mercoledì 31 gennaio 2018

La prima Lavatrice o meglio l'Agitatore lavapanni

La prima Lavatrice o meglio "l'Oscillatore-Agitatore lavapanni"


La prima lavatrice manuale per lavare i panni


Lavatrice in legno con motore elettrico 








La lavatrice , l’elettrodomestico come moltissime invenzioni, ci si è inizialmente ispirati a meccanizzare il processo manuale, come macchine atte a "sfregare" i panni, simulando così l'effetto manuale del modo più diffuso di lavare la biancheria. il “battesimo” della lavatrice in Italia di un elettrodomestico presente oggigiorno in tutte le abitazioni, di uso comune. avvenne a Napoli, nel 1851 “in uso presso il Real Albergo de’ poveri su modello di Luigi Armingaud ed in grado di lavare fino a 1000 camicie e 2000 lenzuola”. A testimoniarlo è la Disamina eseguita dal Reale Istituto d’Incoraggiamento de’ saggi esposti nella solenne mostra industriale del 30 maggio 1853 (Napoli, 1855, pp. 171-172).

Come per molte invenzioni, dopo  la fase di sperimentazione : le prime macchine atte a “sfregare” per  evitare un’usura eccessiva dei panni, nonché risultati di lavaggio decisamente deludenti, fu adottata una  sola soluzione efficace quella poi detta  “ dell’agitatore- oscillante”
Quindi A Napoli, già alla fine del “1800”, i panni non si lavavano più a mano, ma con l’aiuto di due enormi  macchinari “lo Sfregatore” e poi 
l'Oscillatore-agitatore” per volere del Re borbone, Ferdinando II, è scritto e  si ha notizia nella Collezione delle Leggi e de’ Decreti Reali del Regno delle Due Sicilie del 1851, al numero di ordine 2345.
 

giovedì 25 gennaio 2018

LA SICUREZZA A CHIAIANO





Perché Chiaiano non è più sicura?

La circoscrizione di Chiaiano fino al secolo scorso per quanto riguarda la sicurezza del territorio, non ha mai dato preoccupazioni tanto che la Prefettura di Napoli per eventuali interventi per risolvere qualche piccolo atto criminale o delinquenziale che si potesse verificare, eliminò negli anni ’80 perfino l’anacronistica caserma dei Carabinieri accorpandola a quella del Furlone e quindi  si ebbe una unica territoriale caserma dei CC.  dell’area Nord  che comprendeva le sezioni di  Chiaiano , Marianella-Piscinola e Furlone-San Rocco.
La Caserma dei Carabinieri di Chiaiano fu  istituita nei primi anni del Novecento, quando Chiaiano era Comune a sé, e continuò la sua attività, anche quando dopo che lo stesso Comune  fu inglobato nel territorio della Città capoluogo, Napoli, con l’intento di farla diventare, una  Città metropolitana, durante il periodo fascista , poiché non poteva mancare sull’esteso territorio della zona una presenza del servizio di  ordine pubblico dello Stato e per tanto ugualmente   rimase la sua testimonianza.
La presenza della benemerita  a Chiaiano ebbe  la sua prima sede ubicata nel borgo di Polvica nei pressi della Piazza Nicola Romano fino agli anni ’60 esattamente dove ultimamente c’era il bar della     “ Zi Maesta” e poi un negozio che vendeva prodotti di  tinture varie e accessori per pitturare appartamenti, infissi e ringhiere. 

