Guardando
quelle foto attentamente e ricordando i terribili momenti di lotta
impari delle popolazioni locali, Chiaiano, Marano, iniziati il
pomeriggio del 23 maggio 2008 e continuati con una veglia nei presso
della rotonda (La Rosa dei venti meglio conosciuta come la RotondaTitanic),
che manifestavano democraticamente il loro disappunto; si trovarono
contro uno schieramento antisommossa di forze dell’ordine, che, per
dissuadere la protesta, dovevano imporre, utilizzando l’uso di bombe
lacrimogene e maneggiando manganelli con cariche senza guardare in
faccia ne donne, ne bambini. Il provvedimento legislativo, che
prevedeva il sito dello sversatoio dei rifiuti di Napoli, nelle dismesse
cave di Chiaiano, era stato indicato dal Commissario Governativo per i
rifiuti di Napoli, pro tempore, Gianni De Gennaro.
Provvedimento,
poi, sancito con decreto legislativo dal Governo, (Dicastero Prodi,
alla fine del suo mandato governativo, perché sfiduciato), e poi
adottato definitivamente da quello immediatamente successivo, il
Governo Berlusconi, e senza sentire nessuna ragione, alla fine, dopo
aver imposto di nuovo il defenestrato commissario governativo e
nominato questa volta responsabile della protezione civile, il dott.
Guido Bertolaso. Decreto firmato e promulgato, infine, con la scusante
dell’emergenza dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano, che
permetteva la scellerata scelta senza battere ciglia, (questo ultimo pur conoscendo già il sito, che in altri momenti, aveva apprezzato esaltando le meraviglie del luogo)
mi feci trasportare da quelle immagini in un fantastico sogno irreale
ed improvvisamente mi trovai catapultato ad assistere ad una mini
assemblea di Santi protettori delle Comunità della zona Nord di Napoli,
in cui ricadeva la discarica, quasi fosse un'insolita riunione di
condominio, che si teneva lassù in cielo, presieduta per competenza
territoriale dal Santo protettore per antonomasia della città di Napoli,
San Gennaro; che andrò a raccontarvi.
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Statua di San Gennaro Patrono della città di Napoli
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C’era
un tavolone rettangolare ed al centro presiedeva, come detto prima San
Gennaro l’assemblea, nelle sedie alla sua destra c’erano: San Nicola di
Bari – Patrono della chiesa di Polvica di Chiaiano, rappresentante i
parrocchiani di quella località, San Giovanni Battista, Patrono
Ufficiale della parrocchia di Chiaiano centro, assistito dai Santi
Compatroni Chiaianesi, San Raffaele Arcangelo e San Michele, il santo
della cappella di piazza Margherita (piazza detta ‘e mieze ‘o furno),
nelle sedie di sinistra trovavano posto San Castrese, rappresentante la
comunità del circondario della parrocchia di Marano, coadiuvato dal
Compatrone maranese, la Madonna del Poggio Vallesana, più in là sedeva
San Biagio, venerato a Mugnano di Napoli, coadiuvato dalle Suore del
Compatrono, il Sacro Cuore di Gesù Eucaristico, ed infine s’intravedeva
quasi in fondo Sant’Alfonso Dei Liguori, in rappresentanza della
comunità dei fedeli di Marianella – Piscinola. Insomma la riunione era
costituita da tutti i Santi Patroni e Compatroni delle comunità della
Zona Nord Napoletana, quasi a rappresentare i paesi attraversati a monte
ed a valle dalla strada provinciale Santa Maria a Cubito.
