lunedì 29 dicembre 2014

margherite

vaso di margherite

la Zuppiera o Presentatoio



La zuppiera - Presentatoio ( 'A Stufapasta napoletana)




La zuppiera inglese-  detta Legumiera ( 'A Stufapasta napoletana)





La “Stufapasta”  è il  corrispondente italiano del  “Presentatoio”
 Il Presentatoio” è un tipo di stoviglia, presente già dal 770-730 a.C., utilizzata per "presentare" cioè  una zuppiera (ad esso artisticamente abbinata) e trasportarla senza scottarsi le mani.
L'oggetto artistico era fabbricato in impasto lisciato di ceramica, e nei secoli successivi il presentatoio venne prodotto anche in altri materiali, come ad esempio il bronzo.
Il presentatoio spesso era decorato con lo stemma della famiglia di appartenenza.
Il presentatoio  non era altro che una zuppiera, ossia:  un contenitore usato in cucina per portare in tavola le minestre in genere,
Il presentatoio è una zuppiera classica,  che ha forma tondeggiante e panciuta, discrete dimensioni, poiché deve contenere la quantità di cibo necessaria a servire tutti i commensali, due manici che permettono di reggerla saldamente senza scottarsi le mani, un coperchio per mantenere caldo il contenuto fornito di una tacca (incavo) per lasciare passare il manico del mestolo e un pomolo per toglierlo senza scottarsi.
Il materiale d'elezione è la ceramica anche se ve ne sono in metallo ; quelle preziose sono in porcellana o in argento.
Se è un pezzo che fa parte del servizio da tavola, riporta colori, forme e decorazione in accordo con le altre stoviglie.
È un oggetto poco usato sulla tavola di tutti i giorni, sia per le cambiate abitudini alimentari, i primi piatti in brodo godono poca popolarità, sia per le esigenze di presentazione della cucina moderna, che la stanno facendo diventare una stoviglia desueta
zuppiera /tsu'p:jɛra/ o /dzu'p:jɛra/ s. f. [der. di zuppa]. - [recipiente, con coperchio piuttosto grande, usato per servire in tavola la minestra: z. d'argento]

sabato 8 novembre 2014

la canzone "i will follow him" o "Chariot"






Traduzione: integrale del testo inglese  in Italiano

Io lo seguirò
lo seguirò ovunque egli vada
e gli sarò sempre accanto
niente potrà mai portarmi via da lui
egli è il mio destino.
Io lo seguirò
Sin da quando lui toccò il mio cuore io seppi
che non c'è un oceano troppo profondo
o una montagna tanto alta da non poter essere scalata,
che mi possa portare via, via dal suo amore.

Lo amo, lo amo, lo amo,
e dovunque andrà
lo seguirò, lo seguirò, lo seguirò.

Io lo seguirò,
lo seguirò dovunque lui andrà
non c'è un oceano troppo profondo
o una montagna tanto alta da non poter essere scalata,
che mi possa portare via, via dal suo amore..

Lo amo (oh si lo amo)
lo seguirò (si lo seguirò)
vero amore (lui sarà sempre il mio vero amore)
per sempre (da adesso fino alla fine)

lo amo, lo amo, lo amo....


non c'è un oceano troppo profondo
o una montagna tanto alta da non poter essere scalata,
che mi possa portare via, via dal suo amore.



la canzone " I will follow him "  sottotitolata in italiano,
  cantata dalle "Sister Act"


 Adattamento italiano  della canzone " I will follow him " noto come " chariot"  cantata da Betty Curtis


domenica 19 ottobre 2014

Pizza alla carrettiera

“la pizza alla carrettiera” 




 La speciale pizza sfornata nelle migliori Pizzerie di Napoli è:

 “la pizza alla carrettiera”



“la pizza alla carrettiera” e composta da fondamentali ingredienti che sono:



Impasto per pizza,  quanto basta per 1 pizza
Salsiccia   100 g
Friarielli già cotti, 50 g
Mozzarelle  mozzarella  o fiordilatte
Parmigiano Reggiano grattugiato, 1 cucchiaio
Olio extra vergine di oliva  quanto basta

 Buon appettito è una vera specialità.......


sabato 18 ottobre 2014

Masseria di Campodisola a chiaiano

Masseria di Campodisola


A proposito della contrada nota come Campodisola a Chiaiano:.



