Curiosità storiche e mitologiche. Posti e luoghi di Napoli. Mestieri antichi napoeltani. Poesie in Napoletano. Racconti dialogici tra i due alter-ego dell'autore del blog: Sasà (lo scansafatiche, l'es) e il professore (il saggio, il super-io) sullo sfondo di una Napoli con le sue bellezze e contraddizioni.
sabato 19 ottobre 2024
Le PIazze di Napoli
45^(quarantacinquesima curiosità storica di Sasà ‘o Professore
Le piazze di Napoli hanno un notevole valore artistico, storico, urbanistico e monumentale; la loro storia accompagna quella della città da secoli, da sempre sono parte integrante della vita cittadina, dai mercati o dai grandi eventi pubblici e politici.
Le più importanti piazze, soprattutto del primo nucleo storico della città sono 44 (quarantaquattro, le più rappresentative, sono indicate con il nome in ordine alfabetico di:
1) Piazza Principe Amedeo 2) Piazza Nicola Amore (o piazza Quattro Palazzi) 3) Piazza Bellini 4) Piazza Giovanni Bovio (o piazza Borsa) 5) Piazza Carità 6) Piazza Carlo III 7) Piazza Cavour Largo Corpo di Napoli 9) Piazza Dante 10) Piazzetta Duca D'Aosta 11) Piazza Enrico de Nicola 12) Piazza Garibaldi 13) Piazzetta Gerolomini 14) Piazza del Gesù Nuovo (o piazza Trinità Maggiore) 15) Piazza Giuseppe Di Vittorio 16) Piazzetta Guglia del Duomo 17) Piazza Italia 18) Piazza Luigi di Nocera 19) Piazzale Madre Landi 20) Piazza San Martino 21) Piazza dei Martiri 22) Piazza Matteotti 23) Piazza Mazzini 24) Piazza Mercadante 25) Piazza del Mercato 26) Piazzetta Miraglia 27) Piazza Monteoliveto 28) Piazza del Municipio 29) Piazza Nazionale 30) Piazzetta Nilo 31) Piazza Nolana 32) Piazza Piedigrotta 33) Piazza del Plebiscito 34) Piazza della Repubblica 35) Piazza San Domenico Maggiore 36) Piazza San Gaetano 37) Piazza Sannazaro 38) Piazza Sisto Riario Sforza 39) Piazza Salerno 40) Piazza Sette Settembre 41) Tondo di Capodimonte 42) Piazza Trieste e Trento 43) Piazza Vanvitelli 44) Piazza della Vittoria
Ora spieghiamo perché hanno il loro nome, generalmente deriva da qualche avvenimento, da illustri personaggio o dal desiderio di regnanti del passato. 1) Piazza principe Amedeo (nota semplicemente come piazza Amedeo) è una delle piazze della zona di Chiaia, risalenti alla “Belle Époque”. Di forma irregolare, su di essa si affacciano numerosi edifici di pregio, come palazzo Balsorano , villa Maria e il castello Aselmeyer , quest’ultimo, opera di Lamont Young, costruito sulla collina sovrastante. 2) Piazza Nicola Amore (o piazza Quattro Palazzi) Piazza Nicola Amore, attraversata da corso Umberto, risale anch'essa al cosiddetto periodo del “ Risanamento”, ed è intitolata al sindaco di Napoli, che ne fu artefice. Possiede anche un secondo nome: è detta infatti “i quattro palazzi”, dal numero degli imponenti edifici che su di essa si affacciano e caratterizzati, ciascuno, da due coppie di grandi telamoni. La piazza, per i suoi importanti ritrovamenti archeologici, ,vi sarà infatti, la collocazione al suo centro dei resti del Tempio dei giochi grechi olimpici, che si svolgevano all’epoca.
3) Piazza Bellini (con al centro i resti delle mura greche) È una piazza del centro antico, circondata da numerose sedi universitarie e molto vicina al conservatorio di San Pietro a Majella e all'Accademia di Belle Arti. Al centro è posta la statua di Vincenzo Bellini. Dominano lo spazio il complesso di Sant'Antonio delle Monache a Port'Alba e alcuni palazzi monumentali del XVI e XVII secolo. La piazza è inoltre caratterizzata dalla presenza di resti delle mura della Neapolis greca. 4) Piazza Giovanni Bovio (o piazza Borsa) Piazza Giovanni Bovio è conosciuta tra i napoletani con l'antico nome di piazza della Borsa (per vero, è detta semplicemente Piazza Borsa), così chiamata per via del palazzo della Borsa. Ebbe origine nella seconda metà dell'Ottocento durante il periodo del “Risanamento”, quando, dopo la terribile epidemia di colera del 1884, vennero abbattute numerose abitazioni insalubri per fare posto a corso Umberto I e "risanare il ventre di Napoli". 5) Piazza Carità Piazza Carità si trova lungo l'asse di via Toledo, tra la Pignasecca e i Quartieri Spagnoli. È conosciuta per il monumento a Salvo D'Acquisto, il vicebrigadiere dei Carabinieri, che, pur essendo innocente, si autoaccusò della responsabilità di un attentato contro l'esercito tedeco, al fine di salvare i civili dalla rappresaglia nazista. Su di un lato sorge il Palazzo INA, uno dei tanti palazzi fascisti di Napoli realizzati negli anni trenta, sull’altro sorge la Chiesa di S.M.della Carità 6) Piazza Carlo III Piazza Carlo III (già Piazza del Reclusorio) ha una forma ad emiciclo nella quale confluiscono molte importanti arterie della zona (via Foria, corso Garibaldi, via Sant'Alfonso Maria De Liguori, via Sant'Antonio Abate, via Alessio Mazzocchi e via Don Bosco). Su di essa sorge tra le più grandi opere dell'Illuminismo, il Real Albergo dei Poveri (oggi oggetto di una profonda opera di recupero) che fu disegnato dell'architetto fiorentino Ferdinando Fuga su commissione del re Carlo di Borbone,, per soddisfare un suo desiderio,aiutare i poveri.