I SANTI PATRONI E COMPATRONI DI CHIAIANO |
Patrono di Polvica- Chiaiano |
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Statua di San Giovanni Battista a Chiaiano |
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Statua di San Raffaele Arcangelo a Chiaiano |
| San Michele Arcangelo, compatrono di Chiaiano
I Santi Patrono e Compatrono di Marano
San castrese, ( patrono di Marano di Napoli)
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Patroni e compatroni di Mugnano di Napoli
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San Biagio patrono di Mugnano di napoli |
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Sacro Curore di Gesà Compatrono di Mugnano di Napoli
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Patrono di Marianella
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San'Alfonso Maria dei Liguori patrono di Marianella
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Nell'ampio
salone, dove si svolgeva questa insolita assemblea erano situati, come
in un grande teatro, scranni tutto intorno, affinché si potesse
assistere alla discussione da dibattere (Ordine del Giorno :
Discarica Del Poligono di tiro a Via Cupa dei Cani sua definitiva
chiusura e inizio eventuale bonifica del territorio).
Data
l’importanza, c’era assiepato nel salone una moltitudine di anime, come
spettatori (tra le anime dei morti presenti, v’erano quelli della zona
degli ultimi decenni, che erano interessate a conoscere di che si stava
discutendo, anche se non potevano intervenire, non volevano perdersi la
decisione finale che avrebbero adottate tutti insieme, i venerati santi
della Zona nord di Napoli, i quali si erano riuniti per non perdere
ognuno la fama e la propria venerazione che ricevevano dai loro
protetti.
Tra
le anime, che s’accalcavano nella sala ad assistere al dibattito,
riconobbi , in prima fila, i miei fraterni amici e compagni, giunti
lassù da poco tempo, Peppe Miniminor, (alias Giuseppe Montesano),
Rafele Martino, (alias Raffaele Martino, 'o cumenestone 'e Santacroce)
l’avv. Giuseppe Carendente Giarrusso, il combattente ex sindaco di
Marano) i quali, vistomi spaesato, mi affiancarono e mi chiesero come
mai mi trovassi lì, pur non essendo ancora defunto.
“Mi
fa sommo piacere rivedervi! Non vi siete dimenticati dei vostri
paesi natii, quando siete stati sulla Terra? V'interessa la
discussione!” Risposi alla loro domanda e mi schernii affermando: “ vi
ricordate quante battaglie che abbiamo fatto insieme a Chiaiano, a
Marano! Sono solo di passaggio, ma se le cose di laggiù continuassero,
come stanno procedendo, e se nessuno quassù prendesse a cuore le
invocazione di aiuto delle Genti, che vivono nei pressi dell’ingiusta
apertura della discarica, sarei stato anch’io tra di Voi fra non molto.”
Il
facente funzione di segretario dell’assemblea, San Giuliano, patrono di
Giugliano in Campania, con un campanello stridente intimò di far
silenzio, perché , di lì a poco iniziava la seduta della speciale
adunata, pertanto, era intento degli astanti tutti zittire, se si
volesse partecipare alla discussione dell’ordine della seduta da
dibattere e di giungere e definire appropriate conclusioni, come
invocate dai preganti del territorio della zona dei paesi a nord di
Napoli, (Chiaiano , Polvica, Marano, Mugnano, Marianella).
Improvvisamente
si fece largo tra coloro, che stavano lì come uditori, l’anima di un
nuovissimo defunto, Napolano Salvatore, (per chi non lo conosceva era,
il compagno operaio elettricista di Chiaiano, che lo potevi
incontrare sempre a tutte le feste del partito comunista, di
rifondazione ed infine del pdci con la sua brava pinza da elettricista
sui fianchi a guisa di un cawboy ed a tutte le manifestazioni, per
ribadire i diritti inviolabili, dei lavoratori, sanciti dalla nostra
Costituzione repubblica. che si facevano dalle nostre parti. Nato e
vissuto a Chiaiano fino alla pensione nella casa paterna al corso
chiaiano n. 6. L'ultima residenza era stata Giugliano in Campania,
quando si risposato, e dove si era poi spento), chiese di parlare ed
informare i membri della riunione, perché proveniva proprio da quei
luoghi delle ultime vicende sul grave problema dei rifiuti a Napoli e
dove aveva partecipato attivamente.
