‘A APPIZZATA (l’Infilata)
La generazione Chiaianese del dopoguerra, non aveva tante possibilità di utilizzare tecnologie complicate a disposizione, poiché non avendo mezzi economici per ottenerle, utilizzava ciò che poteva trovare facilmente per fare i propri giochi, come funi, cerchione di vario diametro, ferri degli ombrelli rotti per farne archi e frecce, spesso in loro mancanza si accontentava per giocare le pietruzze o le nocciole, da lanciare in piccole buche scavate, senza farle uscire dalle stesse nel lancio. Il gioco, però, più accattivante era: “Appizzata”, termine tradotto in lingua italiana, “infilzata”, che i venditori di fichi d’india, le note “ficurinie ”, organizzava per vendere e far gustare questi rinomati frutti.
Il gioco della “Appizzata” consisteva nel cercare di infilzare quanti più frutti (i fichi d’india, ‘e ficurinie) possibili con un coltello appuntito del “Ficurinaro”, lasciato cadere in verticale dall’altezza della propria cinta dei pantaloni su una cassetta di fichi d’india. Il prezzo della “Appizzata" era fisso (una moneta da 5 lire per un lancio o una da dieci a getto continuo, finché s'infilzavano e si riuscivano a portare i frutti (i fichi d’india) infilzati fuori dalla cassetta). La quantità delle “ficurinie infilzate” poteva essere mangiate prontamente, poiché sbucciate con maestria dal venditore, il noto “Ficurinaro”. Ormai è un gioco che non è più svolto e con esso anche le capacità della propria abilità, prendendo il sopravvento dei nuovi gusti di divertimento. I giochi cambiano nel tempo e aboliscono quelli come “Appizzata” della tradizione di un'epoca. Importante per suscitare un nuovo tipo di divertimento, l’evoluzionismo, è diverso dalle vecchie incruente tradizioni. Poiché genera giochi cruenti, quando utilizza armi che distruggono o provocano morti.
Nessun commento:
Posta un commento