6) Piazza Cavour Piazza Cavour di Napoli (già Largo delle Pigne), si allarga a est del museo Archeologico Nazionale e le fa da cornice il fondo della porta San Gennaro, voluta per la fine della peste del 1656. Nei dintorni della piazza è visibile la facciata della pregevole chiesa del Gesù delle Monache, che avrebbe dovuto costituire una sorta di pantheon della famiglia reale aragonese. Ulteriori ampliamenti non vennero eseguiti poiché la Casa decadde con la costituzione del viceregno. 7) Largo Corpo di Napoli Il Largo corpo di Napoli è una storica piazzetta sulla quale si affacciano importanti monumenti cittadini che testimoniano la storia plurisecolare di Napoli. Posto a breve distanza da piazzetta Nilo e piazza San Domenico Maggiore, elemento cardine del luogo è senza dubbio la statua del dio Nilo, in bella vista da circa duemila anni. La scultura infatti fu scolpita durante il soggiorno degli alessandrini nel palazzo adiacente. Gli abitanti attribuirono alla statua del Nilo, e poi quindi a tutto il largo, il nome di "corpo di Napoli" perché dal corpo del dio fu staccato il capo e la statua rimase acefala per circa due secoli. Piazza Dante Piazza Dante è caratterizzata dalla presenza del Foro Carolino di Carlo III di Borbone, con le 26 statue che rappresentano le virtù del sovrano[7]; opera eretta da Luigi Vanvitelli nel XVIII secolo. Anticamente chiamata Largo Mercatello e dedicata ai mercati e ad altri scambi commerciali, non rappresentava uno snodo particolarmente rilevante. Oggi, invece, la piazza dedicata al Sommo Poeta è un punto cruciale della città, oltre che importante meta turistica per la presenza di tre visitatissime chiese monumentali (Santa Maria di Caravaggio, San Domenico in Soriano e San Michele a Port'Alba). 9) Piazzetta Duca D'Aosta La piazza, dedicata al Duca, Emanuele Filiberto di Aosta, ma più nota come piazzetta Augusteo per la presenza del Teatro Augusteo, fu costruita nel 1928 come slargo per il traffico di passeggeri della funicolare Centrale. Sul lato opposto all'ingresso del teatro, in un vicolo tra il palazzo Berio e la funicolare, vi sono i celebri gradini Conte di Mola che conducono ai quartieri Spagnoli. 10) Piazza Enrico de Nicola Piazza Enrico de Nicola è una delle piazze più antiche di Napoli ed è intitolata al primo presidente della repubblica italiana. La piazza è molto importante sia da un punto di vista storico che da un punto di vista monumentale, in quanto si ergono importanti emergenze monumentali come porta Capuana, la fontana del Formiello e castel Capuano. 11) Piazza Garibaldi Piazza Garibaldi (già Piazza della Stazione) con i suoi 70000 m² è una delle più ampie di Napoli, e pure tra i luoghi più noti e affollati in quanto vi si affaccia la Stazione Centrale. Ha assunto la forma attuale solo intorno alla metà del XX secolo con la demolizione del vecchio edificio e la costruzione della muova moderna struttura tra gli antichi palazzi ottocenteschi. Nel 2000 sono stati aperti i cantieri della metropolitana e di restauro della piazza. Ora è il punto di scambio di numerose linee di pullman e del tram, delle linee 1 e 2 della “Metro”, della Circumvesuviana delle linee regionali 12) Piazzetta Gerolomini Piazzetta Gerolamini o Girolamini è una delle piazzette più importanti del centro storico di Napoli. Essa è dominata dall'elegante facciata della chiesa basilicale dei Girolamini opera di Ferdinando Fuga.
13)Piazza del Gesù Nuovo (o piazza Trinità Maggiore) Piazza del Gesù Nuovo è una delle piazze più importanti della città, sia per la sua posizione molto centrale (è attraversata da spaccanapoli ed è a pochi passi da via Toledo e da piazza Dante), sia perché ospita alcuni monumenti molto importanti, come la basilica di Santa Chiara, la chiesa del Gesù Nuovo e l'obelisco dell'Immacolata. È una delle piazze simbolo del centro storico della città, e più in particolare, del cosiddetto centro antico greco-romano.
14) Piazza Giuseppe Di Vittorio Piazza Giuseppe Di Vittorio è una monumentale piazza della città. Essa è importante in quanto ospita gli unici resti dell'ultima cinta muraria della città. L'opera, nel XIX secolo, costituiva una delle barriere daziarie di Napoli, volte a contrastare il contrabbando e a favorire il commercio marittimo e terrestre; lunga circa 11 miglia, fu progettata da Stefano Gasse[9]. Il luogo è anche impreziosito dalla chiesa dell'Immacolata a Capodichino ordinata da Ferdinando II su richiesta popolare.