Il
presidente dell’assemblea, San Gennaro, prima di dare inizio alla
discussione, sentito per un attimo i Santi patroni delle Zone
interessate alla discussione convenuti, e non avendo alcuna opposizione,
dette la parola a Napolano, pregandolo d'essere breve e di attenersi ai
fatti senza fare la storia dei Rifiuti di Napoli, che era iniziata più
di venti anni prima, ormai nota a tutti specie a a quelli di lassù. “
Tori
Tori, così era anche conosciuo il Napolano, iniziò a dire: “ Come tutti
sanno, ormai sono stato inumato proprio a Chiaiano in quel camposanto,
nella nuova cappella dell'arciconfraternita, che guarda la famosa Selva
di Chiaiano e vi posso assicurare che non è più un luogo piacevole di
assoluto riposo, come potrebbe apparire a prima vista, com’era un tempo,
un cimitero degno di morti privilegiati, dove regna l’ordine, la non
confusione del sovraffollamento e dove si può ricevere ogni giorno
compresi festivi, le requiem religiose e la visita dei parenti più
stretti con i doni floreali tra i più belli, duraturi e freschi”.
“In
queste ultime ore mi sono dovuto ricredere, non è così, e anche le
visite dei miei cari sono diventate molto rare, perché dalla discarica
di fronte a noi arriva un olezzo, ma che dico un fetore indescrivibile
di materiale putrefatto, dicono il gas sprigionato dai rifiuti umidi “
il tal qual “, che pergolano”.
“Basta
così! “, Si sovrappose la Voce squillante del presidente
dell’assemblea, San Gennaro, che dette per primo la parola a San Nicola ,
in qualità di proponente la Riunione, rappresentante i cittadini di
Polvica, (frazione di Chiaiano, forse la più vecchia comunità della
zona), che riprese la questione del fetore, che proveniva dalla
discarica ed inizio a dire:
“Non
meritavamo di essere trattati cosi! Gli abitanti della mia parrocchia,
sono stati, gente semplice, lavoratori laboriosi, sempre additati come
benpensanti, ligi e rispettosi delle leggi, hanno accettato il
sovraffollamento con l’insediamento della 25/80, (costruzione delle case
di residenza-popolare, dopo il terremoto del novembre del 1980) che
avrebbe comportato necessariamente un nuovo complesso scolastico,
sarebbe occorso anche un nuovo ufficio postale ed una scuola superiore
pubblica più efficiente, senza mai lamentarsi. Tutto questo non c’è mai
stato dato, solo sulla carta, se ne sono sciacquato la bocca e lavate le
mani le varie giunte comunali, che si sono succedute nel tempo. Dirò di
più, anzi negli anni ’90 volevano propinarci i cosiddetti “ Fos “, (Era
commissario di governo al problema dei rifiuti, l’afragolese Bassolino
con il sub-commisario Paolucci, ex assessore alla polizia urbana del
comune di Napoli), in compenso promettevano che avrebbero realizzato
poi un parco attrezzato. Intanto, dopo aver subito il fetore del
bruciamento della gomma, che guarnisce il filo elettrico per ricavarne
del rame, attaccato ai materiali di risulta, proveniente
dall’abbattimento delle famose “Vele di Scampia”, che erano stati
depositati, (non si è mai saputo per voler di chi), nel verde
lussureggiante della Selva di Chiaiano, nelle cave dimesse. Eccoti di
nuovo il fetore, ora quello dei rifiuti indifferenziati, il cosiddetto
“tal qual”, che proviene dalla discarica di Chiaiano, (la cosiddetta
discarica di Napoli), quella che si trova vicino agli ospedali della
collina del Camaldoli. Non se ne può più. I miei parrocchiani m’invocano
di fare qualcosa, per eliminare questo enorme disagio, miei cari santi
colleghi patroni, discutiamone e troviamo tutti insieme una giusta
soluzione, visto che laggiù i diretti responsabili di questa iattura,
non ascoltano nessuno”. All’improvviso si fa un gran chiasso attorno al
tavolo della presidenza, grida, minacce, varie anime si ribellano e
vogliono tutte quante intervenire per dare man forte a San Nicola e
spingere gli altri patroni della zona a prendere una seria decisione,
affinché la discarica sia chiusa e si passi alla bonifica dei terreni
per farla finita con quel olezzo nauseabondo, prodotto dal percolato.