 Attraversando la Purchiera (la parte agricola della Masseria di S. Gaudioso dopo aver passato il Ponte di Castagneto attiguo al palazzo dei Principi Caracciolo), dove si allevavano porci (Maiali) si accedeva al Fondo rustico, noto come Masseria Campodisola, chiamata dai locali in dialetto (Campuriseme).





La Purchiera (casa colonica dove si allevavano 'e Puorche ( porci)



La Masseria Campodisola, più che un Borgo, era nata un tempo non molto lontano come rifugio provvisorio dei braccianti impegnati nella coltivazione degli estesi campi a cui facevano capo territorialmente ed infeudati ad un unico Signore (come lo erano tutte le masserie della zona).

La Masseria una volta era collegata direttamente al Comune di Chiaiano da un viottolo di campagna, che attraversando la Purchiera, zona agricola adibita all’allevamento dei porci (maiali) , si raggiungeva via Ponte del Castagneto (ora Via Aldo Cocchia) e da lì via chiesa di Chiaiano, via Tiglio e piazza Margherita.

Originariamente pare fosse appartenuta al “Conte Lucina”, che l’aveva avuta assegnata dal Tribunale a seguito di una controversa nel lontano 1649, che  l’aveva tolta così alla famiglia dei Caracciolo, già proprietari di diversi fondi e palazzi nel casale demaniale di Chiaiano.

Nel 700 passò, poi, alla famiglia dei Conti Desiderio, i quali imparentatesi con la famiglia D’amore ne ereditarono la proprietà e la detengono ancora attualmente. Del rapporto di parentela dei Desiderio e dei D’amore è testimonianza e prova la cappella gentilizia, che si erge nel cimitero di Chiaiano, che reca l’intestazione appunto di Desiderio-D’amore, dove riposano i defunti appartenenti alle due famiglie fin dall’edificazione del Cimitero avvenuto completamente nel 1855.

La Masseria di Campodisola (‘o meglio nota come Campuriseme), fin dall’unificazione del regno d’Italia, fu anche sede di una prima forma di Scuola elementare pubblica, che terminò la sua funzione dopo la 1° Guerra Mondiale, anche perché dopo la costruzione della Nuova Casa Comunale (avvenuta esattamente nel 1889 e completata nel 1926) l’attività scolastica fu trasferita nell’intero piano inferiore a livello di strada della stessa, sia come scuola Maschile e Femminile elementare, mentre il piano superiore fu adibito esclusivamente alla sola amministrazione Municipale.

(Nota storica) Dopo l’ultimo conflitto mondiale  nella nostra circoscrizione non v’era un vero e proprio edificio scolastico, come detto precedentemente, erano adibite ad aule scolastiche, in quegli anni del dopoguerra, stanze ed appartamenti, reperite in case sfitte della proprietà Marotta, ubicate alcune nel palazzo all’ex Corso Umberto I° (ora Corso Chiaiano) e nell’omonimo viale nel palazzo al primo piano, che dava su Via Arco di Polvica, visto che le poche aule, che esistevano al piano terra del Municipio, non bastavano alla grande platea di fanciulli, nati in ossequio all’incentivazione alla natalità, che era stata oggetto di premiazione alle famiglie numerose, (voluta dal governo fascista, - il cosiddetto premio di natalità) che erano divenuti ragazzi e s’apprestavano ad iniziare la conoscenza del sapere.

 La masseria di Campodisola è situata nell'area più a nord del quartiere Chiaiano delimitata dalla via S. Maria a Cubito e dalla via Antica di Chiaiano.  Oggi conserva solo in parte quel carattere di residenza immersa nel verde, raggiunta ahimè, dalle propaggini del recente abusivismo.  In prossimità della masseria vi è la piccola cappella angioina, in stile gotico, detta appunto di Santa Maria di Campo d'isola. La struttura non è visitabile in quanto l'ingresso fu murato in seguito al trafugamento di un affresco bizantino, datato intorno all'anno mille, raffigurante una madonna con bambino.