15) Piazzetta Guglia del Duomo Piazzetta Guglia del Duomo è anch'essa una delle piazzette più celebri della città in quanto su di essa si affaccia la cattedrale di Santa Maria Assunta. La piazza è oltremodo contornata su entrambi i lati da portici monumentali.
16) Piazza Italia Piazza Italia è una delle piazze principali del quartiere di Fuorigrotta. Realizzata in epoca fascista, è stata oggetto di una profonda trasformazione urbanistica intorno al 2007, in concomitanza della realizzazione della stazione Lala della linea 6. Ospita una fontana che attraversa centralmente l'isola su cui sorge l'area verde della piazza.
17)Piazza Luigi di Nocera Piazza Luigi di Nocera è una delle maggiori piazze partenopee, nonché la principale e maggiormente antica piazza di Secondigliano,[10][11] rilevante quartiere storico della città. Nella piazza sono infatti ubicati gli edifici più significativi della zona: la chiesa dei Santi Cosma e Damiano, edificata nel Medioevo e restaurata nel XVII secolo, e l'ex municipio dell'allora comune di Secondigliano, un tempo florido. È dedicata al comm. Luigi dei Conti di Nocera (1826-1902), banchiere[12] ed industriale[13], promotore di grandi opere di pubblica utilità, tra cui la realizzazione di scuole, nosocomi, nuove strade e l'estensione della rete dell'acquedotto del Serino.
19) Piazza Madre Landri Piazza Madre Landi è situata ai margini del centro storico di Napoli ed ospita la basilica dell'Incoronata Madre del Buon Consiglio, della Piccola San Pietro, meta di pellegrinaggi. Oltremodo da qui è possibile accedere alle catacombe di San Gennaro.
20) Piazza San Martino Piazza San Martino è situata nel quartiere Vomero e si tratta dello spiazzale della Certosa di San Martino. Da essa dipartono i celeberrimi 404 scalini della Pedamentina[
21) Piazza dei Martiri L'espansione urbanistica napoletana, per secoli, fu contenuta all'interno delle mura; questa piazza, sorta intorno al Seicento, col nome di Piazza della Pace, fu una delle prime costruzioni-simbolo delle espansioni ad ovest. Essa è di forma triangolare ed è dedicata a tutti i napoletani caduti per la libertà. Il monumento rappresentativo è costituito da un obelisco circondato da quattro leoni di marmo; sulla sommità la statua che simboleggia la Virtù dei martiri. Intorno si innalzano palazzi monumentali, tra cui uno progettato da Luigi Vanvitelli (palazzo Calabritto).
22) Piazza Matteotti Piazza Matteotti è una delle piazze del centro più mounumentali della città. Su di essa affacciano i pregevoli palazzi costruiti in epoca fascista secondo lo stile razionalista, dei quali citiamo il palazzo Matteotti sede della provincia e il palazzo delle Poste.
23) Piazza Mazzini È sita nel quartiere Avvocata, esattamente nel punto in cui si incrociano il Corso Vittorio Emanuele e via Salvator Rosa. Nonostante sia intitolata al Mazzini, l'ottocentesca statua marmorea ivi visibile raffigura Paolo Emilio Imbriani, patriota, giurista, senatore e sindaco di Napoli.
24) Piazza Mercadante La piazza, di forma semicircolare, sorge lungo il Corso Vittorio Emanuele ed è figlia di una colmata effettuata nella prima metà del XX secolo. Solo nel dopoguerra ha assunto la denominazione attuale con il collocamento al centro della statua marmorea di Saverio Mercadante scolpita da Tito Angelini nel 1876 e proveniente da via Medina.
25) Piazza del Mercato Piazza del Mercato con i suoi 28000 m² è una delle più grandi piazze di Napoli. Storicamente, era qui che si svolgevano le esecuzioni capitali, conseguenza verificatasi in seguito alla decapitazione di Corradino di Svevia[17]. Gli Angioini dapprima ne fecero un grande centro commerciale cittadino e snodo fondamentale dei traffici provenienti da tutto il Mediterraneo. La piazza è caratterizzata da una netta influenza egiziana: lo slargo mostra infatti due fontane costituite da obelischi piramidali circondati da quattro sfingi. Inoltre qui sorgono le chiese di Santa Croce e Purgatorio al Mercato e di Sant'Eligio Maggiore. La piazza, a dispetto della sua centralità storica e nonostante le discrete opere di riqualificazione[18], è oggi una sorta di periferia del centro storico. Dopo i pesanti danni subìti durante la seconda guerra mondiale, la piazza venne offesa anche a causa della speculazione edilizia del dopoguerra, in particolare con la costruzione dell'enorme barriera costituita da palazzo Ottieri.
25) Piazzetta Miraglia Piazzetta Miraglia è una delle piazzette del centro storico della città. Su di essa insistono numerose ed importanti emergenze monumentali, come la cappella dei Pontano, la chiesa della Croce di Lucca e la chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta.
