martedì 30 settembre 2014

Il Forte di Vigliena


                                                IL FORTE DI VIGLIENA 
 

 
Il forte di Vigliena , ( prima della deflagrazione della sua polveria)


 Il Forte di Vigliena, monumento nazionale,  della città di Napoli
Oggi rimangono  solo alcuni resti; si trova  nel quartiere di 
San Giovanni a Teduccio, in via Marina dei Gigli (ex Stradone Vigliena).



 
              Alcuni resti del glorioso Forte di Vigliena
 Dopo la scoppio della Polveriera della fortezza























Apparentemente non si conosce la vera storia del famosissimo forte di Vigliena, perché attualmente è solo un rudere fatiscente, eppure Il forte, di forma pentagonale, era situato in difesa del porto di Napoli, nella parte meridionale della città.
IL forte di Vigliena fu costruito nella parte più bassa dell’attuale località di S.Giovanni a Teduccio,in quella zona, dove un tempo  non troppo lontano  scorreva il famoso fiume Sebeto, che, bagnando l’antica Pazzigno, passava sotto il restaurato Ponte dei Francesi, per poter accedere  sulla spiaggia nota di Vigliena,  e sfociava  a mare per versarci le sue acquitrinose acque.
 La costruzione del forte risale al 1702 e fu un’opera voluta dal viceré Juan Manuel Fernández Pacheco y Zúñiga, marchese di Villena, da cui prese il nome.
Durante il primo periodo del Regno delle Due Sicilie fu utilizzato oltre alla difesa della città dalla parte del mare, anche permettere l’istruzione dei cadetti della Reale Accademia Militare della Nunziatella, alla pratica di artiglieria.
IL forte di Vigliena aveva una particolare forma pentagonale, era in sostanza una batteria per la difesa del porto di Napoli, Basso per evitare un'eccessiva visibilità dal mare: misurava 6 metri di altezza dal lato della spiaggia e circa cinque dal lato opposto; intorno aveva dei fossati larghi 9 metri ed alti quanto l’edificio, che – quindi – appariva come interrato. Era dotato di sette grossi cannoni, rivolti verso il mare e di due piccole bocche da fuoco, verso terra.




Bandiera della Repubblica Napoletana
















I FANTASMI CHE CIRCOLANO NEL FORTE DI VIGLIENA



lunedì 22 settembre 2014

La Madonna delle Mosche







Immagine originale della madonna
Santa Maria di Costantinopoli
Nota come La madonna delle Mosche












Immagine ridipinta su tela nel 1850 della madonna
Santa Maria di Costantinopoli
volgarmente detta " Madonna delle Mosche"




 Una prima Chiesetta, dove si venerava Anticamente, sin dal XVI secolo  un' immagine di S.Maria di Costantinopoli. per la presenza di alcuni allevamenti di bufali nelle Paludi Napoletane, una località, ora coperta dalla sede ferroviaria, fu denominata: "acqua della Bufola ( o Bufala ) " ;
 proprio qui in questo luogo l' antica chiesetta che custodiva tale immagine, apparteneva alla nobile famiglia 
"Delli Zaccaria" e prima del 1700 andò distrutta (forse a causa di un incendio o del terribile terremoto nel Beneventano del 5 giugno 1688 che danneggiò gravemente numerosi edifici della città di Napoli ).

La prima immagine della Madonna di Costantinopoli, custodita allora nell' antica chiesetta, andò distrutta in epoca imprecisata. Al suo posto, verso il 1850, ne fu dipinta in tela un' altra con alcune mosche, donde il titolo " S. Maria di Costantinopoli, volgarmente detta delle Mosche ".

Questo titolo è giustificato da un' antica e graziosa tradizione. Circa tre secoli e mezzo addietro avvenne una grande invasione di grosse mosche nelle Paludi Napoletane al Pascone, e gli ortolani, spaventati già dalle numerose epidemie di quel secolo, nella loro pietà si rivolsero alla Vergine di Costantinopoli per essere liberati da quegli insetti tanto molesti alle persone e dannosi ai campi ed avendo ottenuta la grazia, si adoperarono di tramandare il prodigio ai loro posteri, i quali, quando sorse la necessità di soppiantare il primo quadro distrutto, fecero dipingere l' attuale immagine con delle mosche ( 9 per la precisione ) per ricordare in futuro il favore ottenuto.
In realtà il titolo “Madonna delle Mosche ”  dovette affermarsi fin dai primi anni successivi al famoso prodigio perché tale denominazione la  troviamo citata  in un documento del 1837.

