lunedì 7 novembre 2016

Il tesoro della selva di Chiaiano



Il tesoro della Selva di Chiaiano, è rappresentato dall’immenso  dono naturale dei suoi prodotti tipici, quali,“ i funghi, le castagne, le tante erbe medicinali ed i frutti di bosco” che si possono trovare e raccogliere nel sottobosco dove annualmente nelle sue lussureggianti colline si sviluppano spontaneamente durante tutte le stagioni dell’anno.
 Distruggere questo patrimonio naturale è da criminali, ma è mia convinzione sempre più, che la natura non perdona, farà sì che questi scellerati pagheranno il loro misfatto, implorando inutilmente comprensione.




Porcino ('o capenire)
 
(castagne nel cardo)


Tante generazioni, eppure, hanno potuto godere i benefici, provenienti dal fogliame sempre verde dei castagneti durante le stagioni estive fino all’autunno inoltrato, facendo lunghe passeggiate ossigenandosi ed ammirando la bellezza della natura, che, senza chiedere nulla, ogni anno si rinnova e dona i suoi migliori prodotti, che furono la ricchezza meravigliosa del suo territorio e dei residenti, ( durante e appena dopo l’ultimo conflitto mondiale).
Tra le perle di questo tesoro annoveriamo i Funghi, come sono meglio definiti e detti "‘e funge, ‘e fungetielle, e fungecchie, ‘e peperinie, ‘e ruocele, ‘e cerefoglie, ‘e tasse, ma i più interessanti e quelli più ricercati sono " 'e Capenire " come implorati nella filastrocca :
“Madonna de’ Gesine, famme truvà ‘nu capenire, Madonna de’Janneste fammene truvà na bella ceste, tu ca si tante putente, m’abbasta pure sule ‘na ‘nzerta, famme contente.
Grazie madunnella mia”
 (la traduzione in italiano è “ Madonna della Masseria delle Cesinelle, fammi trovare un porcino, Madonna delle Ginestre fammene trovare un intero cesto, tu che sei tanto potente, accontentami, mi basta anche se me ne fai trovare uno soltanto, che infilzerò in un inserto di felce, Grazie madonnina mia.
.
Famigliole intere s’inoltravano per il passato nella Selva di Chiaiano, per trascorrere una giornata all’aria aperta, era una vacanza necessaria per ritemprarsi in qualsiasi periodo dell’anno, tranne quello invernale, perché l’intera boscaglia diventava una sorta di fiumiciattoli, che invadevano le straducole e le mulattiere, mentre in autunno ci si cimentava a raccogliere castagne, cadute dagli alberi nei loro scrigni acuminati, (i cardi),    e le violette profumatissime, di cui se ne facevano dei bei mazzetti di ciclamini odorosissimi, detti pure “spaccatiane”.  
 La gioia più grande dell’intera escursione nel bosco rimaneva sempre quella di portarsi a casa i deliziosi doni della selva, i gustosissimi funghi porcini e dulcis in fundis anche gli ovuli. (‘e ruocele).
 I funghi nostrani, per lo più i porcini, s’incominciano ad intravedere, quando fanno capolino tra i raggi di un tiepido sole autunnale sotto le latifoglie largamente presenti nel territorio della Selva di Chiaiano.
E’ uno spettacolo sublime vedere la nascita di un prelibato porcino (‘o capenire), che appartiene alla commestibile famiglia, dei funghi boleti, il cui nome scientifico ed altisonante è “Boletus aereus”.
Nei giorni antecedenti le festività natalizie, si andava nella selva a raccogliere erbe particolari, come le felci dette ‘a restina ed ‘a ruscata (il pungitopo), pianticelle con fogliame sempre verdi e con infiorescenze a palline di colore rosso, e ‘o pellicce, muschio fresco di colore verde scuro per rappresentare viottoli e selciati per adornare il presepe nel simulare i luoghi, dove nacque Gesù


Felci ( 'a restina)



Pungitopo ( 'a ruscata)





Il tesoro più concreto. però, era la legna che si ricavava dal taglio degli alberi di castagno più vecchi, che erano utilizzati per fare travi, travetti, botti, tini, travicelle, le cosiddette “ ‘e chiancarelle”, in italiano dette panconcelli  (chiancarelle) piú o meno sottili assi trasversali di legno di castagno, assi che poste di traverso sulle travi portanti facevano da supporto ai solai ed alle pavimentazione delle stanze.
Con il taglio, infine, degli alberi più giovani “ ‘e vaccelle” ridotti a sfoglie, si costruivano un’infinità di contenitori (cesti, panari, sporte, sportoni, connole, terzaroli, fescene)  con i rami secchi, che s’intrecciavano al fine di fare degli inserti da ardere, le note fascine per alimentare il fuoco nel forno. Altri prodotti che si potevano ricavare nel sottobosco della Selva erano, le Erbe e Radici per preparare medicinali, Cipolline selvatiche, fragoline di bosco e le more.
More di bosco

Fragoline di bosco











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