26) Piazza Monteoliveto Il popolo l'ha sempre chiamata largo Monteoliveto e non piazza, perché in effetti dà l'idea più di uno slargo, o meglio di un quadrivio; il luogo è attraversato da via Sant'Anna dei Lombardi, via Monteoliveto e via Trinità Maggiore. La piazza è importante soprattutto perché conserva tre opere di alto valore storico ed architettonico: la fontana di Monteoliveto, la chiesa di Sant'Anna dei Lombardi ed il palazzo Orsini di Gravina (insolita testimonianza dell'unione di due architetture, quella toscana e quella romana). Palazzo Gravina è stato anche protagonista di importanti vicende storiche (qui visse papa Benedetto XIII) quali la Repubblica Partenopea e i moti liberali del 1848.
27) Piazza del Municipio La piazza, un tempo nota come Largo del Castello, con i suoi 42000 m² (escludendo però la zona portuale della stazione marittima) è una delle più grandi d'Europa; di forma semi-rettangolare, deve la sua fama alla presenza di Castel Nuovo, mentre sul lato orientale vi è il Teatro Mercadante. La piazza si trova in prossimità del porto e, storicamente, fu teatro di grandi partenze di massa (gli emigranti che giunti a Napoli partivano per le Americhe). Oggi segue ancora la sua vocazione storica in quanto sede del potere della città: su di essa insiste il palazzo San Giacomo, voluto da Ferdinando I di Borbone, mentre nell'interno sorge la pontificia Reale Basilica di San Giacomo degli Spagnoli.
28) Piazza Nazionale Piazza Nazionale è una grande piazza frutto del periodo del Risanamento, anche se al giorno d'oggi una parte dello slargo è composta non più da edifici ottocenteschi ma da edifici frutto della speculazione edilizia post-bellica che sostituì i palazzi danneggiati durante i bombardamenti.
29) Piazzetta Nilo Piccola piazzetta posta al centro tra due luoghi d'importanza storico-artistica elevatissima: piazza San Domenico Maggiore e largo corpo di Napoli. Spicca sulla piazzetta la monumentale chiesa di Sant'Angelo a Nilo, eretta inizialmente in stile gotico ed arricchita secondo il gusto catalano, per essere poi completamente rimaneggiata secondo gli stilemi del barocco.
30) Piazza Nolana Piazza Nolana è una delle piazze del centro storico. Su di essa affacciano l'omonima porta e il palazzo dei Telefoni.
31) Piazza Piedigrotta Piazza Piedigrotta è di forma irregolare. Storicamente è stata teatro di una delle più grandi tradizioni popolari: la festa di Piedigrotta, una festa che mescola credenze cattoliche a quelle pagane. Su di essa, di scorcio, la monumentale stazione di Napoli Mergellina (anni venti del XX secolo), l'imponente fascino del palazzo Odeon e la chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, meta di pellegrinaggi.
32) Piazza del Plebiscito La Piazza del Plebiscito di Napoli fu per secoli uno slargo irregolare, dove si svolgevano le feste popolari attorno alle cosiddette macchine da festa, che venivano periodicamente innalzate da grandi architetti (famose quelle di Ferdinando Sanfelice e di Francesco Maresca). Solo dall'inizio del Seicento in poi fu gradatamente "regolarizzata", anche a causa della costruzione del nuovo Palazzo Reale, opera di Domenico Fontana[20]. Ma fu solo all'inizio dell'Ottocento, durante il periodo napoleonico, che la piazza cambiò completamente volto. Per ordine dei monarchi francesi, essa fu interamente ridisegnata e ripensata: furono demoliti i troppi edifici religiosi che ne limitavano lo spazio ed impedivano di inserirla al meglio nel contesto urbano circostante ed in luogo di essi vennero eretti palazzi di stato, a cornice del famoso emiciclo dorico in pietra lavica e marmo, voluto da Gioacchino Murat su disegno di Leopoldo Laperuta, al centro del quale avrebbe dovuto essere un altro edificio civile, consacrato ai fasti dei napoleonici. Al centro del colonnato spicca invece la basilica di San Francesco di Paola, che ne è l'elemento dominante e fu eretta da Ferdinando I, come ex voto per aver riconquistato il regno dopo il decennio di dominio francese. Isolate sulla piazza, di fronte alla basilica, s'innalzano le statue equestri di Carlo III di Borbone e di Ferdinando I.
33) Piazza della Repubblica Piazza della Repubblica è una delle piazze che sfociano sul lungomare di Napoli. È caratterizzata dal monumento dedicato alle Quattro giornate di Napoli; infatti, la città fu la prima grande città in Europa a liberarsi da sola, senza l'aiuto alleato, dall'occupante tedesco. Il monumento è curato anche con pannelli di Marino Mazzacurati. Inoltre qui sorge il palazzo Guevara di Bovino, opera neorinascimentale di Giuseppe Pisanti.
35) Piazza San Domenico Maggiore Fu voluta da Alfonso I di Napoli, a cui si deve la grande scalinata a fianco dell'abside della chiesa di San Domenico Maggiore. È un'importante piazza della città perché, storicamente, rappresenta il limite orientale delle mura greche di Neapolis. Questo luogo, nei secoli, ha assunto molteplici ruoli, da quelli politici a quelli commerciali finanche a quelli occulti, data la vicinanza della cappella Sansevero. Lo slargo ospita la basilica di San Domenico Maggiore. La facciata della basilica è caratterizzata da un'evidente influenza orientale; è accompagnata dall'omonimo obelisco di Francesco Antonio Picchiatti ed è inoltre circondata da palazzi monumentali.
