domenica 30 giugno 2013

Madonne Campane speciali

Tradizioni e feste in onore di famose madonne in Campania

 La meno conosciuta ma molto venerata  è: 
" la madonna Pacchiana ".
Ogni anno, dal primo sabato dopo Pasqua al 3 di Maggio (o tre della Croce), le paranze, accompagnandosi con la tammorra, cantano e danzano in onore della Mamma Schiavona, che ha saputo proteggere Somma dalla furia del Vesuvio, che continua a rendere feconda la terra vesuviana, che solleva i suoi figli dagli affanni quotidiani. In occasione della Peregrinatio, la statua di questa Madonna dai tratti delle madri contadine, dal volto e i fianchi larghi, rubiconda, grossolana e feconda, affettuosamente definita anche “mamma pacchiana”, viene portata in spalla per tutte le strade di Somma dai componenti di ogni paranza che, quest’anno, hanno voluto indossare tutti la stessa maglia azzurra con l’effige della Madonna. 





Madonna di Castello (alias - Madonna Pacchiana )
Venerata nel Comune di Somma Vesuviana (Na),
nel piccolo Santuario di Castello 















Le più famose madonne




Le  madonne delle 7 tammurriate





Le madonne delle le note sette tammuriate tradizionali propiziatorie con stili differenti di danze, sono da sinistra a destra Le immagini sacre qui di seguito riportate :  

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La Madonna delle Galline,
 venerata a Pagani (SA)

Madonna delle Galline Venerata a Pagani (Sa)



Nella prima Domenica dopo Pasqua si svolge a Pagani (SA) la processione della "Madonna delle galline".
Parallelamente alla processione un gran numero di persone si riunisce nel paese per danzare e suonare fino a notte inoltrata.Questo curiosa festa religiosa, dal nome insolito, si rifà ad un episodio leggendario: un'effigie della Madonna, sotterrata anticamente per sottrarla alla temperie iconoclasta o alle scorribande saracene, fu rinvenuta grazie al 'raspare' di alcune galline. In realtà, si hanno notizie che già dal VII secolo i contadini Paganesi offrissero in dono delle galline come devozione alla Vergine. Al culto dell'immagine dette un forte impulso la guarigione di uno storpio avvenuta agli inizi del secolo XVII e attribuita all'intervento della Madonna delle Galline'.


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La Madonna dell’Avvocata,
 venerata sul Monte Falesio  a Maiori  (SA)

Madonna dell'Avvocata Venerata a Maiori (Sa)


Il culto della Madonna Avvocata a Maiori prende origine da un fatto verificatosi nei primi del ‘500 allorquando un pastore del luogo, tale, Gabriello Cinnamo, guidato da una mistica colomba scoprì quella che oggi si chiama Grotta delle Apparizioni. Ivi sistematosi a riposare gli apparve in sogno la Madonna, che gli comandò di edificarLe un altare: in cambio gli sarebbe stata Avvocata. Cinnamo edificò l'altare e, vestito l'abito romito, costruì la chiesetta e fondò un monastero. Dopo varie vicissitudini il complesso venne abbandonato fino al 1888, allorquando l'altare venne restaurato da un muratore devoto, e quattro anni dopo riprese il culto.
Culto particolarmente sentito a Maiori, ma anche a Cava dè Tirreni e nell’Agro nocerino sarnese da dove il lunedì di Pentecoste, giorno in cui si festeggia la Madonna Avvocata, il santuario diviene meta di pellegrinaggio, e le pendici del Monte Falerzio sono tutte un brulichio di carovane umane.


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La Madonna nera del Carmine, 
venerata a Materdomini Nocera Superiore. (SA)


Madonna del carmine Venerata a Nocera Superiore (Sa)




La Sacra Immagine, della Madonna del carmine Venerata a Nocera Superiore (Sa), dalle fattezze bizantine dipinta su legno, riproduce , la Vergine Maria, che reca sul braccio sinistro il Bambino Gesù.
La tradizione narra che l’immagine della Vergine fu ritrovata miracolosamente sotto terra, conservata tra due lastre di marmo, nell’anno 1041 da una contadina di nome Caramari che ebbe una visione secondo la quale la Madonna le chiedeva di scavare sotto una quercia, perché lì si trovava una Sua effige miracolosa.

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La Madonna dell’Arco,  
 Venerata a Sant’Anastasia (NA)

 
Madonna dell'Arco venerata a Sant'Anastasia (Na)


diardi particolare suggestione è la processione dei Fujenti del lunedì in Albis. Una tradizione che si protrae da 5 secoli che richiama il primo miacol
 La prima immagine sacra della Madonna dell'Arco:

  Nel Quattrocento, sorgeva un'edicola dedicata alla Madonna sul margine della via che collegava a Napoli i vari comuni vesuviani, nel lato del monte Somma. Tale edicola si trovava a circa otto chilometri dalla capitale del Meridione d'Italia, in territorio del comune di Sant'Anastasia, nella contrada che si chiamava «Arco» per la presenza dei resti delle arcate di un antico acquedotto romano. Potrebbe perciò essere questo il motivo per cui, con molta probabilità, i tanti devoti attribuirono all'immagine sacra il nome di «Madonna dell'Arco».  Il dipinto certamente non vanta pregi artistici, ma colpisce la mesta espressione del volto, dominato da due grandi occhi che hanno l'effetto di penetrare l'animo di chi li guarda, lasciandovi un ricordo indelebile.  Oggi, chi entra nel Santuario la vede nel tempietto, costruito nel 1621 sul luogo preciso dov'era il muricciolo dipinto. Durante un restauro, nel 1952, venne tolto il pannello di marmo anteriore che copriva parte del dipinto e venne alla luce gran parte della primitiva immagine che fu poi nuovamente ricoperta.

