lunedì 15 luglio 2024

Terza parte della seconda puntata del Processo di Piazza del Blebiscito

 

TERZA PARTE DELLA SECONDA PUNTATA DEL PROCESSO FANTASTICI DELLE STUATUE DI PIAZZA DEL PLEBISCITO

 

Dopo aver fatto zittire il pubblico, che, (man mano che passava il tempo), andava riempiendo gli spalti e l’intera piazza, perché curioso di conoscere, (come sarebbe andata a finire la vicenda della rimozione della Statua), procedetti a far iniziare il dibattimento, facendo leggere, in primo luogo, il motivo di quella solenne assise al Giudice a latere, il dott. Avv. Paolo Emilio Imbriani, che era stato sindaco di Napoli e Senatore del Regno d’Italia

La richiesta dell’esposto, consegnatomi dalla regina Maria Sofia di Baviera, ultima Sovrana del Regno di Napoli, affinché si procedesse alla rimozione dell'Ottava Statua dal Frontale di Palazzo Reale, giacché il Re rappresentato, Vittorio Emanuele II, non poteva considerarsi come Re di Napoli, mentre al suo posto era più giusto collocarvi una statua dell’ultimo Re di Napoli, Francesco II di Borbone.
L’esposto fu commentato rumorosamente, con frasi di questo genere:
Gesù! Maje nisciune ‘nce aveve fatte case! Teninne tante prubbleme, guarde ‘nu poche ‘nce avimme ‘nteressà ‘e luvà ‘na statua e metterne ‘n’ata!”
Qualcuno gridando affermava
“ E’ proprie ‘na strunzata, ma stammece zitte e vedimme comme va a fernì ?”

A destra dei banconi della Presidenza c’era il collegio della Difesa, formato da avvocati di chiara fama e soprattutto simpatizzanti del Regno unitario d’Italia dei monarchi Savoia. Avevano rivestito cariche istituzionali, come Andrea Colonna e suo figlio Giuseppe, che grazie alla loro fede monarchica e all’amicizia del conte Camillo Benso di Cavour, furono i primi due Sindaci della città di Napoli, dal Settembre del 1860 al 7/5/1864, poi seguito in tale incarico, dal Conte Guglielmo Capitelli, (che fu Sindaco di Napoli dal 17/4/1868 al 24/9/1870), il Duca di Sandonato, Gennaro Sambiase Sanseverino,(Sindaco da12/7/1876 - 27/4/1878),
Infine dall’Avv. Comm. Nicola Amore (che fu il Sindaco del Risanamento nel periodo che va dal 18 settembre del 1883 al 18 novembre del 1889).

Ognuno di essi volle prendere la parola per osannare l vari regnanti di Casa Savoia, iniziando col dire, se possiamo definirci, noi Napoletani, Fratelli d’Italia, lo dobbiamo esclusivamente al Re Savoia Vittorio Emanuele II, che a pieno titolo si poté fregiare della corona di Re d’Italia, perché con sagacia, seppe costruire l’Unità dell’intera Nazione, grazie anche all’abilità dei suoi Ministri, Massimo D’Azeglio e Camillo Benso di Cavour, quest’ultimo, poi, stratega incomparabile, riuscì ad ottenere l’appoggio diretto dei francesi ed indiretto degl’inglesi nella realizzazione dell’Impresa, avvalendosi soprattutto del condottiero Giuseppe Garibaldi, il generalissimo, che liberò Napoli e l’intero regno delle Due Sicilie dalla dominazione borbonica, che tanti lutti aveva procurato alle sue genti. Non si può non ricordare le stragi, le fucilazioni e le decapitazioni dei martiri della Repubblica napoletana del 1799, le repressioni dei morti del 1820 e del 1821, nonché le barricate e le barbarie subite dagli insorti per ottenere la costituzione nel Maggio 1848, divenute famose, come l’espressione “si nun 'a fernite, facce succedere ‘o Quarantotto”

 



Tutto ciò fa sì che la statua dell’ottava nicchia del frontale spetta a Vittorio Emanuele II , che a giusto titolo fu definito il Re Galantuomo ed alla sua morte “ il Padre della Patria “

 

 

La statua fu voluta dal figlio Umberto I,




Descrizione: https://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTxuCKvgMYA7Vq47NRMd2lGedStkoPBUv8Rksqxu5c9l1zm_cctbw

Umberto I di Savoia , Re d'Italia

                             

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Margherita di Savoia, R

                                                                                                                                                      

 

che insieme alla moglie (la regina Margherita per la quale la Pizzeria Brandi, dedicò la sua fortunata pizza tricolore, con pomodoro, mozzarella e basilico, da cui poi ha preso il nome “ La Pizza Margherita) soggiornò nella nostra città spesso, perché n’era innamorato e si prodigò tanto per alleviare le sofferenze della povera gente durante le nefaste vicende del Colera del 1874 e col suo volere si dette vita al cosiddetto Risanamento Napoli, che consistette nello smembramento della città di inutili vicoli malsani, che sfociavano in sozzi palazzi e casupole per depositi, utilizzate invece per dormitori ed abitazioni, che prive di servizi igienici, s’impregnavano di un fetore insopportabile. (Erano per lo più situati questi dormitori nelle vicinanze del porto ( i cosiddetti Fondaci in napoletano ‘e Funnache ).

 



Re Umberto I, amante dell’arte, abbellì la città arricchendola d'imponenti Statue di marmo e di bronzo di personaggi famosi, sia per imprese storiche o, che si erano distinti in opere pubbliche e sociali, che fece erigere su imponenti piedistalli da illustri scultori dell’epoca e collocare in ogni spazio e nelle varie piazze importanti della città.

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