mercoledì 27 settembre 2023

***Paride, il principe troiano, protagonista della guerra di Troia

 

Paride, molti si domandano, essendo il principale protagonista dell'arcinota ”Guerra di Troia” che è conosciuta nello studio dei poemi del grande Aedo greco, Omero, dove si apprende la storia dell’età antica, chi fosse e rappresentasse per scatenare quel tale conflitto? 

 


 Omero- busto marmoreo

 Approfondimento effettivo dei fatti avvenuti in quella parte dei paesi del mondo antico, avviene quando si leggono i testi denominati “Iliade e Odissea”, dove sono riportate le gesta dei valorosi guerrieri, sia greci, sia troiani, a seguito della sanguinosa guerra di Troia per riscattare l’oltraggio subito dal re greco Menelao, perché gli era stata portata via la sua bella consorte, Elena, dal principe troiano, Paride.

i classici libri di Omero

 

 

 

 

Iniziamo col dire che il troiano, Paride. Era il secondogenito dell’allora re di Troia, Priamo e della consorte Ecuba, poiché era nato dopo l’altro figlio, Ettore, che fu un eroe quasi invincibile nella durissima lotta trai combattenti troiani e greci.

 

                                                        PARIDE  - BUSTO MARMAREO

 Paride, appena neonato fu portato sul monte “Ida” da Agelao, un fedele servitore di Ecuba, sua madre, per non farlo uccidere, ma abbandonarlo nei boschi, come aveva  pure voluto e deciso suo marito Priamo, il Re di Troia, quando apprese il nefasto vaticinio, la fine del suo regno, dall’altro suo figlio, Esaco, che era chiaroveggente, avuto con una sua concubina, Arisbe. La crudele e sanguinosa  predizione della fine di Troia, fu confermata anche da sua figlia legittima, Cassandra, nota anche ella come oracola, che  conosceva il futuro.

 

                                                    

 

                           Agelao,  consegna il piccolo Paride ai Pastori
 

Il neonato, piccolo principe Paride, fu, quindi, portato da Agelao, sul monte “Ida”, e cambiandogli il nome in Alessandro lo affidò ad alcuni pastori residenti in quei boschi, che lo allevarono e lo protessero. Divenuto un bellissimo e fortissimo giovane, Paride era ammirato per la sua prestanza fisica e prontezza decisionale, perché sapeva far pascolare e difendere il gregge, a lui affidato, per non farlo rubare dai ladri.  

 

Partecipando e vincendo alle gare di giuochi funebri, svolte per  volere del re Priamo , per onorare e ricordare il figlio, che riteneva morto, appunto Paride, mise come  premio un grande toro al vincitore. Paride sconfiggendo tutti i partecipanti, tra i quali alcuni suoi fratelli, si presentò alla reggia di Troia per ritirare il premio spettandogli, il Toro, in qualità di vincitore. Riconosciuto da sua sorella Cassandra, la chiaroveggente, nel tempio di Zeus-Giove, dove Paride si era rifugiato per sfuggire alla vendetta di Deifobo, un suo fratello, che desiderava ucciderlo con le sue guardie, dopo la sconfitta subita durante le gare funebri. Infine il bel giovane Paride fu riconosciuto e accolto da sua madre Ecuba, poiché riconobbe il sonaglio, che portava appeso gelosamente sulle sue vesti, come quello che aveva attaccato sulle fasce del suo neonato, quando lo fece abbondare dal suo servitore, Agesilao nei boschi del monte Ida.  Convinto sia da sua moglie Ecuba, che da sua figlia Cassandra, anche  Priamo accettò l’identità di Paride, assegnandogli il suo posto nella corte reale, come principe, poiché fu felice di aver ritrovato quel figlio, che riteneva morto, da quando lo aveva fatto abbandonare in balia degli animali selvatici, che infestavano i noti boschi dell’Ida.