Piazza Nicola Romano   a Polvica

Nel Dopoguerra i comandanti di quel periodo furono il maresciallo, Califano, originario di S.Maria C.V. ed il maresciallo  Marchetti Giulio , originario di Palestrina.
Negli anni ’70 venne, infine, la caserma dei Carabinieri spostata sulla Via Pronviciale Santa Maria a Cubito  di Chiaiano presso la palazzina  Festa all’inizio del viale Bunel.
Per ridurre le spese onerose del fitto dei locali e la scarsa attività criminosa nel territorio, se non qualche furto all’ufficio postale, non essendoci nella vasta zona né banche, né uffici pubblici da vigilare,  ritenuta negli ultimi tempi solo un territorio di periferia cittadina, detta dormitorio, poiché gli  abitanti che vi risiedevano, svolgendo per lo più il loro lavoro al centro della città, nella metà degli anni ’70 tale presidio militare  di ordine pubblico fu assorbito definitivamente dalla caserma dei CC, ubicata al Furlone in una palazzina sulla via Rocco di Torrepadula, quasi sul famoso incrocio con l’antica via Agnano Miano.   Dopo il terremoto dell’80  e  con il nuovo insediamento delle palazzine della legge 25/80 sulla zona della Toscanella poiché l’aumento della  popolazione ebbe un incremento notevole, anche la circoscrizione di Chiaiano necessitò di una presenza di uno stazionamento di forze dell’ordine pubblico e così solo nel 1994 a seguito di varie manifestazioni e di un grande impegno delle istituzioni locali (il Consiglio di Quartiere) si ottenne il Commissariato di pubblica sicurezza, negli ex locali della Scuola Media Aliotta, che è ubicato nella via Raffaelli a Polvica.  
Dopo gli avvenimenti della Baby gang alla stazione della Metro di Chiaiano“ c’è la necessità di ampliare la sede del territoriale Commissariato per risolvere i problemi di vigilanza e della sicurezza; perché, ormai Chiaiano, non più come un tempo, classificata “ Zona agricola pacifica”  è ora accorpata nella VIII^ municipalità, perciò  stretta da altre più ‘zone calde , come Scampia, Marianella Piscinola e Miano.”




martedì 16 gennaio 2018

la novella della leggenda dell'amore tra Vesuvio e Capri

Una leggenda d'amore - il vulcanoVesuvio e l'isola di Capri -     scritta Matilde Serao








il Vulcano  Vesuvio











Il vulcano Vesuvio dal golfo di Napoli







il racconto “La leggenda dell’amore” è resa celebre dalla nota scrittrice, Matilde Serao, nel personificare i più celebri e conosciuti luoghi di Napoli in una struggente ed appassionata storia d’amore. quale è, appunto, la tragica storia di due amanti divisi dalla rivalità delle rispettive famiglie: il cavaliere iracondo Vesuvio e la pia fanciulla Capri.
La storia narra che : “ un nobile signore, appartenente ad uno dei primi seggi della città, la Napoli bene, e che s’innamorò perdutamente di una fanciulla di altra casa rivale nemica; era il cavaliere di carattere violento, di temperamento focoso, pronto al risentimento ed all’ira. Pure, per ottenere la donna che amava, sarebbe diventato umile come un poverello cui manca il pane.

Ma l’amore dei due giovani, anziché diminuire e lenire le collere di parte, valse a rinfocolarle – e per preghiere ed intercessioni che venissero fatte, la nobile famiglia Capri non volle accettare il matrimonio. Anzi per trovar rimedio all’amore dei due, fu deciso imbarcare la fanciulla sopra una feluca e mandarla in estranea contrada.






l'isola di Capri e i suoi faraglioni


Ma essa che si sentiva strappar l’anima, allontanandosi dal suo bene, come fu fuori del porto, inginocchiatasi e pronunciata una breve preghiera, si slanciò nell’onde, donde uscì isola azzurra e verdeggiante.


IL vesuvio ed i Campi Flegrei





Ma non si chetava l’amore nel cuore del nobile Vesuvio, quale era il nome del cavaliere e la collera gli bolliva in corpo: quando seppe della nuova crudele, cominciò a gittar caldi sospiri e lagrime di fuoco, segno della interna passione che lo agitava; e tanto si gonfiò che divenne un monte nelle cui viscere arde un fuoco eterno d’amore. Così egli è dirimpetto alla sua bella Capri e non può raggiungerla e freme d’amore e lampeggia e s’incorona di fumo e il fuoco trabocca in lava corruscante…”

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