Diciamo subito che la Pastiera è un dolce tipico della tradizione della pasticceria napoletana.
La Pastiera, infatti, è un dolce, che difficilmente manca sulle tavole dei napoletani, specie nel periodo delle feste della Pasqua.
La Pastiera (tipico dolce pasquale di Napoli) |
La Pastiera è, in assoluto, il dolce tipico della tradizione pasquale napoletana, inoltre, è considerata per molti, il simbolo tipico della primavera, non solo per la sua preparazione che, in tempi remoti, avveniva solo in occasione della Santa Pasqua, ma soprattutto per i due ingredienti che la rendono inimitabile: il grano cotto e l’estratto di fior di arancio. La tradizione vuole che la pastiera si prepari non oltre il Giovedì o Venerdì Santo, per dare agio a tutti gli aromi di amalgamarsi in un unico ed inconfondibile sapore. Proprio per la sua unicità, da diversi anni, anche durante le festività natalizie e per ogni occasione di riunione familiare, la pastiera risulta indispensabile sulle tavole dei napoletani e ormai anche degli italiani confermando così il suo fondamentaleruolo tra le delizie della tradizione napoletana e forse italiana.
Un anno la Sirena Partenope fu così melodiosa e soave con il suo canto, che affascinò tutti gli abitanti che accorsero deliziati verso il mare dalla dolcezza del canto e delle parole d’amore che la sirena aveva loro dedicato.
I napoletani, specie i pescatori, per ringraziarla, incaricarono sette fra le più belle fanciulle dei villaggi rivieraschi di ricambiare offrendole i doni della natura: la farina, la ricotta, le uova, il grano tenero, l'acqua di fiori d'arancio, le spezie e lo zucchero.
La sirena Partenope , accettando i doni ricevuti, decise di far partecipe di tanta generosità gli dei olimpici,che apprezzarono le preziose offerte e pensarono di mescolare con arti divine tutti gli ingredienti, e crearono così la prima Pastiera, che superava in dolcezza il canto della stessa sirena.
Nella storia di Napoli la sirena Partenope è ritenuta la creatrice di questa delizia, la pastiera napoletana.
Tale leggenda si rifà probabilmente alle feste pagane e alle offerte votive del periodo primaverile esattamente il 12 aprile di ogni anno.
Tale festa, In particolare, era legata al culto di Cerere, la dea romana, che era ritenuta la dea materna della terra e della fertilità.
La dea Cerere ( Demetra per i Greci) |
Cerere, (per i Greci era come la dea Demetra), era considerata il nume tutelare dei raccolti, ma anche la dea della nascita, poiché tutti i fiori, la frutta e gli esseri viventierano ritenuti suoi doni.
Le sue sacerdotesse portavano in processione il 12 aprile di ogni anno, l'uovo, simbolo di rinascita che passò in seguito nella tradizione cristiana.
La ricetta attuale fu creata e perfezionata proprio nei conventi cristiani che divennero celebri, come quelli gestiti dalle suore del convento di San Gregorio Armeno. (convento sorto nel Medio Evo, proprio sul terreno dove si ergeva un tempo, il tempio in onore di Cecere). Zona di Napoli (San Gregorio Armeno) conosciuta in tutto il mondo, dove sono fabbricati ed esposti i famosi presepi con la grotta della natalità di Gesù e la vendita dei pastori, statuine di terracotta, vecchio ricordo dei simboli propiziatori dei romani alla dea della fertilità, Cerere.
Presepe Napoletano |
Via san Gregorio Armeno a Napoli La via del Presepi e delle statuine di creta |
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