Il Terzo Scudetto del Napoli
la squadra del Napoli
Campione di Italia anno 2022/2023
Il numero tre, o meglio come si pronuncia in numero ordinale, “terzo”, a Napoli, in questo periodo ha un significato gratificante per aver raggiunto un risultato eccellente, Il TERZO SCUDETTO, da far entusiasmare un’intera cittadinanza, mentre chi è stato l’artefice, lasciando la squadra, ha prodotto amarezza e tanta delusione, perché anche se è felice di ciò che ha prodotto, ha lasciato uno stato d'insicurezza andando via per non tornare più. Il riferimento è la travolgente vittoria del torneo di calcio, della squadra napoletana, il Napoli, e al suo principale artefice, l’allenatore, Luciano Spalletti, che è dimissionario, convinto che tale successo è unico. Altri simili episodi si sono riscontrati in varie epoche della storia di questa città, Napoli, specie in alcuni dei suoi regnanti, che pur avendogli dato splendore e grandezza durante la loro permanenza, utilizzando il numero 3^, ossia il terzo, aggiunto al loro nome, sono andati via.
Chi furono
questi illustri personaggi storici, eccoli a descriverli.
Il primo Re che utilizzò il numero 3 (Terzo) in aggiunta al nome "Carlo"fu:
Re Carlo III. D'Angiò-Durazzo, (nipote di re Carlo II d'Angiò e cugino di Giovanna I. d'Angiò), fu detto il re della Pace, o il Piccolo. - Nacque da Lodovico di Durazzo e da Margherita Sanseverino, la data e il luogo della nascita, sarebbe avvenuta verso il 1345 a Napoli, mentre la morte avvenne a Visegràd, in Ungheria, il 24 febbraio 1386, lontano da Napoli.
Fu Re di Napoli, quindi, con il nome di Carlo III, (dal 1382 e dal 1385) ma, anche, Re d'Ungheria con il nome di Carlo II detto il Breve, perché durò poco. Fu, inoltre, Principe d'Acacia, dal 1383 e Re titolare di Gerusalemme.
Dopo la sua morte gli succederanno entrambi i figli sul trono di Napoli, Ladislao e poi Giovanna, entrambi, però, moriranno senza figli legittimi, determinando in questo modo la fine del dominio angioino sul Regno di Napoli.
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Il secondo
re che utilizzò il numero 3° (Terzo) in aggiunta al nome di Carlo fu:
Re di Napoli, Carlo III di Borbone
Il Re Borbone, Carlo III, l’altro RE,
anch’esso, governante del regno di Napoli dal 1734 al 1759, che si pregiò del
numero Terzo, cosi ricordato con tale nome, mentre in realtà era l’ottavo
(8°) Re Carlo, dei vari regnanti napoletani, essendo come, Re Carlo VII. Asburgo –
Borbone di Spagna e quando lasciò Napoli, divenne Re Carlo III di Spagna e
così fu ricordato sempre pure dai napoletani. Tale errore di nomenclatura
avvenne, quando fu incoronato dal papa Clemente XII, Re di Napoli come Carlo
VII, perché nel computo non si tenne conto del Re francese " Carlo VIII
di Valois" che nun durò neppure un anno come Re di Napoli, mentre lui regnò Napoli
dal 15 maggio 1734 al 10 agosto 1759.
Re Carlo Terzo di Borbone fu un
mecenate dell’arte, amato e idolatrato dal popolo napoletano, soprattutto per
la costruzione delle grandi opere, quali Il teatro San Carlo, il Palazzo
Reale di Caserta, il Palazzo Reale di Capodimonte e opere monumentali come i
Ponti della Valle dell’acquedotto in Maddaloni, l’Albergo dei Poveri in
piazza Carlo III a Napoli. Re Carlo III lasciò la città di Napoli, con grande rammarico dopo
averla conquistata e amata con ardimento e vigore. Purtroppo lasciando Napoli
ebbe una serie d’insuccessi e morì a Madrid il 1788.
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Infine
anche un Re dei Savoia, è ricordato con questo numero, (3° = terzo) dopo il suo
nome, Vittorio Emanuele.
Vittorio Emanuele III è una figura di RE particolare, ritenuto e considerato, il Re Soldato, il Duce supremo e Comandante in Capo dell’Esercito Italiano. Nei suoi quarantasei anni di regno dette il proprio consenso a fare guerre in ogni continente, iniziando già dal 1911 con la guerra Italo/Turco, per continuare con la conquista della Libia (le immense regioni desertiche della Tripolitania e della Cirenaica) e nell’occupare alcune isole del Dodecanneso nel mare Egeo, nella Prima guerra Mondiale del 1915/1918 e infine in quella della seconda durata dal 1939 al 1945.
Vittorio Emanuele III, assicuratosi la protezione dell’esercito americano, il 13 ottobre 1943 dichiarò financo guerra alla Germania e senza abdicare affidò al figlio Umberto il compito di governare quella parte della nazione, che si trovava sotto il controllo alleato, (in sostanza l'Italia Meridionale). Nel giugno del 1944 Vittorio Emanuele III, screditato per l’appoggio fornito alla dittatura fascista, appena, dopo la liberazione di Roma, fu costretto dai partiti antifascisti a nominare il figlio, Umberto II di Savoia, Luogotenente generale del Regno, nomina caldeggiata dall’Ex Presidente della Camera “ Enrico De Nicola “ per evitare l’immediata abdicazione e la fine della monarchia.
La
“Luogotenenza del figlio” durò fino al 9 maggio 1946, quando in vista delle elezioni il
re, Vittorio Emanuele III, fu indotto dai suoi consiglieri all'Abdicazione e
Umberto II di Savoia, fu proclamato Re d’Italia e tenne il trono meno di un
mese, poiché il Referendum del 2 giugno, a maggioranza sancì la vittoria della
“Forma Repubblicana dello Stato Italiano” e la sconfitta della Monarchia
ponendo fine al Regno d’Italia.
Dopo l’abdicazione Vittorio Emanuele III, non fece una bella fine, dopo la
svolta di Salerno si ritirò a Napoli, sulla collina di Posillipo
nella villa Rosebery e la mattina era solito mettersi sugli scogli antistanti
alla villa a pescare, subendo lo sfotto dei pescatori napoletani, che lo
sbeffeggiavano dicendogli, “ Vittò’ finarmente ti si luvata chella curona
‘e merda ‘a capa” (Vittorio, finalmente te la sei tolta quella corona di
cacca dalla testa!)
Dopo l’esito del Referendum nel “ giugno 1946” esiliò definitivamente
ad Alessandria d’Egitto, ospite del re Faruk (regnante a quell’epoca del
territorio egiziano), dove morì il 28 dicembre 1947 con il titolo di Conte di
Pollenzo, esattamente quattro giorni prima dell’entrata in vigore della
Costituzione repubblicana il 1° gennaio 1948.
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In conclusione della mia riflessione storica sul numero 3 (terzo) non si è avuto mai subito un altro buon successo, speriamo che mi sbagli e tutto andrà per il verso giusto per la squadra del Napoli nel futuro.
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