Interno della cappella di s.Maria di campodisola murata
 
Esterno della cappella di s.Maria di campodisola murata





giovedì 16 ottobre 2014

Gonfalone della Regione Abruzzo




Gonfalone della Regione Abruzzo





Bandiera adottata con legge regionale del 21 maggio 1999, ma già apparsa nel 1995 (talora con la dicitura in oro "Regione Abruzzo" sopra lo stemma, non confermata dalla legge). Drappo di proporzioni 2/3, contornato da una bordura d'oro; nastro tricolore (qui non rappresentato) annodato sotto il puntale. Al centro del campo bordò (che vuol simboleggiare il tradizionale calore del popolo abruzzese) lo stemma regionale adottato insieme al gonfalone il 22 luglio 1986. Esso rispecchia la natura della regione: i monti innevati (i più elevati di tutto l'Appennino), le valli e le colline, il mare.

Bibliografia - Vexilla Italica, 1, 1987; 2, 2000


 


Stemma della Regione Abruzzo


Lo stemma della Regione Abruzzo è composto da a fascia bianca è posta in alto a sinistra, quella verde al centro e quella azzurra nella parte inferiore, riflettendo tale disposizione il susseguirsi dei monti, delle colline e del mare, secondo il naturale andamento geografico - morfologico del territorio regionale. Le tre fasce sono delimitate da unauno scudo sannitico stilizzato suddiviso in tre fasce trasversali di colore bianco, verde e azzurro, rappresentanti, nell'ordine, le vette innevate, i boschi e le colline ed il mare dell'Abruzzo. L bordatura color oro
Legge Regionale n. 26 del 22 luglio 1986







mercoledì 1 ottobre 2014

Europa - Il mito greco fenicio




Il Ratto di Europa, tratto da un mosaico di Sparta del III secolo d.C.,
è stato scelto dalla Grecia per decorare la faccia nazionale
 della moneta da 2 €.


A proposito dell’ EUROPA. Volete saperne di più
su    “ Europa, il mito greco- fenicio. “?


Eccovi accontentato.
Prima di tutto diciamo che gli antichi credettero nel mito di Europa, come ad una figura, che aveva la funzione di riuscire            ad unire geneticamente realtà - culturali, come quella dei fenici, dei cretesi e dei greci (Europei).
Europa era figlia di Fenice e di (Perimede o Agenore), re di Fenicia e Telefassa.
Il significato etimologico di Europa rappresenta              “Colei che ha gli occhi ampi, Colei che ha il volto largo.”
Il suo mito è noto per il modo del tutto insolito in cui convolò a nozze con Zeus (per i Greci) Giove (per i Romani), che qui a poco sarà raccontato.
Un giorno, mentre la giovine Europa si bagnava con le proprie ancelle presso la costa fenicia (attuale litorale libanese-siriano) apparve sulla collina adiacente l’arenile un toro non comune con un bel viso da umanoide e con un alito inebriante, che emanava il profumo dello zafferano. Il toro era la sembianza, (che Giove aveva preso per sfuggire all’ira di Giunone, la sua adorata sposa, che mal sopportava i continui tradimenti), per sedurre la dolce Europa, di cui s’era perdutamente invaghito.


Europa trasportata  sul mare da Giove 
con sembianze di un toro




Europa soggiogata dalle grazie del toro, si sedette volentieri sul suo dorso e si lasciò trasportare attraverso il mare, fino a raggiungere l’isola di Creta. Per unirsi al mascherato Dio, Europa con l’aiuto di Artemide, si fece costruire una vacca artificiale nascondendovisi, ed ingannando il dio toro ebbe con lui innumerevoli rapporti amorosi.
Dall’unione nacquero Minosse, Radamente e Sarpedonte, adottati dal Re dell’isola Asterione, che fu poi sposo legittimo di Europa.
Scoperta la tresca Giunone si volle vendicare del tradimento di Giove e così ad Europa fece partorire un figlio con il corpo di bambino e la testa di toro ( Il toro Minos, il leggendario minotauro ) chiamato Asterio.