36) Piazza San Gaetano Piazza San Gaetano è una storica ed importante piazza di Napoli e corrisponde all'antico Foro greco-romano della città[21]. La piazza in epoca greca ospitò l'Agorà e in quella romana il Foro. Oggi, ai suoi margini, sono situati due edifici religiosi di estrema importanza cattolica e artistica: le basiliche di San Paolo Maggiore e San Lorenzo Maggiore. In questa piazza si riunivano le dodici fratrie del popolo; qui si ricevevano gli ambasciatori stranieri per trattare la pace o la guerra; qui il popolo napoletano accorreva in armi al suono delle campane, per respingere i Longobardi e i Saraceni.
37) Piazza Sannazaro Piazza Sannazaro è una delle piazze più suggestive di Napoli, grazie alla presenza della fontana della Sirena, alla cui realizzazione partecipò anche un giovane Francesco Jerace[22]. Si trova tra Mergellina e Piedigrotta.
38) Piazza Sisto Riario Sforza Storico slargo posto alle spalle della chiesa cattedrale di Napoli, su via dei Tribunali. La piazza è circondata inoltre da storici palazzi monumentali e dal complesso del Pio Monte della Misericordia. Domina il luogo la guglia di San Gennaro, eretta da Cosimo Fanzago su diretta espressione di volontà da parte dei napoletani, che decisero di inaugurare dopoun monumento dedicato al santo patrono della città, dopo l'ultima eruzione del Vesuvio avvenuta nel 163.
39) Piazza Salerno Piazza Salerno è una delle piazze più recenti di Napoli. Lo slargo è situato nel centro direzionale della città, la prima cittadella di grattacieli d'Italia e dell'Europa meridionale[24] opera di Kenzō Tange, alla cui realizzazione parteciparono anche importanti architetti come Renzo Piano.
40) Piazza Sette Settembre
Piazza Sette Settembre è una delle piazze più importanti di Napoli. Il 7 settembre 1860 proprio da qui Giuseppe Garibaldi annunciò l'annessione del Regno delle Due Sicilie a quello d'Italia. Su di essa insistono il palazzo Doria d'Angri e l'imponente facciata della basilica dello Spirito Santo.
41) Tondo di Capodimonte Il tondo di Capodimonte è una piazza di Napoli, situata nel quartiere Stella alla fine del corso Amedeo di Savoia e all'inizio della via di Capodimonte. Viene detto in tale maniera per via della sua pianta ovale, appunto chiamata popolarmente tondo. Fu progettato nel complesso dei lavori di realizzazione della nuova strada che avrebbe collegato il centro cittadino con la reggia di Capodimonte. I lavori furono affidati ad Antonio Niccolini.
42) Piazza Trieste e Trento La piazza, confinante con la celeberrima piazza del Plebiscito, ha una forma asimmetrica ed angolosa. Lo slargo ha la denominazione attuale grazie ai Savoia. Ospita la seicentesca chiesa di San Ferdinando e la fontana del Carciofo. Nel palazzo al n. 48 ha sede il Museo "Giuseppe Caravita Principe di Sirignano", dedicato agli artisti napoletani di Ottocento-Novecento. Lo storico Caffè Gambrinus, ai margini della piazza, conserva le decorazioni create da alcuni importanti artisti napoletani di fine Ottocento (ma anche di Gabriele D'Annunzio e di Filippo Tommaso Marinetti)[26].
43 Piazza Vanvitelli
Piazza Vanvitelli è la piazza centrale del Vomero, una delle più importanti costruite alla fine dell'Ottocento nell'ambito dei grandi interventi di Risanamento e ampliamento della città di Napoli. Dedicata al celebre architetto napoletano Luigi Vanvitelli a cui si devono la reggia di Caserta, il foro Carolino e la basilica della Santissima Annunziata Maggiore, è caratterizzata ai suoi lati da edifici in stile neorinascimentale, molto in voga in questa zona del quartiere. Originariamente al centro della piazza era collocata una fontana in granito e piperno, poi rimossa per la costruzione dei binari del tram.
44) Piazza della Vittoria
La piazza è denominata della Vittoria perché, secondo i vincitori della battaglia di Lepanto, fu la Madonna ad intervenire per il buon esito. Fu la figlia del comandante di una delle flotte cristiane a volere la costruzione dell'omonima chiesa che sovrasta la zona meridionale appunto dello slargo. La piazza è una delle più belle di Napoli; a nord, su di essa, sono poste le statue neoclassiche della villa Comunale (prima dell'unificazione italiana villa Reale), mentre nella parte orientale si trova il palazzo Ravaschieri e il vanvitelliano palazzo Calabritto. Invece sul lato della piazza che affaccia sul mare, la cosiddetta colonna spezzata ritrovata presso il campanile della cattedrale di Napoli venne qui collocata nel 1914 in memoria di tutti i caduti del mare.
venerdì 18 ottobre 2024
i grattacieli di Napoli
43^ puntata delle curiosità di Sasà ‘o Professore
Un’altra eccellenza napoletana da primato, verificata dallo sviluppo in verticale, complice anche la scarsità di aree edificabili, è proseguito ininterrotto durante tutto l'arco del '900, fu la Torre Telecom Italia) il più alto grattacielo italiano, avendo superato l’altezza dei 100 metri. Infatti tra gli anni ottanta e novanta, nell'ambito di una vasta opera di riqualificazione di un'area dismessa di Poggioreale, quartiere di Napoli, si è vista la costruzione del primo gruppo di grattacieli d’Italia e dell’Europa meridionale: il Centro Direzionale di Napoli con circa 15 grattacieli, di altezza compresa tra i 129 e i 70 m.
