mercoledì 4 maggio 2011

L' AMARANTO - IL MITO DELL'AMICIZIA


IL mito dell’amicizia

L’AMARANTO     LA PIANTA DELL’AMICIZIA

Pianta dell'amaranto




L’Amaranto non è solo un colore di una pianta, ma da sempre, come dicevano i Greci rappresenta un mito intramontabile, che raffigura il sentimento dell’amicizia, che si fonda sulla stima reciproca degli esseri viventi, specie quando è veramente sentita e  nulla riesce a farla affievolire, né a farla appassire.
L’amicizia, per questo, è ritenuta una dell’esperienza fondamentale dell’umanità ed è stata elevata ad una sorta di santificazione in ogni epoca da tutte le religioni, che si sono succedute.
In quella greca l’amicizia era portata come ad esempio, quella rappresentante, che esisteva fra Oreste e Pilade, i cugini, che vivendo insieme fin da bambini, furono abituati ad avere uguali interessi, a godere delle stesse sensazioni  del piacere ed a sentire identico affetto per il prossimo, vivendo quasi come in una perfetta simbiosi.
In quella romana, l’amicizia era considerata un rapporto molto pratico della vita e fu enfatizzata con il concetto di solidarietà fra individui, che furono definiti “ sodales”, valeva a dire accomunati da uno stesso scopo pratico da raggiungere e perciò s'impegnavano tutti uniti in campagne di conquista.


La pianta dell'amaranto



In concreto l’amicizia fu rappresentata e quindi la simboleggiarono con i fiori di amaranto, che ritenevano una sorta di talismano contro l’invidia e le avversità della vita.
Nel medio Evo, con l’amaranto di solito, si ornava il capo con ghirlande e  si cingeva le vesti con grandi inserti di questo vivo fiore, sperando così ottenere  l’altrui benevolenza ed una protezione duratura del benessere fisico.
Andiamo con ordine e diciamo che:
Il mito nasce dal fatto che per raggiungere la scopo della vera amicizia occorre che ci fossero, secondo Aristotele, tre presupposti:

1)   Quando si hanno gli stessi godimenti sul piacere comune;
2)   Quando esiste un interesse reciproco; 
3)   Quando si basa sulla bontà reciproca.


      °_°_°_°_°_°_°_°_°_°_°_°_°_°_


 La percezione dell’amicizia diventa sentimento e logica di vita, come detto da Aristosseno, e dopo di lui Cicerone (De off. 3.45), ed infine Diodoro Siculo (10.4), e altri, intorno al 4 ° secolo a.C.,  nella  famosa storia narrata nei loro scritti:         “ di Pizia e del suo amico Damone, entrambi seguaci del filosofo Pitagora “.


Manifesto del film "Damone e Pizia" 
I giovani rappresentati dell'amicizia e della lealtà



La storia racconta che un giorno Pizia recatosi a Siracusa, (a quella epoca regno della Magna Grecia, dove imperava il Tiranno Dionisio),  fu ingiustamente accusato di aver partecipato ad un complotto a causa delle sue idee  per abbattere il sovrano  (il Tiranno Dionisio). Scoperto, fu deciso che doveva essere punito per questo infame crimine alla pena di morte. Questo il fatto ma la storia diventa emozionante ed è ricordata come : la storia di Damone e Pizia, grandi amici che vivevano mettendo in comune ogni loro avere e condividendo il pensiero filosofico pitagorico della reciproca assistenza, fu messa in evidenza il giorno in cui fu scoperto l’attentato contro Dionisio, e per questo motivo Pizia fu accusato di aver partecipato alla congiura. Non potendo provare la sua innocenza, Pizia accettò la condanna, ma prima di essere giustiziato, chiese di poter tornare alla propria casa per l’ultima volta, per risolvere i suoi affari e congedarsi definitivamente dalla propria famiglia.
Il tiranno Dionisio in un primo momento rifiutò la proposta pensando che una volta rilasciato libero, Pizia non sarebbe più tornato e lui fosse stato ritenuto uno stolto ed un credulone.
Allora Pizia chiamò il suo amico, Damone, e gli chiese di prendere il suo posto in prigione in attesa della esecuzione della condanna, mentre si recava dalla sua famiglia per salutarla. Dioniso, a quel punto, accettò la proposta dello scambio  e concesse a Pizia un periodo di tempo per sistemare le sue cose.  Dionisio allora fece imprigionare Damone al posto di Pizia, che avrebbe pagato con la sua vita se l'amico Pizia non si fosse presentato il giorno stabilito per l’esecuzione. Arrivato il giorno fatale e avvicinatasi l’ora stabilita, nessuno aveva notizie del condannato, Pizia, e mentre la gente dubitava, Damone non smise di credere nella lealtà dell’amico. Pizia, infatti, arrivò all’ultimo momento e, abbracciato il compagno, che era pronto ad avviarsi verso il patibolo, e si scusò per il ritardo, opera di un involontario contrattempo, dovuto al sequestro della sua nave da parte di feroci pirati, che dopo averlo catturato e sequestrato la sua nave, lo buttarono in mare senza pietà. Riavutosi nelle acque gelide del mare Egeo lungo la costa siracusana, a nuoto raggiunse la riva  con gran fatica, sperando in cuor suo di giungere in tempo per mantenere il suo impegno e la parola data.  Il tiranno Dionisio, stupito e colpito dalla fiducia riposta da due amici e dalla loro lealtà, si sentì autorizzato a graziare Pizia e liberare il suo amico Damone, tenuto in ostaggio, e nello stesso tempo li nominò sue persone di massima fiducia ed onorabilità e li elevò a suoi consulenti. Chiese Infine di essere ammesso al loro speciale sodalizio, come terzo membro nella loro relazione.
Così, come la vicenda di Damone e Pizia insegna, l’amicizia sincera non si spegne con il trascorrere del tempo, sfida ogni difficoltà, supera ciascun ostacolo senza paura ed affronta con serenità le prove a cui la vita ogni giorno la sottopone. L’amicizia educa il cuore dell’uomo a saper convivere.
I custodi dell’amicizia vera sono i giovani.
In una società che insegue valori sempre più effimeri, abbagliata dalla materialità dilagante, questa narrazione aiuta a scoprire l’essenza della vita, ciò che la rende davvero degna di essere vissuta. Non per altro Aristotele riconosceva l’amicizia come «il sentimento più necessario per vivere».
 