 
come oggi si presenta a Sant Anastasia  (Na)


Nel mese di marzo del 2000, al termine dei lavori di restauro dell'intero tempietto, si è proceduto a togliere definitivamente il pannello di marmo. In tal modo, è di nuovo possibile ammirare il dipinto nella sua interezza come doveva apparire la Madonna nel '400 ai viandanti che vi passavano dinnanzi-Dove avvenne il miracolo:
IL miracolo ; Era il lunedì di Pasqua, 6 aprile 1450, e nella località si svolgeva una festa paesana. Due giovani giocavano a chi facesse andare più lontana una palla di legno colpendola con un maglio.         
Nel gioco, la boccia di uno dei due andò a sbattere contro un albero di tiglio che sorgeva vicino all'edicola della sacra immagine, facendogli perdere la partita.  Il perdente, accecato dall'ira, bestemmiando scagliò la boccia contro l'effige della Madonna, colpendola alla guancia sinistra. Questa, come se fosse di carne, cominciò a sanguinare.. Un giocatore di pallamaglio, furioso per aver perso, colpì l’immagine votiva che prese a sanguinare.  invocando come fare per espiare il male procurato all'immagine sacra.  La gente si gettò sul sacrilego e stava per linciarlo, quando, passando di lì il Conte di Sarno, Raimondo Orsini, Gran Giustiziere del Regno di Napoli, fece liberare il malcapitato. Dopo un processo sommario, constatato il miracolo, il sacrilego venne impiccato allo stesso albero di tiglio che aveva fermato la boccia.   Da quel momento i devoti della Madonna , noti come. i fujenti, vestiti di bianco e a piedi scalzi, nell’ultimo tratto della processione, corrono freneticamente per espiare il peccato dell’empio giocatore. I fujenti portano in dono alla Madonna gli ex voto per grazia ricevuta. Il santuario ne conserva a migliaia di tutti i tipi, la collezione forse più copiosa del mondo cristiano.
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La Madonna di Piedigrotta,
 venerata a Mergellina (Na)
                          

 
Madonna di Piedigrotta venerata a Mergellina /Na)




La leggenda che ha dato inizio al culto della Madonna di Mergellina, quella che racconta di tre sconosciuti che, l’8 settembre del 1353, si ritrovarono a scavare sull’arenile di Mergellina, appunto, perché quella notte la Vergine era andata loro in sogno per chiedere di riportare alla luce una statua, la sua, insabbiata. Lo fanno a mani nude e non hanno alcuna intenzione di smettere. Sono Benedetto il monaco, Pietro l’eremita e Maria la monaca, e quando finalmente la trovano la portano ai ”piè della grotta”.
È la nascita di una leggenda, quella della Madonna del mare, oggi come ieri adorata e venerata dai pescatori di Mergellina.

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 La Madonna di Montevergine
venerata a Mercogliano (AV)

 
Madonna di Montevergine (Av)







L'immagine della Madonna di Montevergine spicca il volto bizantineggiante di Maria, scura nella coloritura del volto, sicuramente precedente alla pala stessa e quello che oggi definiremmo "paccage", ossia la chiesa principale moderna. La Madonna è detta, proprio per le sue caratteristiche di incarnato, "'a Maronna nera Mamma schiavona", ossia è definita madre di tutti gli schiavi siano essi di qualcuno o di quella terra che come reca una canzone "sgrava solo catene, solo catene alla fatica, alla fatica de mill'anni e mille de sudore" (Oje Maronna fance chiovere), mentre una tammurriata la definisce la più bella tra le sette Madonne campane ed, a questo punto, la più cara ai contadini.



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La Madonna Zingarella o delle strade
          venerata a Giugliano in Campania.(NA)


La Madonna  la Zingarella o madonna delle strade
                     venerata a Giugliano in Campania.(NA)


Suor Angela Maria Bovo, nata negli Stati Uniti da genitori veneti, investigando sulle sue origini italiane, ha fatto una scoperta sorprendente. Rimasta orfana in tenera età, voleva saperne di più del suo paese di origine, dei suoi genitori e del motivo della loro emigrazione in America. Fu così che, nei mesi estivi del 1984, ottenne dalla sua Superiora il permesso di compiere un viaggio in Italia; e così ebbe occasione di conoscere le sue origini.
A casa di un’anziana zia Giulia – rintracciata a Venezia dopo accurate ricerche – c’era una piccola immagine di forma rotonda, dalla cornice dorata: era la familiare "Madonna delle Vie" [detta anche "La Zingarella"] del Peruzzi.
"Questa è tua madre!", disse zia Giulia.
"Lo so", rispose Sr. Angela Maria, credendo che la vecchia zia parlasse della Madonna.
"No, no", insistette la zia, comprendendo la reazione della religiosa: "È la tua vera madre!".Da principio la Suora era scettica. La zia restò come offesa: "Perché dubiti?". Poi, mediante l’interprete, Giulia cominciò a narrare una storia sorprendente: rifugiatisi i genitori di lei sui Colli Euganei nel 1866 [a causa delle guerre che allora sconvolgevano la Repubblica di Venezia], fu lì che Roberto Ferruzzi vide Angelina Cian – la futura madre di Sr. Angela –, allora dodicenne, che custodiva il fratellino ancora lattante, formando un quadro stupendo. Ferruzzi, giovane artista di appena trent’anni, fu colpito dalla bellezza e dal candore della scena e decise di dipingerla: forse non ebbe mai l’idea di dipingere un quadro della Vergine; ma il soggetto era tale che gli venne spontaneo intitolarlo "Madonnina".



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