 
Teseo mentre uccide il minotauro ( Asterio)


Solo quello che non si fà, non si viene a sapere, financo i tradimenti, i più nascosti  e meglio camuffati, prima o poi vengono scoperti, come si dice che : tutti i nodi vengono
 prima o poi  al pettine.

 Infine  l'immagine della principessa Europa la ritroviamo nelle nuove banconote del taglio da 5 euro e da 10 euro; l'immagine è stata catturata da un vaso di fattura pestana (tipico cratere greco), rappresentante il mito del “Ratto di Europa” e conservato oggi nel Museo Louvre di Parigi,  ritrovato in alcuni scavi dell'Italia meridionale. La novità grafica di maggior rilievo, che si rileva nella nuova banconota è la presenza del ritratto di Europa, nell'ologramma e nella filigrana delle nuove banconote, da cui il nome di  "serie Europa".  Il tema architettonico e il colore delle banconote restano gli stessi della prima serie. 
La nuova banconota da  5 euro è stata emessa in circolazione il 2 maggio 2013 mentre quella 10 euro è stata messa in circolazione il 23 settembre 2014.


                                        Vaso( cratere greco) con limmagine di Europa)







                      l'immagine di Europa ripresa dal cratere greco


martedì 30 settembre 2014

Il Forte di Vigliena


                                                IL FORTE DI VIGLIENA 
 

 
Il forte di Vigliena , ( prima della deflagrazione della sua polveria)


 Il Forte di Vigliena, monumento nazionale,  della città di Napoli
Oggi rimangono  solo alcuni resti; si trova  nel quartiere di 
San Giovanni a Teduccio, in via Marina dei Gigli (ex Stradone Vigliena).



 
              Alcuni resti del glorioso Forte di Vigliena
 Dopo la scoppio della Polveriera della fortezza























Apparentemente non si conosce la vera storia del famosissimo forte di Vigliena, perché attualmente è solo un rudere fatiscente, eppure Il forte, di forma pentagonale, era situato in difesa del porto di Napoli, nella parte meridionale della città.
IL forte di Vigliena fu costruito nella parte più bassa dell’attuale località di S.Giovanni a Teduccio,in quella zona, dove un tempo  non troppo lontano  scorreva il famoso fiume Sebeto, che, bagnando l’antica Pazzigno, passava sotto il restaurato Ponte dei Francesi, per poter accedere  sulla spiaggia nota di Vigliena,  e sfociava  a mare per versarci le sue acquitrinose acque.
 La costruzione del forte risale al 1702 e fu un’opera voluta dal viceré Juan Manuel Fernández Pacheco y Zúñiga, marchese di Villena, da cui prese il nome.
Durante il primo periodo del Regno delle Due Sicilie fu utilizzato oltre alla difesa della città dalla parte del mare, anche permettere l’istruzione dei cadetti della Reale Accademia Militare della Nunziatella, alla pratica di artiglieria.
IL forte di Vigliena aveva una particolare forma pentagonale, era in sostanza una batteria per la difesa del porto di Napoli, Basso per evitare un'eccessiva visibilità dal mare: misurava 6 metri di altezza dal lato della spiaggia e circa cinque dal lato opposto; intorno aveva dei fossati larghi 9 metri ed alti quanto l’edificio, che – quindi – appariva come interrato. Era dotato di sette grossi cannoni, rivolti verso il mare e di due piccole bocche da fuoco, verso terra.




