giovedì 10 giugno 2010

Dopo l'incontro con Vittorio Emanuele II


Narrazione storica dopo l'incontro immaginario con 
Vittorio Emanuele II
( del mio amico Tore Castagna)



 Chi Furono  i Savoia   - Umberto I


Finalmente, sei arrivato! Ti stavo aspettando, me ne stavo andando! Da quando hai telefonato: chiedendomi di aspettarti qui davanti alla Banca d’Italia, a Piazza Municipio, poiché saresti giunto di lì a poco, mentre in realtà sono passate alcune ore!”

 
Piazza municipio come era nel 1912






Piazza municipio come era fino al 2000








 
Piazza municipio come sarà 
dopo il  2015 a segui to degli scavi del metrò




Hai incontrato qualcuno durante il tragitto, o ti sei fermato a mirare qualche altro antico monumento, come al tuo solito?”
“Caro Sasà” rispose il mio carissimo amico ed ex collega di lavoro, Castagna Tore: “ la verità è che, dopo aver immaginato d’aver incontrato Vittorio Emanuele II, che mi chiedeva di te, e voleva sapere come mai ti era passato per la mente di scrivere quelle notizie storiche, che denigravano la sua imponente figura, come padre della Patria e quale uno dei principali fondatori della nazione Italia!"
Gli controreplicai: “Veramente! Fammi sapere ti ha parlato di me e come ha vissuto il dibattimento del mio immaginario processo?”
Prima di rispondermi, passò a giustificare il suo ritardo, adducendo che, dopo aver attraversato Piazza del Plebiscito, fu attratto a mirare Piazza Trieste e Trento, crocevia di tre importanti assi viari, che, prima della dinastia dei Savoia, si chiamava Piazza San Ferdinando, attualmente, è nota come la “ Piazza del Carciofo “, per il fatto che al centro della piazza c’è una vasta vasca circolare, in cui cade dell’acqua, che zampilla da gettiti vari, che fuori escono dalla corolla di una gigantesca “Carcioffola“, ideata e costruita dall’ingegner Fedele Comiti, e che fu voluta negli anni ’50 del XX secolo dall’allora “Sindaco di Napoli”, Achille Lauro, di tendenza monarchica, dopo aver eliminato delle altissime palme, che tanto refrigerio donavano durante la calura estiva ai viandanti con la loro ombra.



Piazza Trieste e Trento - già Piazza San Ferdinando
 piazza della Carcioffola




Ingresso Principale della Galleria Umberto I - in Via San Carlo


Il suo itinerario proseguì imboccando Via San Carlo e salendo i gradini della grandiosa "Galleria Umberto I", ed a passo svelto l’attraversò per fare prima. La galleria, un’opera imponente, che è definita una delle più belle dell’ingegneria in ferro e vetro, di moda nel periodo di fine Ottocento, come lo dimostra altre simili opere, come la Torre Eiffel a Parigi, la Stazione ferroviaria di Milano, il Teatro Goldoni di Livorno.







Interni Galleria Umberto I di Napoli





Umberto I di Savoia - Re d'Italia

La galleria di Napoli, costruita per volere governativo dopo il colera del 1884 e lo sventramento, (passato poi alla storia come “ il Risanamento di Napoli” al tempo del mitico Sindaco napoletano “ Nicola d’Amore”),

 
Il sindaco di Napoli, Nicola Amore, quello del risanamento



che era piena di una miriade di vicoli malsani, che circondavano l’insieme di palazzi, casupole e malfamate taverne esistenti nella zona.
Il caro amico, Castagna continuò a dire: “è stata una dolce passeggiata senza correre, anche se, c’era uno scocciatore come te che mi aspettava”. “Sappi che il Sovrano Sabaudo, Vittorio Emanuele II, era furibondo nei tuoi confronti e m'intimava che, quando ti avrei incontrato, saresti dovuto andare a rileggere la storia, perché non era andata tutta come l’avevi descritta”. “Il tuo resoconto è frutto di pregiudizi antimonarchici, essendo tu nato e vissuto durante la Repubblica democratica italiana.”
Gli risposi un poco risentito: “Ti ha fatto intendere che sono uno storico sovversivo all’autorità costituita d’ogni tempo, anche dell’attuale, perché non sono propenso ad accettare decisioni, che ritengo, nefande ed ingiuste, (come le guerre), perché prive della preventiva condivisione del popolo, che, a ben ragione, dovrebbe essere il vero sovrano (come è sancito nelle Costituzioni democratiche dei paesi civili che, poi, nella realtà non conta mai nulla).”
“Giacché ci siamo, andiamo a sederci da qualche parte e chiariamo bene la questione, fermiamoci un momento ci prendiamo un caffè e discutiamone”.
La mia asserzione spiegai: “Non sono prevenuto, prima di tutto, commento i fatti della storia nel loro verso giusto, così come appaiano, senza mettere, né levare!”
“Come te lo spieghi, che la Dinastia dei Savoia fu cacciata dalla nazione Italia con ignominia senza appello nel lontano 2 giugno1946 con un vero democratico, Referendum!”
“Se non lo sai, te lo dico io: per una serie d’avvenimenti iniziati, già dopo la morte di Vittorio Emanuele II, avvenuta il 9 gennaio del 1878. Gli succedette il figlio Umberto, già riconosciuto principe ereditario.





