Statua lignea della Madonna di Piedigrotta |
Tra storia e leggenda.
Alcune volte nel mese di settembre si verificano delle tempeste.
Come avvenne un giorno esattamente l'otto settembre di un anno tanto lontano da non poter dire quale.
Frate Bernardino ritornò precipitosamente in chiesa. Fuori imperversava il diluvio. Il frate non ebbe nemmeno il tempo di riprendersi per la pioggia scampata che rimase di sasso vedendo che la statua della Madonna non era più al suo posto.
Trafelato chiamò l'Abate e subito si pensò ad un furto.
Ma non sempre le cose più probabili son per questo vere e quando Bernardino decise di dare una ricontrollata stava davvero per rimanerci secco.
Vide, infatti, la Madonna ritornare al suo posto col mantello bagnato per essere apparsa in salvataggio ad alcuni marinai che l'avevano invocata impauriti dall'eccezionale tempesta.
Alla Vergine mancava una scarpetta: l'aveva tolta perché piena di sabbia e non aveva fatto in tempo a rimetterla.
L'Abate in persona constatò che il mantello della Madonna era bagnato e che mancava una scarpetta. Così prese la sabbia contenuta nella scarpetta mancante, e la conservò ai piedi della statua in due ampolle. Anche la donna Carmela ricordava la leggenda e circa trent'anni fa aveva 'o scarpunciello perso sulla spiaggia dalla Madonna e ritrovato all'alba da alcuni pescatori. Fu proprio lì dove trovarono la scarpetta che essi scavarono finché ritrovarono la statua di legno raffigurante la Madonna di Piedigrotta e fu l'inizio del culto.
La devozione per la Madonna ha spinto, non possiamo dire con esattezza quando, un artista a scolpire la splendida statua della Madonna con il Bambino. Essa presenta il Bambino seduto sulle ginocchia della Madre e con lo sguardo rivolto ai fedeli. Proprio a causa di questa posizione alcuni storici dell’arte la ritengono molto antica perché nel XII secolo fu introdotto l’uso di rappresentare il Bambino serrato tra le braccia della Vergine e volto verso di Lei. Altri, invece, la datano al XIV secolo. Sulla probabile paternità si è divisi tra la maniera di Tino da Camaino e la scuola senese di Goro di Gregorio, che visse a Napoli dal 1329 al 1333.
Come avvenne un giorno esattamente l'otto settembre di un anno tanto lontano da non poter dire quale.
Frate Bernardino ritornò precipitosamente in chiesa. Fuori imperversava il diluvio. Il frate non ebbe nemmeno il tempo di riprendersi per la pioggia scampata che rimase di sasso vedendo che la statua della Madonna non era più al suo posto.
Trafelato chiamò l'Abate e subito si pensò ad un furto.
Ma non sempre le cose più probabili son per questo vere e quando Bernardino decise di dare una ricontrollata stava davvero per rimanerci secco.
Vide, infatti, la Madonna ritornare al suo posto col mantello bagnato per essere apparsa in salvataggio ad alcuni marinai che l'avevano invocata impauriti dall'eccezionale tempesta.
Alla Vergine mancava una scarpetta: l'aveva tolta perché piena di sabbia e non aveva fatto in tempo a rimetterla.
L'Abate in persona constatò che il mantello della Madonna era bagnato e che mancava una scarpetta. Così prese la sabbia contenuta nella scarpetta mancante, e la conservò ai piedi della statua in due ampolle. Anche la donna Carmela ricordava la leggenda e circa trent'anni fa aveva 'o scarpunciello perso sulla spiaggia dalla Madonna e ritrovato all'alba da alcuni pescatori. Fu proprio lì dove trovarono la scarpetta che essi scavarono finché ritrovarono la statua di legno raffigurante la Madonna di Piedigrotta e fu l'inizio del culto.
La devozione per la Madonna ha spinto, non possiamo dire con esattezza quando, un artista a scolpire la splendida statua della Madonna con il Bambino. Essa presenta il Bambino seduto sulle ginocchia della Madre e con lo sguardo rivolto ai fedeli. Proprio a causa di questa posizione alcuni storici dell’arte la ritengono molto antica perché nel XII secolo fu introdotto l’uso di rappresentare il Bambino serrato tra le braccia della Vergine e volto verso di Lei. Altri, invece, la datano al XIV secolo. Sulla probabile paternità si è divisi tra la maniera di Tino da Camaino e la scuola senese di Goro di Gregorio, che visse a Napoli dal 1329 al 1333.
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