Una lista dei grattacieli più alti di Napoli ordinati per altezza. generalmente si intende quella strutturale, dal piano stradale al tetto, che tengono conto delle strutture sommitali quali pannelli, antenne, guglie, esistono nella nostra città.
Il grattacielo più elevato di Napoli, quindi, è la Torre Telecom Italia, alta (129 m).
Insomma l’elenco dei grattacieli più alti di Napoli, sono 15 , di cui almeno, 13 sono stati costruiti nel “ Centro Direzionale di Napoli”. mentre gli altri 2 grattacieli furono edificati uno a Via Medina e l’altro nel complesso ospedaliero universitario, sito tra i borghi di Ponte Caracciolo e Santa Croce, della circoscrizione di Chiaiano.
Tali edifici di elevata altezza sono:
1)Torre Telecom Italia, alta 129 metri, comprende 33 piani, la costruzione fu completata il 1995 e fu solo sede di uffici. 2)Torre Enel I, alta 122 comprende 33 piani, la sua edificazione avvenne il 1996. e fu solo sede di uffici.
3) Torre Enel II, alta 122 comprende 33 piani, la sua edificazione avvenne il 1996. e fu solo sede di uffici
4)Torre Francesco, alta 118 comprende 34 piani, la sua edificazione avvenne il 1996. e fu solo sede di uffici 5)Torre Saverio, alta 118 comprende 33 piani,a sua edificazione avvenne il 1996. e fu solo sede di uffici 6)Torre del Consiglio Regionale della Campania, alta 115 comprende 29 piani, la sua edificazione avvenne il 1996. 7)Torre del Tribunale di Napoli, alta 112, 5 metri comprende 29 piani, la sua edificazione avvenne il 1996, per solo uffici.
Ambassador’s Palace Hotel, alta 100 comprende 33 piani, la sua edificazione avvenne negli anni 1954-1957 .
9)Edifio Italgas, alto 88 metri, edificato il 1996 solo per ufffici.
10)Torre del Consiglio Regionale della Campania, alto 88 metri fu solo sede di uffici. 29 piani, edificato il 1996 a. 11) Holiday Inn Hotel, alto 82,6 metri 12) Torre Enel III, alta 75 metri comprende 20 piani, la sua edificazione avvenne il 1996
13) Torre del Secondo Policlinico di Napoli, alta 74 metri comprende 21 piani, sede di uffici e laboratori medici la sua edificazione fu completata nel il 1996
14) Palazzo del Banco di Napoli I° alto 70 metri, comprende 18 piani, sede di solo uffici 15) Palazzo del Banco di Napoli II°, alto 70 metri, comprende 18 piani, sede di solo uffici
Pertanto I due edifici dei 15 su menzionati, noti come i grattacieli di Napoli, non compresi nel Centro Direzionale di Napoli sono:
1)Ambassador's Palace Hotel, già grattacielo della Società Cattolica di Assicurazioni, è un grattacielo di Napoli ubicato in via Medina. L’Ambassador Hotel svetta sul panorama di Napoli. Il palazzo fu realizzato negli anni 1954-1957 su progetto di Stefania Filo Speziale, Carlo Chiurazzi e Giorgio di Simone per la Cattolica Assicurazioni. Esso rappresenta, di fatto, l'avvento delle moderne tecnologie edilizie a Napoli: infatti, il grattacielo, interamente in calcestruzzo armato con tompagnature di colore blu, raggiunge un'altezza di 100 metri, pari a 33 piani. Noto per molti anni come Jolly Hotel, è dal 2009 ritornato alla denominazione originaria, dopo l'acquisizione della società Jolly Hotels da parte della NH Hoteles.
Il terrazzo della sommità, diventava spesso la sala per festeggiare le prime nozze o ricorrenze particolari. L'Ambassador's Palace Hotel fu utilizzato in vari film, come Nel film di Francesco Rosi, Le mani sulla città, l'imprenditore Eduardo Nottola aveva lo studio privato nel grattacielo. Alcune scene del film Il giudizio universale di Vittorio De Sica sono ambientate nel grattacielo, in special modo sul tetto. Il film Diciottenni al sole si apre sul tetto del grattacielo, allora di recente costruzione. Il video della canzone Anema e Core di Pino Daniele è girato sul tetto del grattacielo.