Divenuto Re del regno d'Italia, come Umberto I, e Re di Savoia come Umberto IV, regnò (dal 1878 al 29 luglio 1900), continuando a governare con la stessa autorità paterna il giovane territorio italiano unito, praticando una dura politica di conservatorismo dei privilegi riservati alla sola nobiltà ed all’aristocrazia. Permise azioni, che soffocavano manifestazioni di protesta, verificatesi come a Milano (il massacro, operato del generale Cesare Bava Beccarsi, degli operai, guidati dai socialisti durante i moti popolari, contro l’iniqua tassa sul macinato)
Barricate a Milano, rivolta comtro la tassa sul macinato 

Generale Cesare Bava Beccaris




                                                                                                                                                                                     

od in Sicilia (con la proclamazione dello stato d’assedio, a seguito della Rivolta dei Fasci siciliani).
 
Fucilazione degli oprai del Fasci Siciliani 1893




 Durante il suo breve regno, Umberto I, comportandosi dispoticamente, fu vittima di due diversi attentati, il primo a Napoli, il 17 novembre 1878, per merito dell’anarchico repubblicano lucano, Giovanni Passannante,





Giovanni Passannante
          


                                                                                                                                            che gli procurò solo una leggera ferita ad un braccio, sferratagli con un coltello. 
Dopo quell'attentato, si assicurò con i "LLOYD di Londra" in caso di Morte e tale polizza assicurativa ebbe un ruolo su alcuni sviluppi della dinastia del Savoia, che scopriremo in seguito. L’altro, quello fatale, avvenne, infine, per opera di un altro anarchico insurrezionale repubblicano,


Gaetano Bresci




il pratese Gaetano Bresci, che gli sparò a bruciapelo quattro colpi di pistola, mentre stava presenziando ad una cerimonia di premiazione di un concorso ginnico sportivo, che si teneva nella città di Monza. La sua morte, avvenuta il 29 luglio 1900, destò gran commozione in tutto il paese e nel mondo, poiché era ritenuto un Re Buono, per via del suo atteggiamento umanitario, dimostrato nel fronteggiare la grave epidemia di colera a Napoli del 1884 prodigandosi personalmente nei soccorsi, pronunciando la frase 
“ a Pordenone si fa festa, a Napoli si muore, vado a Napoli.” (epigrafe ricordata con una lapida di marmo commemorativa sullo spazio antistante il Ponte della Sanità sul Corso Amedeo di Savoia, a Napoli) .
 

Lapide per ricordare Re Umberto I di Savoia col frase:
                            " a Pordenone si fa festa, a Napoli si muore, vado a Napoli "



Il caro amico Castagna, dopo aver ascoltato il mio riferimento storico di fine Ottocento, annuendo mi fece intendere che condivideva le mie convinzioni, per ciò, che i Monarca rappresentavano, non essendo espressione e scelta diretta della volontà del popolo amministrato, e sono, per lo più, despoti arroganti senza controllo, né limiti, agendo spesso col loro impudente arbitrio.
Senza fermarmi, continuai la narrazione degli avvenimenti succeduti con l’avvento del nuovo sovrano. Morto Umberto I, gli successe l’unico figlio, Vittorio Emanuele III, che era stato già nominato principe di Napoli fin dalla nascita, perché nato in questa città, il 11 novembre 1869, e nel frattempo era stato designato erede al trono del regno d’Italia.





 Vittorio Emanuele III , Re D'Italia


Vittorio Emanuele III di statura bassa e mingherlina, frutto della consanguineità dei suoi genitori, che erano cugini di primo grado. Pur essendo un po’ bruttino e di gracile costituzione, era dotato d’ingegno vivace e di una grande cultura umanistica integrata da conoscenze scientifiche di primo ordine e da studi sul diritto civile amministrativo, costituzionale ed internazionale. Aveva come hobby lo studio della numismatica, cui dedicava la maggior parte del suo tempo libero, inducendolo a scrivere una magistrale opera sull’argomento “ Corpus Nummorum Italicorum”. Salì al trono, nei primi giorni d’agosto del 1900, dopo aver giurato fedeltà l' 11 dello stesso mese sullo statuto Albertino nell’aula del Senato davanti all’allora Presidente del governo, Giuseppe Saracco.
Vittorio Emanuele III - detto Sciabulella
                                                

Vittorio Emanuele III, meglio noto a Napoli, come "sciabulella ", per la piccola sciabola, che indossava, quando vestiva da militare e voleva apparire un Re soldato, mentre passava in rassegna le truppe schierate nelle manifestazioni ufficiali.
“Ti ringrazio per la dettagliata narrazione di storia, che ti confesso non conoscevo, anche perché non ci tenevo ad approfondirla”, mi interruppe il caro Castagna, ma dimmi, "che ci azzecca con la cacciata dei Savoia ed il Referendum del 2 giugno del 1946 con la proclamazione della Repubblica?”
Se non fosse stata fatta questa premessa storica degli avvenimenti”. Continuai a dire: “ il mio ragionamento, come chiarimento dello sviluppo degli eventi, non avrebbe senso e le memorie storiche rimarrebbero annebbiate di non so che di misterioso ed inesplicabile”

Andiamo con ordine, però, altrimenti perdo il filo.Eravamo rimasti a quando Vittorio Emanuele III fu incoronato Re e pur non essendo amante delle arti marziali, fu costretto dagli avvenimenti e da una politica d’espansione ad intraprendere continuamente a fare guerre od a far partecipare l’esercito italiano in ogni continente, quello asiatico, africano, come guerre in terra di Russia,  come la guerra in albania e alla Grecia  solo con lo scopo di dare prestigio al novello stato dei Savoia.



Continua con altre puntate fino ai nostri giorni 
con casa Savoia
é gradito un commento se interessante .

2 commenti:

  1. Bel racconto, soprattutto per le note storiche.Forza Napoli (città e squadre)

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  2. < Sarebbe bello farla leggere agli alunni la storia raccontata da te in modo così chiaro , colorito e affatto noioso...Lo sai quanto imparerebbero!! Un abbraccio, Angela>

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