San
Gennaro, sovrastante con la sua autorevole voce, l’assemblea, invita
alla calma e dà la parola a San Castrese di Marano, che si era
precedentemente iscritto a parlare.
San
Castrese, inizia il suo intervento dicendo : “ Cari santi colleghi
patroni della Zona Nord, vi posso assicurare, me ne testimone la
Madonna di Vallesana, che anch’io mi lamento del Fetore che, quando c’è
il vento proveniente dal mare, arriva fino alla mia parrocchia al centro
di Marano e lungo la Via dei Cani lambendo Corso Europa e Via Falcone.
Ho
saputo che volevano aprire un’altra discarica, in località Quarto di
Napoli, ma non ci sono riusciti, perché, come avvenne a Terzigno, la
popolazione locale con il sindaco in testa, ha invocato la loro santa
patrona, Santa Maria libera nos a scandalis, che immediatamente si è
fatta sentire presso Chi Di Dovere, è la prospettiva è stata subito abbandonata.
Quindi
sole le sante patrone riescono ad esaudire le giuste invocazioni dei
loro imploranti, mi domando? Noi, solo santi protettori maschi, non
siamo " nessuno"! Forse non contiamo nulla! Non ci facciamo valere
presso Chi decide! Quelli di Terzigno, Bosco-Trecase, Pompei, son
riusciti nel loro intento, la loro Santa Patrona, Santa Maria della
Neve, Santa Virginia, ha scongiurato l’apertura di una nuova discarica,
quella di cava Vitiello, esaudendo l’invocazione dei suoi parrocchiani,
mentre a noi nessun ci ascolta, perché non sappiamo farci valere?
Uniamoci e andiamo in delegazione da Chi Di Dovere, e vediamo se
la spuntiamo, affinché sversatoi, non se ne devono più fare e si passa
una volta per tutte alla raccolta differenziata dei rifiuti, così si fa
anche il riciclaggio delle materie prime, che servono sempre e sono in
fase di esaurimento “. “San Giuliano prendete atto e scrivete, così
come sono dette le cose, perché dopo dobbiamo rendicontare il tutto
dettagliatamente all’ Onnipotente, che deciderà come sempre per il
meglio”. Così riprese a dire il presidente dell'assemblea, San Gennaro.
Rivolgendosi al segretario della riunione e dette poi la parola a San
Biagio, quale rappresentante delle genti di Mugnano, che invocando le
sue prerogative di protettore delle vie respiratorie e dell’apparato
otorino laringoiatra, insistette a dire e perorare un imminente rimedio
“la chiusura della discarica, altrimenti di li a breve si sarebbero
avute una quantità incommensurabile di malattie all’apparato
respiratorio con relative complicazioni bronco polmonari di non facile
cura e guarigione.
Inoltre,
si sta venendo meno al patto che la discarica sarebbe servita (a detta
del buffone di turno che governa la meravigliosa nazione , Italia, e
quelli della sua corte di irresponsabili ed incompetenti) per appena due
anni e al terzo si passava alla sua bonifica per ripristinare il
territorio e riqualificarlo. Nulla di tutto questo sta avvenendo, al
contrario, si continua a sversare. La spazzatura, intanto non è
raccolta dalle strade e così si riesce a dare un’immagine di sporcizia,
di rassegnazione e noncuranza del popolo napoletano, che non è vera,
come se la colpa di questa inefficienza non fosse esclusiva competenza
di chi comanda la città. Pertanto assistiamo al solito scaricabarile,
così assistiamo alle varie accuse tra di loro addossate ai vari gradi
del potere, ( il comune accusa la Provincia, a sua volta la Regione, e
tutti indicano il colpevole, il governo nazionale che non stanza i
fondi per risolvere al meglio il servizio di nettezza urbana).