2)La Torre del Secondo Policlinico è un grattacielo di Napoli, alto 74 metri, ubicato sulla collina dei Camaldoli. Comunemente è detta Torre Biologica, per la presenza, al suo interno, di vari dipartimenti di Biologia, sia Molecolare che cellulare. Progettata tra il 1963 e il 1971 da un gruppo guidato dall'architetto partenopeo Carlo Cocchia, l'edificio si presenta come un alto parallelepipedo nero composto da pareti a facciata continua nel quale s'innestano le finestre; le strisce rosse sulla facciata sono motivi ornamentali. La struttura, interamente in calcestruzzo armato, è alta 74 metri e conta 21 piani. Al suo interno vi sono principalmente dipartimenti di Biologia cellulare e molecolare, Fisiologia, Farmacologia, Igiene, Anatomia umana. Al suo interno sono esposti vari esemplari di microscopi elettronici ed attrezzature di laboratorio in disuso perché obsolete. Per salire ai vari piani vi sono dei vani scale, uno dei quali ospita due ascensori, mentre l'altro un montacarichi.
le immagini sottostanti sono Hotel Ambassodors di via Median
e la torre telecom italia alta 129 metri
Le scale di Napoli
41^(quarantunesima) puntata delle duriosità storiche di Sasà ‘o Professore
Napoli è una città piena di scale, per permettere di poter raggiungere dalle colline il centro e la costa, soprattutto, per esigenze urbanistiche. per il conglobamento di dette zone, alte collinose, ormai divenute parte integrante della città ampliata negli anni. Le scale di Napoli sono i più antichi percorsi gradinati della città e il più delle volte, nate grazie all'interramento di torrenti o sorgenti,, che un tempo scorrevano appena fuori dalla città. Questi percorsi pedonali gradinati furono spesso creati per collegare facilmente le varie emergenze monumentali, soprattutto religiose, come il sorgere monasteri, ritiri, chiese, lontano dagli agglomerati popolosi cittadini . Tali viadotti gradinati a tuttoggi sono considerati dei veri e propri capolavori urbanistici, a seguito. di espansioni fuori dalle mura. Le prime espansioni che hanno interessato le colline limitrofe, risalgono al XVI secolo. In questo periodo il viceré Don Pedro Álvarez de Toledo, oltre a creare una vasta zona esclusivamente per le guarnigioni spagnole (oggi corrispondente alla zona di Montecalvario), decise di espandere la città verso la collina del Vomero. Per collegare la città bassa e la nascente città alta vennero attuati dei congiungimenti urbanistici caratterizzati da vie gradinate. Le prime realizzazioni di questo tipo furono i Gradoni di Chiaia e le Rampe Brancaccio. L'ingrandimento della città incluse anche vaste zone fuori dalla porta di Chiaia, mentre tra la fine del XVI secolo e l'inizio del XVII secolo, anche i casali agricoli come il Vomero e l’Arenella, esterni alle mura, subirono una grossa evoluzione: che furono direttamente collegato a Via Salvator Rosa , con rampe e la zona venne chiamata da quel periodo, "strada dell'Infrascata".
Dall'altra parte della città il quartiere Chiaia, simbolo delle nuove espansioni ad ovest, fu letteralmente destinato allo svago della nobiltà partenopea e la più nota via gradinata del rione furono i gradoni di Chiaia; che ebbe il compito di agevolare la salita sulla Collina delle Mortelle. Più tardi questi gradoni vennero interrati, assumendo un aspetto di un'unica salita ripida. Tuttavia, nel luglio 2011 le istituzioni hanno deciso di ridare alla città una parte delle antiche gradinate di Chiaia. Fuori da porta di Chiaia ci fu un'espansione ottocentesca che inglobò, entro il Corso Vittorio Emanuele, le Rampe Brancaccio; servirono anche a collegare le Mortelle con la zona adiacente, congiungendosi anche con le scale del Petraio. Infine, ulteriori rampe vennero costruite e consolidate nei secoli avvenire, fino al XX secolo; ne sono un esempio quelle della zona dei Miracoli, della Salita Miradois e soprattutto il Moiariello, popolarmente detta "Posillipo dei Poveri". Da rilevare che da quando è aumentato notevolmente il traffico automobilistico, molte scale. furono interrate o trasformate in semplici disces, per dar maggior viabilità alle carrozze e alla auto. Comunque le scale, oltre a quelle più vaste e storicamente rilevanti, sono tutt'oggi esistenti, costituendo oggi come allora, un tipico elemento caratterizzante l'urbanistica di Napoli. Le 6 (sei) più note scale della città di Napoli sono, quelle che descrivono alcune di grandi e medie dimensioni e sono :
1)Salita della Pedamentina La Pedamentina è un complesso sistema di discese gradinate; con i suoi 414 scalini collega la Certosa di San Martino al Corso Vittorio Emanuele. Questa strada fu iniziata nel XIV secolo dagli architetti Tino di Camaino e Francesco de Vito ma assunse l'aspetto attuale soltanto in seguito; storicamente fu anche usata come mezzo di offesa: più volte venne dotata di sistemi di difesa contro chi intendeva assediare Castel Sant'Elmo. Oggi rappresenta un'importante testimonianza storica ed urbanistica; essa è inoltre interessante anche da un punto di vista paesaggistico, in quanto costeggia gli orti e i giardini della vicina Certosa, oltre ad offrire pregevoli vedute sulla Baia di Napoli.
2)Rampe del Petraio
Le Rampe del Petraio prendono il loro nome dalla natura estremamente pietrosa del territorio su cui sono sorte; al pari di molte altre rampe storiche della città, anche queste affondano le loro radici tra il XVI-XVII secolo. Furono costruite per collegare il Vomero al "nuovo" quartiere di Chiaia, simbolo delle espansioni fuori dalle mura. Le rampe partono dalla Certosa di San Martino (via Annibale Caccavello) e giungono al Corso Vittorio Emanuele, nei pressi del Complesso monastico di Suor Orsola Benincasa. Da tale punto si può proseguire verso le rampe Brancaccio (Via dei Mille) o verso i gradoni di Chiaia.
