venerdì 25 luglio 2025

317 curiosità storica di sasà

 

I Quartieri Spagnoli

I Quartieri Spagnoli (in napoletano Quartieri Spagnuoli, comunemente anche Ncoppe 'e Quartieri) sono una zona di Napoli. Ricompresi nel centro storico della città, essi sono suddivisi tra le municipalità la 1 e la 2.

Costituiscono i Quartieri Spagnoli i territori delle preesistenti circoscrizioni di: Montecalvario, San Ferdinando e Avvocata.

L'area urbana nota come "quartieri" (nel senso militare del termine) è caratterizzata, dal punto di vista urbanistico, da una struttura reticolare, che scende dalle alture  dominate da Castel Sant'Elmo, con la tipica collocazione di alloggi destinati ad ospitare la guardia della fortezza. La zona sorge intorno al XVI secolo, ad opera dell'architetto senese,, Giovanni Benincasa, e del napoletano, Ferdinando Manlio, per volontà dell'allora viceré, Pedro de Toledo, al fine di acquartierare le guarnigioni militari spagnole, destinate alla repressione di eventuali rivolte della popolazione napoletana, oppure come dimora temporanea per i soldati, che passavano da Napoli in direzione di altri luoghi di conflitti.  Nello stesso tempo, fu poi anche una certa qualità di edilizia popolare, atta a dare alloggio ai numerosi abitanti locali, che, in quegli anni, dalle campagne circostanti si erano stabiliti nella capitale del regno.

Fin dalla sua nascita, l'area conosciuta come "Quartieri Spagnoli", anche in ragione di un elevato rapporto tra popolazione e densità edilizia, presentò fenomeni di criminalità, gioco d'azzardo e soprattutto prostituzione, Fenomeno legato in particolar modo all'offerta di "svago" proferita dai locali ai soldati ivi acquartierati o di passaggio. Neanche apposite leggi, atte a debellare il fenomeno, il quartiere rimase, in seguito alla perdita della sua funzione originaria, (alloggiamenti di militari spagnoli) sempre un'area di grandi difficoltà sociali della città partenopea.

 Dal Cinquecento al Settecento, nei quartieri viene progressivamente meno la presenza militare, mentre è alta la percentuale di immigrati dai centri circostanti, che si inseriscono particolarmente nel settore dei servizi, come la presenza degli artigiani, soprattutto sarti e calzolai. Fino al XIX secolo, la vicinanza di via Toledo, sede di importanti uffici amministrativi e finanziari (Banco delle Due Sicilie, Borsa, Gran Corte dei Conti), incise significativamente sulla composizione socio-professionale degli abitanti di tale area, la quale assunse una fisionomia di tipo residenziale, data la presenza di nobili, impiegati, proprietari ed appartenenti al ceto medio.[Con l'unità d'Italia, la popolazione si proletarizza in un generale passaggio ad un'economia ai margini della legalità, che in certa misura si prolungherà nel corso del secolo successivo.

Nonostante le proposte di "sventramento" avanzate in occasione di ipotesi urbanistiche di risanamento nella prima metà del XX secolo, l'aspetto dell'area rimase inalterato e, al giorno d'oggi, nel quartiere vivono circa 14.000 persone, per un totale di 4.000 famiglie, dislocate su una superficie di circa 80 ettari. A causa della particolare conformazione del suolo, come in altri quartieri storici della città, è possibile che avvengano, non di rado, cedimenti del terreno. Nella notte a cavallo tra il 22 e il 23 settembre 2009, in vico San Carlo, probabilmente a causa delle forti piogge, si è verificato il crollo del manto stradale, che ha dato luogo a una voragine di quasi 20 metri di lunghezza. Ciò ha provocato l'immediata evacuazione di alcuni edifici e la chiusura della chiesa di San Carlo alle Mortelle.

 

 

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