La tela ritrae la Madre di Dio come colei che indica la via che è Cristo Signore; infatti  il pittore ha voluto mettere in risalto questo significato dipingendo la mano destra di Maria che indica decisamente il Bambino Gesù che, a sua volta, ha la mano destra in atteggiamento di benedire l' umanità e la sinistra che regge una sfera sormontata da una croce, simbolo di Cristo Salvatore del mondo e Signore dell' Universo. La Vergine è mostrata anche come Regina degli Angeli e dei Santi per il fatto che due angeli reggono la sua corona regale nelle mani.

E' da notare anche le mura con torri della città di Costantinopoli sotto il trono della Madonna e tra i due santi, Antonio da Padova e Francesco d' Assisi. 

Infine tra il gruppo dei Santi e della Madonna col Bambino, si trovano dipinte 9 mosche, alcune sulla nuvoletta che sorregge il trono, altre nel cielo oscurato .

Questo quadro gravemente danneggiato dall' incursione aerea del 1943, fu restaurato dalla paziente opera del professor Giglio Mormile.

Attualmente l’ immagine della Madonna delle mosche si può ammirare nella chiesetta all' angolo di via Benedetto Brin e via S. Maria di Costantinopoli alle Mosche, sorta lì proprio per ricordare l' esistenza dell' antica chiesetta posta più avanti, . dopo aver peregrinato per oltre 20 anni in 5 cappelle provvisorie, a seguito della costruzione della linea ferroviaria.

Icona di Santa Maria madre di Gesù  
copia del dipinto venerata a Costantinopoli 
che una pia tradizione attribuisce al pennello
 dell’Evangelista Luca.







 L’icona di S. Maria di Costantonopoli che si venera a Napoli non è altro che una copia della Madonna di Itria o Odigitria, cioè della Madre che indica nel Figlio la Via da seguire, portata a Costantinopoli da Antiochia nel V secolo d.C.,  fu posta dall’imperatrice Pulcheria in una chiesa da lei edificata nel quartiere di Santa Sofia. La devozione dell'icona si diffuse rapidamente da Costantinopoli  in tutte le regioni d’ influenza bizantina e non è quindi un caso che i “pii Christi fideles siculi” di Napoli si mettessero sotto la protezione della Vergine venerata con questo titolo. 
 Dal famoso dipinto della Madonna delle Mosche, alias S.Maria di Costantinopoli nacque il  detto napoletano:     " ’a Maronna t’accumpagna " che si addice quindi pienamente al titolo della Madonna di Costantinopoli, detta volgarmente delle Mosche, perché esprime visivamente la sua missione di Madre che vigila sul cammino dei suoi figli.



venerdì 12 settembre 2014

l' Euro la nuova serie " Europa "


La nuova banconota da €10 inizierà a circolare in tutta l’area dell’euro il 23 settembre 2014.
Sarà il secondo taglio della serie “Europa” e, come quello da €5, presenterà nuove caratteristiche di sicurezza concepite per mantenere alta la fiducia dei 334 milioni di cittadini dell’area dell’euro nei confronti della propria moneta.
La nuova serie reca nell’ologramma e nella filigrana il ritratto di Europa, figura della mitologia greca da cui il nostro continente prende il nome. Inoltre come la prima serie, emessa nel 2002 e ancora in circolazione, mostra stili architettonici di diversi periodi, nonché immagini di ponti e una carta geografica dell’Europa a simboleggiare come la moneta unisca i popoli. Sono attualmente 18 i paesi dell’Unione europea (UE) che utilizzano l’euro.
  - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Ecco-le-nuove-banconote-da-10-euro-In-circolazione-dal-23-settembre-d57daa9a-133d-4eae-a0d2-6301cd43dd03.html#sthash.xFjc9ivZ.dpuf