3)Calata San Francesco
La calata San Francesco è una via gradinata del Vomero che inizia da via Belvedere e termina in via Torquato Tasso per poi continuare fino al Corso Vittorio Emanuele sotto il nome di Salita Tasso; anticamente concludeva il suo percorso molto più in basso: raggiungeva infatti la zona costiera, includendo anche via Arco Mirelli, prima che questa venisse trasformata in una semplice discesa.
Questa lunga scalinata era già presente nel 1775, come testimoniato anche dall'antica e celebre Mappa del Duca di Noja. In origine faceva parte di un piccolo borgo fuori porta, chiamato Casale del Vomero ed era composto soprattutto da case di famiglie nobiliari e cascine rurali.
Il suo vecchio nome (La grande via che discende a Chiaia) venne soppiantato da quello attuale, perché raggiungeva il Complesso di San Francesco degli Scarioni all'Arco Mirelli.
4)Salita Cacciottoli
La salita Cacciottoli viene già citata da Carlo Celano il quale ricorda che l'attuale nome deriva da una villa sorta nel luogo, ad opera della famiglia Cacciuttoli (XVII secolo). Il percorso in questione ha avuto un ruolo urbanistico molto simile a quello assunto dalle Scale della Pedamentina, ovvero quello di collegare la Certosa di San Martino al centro storico della città. La strada è caratterizzata soprattutto da vie gradinate molto ripide. La scalinata passa anche sotto il ponte di via Girolamo Santacroce e termina il suo percorso nei pressi del ponte di Corso Vittorio Emanuele. Quest’ultima scala attualmente versa in un grave stato di abbandono e degrado[
5)Scale di Sant'Antonio ai Monti
La via gradinata in oggetto è il prolungamento di quella dei Cacciottoli. Il percorso si estende nel quartiere di Montecalvario e collega il Corso Vittorio Emanuele con Montesanto.
Le sue origini risalgono al XVII secolo e la sua denominazione trae origine da un'antica chiesa presente in questi luoghi (Sant'Antonio ai Monti del 1607). Le scalinate vennero erette per motivi urbanistici ed assunsero anche una veste monumentale, in quanto si diramavano con un andamento ripido e sinuoso e si svilupparono tra due cortine di edifici.
6)Scale del Moiariello
Il toponimo Moiariello viene da piccolo Moggio, l'unità di misura agraria (moggiariello, moiariello). Infatti tutte le pendici della Collina di Capodimonte rimandano ad una conformazione agreste e Capodimonte, dall'Orto Botanico in via Foria al Real Bosco, tra giardini, orti urbani e Parchi, viene considerato il polmone verde della città.
Altre scale importanti
- Scalinata di vico Santa Maria delle Grazie (Tondo di Capodimonte)
- via Cupa Vecchia (nei pressi di piazza San Leonardo al Vomero)
- Salita Ventaglieri
- Scale in vico Bernarndo Celentano (quartiere Sanità)
- Scalone monumentale di Montesanto
- Gradini Paradiso
- Pendino Santa Barbara
- Calata Santi Cosma e Damiano
- Salita Villanova
- Gradini Capodimonte
- Salita Scudillo
- via del Serbatoio allo Scudillo
- Scala San Pasquale
- Gradoni di Chiaia
- Gradini Francesco D'Andrea
- Scalinata di via Alessandro Telesino dette Scale di Marruccella
- Scale pallonetto Santa Lucia
Esistono
anche due scale famose, che avevano il compito,
un tempo non molto lontano, di superare un dislivello all’interno
della città, attualmente chiuse in attesa di un necessario restauro e sono 1) La scala a San Potito, che supera un
dislivello all’interno della città., è fatta di gradini e di pianerottoli.
Difatti è l’accesso ,come entrare in un palazzo, per cui i
residenti della zona lo chiamano
“Palazzo Spuntatore”, perché spunta in due strade diverse. Salendo fino in
cima, dove normalmente dovrebbe trovarsi l’ultimo piano, troviamo invece un altro portone di ingresso
e sbuchiamo in una nuova strada, pertanto si entra dalla strada
di via Enrico Pessina e si esce da un’altra, al parapetto di via San Potito. in modo che se ci si
affaccia, si vedrà l’ingresso delle scale su via Pessina.
Un tempo è stato rifugio in tempi di guerra, come è
riportati in un libro scritto da Luigi Incoronato, grande scrittore ingiustamente
dimenticato. In questo libro descrive con inimitabile potenza
quell'umanità terribile e dolente che si viveva durante le 4 giornate di
Napoli,
Insomma
questa è Napoli è meravigliosa, poiché è tutto e il contrario di tutto,
infatti, una scala, che in realtà è un palazzo, un ingresso, che in realtà è
anche un’uscita.
2) L’altra scala è quella di via Acton, che porta da via Acton a Piazza del Plebiscito, pure necessaria per superare il dislivello stradale, ma è attualmente chiusa, perché è ridotta ad una vergognosa pattumiera, dopo il restauro della Galleria Vittoria, aperta al traffico della città di Napoli nel 1929 durante il Regime Fascista e divenne la più imponente d’Europa. Infatti è Lunga 609 metri,, larga 36 e alta 2. La Galleria della Vittoria è un importante snodo che collega via Acton, all’altezza del Molo Siglio, con l’incrocio tra via Chiatamone, via Morelli e via Arcoleo.
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