E’
veramente uno spettacolo vergognoso, dopo gli anni bui del laurismo,
del paternalismo raccomadatorio democristiano, si ebbe una tregua con
il cosiddetto Rinascimento napoletano iniziato alla metà degli anni
settanta con il Sindaco comunista, Maurizio Valenzi, e poi dopo una
transizione di vari Sindaci , che s’alternavano ogni quattro mesi , si
giunse all’ascesa al potere del sindaco eletto direttamente dal popolo,
Antonio Bassolino, ma è stato tutto un bluf, dopo la lavata di faccia
della città in occasione del G7 , poi divenuto G8, perché la città è
stata abbandonata a se stessa, facendo imperare il motto “ tiramme
annanze, tiramme a campà.” San Biagio infine concluse :
“Vi
sembra poco! Mie care anime presentii, mio caro presidente! Pare che
non ci sia via d’uscita! Chi dovrebbe decidere, ha paura di farlo, e
per non compromettere il consenso che gli deve arrivare alle prossime
consultazioni elettorali, quando, alla fine, decide fa solo danni, e
speriamo che non diventino irreversibili.”.
Dagli
scranni delle anime presenti, come uditori, inizia una rumorosa
contestazione con grida assordanti ed applausi per l’ultimo intervento,
(quello di San Biagio, il patrono di Mugnano) che dicevano pressappoco
così: “ Chi si aspetta a chiudere questo sito di sversamento di
rifiuti (Tal Qual) con il fenomeno infernale di odori maleodoranti,
che minano la salute delle genti locali. Che deve succedere ancora? La
gente di Chiaiano e Marano e Mugnano non si arrendono e non vogliono
convivere con quel fetore e poi, c’è la possibilità prevedibile
dell’inquinamento della sottostante falda acquifera”.
“Calma
,calma, non stiamo al mercato!” Fece rintronare la sua autorevole voce
San Gennaro, che, fatto zittire tutti, chiese ai compatroni presenti se
c’erano altri testimoni da ascoltare, poiché, se non ce ne fossero
stati altri, si doveva procedere a stilare un apposito dettagliato
documento da approvare e sancire cosi la decisione finale emersa dalla
discussione, per sottoporlo al giudizio definitivo dell’Onnipotente,
che avrebbe dato l’assenso per far procedere ad un’immediata chiusura
della discarica del sito di Chiaiano.
Quando
si stava quasi per chiudere ed iniziare a procedere alla stesura degli
atti, con fare allarmante irrompe nella sala, quasi senza chiedere
permesso, ed inizia a parlare ed a farsi ascoltare dicendo :
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Vincenzo De Falco, il creatore della capanna e del container del Presidio Permanente " No alla discarica di Chiaiano - Marano "
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Presidio Permanente allestito e voluto da Vincenzo De falco |
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Momenti dell'allestimento del Presidio permanente " Jatevenna " presso la rotonda Titanic di chiaiano -marano opera di ( Vincenzo De Falco, Ferdinando Kaiser, Samuele Migliaccio)
|
“
vengo or ora dalla zona della discarica, non mi sono ancora presentato,
scusate!- Sono deceduto stamattina, mi chiamo Vincenzo De falco, anzi
sono noto come “ don Vicienzo ‘o creatore do’ presidie” per vostra
conoscenza sono quello, che è stato l’artefice di aver realizzato dal
nulla, prima una capanna, con tubi innocenti, improvvisata, poi con
l’aiuto di tutti gli insorti, noti come i briganti dell’opposizione
all'apertura della discarica, ho realizzato un presidio permanente vero
e proprio, consistente in una casupola fatta da un cointainer ed un
recinto coperto, dove i miei compagni inarrendevoli, trovano riparo
durante le riunioni per difenderci dal vento e dalla pioggia nel
periodo invernale. La gente è sfiduciata, ma non rassegnata, siamo
d'esempio per tutti coloro, che non desiderano subire sorprusi, siamo in
collegamento via internet con tutti coloro, che con manifestazioni
pacifiche vogliono far vivere ancora una volta la democrazia, la
libertà, la dignità offesa e calpestata dalla cattiva politica e dal
