martedì 28 febbraio 2012

'A Banca 'O Sciùlio

‘A BANCA ‘O SCIULIO "

: Storia della Banca del Principe Gugliemo Ruffo di Scilla


Ritratto del Principe Guglielmo Ruffo di Scilla
‘O Banc’ ‘o Sciùlio  = (la banca dello scivolo) non era altro che un tipo di banca, classificate poi in "Banche usura", che sorsero e proliferarono specie a Napoli, ( se ne contarono circa 60) ed in tutta la Campania specie nel Nolano, con una follia finanziaria  di facili guadagni senza dover rischiare in investimenti produttivi.

 A Napoli,una  di queste, banche usura, fu la Banca di Scilla,  fondata dal Principe Guglielmo Ruffo di Scilla e  fu additata e definita dopo il suo fallimento per errati investimenti, come  “ la banca ‘o sciùlio”.
La sede principale e le numerose agenzie, che sorsero numerose a Napoli erano ubicate   generalmente nei dintorni di Via Toledo, che promettevano un tasso di interesse esorbitante, piuttosto elevato, che oscillava in media dal 15 al 30  per cento.
La detta banca di Scilla ( ‘o banc’o sciùlio) riuscendo a  mantenere la promessa iniziale di tassi particolarmente elevati, e per attirare ingenti capitali praticava oltre  a tassi elevati, all’inizio restituiva il denaro ricevuto in deposito in biglietti di carta, con  monete d’oro. Adottando questo sistema di accaparramento delle provviste, però,  non avendo previsto una svalutazione enorme tra le monete d’oro e da i biglietti di banca, e non riuscendo  poi a fronteggiare l'emoraggia di richieste di restituzione dei depositi ricevuti, a causa di una campagna di stampa promossa dal Governo nazionale e dai banchieri filogovernativi che andavano  diffondendo sospetti di insolvibilitàdi detta banca.
La efficace campagna di stampa riuscì ad impaurire gli investitori, che in un baleno chiesero i lori capitali e così si ebbe il tracollo di tutta quella attività finanziara,  anche perchè si ebbe una pesante perdita nel mercato dell'olio e del grano, prodotti su cui si era investito speculando e non sapendo coprirsi da eventuali rischi..
La banca di Scilla,  fallì miseramente e quindi le sue operazioni finanziarie furono  considerate solo una grande truffa.
Il suo fondatore, il principe Guglielmo Ruffo di Scilla, fu dichiarato  quindi fallito e molti investitori  persero il loro danaro, che avevano investito nella banca  di Scilla. L’arguzia napoletana  dopo  la brutta esperienza da quel momento sancì e dichiarò, la banca del Principe Ruffo di Scilla,  la banca dello Sciulio, lo scivolo  o meglio come la banca di una sonora caduta , di un cattivo investimento,  parafrasando e storpiando infine,  la parola "Scilla" in  " Sciulio", il passo fu breve.
Riflessione non sempre le promesse di grandi e facili guadagni sono vere. Meglio accontentarsi del poco ma sicuro.( Meditate genti, meditate genti)









 

domenica 19 febbraio 2012

la Zesta

  La Zesta


Dopo aver consultato ogni sorta di dizionario, dai più celebri e famosi, non esiste in italiano un vocabolo, che può definire cos' è questa cosa. 
Eppure se è divenuta una parola utilizzata per  divulgare la pratica culinaria, vuol dire che esiste. 
Dopo parecchie ricerche finalmente ho trovato, ecco il suo autentico significato:

La zesta non è altro che un ingrediente utilizzato nella cucina di alta classe,
In poche parole, è la buccia di limone  o scorzetta di limone  grattuggiata oppure la stessa finemente tagliuzzata a listelle. ( vocabolo trovato  nel dizionario culinario italiano francese con la voce " Zesta o Zeste)


Zeste (listelli di buccia Non trattati)



La zesta , quindi non è altro che una scorzetta o buccia di limone spesso grattugiata, che dà alle pietanze un profumo fragrante ed un sapore inconfondibile.
Una di queste pietanze è un piatto tipico sardo, “ il culurgiones",culurgionis (culurxionis o culurgiones o culingionis) sono uno dei piatti tipici della Barbagia, dell’Ogliastra e di Seulo. Tipicamente è una specie di raviolo con un cuore di patate e menta, ma il ripieno varia molto a seconda della zona della Sardegna; possiamo trovarli quindi anche con aglio, formaggio o basilico con aggiunta di zesta.
culurgionis_chiari_ric.jpg La forma oblunga a mezzaluna, dovuta alla chiusura dei bordi effettuata pizzicandoli con le dita, è una lavorazione che dona al prodotto la particolare forma di una spiga.
Un tempo venivano preparati per le festività di tutti i santi. 

Oggi, invece, vengono preparati per ogni ricorrenza importante. 
I  Culurgiones sono i ravioli  sardi  o meglio, un ripieno di pastasfoglia con un impasto di patate misto a formaggio pecorino con una grattugiata di scorze di limone, (non trattato) la famosa Zesta, senza la sottoparte bianca della buccia, impreziosito infine da alcune listelle della medesima ,


Come si sbuccia un limone per fare le zesta





Si tratta per lo più della buccia degli agrumi e deriva dal francese “zeste”. 
Si ottiene eliminando la parte bianca (albedine), amara dalle bucce degli agrumi e solitamente si scottano in acqua per attenuarne il sapore forte e si essiccano al  calore della fiamma,  Si possono candire  e si usano per dare colore e aroma alle preparazioni in cucina.
Nella versione della frutta candita, la zesta si usa molto nella preparazione di molti dolci  e dessert, viene infine, utilizzara molto nella crema pasticciera ed altro













E' chesta è  'A Zesta


Spero di essere stato esaustivo, accontetatevi