mercoledì 12 luglio 2023

'O VAMPIETTO

‘O Vampietto

 

Generalmente il Vampietto era ed è un banchetto con scansie e scalini per mettere in bella mostra mercanzia varia, prodotta della campagna (Nocciole, noci, carrube (suscelle) e semi vari secchi) o specialità di parte di animali macellati, dopo essere cotta e bollita, (maiale o vitello).

Tali carrettini mobili su quattro ruote fino a qualche anno fa li potevi trovare nei pressi dello stadio, durante una partita o agli angoli della strada di sera e negli spazi antistanti ai cinema.

 


 Vampietto del ('o pere e 'o musso)



Il più noto e meglio rappresentativo era il carrettino mobile di (‘o pere e ‘o musse) e il suo venditore, conosciuto come ('O Carnacuttaro).

‘O Vampietto, quindi,  è la tipica bancarella o meglio il carrettino mobile sul quale è allestita in bella mostra una specialità culinaria napoletana, (‘O pere e ‘o musso), per essere venduta la sera per gli angoli delle strade campane, dove è solito, passeggiano o s’incontrano i viandanti per andare al cinema o feste popolari.  Descriviamo cosa è (‘o pere e ‘o musso), poiché sono una specialità culinaria di lunga e consolidata tradizione, che si prepara con il piede di maiale (‘o pere), mentre (‘o musso) è invece il muso del vitello, anche se erroneamente si considera muso di maiale (musso ‘e puorco). Spesso sul Vampietto del (‘o pere e ‘o musso) contiene  anche altre parti degli animali macellati, precedentemente cotte,  come: il piede di vitello, quello di capretto e varie frattaglie, (tra cui la trippa), cioè i quattro stomaci della vitella, e (cientepelle) come la mammella della mucca da latte,  le parti inferiori o il retto della vitella. Queste e altre parti d’animali rappresentano un classico del cibo da strada della cucina partenopea, perché bollite, dopo un’accurata depilazione, e infine tagliate in piccoli pezzi e servite freddi, condite, però, con sale e succo di limone. La salatura avveniva nel servire il tutto, utilizzando un caratteristico strumento, un dosatore costituito da un corno di vitello bucato all’estremità.

 

Vampietto del nocellaio


Il Vampietto, infine, delle noci, ( de Nucelle) delle nocciole, (de Semmiente) fiori di zucca, (Ciceri) ceci, ma soprattutto  (de spassatiempe) fave secche e mandorle, era quello(do' Nucellare), del Nociaiuolo o Nocellaio, cioè il venditore ambulante di tali prodotti di frutta dal guscio, crudi o cotti.         Un tempo e ,a volte, ancora oggi ‘o nucellare va per vicoli e si mette ( ‘o Pendone) agli angoli delle strade con il suo " Vampietto" (sorta di carrettino con scansie con scomparti, dove sono messi in bella mostra tutti prodotti crudi o cotti, quali, nocelle (nocciole), ciceri, e’ semmiente ( fiore di zucca) ‘’ fave secche e mandorle (‘o spassatiempe).

 Una curiosità della frutta secca tostate.

Se cotte sotto cenere ‘e nucelle insieme alle noci sono note come “ ‘e ciocele”,(quando portate in tavola durante le festività natalizie o pasquali per essere consumate con l’aiuto dello schiaccianoci)

L’invito a comprare ‘e nucelle (nocciole) era:

“Spassateve ‘o tiempe! “

Nucelle ‘nfurnate, cicere, fave e semmiente ‘nfurnate, accattate!

Tengh’ e nuvelle pe’ chi vo’ rusecà?”

“Hanne fattte ‘o cule russe, ‘o cule russe ‘sti nuvelle! Comme so bone, So’ bone tustate!

Tali carrettini, (‘e Vampietto) pullulano e s’incontrano ora nelle feste popolari in molte zone dell’Italia meridionale, specie in Campania soprattutto, perché sono il trionfo di un cibo serale per strada, che è amato da molti.

 

 

 

 

giovedì 6 luglio 2023

la mia Città


 

La mia Città

 

 “Se mi domandassero, perché sono innamorato della mia città?”

Così risponderei:

Non avendo la risposta subito, ma poi pensandoci cercherei di esprimere il mio grande amore e iniziare col dire:

 “Immaginate un’antica regina, bellissima e potente, con familiari importanti e amici altrettanto belli, colti e intelligenti".

Dopo aver passato, moltissimi anni, e conosciuta dal mondo intero, arrivò gente invidiosa del Nord, che la privò del suo regno, la spogliò delle sue ricchezze e costrinsero la gran parte delle sue persone illustre che vi erano nate, e i tanti ingegni, che avevano contribuito a farla grande, a esiliare per far conoscere la loro cultura e bravura.

Quella regina esiste ancora, ma non è apprezzata come prima, perché è ormai vecchia, stanca e trasandata, molte delle bellezze per le quali erano ammirate e osannate, sono decrepite e quasi dimenticate, perché il tempo le ha degradate. La sua potenza e il suo regno, ormai, non esistono più, è tutto in rovina, restano di tanta vecchia gloria solo i suoi ultimi figli e i pochi amici, che le sono rimasti fedeli.

Perdonate è solo frutto di ricordi e di orgoglio dei tempi passati, ormai spariti, forse per sempre. Quella regina è Napoli, amici miei, ed io, indegnamente mi considero uno dei suoi ultimi figli e spero di riuscire a tramandare il mio amore per Lei ai posteri per tenere sempre vivo il suo inconfondibile fascino ammaliatore.