malaffare. Siete ancora in tempo a rimediare prendendo una giusta
soluzione, proponendo al Signore, per sempre la chiusura delle
discariche e suggerendo di far inculcare a chi detiene il potere che un
altro modo esiste per smaltire i rifiuti : il riciclaggio, il
compostaggio dell’umido per farne fertilizzante, la raccolta porta a
porta lo sbriciolamento delle materie non riciclabili, trattate, poi,
per farne laminati per pavimentazioni od altro”. “Grazie del vostro
contributo Signor De falco, Esclamò Il presidente dell’assemblea; San
Gennaro. “ i vostri suggerimenti sono veramente soddisfacenti, perciò
San Giulià, avete annotato! Per alzata di mano passiamo
all’approvazione della soluzione invocato dal Santo patrono di Polvica ,
San Nicola “ la chiusura e la bonifica della selva dove è ubicata la
discarica”. San Gennaro Gridò: “ Siamo tutti d’accordo. Contiamo! Invito
i Compatroni presenti a verificare la conta e visto che tutti sono
d’accordo all’unanimità, dichiaro approvato quanto discusso e formuliamo
la delegazione per presentare la decisione a Chi Di Dovere.
In
cuor mio, senza profferir parola, e tutto contento, mi svegliai e capii
, però, che era solo un sogno. M'auguro che a breve diventi realtà non
solo per continuare a respirare la frizzatina arietta che proviene dalla
collina dei Camaldoli , ma soprattutto per preservare la lussureggiante
campagna collinare della stupefacente bellezza del sottobosco della
selva di Chiaiano per i posteri.
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Squarcio della selva di Chiaiano - la famosa grotta del Brigante |
Gli angeli che si prodigarono nelle manifestazioni antiapertura
della discarica di Chiaiano |
Padre Alex Zanotelli dell'ordine dei missionari comboniani di Verona
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Padre Alex Zanotelli dell'ordine dei missionari comboniani di Verona
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Prof. Ortolani , geologo che partecipò contro la discarica di Chiaiano |
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Visita alla cava della discarica di Chiaiano |
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impedita alla On.le europea Monica Frassoni ed all'on.le Franco Barbato
accompagnati dal sindaco di Marano
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Dott.Gerardo Ciannella Dirigente Medico e Docente pnemologo presso Ospedale Vincenzo Monaldi
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Dott.Antonio Marfella Tossicologo ed oncologo presso 'Istituto Pascale di Napoli |
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I Cittadini di Marano, di Chiaiano e di Mugnano, che si ribellarono all'apertura della
discarica, noti poi come i Briganti e le Brigantesse del "Presidio Chiaiano - Marano No discarica "
( volti della gente comune partecipanti)La
canzone o meglio l'inno dei manifestanti cantato durante le varie
manifestazioni durante la protesta per la non apertira della discarica
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Ferdinando kaiser |
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testimone che immortalò con foto la storia vera della discarica
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Bandiera e sinbolo della lotta antidiscarica di Chiaiano |
Chi avrà modo di leggermi , spero di aver fatto un reportage
quanto più veritiero dell'avvenimento.
Mi perdonino coloro, i cui volti, ce n'erano tantissimi,
che non ho riportati
per puro spazio
Ringrazio i lettori, se vogliono apporvi un sincero commentoDopo
10 anni nel 2018 venendo a conosccnza forse della definitiva
tombatura della Discarica di Chiaiano i Briganti e
le Brigantesse hanno apposto una targa ricordo il 4 giugno 2018
|
Alla targa manca un nome , lo aggiungo io : il Prof. Gerardo Ciannella: |
By
Sasà '
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