Ecco le nuove banconote da 10 euro. In circolazione dal 23 settembre

La nuova banconota da €10 inizierà a circolare in tutta l’area dell’euro il 23 settembre 2014.
Sarà il secondo taglio della serie “Europa” e, come quello da €5, presenterà nuove caratteristiche di sicurezza concepite per mantenere alta la fiducia dei 334 milioni di cittadini dell’area dell’euro nei confronti della propria moneta.
La nuova serie reca nell’ologramma e nella filigrana il ritratto di Europa, figura della mitologia greca da cui il nostro continente prende il nome. Inoltre come la prima serie, emessa nel 2002 e ancora in circolazione, mostra stili architettonici di diversi periodi, nonché immagini di ponti e una carta geografica dell’Europa a simboleggiare come la moneta unisca i popoli. Sono attualmente 18 i paesi dell’Unione europea (UE) che utilizzano l’euro.

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Ecco le nuove banconote da 10 euro. In circolazione dal 23 settembre

La nuova banconota da €10 inizierà a circolare in tutta l’area dell’euro il 23 settembre 2014.
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La nuova serie reca nell’ologramma e nella filigrana il ritratto di Europa, figura della mitologia greca da cui il nostro continente prende il nome. Inoltre come la prima serie, emessa nel 2002 e ancora in circolazione, mostra stili architettonici di diversi periodi, nonché immagini di ponti e una carta geografica dell’Europa a simboleggiare come la moneta unisca i popoli. Sono attualmente 18 i paesi dell’Unione europea (UE) che utilizzano l’euro.

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Ecco le nuove banconote da 10 euro. In circolazione dal 23 settembre

La nuova banconota da €10 inizierà a circolare in tutta l’area dell’euro il 23 settembre 2014.
Sarà il secondo taglio della serie “Europa” e, come quello da €5, presenterà nuove caratteristiche di sicurezza concepite per mantenere alta la fiducia dei 334 milioni di cittadini dell’area dell’euro nei confronti della propria moneta.
La nuova serie reca nell’ologramma e nella filigrana il ritratto di Europa, figura della mitologia greca da cui il nostro continente prende il nome. Inoltre come la prima serie, emessa nel 2002 e ancora in circolazione, mostra stili architettonici di diversi periodi, nonché immagini di ponti e una carta geografica dell’Europa a simboleggiare come la moneta unisca i popoli. Sono attualmente 18 i paesi dell’Unione europea (UE) che utilizzano l’euro.

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martedì 9 settembre 2014

La Ragnatela = in napoletano ( 'a Felìnia )



Il  WEB ( la ragnatela delle comunicazioni del mondo)





            La "ragnatela globale"        
 " 'A Felìnia do' Munne" (nella lingua napoletana)
 C'è, ma non esiste, traduce il termine inglese 
ormai famoso nel mondo intero come il " WEB ".




 Premesso che il World Wide Web è solo un sistema di "codici" e "linguaggi" informatici, che collega in modo "ipertestuale" documenti "multimediali" contenuti in server sparsi per tutto il mondo e ne rende così i dati e l'informazione condivisibili e accessibili da tutti.
il World Wide Web, quindi, non è sinonimo di Internet, come molti erroneamente pensano, ma si basa su Internet: , sfruttando le loro coordinate geografiche, in altre parole una rete di provider o fornitori di informazione e di servizi.


 Il WEB ( la ragnatela globale)  la napoletana ('A  Felìnia)




World Wide Web, o www, più comunemente Web, in inglese traduzione alla lettera = la "ragnatela (che copre il mondo)" In napoletano = 'A Felinia , è in pratica una rete "virtuale" - nel senso, pur errato, ma ormai da tutti adottato, di "non-reale" o "non-fisica" - di risorse di informazione e servizi, la quale per la trasmissione, la ricezione e l'archiviazione di dati utilizza l'infrastruttura  "telematica" di Internet, cioè il sistema integrato di connessioni, telecomunicazioni ed informatica, anche conosciuto come ICT o Information and Communications Technology ovvero Integrated Communications Technology

Il Web gestisce in pratica la gestione, la ricerca e la consegna di documenti: un computer "utente" richiede ad un computer "web server" di visionare un documento e questo glielo invia: un servizio abbastanza elementare ma con il fantastico vantaggio di averlo a disposizione dovunque nel mondo e "24-7", 24 ore su 24 e 7 giorni la settimana, in quanto un web server è permanentemente attivo e raggiungibile attraverso la rete telematica

Il Web consente di "navigare", spostandosi da un cosiddetto "sito" o spazio riservato ovvero contenitore di dati ad un altro e, all'interno di ciascun tale contenitore, da un insieme di dati all'altro, grazie a semplici meccanismi come il cosiddetto "ipertesto" o struttura documentale per associazioni ed i "link" o collegamenti.
 
