greca, che rappresenta la planimetria della città di “Neapolis”, così come ancora oggi si presenta con i tre Decumani e con i Cardini che li attraversano in senso trasversale; rappresentando così, in maniera simbolica, l'offerta alla Sirena Parthenope e agli Dei, dell'intera Città stessa, come sublime e collettivo atto di devozione.





La Pastiera Napoletana nella sua forma ufficiale









Mappa di neapolis  ( antica Napoli Greca) ,la firma sulla Pastiera,




La pastiera napoletana è in definitiva un dono divino, che solo Napoli, da quel tempo lontano e per sempre nei secoli avvenire, ha il privilegio di riprodurre tale squisitezza dolciaria da condividere anche con il Mondo intero.
!
E, come e da sempre risaputo, alle origini della Storia o leggenda c'è sempre un fondo di verità dei popoli.