Bandiera della Repubblica Napoletana
















I FANTASMI CHE CIRCOLANO NEL FORTE DI VIGLIENA



lunedì 22 settembre 2014

La Madonna delle Mosche







Immagine originale della madonna
Santa Maria di Costantinopoli
Nota come La madonna delle Mosche












Immagine ridipinta su tela nel 1850 della madonna
Santa Maria di Costantinopoli
volgarmente detta " Madonna delle Mosche"




 Una prima Chiesetta, dove si venerava Anticamente, sin dal XVI secolo  un' immagine di S.Maria di Costantinopoli. per la presenza di alcuni allevamenti di bufali nelle Paludi Napoletane, una località, ora coperta dalla sede ferroviaria, fu denominata: "acqua della Bufola ( o Bufala ) " ;
 proprio qui in questo luogo l' antica chiesetta che custodiva tale immagine, apparteneva alla nobile famiglia 
"Delli Zaccaria" e prima del 1700 andò distrutta (forse a causa di un incendio o del terribile terremoto nel Beneventano del 5 giugno 1688 che danneggiò gravemente numerosi edifici della città di Napoli ).

La prima immagine della Madonna di Costantinopoli, custodita allora nell' antica chiesetta, andò distrutta in epoca imprecisata. Al suo posto, verso il 1850, ne fu dipinta in tela un' altra con alcune mosche, donde il titolo " S. Maria di Costantinopoli, volgarmente detta delle Mosche ".

Questo titolo è giustificato da un' antica e graziosa tradizione. Circa tre secoli e mezzo addietro avvenne una grande invasione di grosse mosche nelle Paludi Napoletane al Pascone, e gli ortolani, spaventati già dalle numerose epidemie di quel secolo, nella loro pietà si rivolsero alla Vergine di Costantinopoli per essere liberati da quegli insetti tanto molesti alle persone e dannosi ai campi ed avendo ottenuta la grazia, si adoperarono di tramandare il prodigio ai loro posteri, i quali, quando sorse la necessità di soppiantare il primo quadro distrutto, fecero dipingere l' attuale immagine con delle mosche ( 9 per la precisione ) per ricordare in futuro il favore ottenuto.
In realtà il titolo “Madonna delle Mosche ”  dovette affermarsi fin dai primi anni successivi al famoso prodigio perché tale denominazione la  troviamo citata  in un documento del 1837.

La tela ritrae la Madre di Dio come colei che indica la via che è Cristo Signore; infatti  il pittore ha voluto mettere in risalto questo significato dipingendo la mano destra di Maria che indica decisamente il Bambino Gesù che, a sua volta, ha la mano destra in atteggiamento di benedire l' umanità e la sinistra che regge una sfera sormontata da una croce, simbolo di Cristo Salvatore del mondo e Signore dell' Universo. La Vergine è mostrata anche come Regina degli Angeli e dei Santi per il fatto che due angeli reggono la sua corona regale nelle mani.

E' da notare anche le mura con torri della città di Costantinopoli sotto il trono della Madonna e tra i due santi, Antonio da Padova e Francesco d' Assisi. 

Infine tra il gruppo dei Santi e della Madonna col Bambino, si trovano dipinte 9 mosche, alcune sulla nuvoletta che sorregge il trono, altre nel cielo oscurato .

Questo quadro gravemente danneggiato dall' incursione aerea del 1943, fu restaurato dalla paziente opera del professor Giglio Mormile.

Attualmente l’ immagine della Madonna delle mosche si può ammirare nella chiesetta all' angolo di via Benedetto Brin e via S. Maria di Costantinopoli alle Mosche, sorta lì proprio per ricordare l' esistenza dell' antica chiesetta posta più avanti, . dopo aver peregrinato per oltre 20 anni in 5 cappelle provvisorie, a seguito della costruzione della linea ferroviaria.

Icona di Santa Maria madre di Gesù  
copia del dipinto venerata a Costantinopoli 
che una pia tradizione attribuisce al pennello
 dell’Evangelista Luca.