L'intero concetto del Web presuppone infatti tre meccanismi, necessari per rendere accessibili in tempo reale le "risorse", cioè i dati e le informazioni, ma oggi sempre più i servizi, messi a disposizione - da parte di autorità, enti, società, organizzazioni, centri di studio e di ricerca e privati - di un crescente pubblico, il quale già raggiunge le centinaia di milioni di utenti in tutto il mondo: questo "sito" ne è un minimo esempio.

sabato 6 settembre 2014

il gonfalone della provincia di Milano

stemma della Provincia di Milano









La Provincia che utilizza tale Gonfalone è  La Provincia di Milano
L’attuale stemma della Provincia di Milano è il frutto di un attento studio, che ha trovato approvazione da parte del Consiglio provinciale il 29 gennaio 1998, ottenendo il decreto di concessione del Presidente della Repubblica a meno di tre mesi di distanza.
La disposizione legislativa in materia di stemmi degli enti territoriali è un regio decreto del 1896, seguito da un altro regio decreto del 1929, che ha chiarito inequivocabilmente che gli stemmi delle Province devono obbligatoriamente rispettare la cosiddetta forma “sannitica”, cioè la forma all’incirca rettangolare dello scudo, sovrastato da una corona arricchita da due rami, uno di alloro l’altro di quercia.
Lo stemma della Provincia di Milano è composto da due elementi: il segno grafico, cioè il simbolo, e la scritta, ovvero il logotipo. I due elementi sono inscindibili e devono sempre essere utilizzati insieme, pur potendo riprodurre lo stemma in diversi modi: verticale o orizzontale (logotipo laterale o sotto al simbolo), colori o toni di grigio o versione monocromatica, dimensioni variabili, ma sempre proporzionate.
All’interno dello scudo, una croce rossa in campo argenteo (simbolo della città di Milano), sovrasta un sole raggiante arricchito da una falce di luna. Un elemento questo, che, seppur semplificato, riprende l’emblema raffigurato sui capitelli dei chiostri dell’abbazia di Mirasole, scelto dalla Provincia di Milano per rappresentare il suo territorio
Lo sfondo blu intenso è invece la caratteristica di tutti gli emblemi delle istituzioni dell’Europa Unita.
Lo stemma e il gonfalone
Gonfalone della Provincia di Milano

 
Questa la "blasonatura", ovvero la descrizione in termini araldici, del nuovo stemma della Provincia di Milano.
È sole. Ma è anche luna. E poi contiene il passato, il simbolo della resistenza del popolo milanese all'invasione straniera, ma anche il futuro, il blu, il colore dell'Europa che si unifica.
Sono questi gli elementi fondamentali del nuovo stemma della Provincia di Milano, cioè dell'emblema che si prepara a rappresentare nel terzo millennio la tradizione dell'istituzione territoriale milanese che ripenserà la propria struttura come Città metropolitana, Grande Milano regione autonoma, o altro ancora. Tratto dal simbolo dell'abbazia di Mirasole, antica sede dell'ordine degli Umiliati che sorge vicino a Opera, il nuovo stemma della Provincia è sovrastato dalla croce rossa in campo bianco (simbolo della città di Milano) e circondato dal blu intenso che caratterizza tutti gli emblemi delle istituzioni europee.

Blasonatura: d'azzurro, al sole d'oro, non figurato, con otto raggi ondeggianti, alternati da sedici raggi acuti, due a due, esso sole caricato a destra dalla falce di luna, di argento, con i corni riuniti nel punto in corrispondenza della base del raggio ondeggiante posto in sbarra a sinistra: il tutto sotto il capo d'argento, caricato dalla croce di rosso




mercoledì 3 settembre 2014

Gonfalone della Provincia di Roma

Gonfalone della Provincia di Roma