Prima del riconoscimento di Priamo ed Ecuba, un giorno mentre pascolava le sue mandrie sul monte Gargaro, la cima più alta del monte Ida, il nostro principe troiano, Paride, vide avvicinarsi a lui tre bellissime donne, che erano le Dee (Era, Atena, Afrodite) scortate dal Dio, Ermes-Mercurio, il quale gli consegnò la mela d'oro, per ordine di Zeus –Giove, destinata a suo inappellabile giudizio, simboleggiante chi fosse la più bella delle tre. Tale formale richiesta divina imposta al bel giovane mandriano, Paride, era scaturita, perché, quando tutti gli Dei erano radunati per festeggiare le nozze di Teti e Peleo, la Dea Eris, quella della discordia, poiché era stata esclusa dalla festa nuziale, lanciò un pomo d’oro (la mela dorata) in mezzo  ai festeggianti partecipanti divini con lo scopo di doverlo accordare a chi fosse ritenuta la più bella delle tre presenti Dee, (Era-Giunone, Atena-Minerva e Afrodite-Venere).             Per farsi scegliere le tre Dee proposero a Paride, delle facoltà onnipotenti per l’essere umano con delle caratteristiche speciali, come da parte di Era-Giunone, che l’avrebbe fatto diventare l’uomo più potente del mondo, mentre la Dea Atena-Minerva, gli prospettava che se avesse scelto lei, sarebbe diventato l’uomo più sapiente del mondo, infine Afrodite-Venere, gli garantiva il possesso della donna più bella che mai si fosse vista. Paride, dopo le lusinghiere promesse da parte delle tre Dee, scelse di consegnare il Pomo d’oro, a (Afrodite-Venere) perché riteneva di essere già un forte e valoroso giovane, e consapevole di un’innata saggezza, perché incuriosito di conoscere la più bella donna, esistente dell’epoca, e possederla con l’aiuto divino.

 

 

                                               Paride  e le tre Dee sul monte "IDA"(Era, Minerva,Venere)

                                                      

 Vivendo alla corte del regno di Troia, il giovane principe Paride, partecipò anche lui a un nuovo concilio, indetto da suo padre Priamo, per esaminare le pacifiche condizioni offerte dai vari regnanti greci, consegnate da un loro rappresentante, che era il re di Sparta, Menelao. Tale pacifiche condizioni erano proposte per evitare il nuovo conflitto tra i regni greci e Troia, che si affacciava nel mare Egeo, per ottenere la restituzione di Esione, sorella del re Priamo, rapita e fatta prigioniera dal greco Telamone, Re di Salamina

 Il rapimento di Esione accadde durante un'incursione armata di Telamone, che aveva fatto sotto le mura di Troia, dopo aver ucciso suo padre, Laomedonte e preso come prigionieri, i suoi fratelli maschi.  Tale avvenimento dell’incursione armata avvenne  a seguito del rifiuto del ricchissimo re, Laomedonte ma, spergiuro, che non volle pagare il lavoro svolto da suo padre Eaco,

 


 

Laomedonte, Re di Troia,
 statua ritrovatanel tempio di Afaia        


                                          Eaco, Re di Salamina

che aveva partecipato a costruire con l’aiuto degli Dei, Apollo e Poseidone, le mura della cittadella fortificata di Troia.  Telamone si prese come ricompensa della partecipazione al conflitto vinto, oltre i 7' figli maschi dello spergiuro re troiano, Laomedonte, anche la bella figlia, Esione.  Attratto dalla bellezza della fiera principessa troiana, promise di sposarla, se avesse accettato la sua richiesta, avrebbe, potuto riscattare la libertà di uno solo dei fratelli, suoi diventati prigionieri. Esione, accettò il compromesso, dando come riscatto per la liberazione di uno solo dei suoi fratelli, perfino il suo velo dorato con cui era coperta. Esione, quindi, scelse il fratellino Podarce, che da quel momento prese il nome di Priamo, che significa appunto ”Riscattato”, e seguì il suo nuovo compagno, Telamone, sull’isola di Salamina, dove gli diede il figlio Teucro.

 

  Telmone , Re di Salamina


             

  .

 
                   Podarce, diventato poi Priamo, Re di Troia



Nessun commento:

Posta un commento