La Pianta dell’Amaranto
 PIANTA DELL’AMICIZIA




L'Amaranto è un’erbacea annuale, originaria dell’America latina dell’Africa centrale e dell’Asia meridionale ; Appartiene  al genere Amaranthus , alcune delle quali sono commestibili e sono coltivate per l’alimentazione in molte regioni del centro equatoriale. Ha un arbusto eretto, e fusti molto ramificati, che raggiunge i 90-100 cm d'altezza; le grandi foglie, ovali o lanceolate, sono di colore verde scuro, opaco, ma il colore più bello dell'amaranto si trova in alcune varietà, famoso è il colore rossastro o porpora, che rimane tale per tutta l’estate, fino ai primi freddi autunnali. L’amaranto produce particolari infiorescenze allungate, pendule, piumose, di colore rosso, arancio o giallo, contenenti numerosissimi piccoli semi scuri. Queste piante si possono coltivare in giardino, come bordure, ma sono anche molto adatte ad essere poste a dimora in contenitore, per meglio rappresentare il suo aspetto pendulo delle infiorescenze. Le infiorescenze della pianta dell'amaranto sono utilizzate come fiori recisi e anche essiccate. 


 



 L’AMARANTO NELLO SPORT



Il colore amaranto è stato adottato per le divise di diverse squadre di calcio tra le più importanti ricordiamo:
il  LIVORNO E  la REGGINA…












Lo stemma della squadra del Livorno




Lo stemma della squadra della Reggina



Se la curiosità è ritenuta interessante, è gradito
un commento per continuare a proporvene delle altre




8 commenti:

  1. Complimenti: Continuà così!!!

    RispondiElimina
  2. Caro Sasà,  condivido in pieno quanto detto sul sentimento dell'amicizia e ho trovato molto interessante sia la storia di Pizia e Damone che le informazioni sull'amaranto  che onestamente ignoravo.  Mi ha ricordato, tra l'altro, la mia prima macchina , un Ford Anglia De Lux, appunto color amaranto.  

    RispondiElimina
  3. Antonio Cozzolino

    RispondiElimina
  4. La mitologia è una materia molto interessante e io l'adoro, ma nel quotidiano lascia il tempo che trova. Comunque molto bello il mito di Pizia e Damone che, quanto meno, dà un grande insegnamento. Notevole la ricerca da te svolta sia per l'amicizia, sia per l'amaranto quale pianta e quale simbolo.
    Complimenti a te!!!
    Maria Estella

    RispondiElimina
  5. L'amicizia è l'unico sentimento capace davvero di far superare i limiti umani dell'egoismo e dell'egocentrismo. Molto interessante, professore. Continui!

    RispondiElimina
  6. Davvero una piacevole lettura, grazie Sasà!!
    Non conoscevo il legame tra l'amaranto e l'amicizia.
    Putroppo non è facile trovare nella vita reale l'amicizia cosi come descritta qui; molto spesso manca il fondamentale terzo punto dei tre presupposti enunciati da Aristotele.

    Un abbraccio,
    Sara

    RispondiElimina
  7. Grazie......per la bella riflessione sull'amicizia e per l'approfondita documentazione

    Pina

    RispondiElimina
  8. Grazie Sasa' per questo post esaustivo che affronta con competenza un argomento a me assai caro: l'amicizia. Tutto ciò che è scritto risulta evincere non solo da una grande competenza, ma da un animo profondo e sensibile. Il tuo. Grazie di cuore! Adele De Vito

    RispondiElimina