 L’icona di S. Maria di Costantonopoli che si venera a Napoli non è altro che una copia della Madonna di Itria o Odigitria, cioè della Madre che indica nel Figlio la Via da seguire, portata a Costantinopoli da Antiochia nel V secolo d.C.,  fu posta dall’imperatrice Pulcheria in una chiesa da lei edificata nel quartiere di Santa Sofia. La devozione dell'icona si diffuse rapidamente da Costantinopoli  in tutte le regioni d’ influenza bizantina e non è quindi un caso che i “pii Christi fideles siculi” di Napoli si mettessero sotto la protezione della Vergine venerata con questo titolo. 
 Dal famoso dipinto della Madonna delle Mosche, alias S.Maria di Costantinopoli nacque il  detto napoletano:     " ’a Maronna t’accumpagna " che si addice quindi pienamente al titolo della Madonna di Costantinopoli, detta volgarmente delle Mosche, perché esprime visivamente la sua missione di Madre che vigila sul cammino dei suoi figli.



venerdì 12 settembre 2014

l' Euro la nuova serie " Europa "


La nuova banconota da €10 inizierà a circolare in tutta l’area dell’euro il 23 settembre 2014.
Sarà il secondo taglio della serie “Europa” e, come quello da €5, presenterà nuove caratteristiche di sicurezza concepite per mantenere alta la fiducia dei 334 milioni di cittadini dell’area dell’euro nei confronti della propria moneta.
La nuova serie reca nell’ologramma e nella filigrana il ritratto di Europa, figura della mitologia greca da cui il nostro continente prende il nome. Inoltre come la prima serie, emessa nel 2002 e ancora in circolazione, mostra stili architettonici di diversi periodi, nonché immagini di ponti e una carta geografica dell’Europa a simboleggiare come la moneta unisca i popoli. Sono attualmente 18 i paesi dell’Unione europea (UE) che utilizzano l’euro.
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Ecco le nuove banconote da 10 euro. In circolazione dal 23 settembre

La nuova banconota da €10 inizierà a circolare in tutta l’area dell’euro il 23 settembre 2014.
Sarà il secondo taglio della serie “Europa” e, come quello da €5, presenterà nuove caratteristiche di sicurezza concepite per mantenere alta la fiducia dei 334 milioni di cittadini dell’area dell’euro nei confronti della propria moneta.
La nuova serie reca nell’ologramma e nella filigrana il ritratto di Europa, figura della mitologia greca da cui il nostro continente prende il nome. Inoltre come la prima serie, emessa nel 2002 e ancora in circolazione, mostra stili architettonici di diversi periodi, nonché immagini di ponti e una carta geografica dell’Europa a simboleggiare come la moneta unisca i popoli. Sono attualmente 18 i paesi dell’Unione europea (UE) che utilizzano l’euro.

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Ecco le nuove banconote da 10 euro. In circolazione dal 23 settembre

La nuova banconota da €10 inizierà a circolare in tutta l’area dell’euro il 23 settembre 2014.
Sarà il secondo taglio della serie “Europa” e, come quello da €5, presenterà nuove caratteristiche di sicurezza concepite per mantenere alta la fiducia dei 334 milioni di cittadini dell’area dell’euro nei confronti della propria moneta.
La nuova serie reca nell’ologramma e nella filigrana il ritratto di Europa, figura della mitologia greca da cui il nostro continente prende il nome. Inoltre come la prima serie, emessa nel 2002 e ancora in circolazione, mostra stili architettonici di diversi periodi, nonché immagini di ponti e una carta geografica dell’Europa a simboleggiare come la moneta unisca i popoli. Sono attualmente 18 i paesi dell’Unione europea (UE) che utilizzano l’euro.

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Ecco le nuove banconote da 10 euro. In circolazione dal 23 settembre

La nuova banconota da €10 inizierà a circolare in tutta l’area dell’euro il 23 settembre 2014.
Sarà il secondo taglio della serie “Europa” e, come quello da €5, presenterà nuove caratteristiche di sicurezza concepite per mantenere alta la fiducia dei 334 milioni di cittadini dell’area dell’euro nei confronti della propria moneta.
La nuova serie reca nell’ologramma e nella filigrana il ritratto di Europa, figura della mitologia greca da cui il nostro continente prende il nome. Inoltre come la prima serie, emessa nel 2002 e ancora in circolazione, mostra stili architettonici di diversi periodi, nonché immagini di ponti e una carta geografica dell’Europa a simboleggiare come la moneta unisca i popoli. Sono attualmente 18 i paesi dell’Unione europea (UE) che utilizzano l’euro.

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