lunedì 28 luglio 2025

il quartiere dell'arenaccia

 

 

320 Curiosità stirica d Sasà 'o Professore

 L'Arenaccia

L’Arenaccia è una zona della Terza Municipalità e Quarta Municipalità di Napoli. Trae il nome da via Arenaccia, strada, che divide i quartieri Vicarìa, San Lorenzo e San Carlo all'Arena, su cui si estende la zona. A sua volta la via trae il nome dalle arene che ospitava in tempi remoti, quando a causa di forti piogge si trasformava in un torrente fangoso arenoso.

I confini est-ovest dell'Arenaccia sono rappresentati pressappoco da Piazza Carlo III e Corso Malta, mentre i confini nord-ovest sono rappresentati dall'inizio e dalla fine di via Arenaccia.

L'Arenaccia insieme al Vasto venne realizzata con i lavori del risanamento, per espandere la città verso Poggioreale. Un decreto regio del 25 luglio 1885 approvava infatti l'ampliamento in dieci rioni dell'abitato di Napoli (Arenaccia, Sant'Eframo Vecchio, Ottocalli, Ponti Rossi, Miradois, Materdei, Vomero-Arenella, Belvedere, prolungamento Rione Amedeo) e due rioni suburbani.

Fra gli edifici notabili della zona vi sono il Real Albergo dei Poveri, fatto costruire da Carlo III di Borbone re di Napoli (a cui è intitolata l'omonima piazza), e il Liceo classico Giuseppe Garibaldi.

altri Spazi ed edificazioni di un certo interessre sono:

Stadio Militare dell'Arenaccia

Lo stadio militare dell’arenaccia è un impianto sportivo gestito dall'Esercito Italiano a Napoli. È noto anche come Stadio Militare Albricci e si trova nei pressi della caserma militare, lo stadio venne inaugurato nel 1923 con una spettacolare quanto inconsueta competizione aperta al pubblico, consistente in una corrida in cui l'ardito spettatore avrebbe dovuto cercare di assicurarsi una coccarda tricolore (contenente 500 lire dell'epoca), precedentemente infilzata sul dorso di un toro.

Nel corso degli anni è servito ad ospitare gare ed eventi di vari sport: primo stadio casalingo del Napoli Calcio fino al 1930, è stato il velodromo all'interno del quale Fausto Coppi ha tagliato il traguardo del Giro di Campania del '56. Negli anni cinquanta, l'Albricci fu promosso a palcoscenico del rugby partenopeo: a lungo la Partenope rugby si allenò all'interno del complesso, nel quale, per decenni, si sono tenute le selezioni del C.S. Esercito e del CUS Napoli, cui partecipavano i giovani atleti da avviare ai campionati studenteschi.

Nel 1959, in vista dei IV Giochi del Mediterraneo, il velodromo è stato oggetto di lavori di ristrutturazione finanziati dal CONI che hanno permesso di recuperare l'impianto in tutta la sua estensione: una pista di atletica, una piscina coperta, una tendo-struttura di basket e volley, due campi da tennis, un campetto di calcio a cinque, una tribuna da 3000 posti, il campo da rugby e la celebre pista ciclabile.

Nel 1968 il velodromo fu teatro dell'arrivo finale del Giro d'Italia, che vide il trionfo (il primo dei suoi cinque) del belga Eddy Merckx: A tutt'oggi si tratta dell'unico arrivo finale del Giro nel Sud Italia.

Fino agli anni duemila è stato utilizzato per l'addestramento ginnico e la cerimonia del giuramento dei nuovi allievi della Scuola Militare Nunziatella, prima del suo spostamento a Piazza del Plebiscito. Ora l'impianto è gestito dall'Esercito italiano, che ne è proprietario, ma gli accordi di condivisione con alcune federazioni sportive permettono lo svolgimento della pratica sportiva ai giovani napoletani nell'atletica, nel nuoto e nel rugby.

Altro monumento dell’Arenaccia è Il ponte dell'Arenaccia, che è un ponte di Napoli, ubicato su via Arenaccia, nell'omonima zona.

Tale Ponte permette di scavalcare la strada e dirigersi verso il cimitero di Poggioreale e la Doganella attraverso via Don Bosco (il livello superiore del ponte) e via nuova del Campo. Il ponte originario è stato abbattuto e sostituito da un nuovo ponte.

Il vecchio ponte, durante il suo regno, Gioacchino Murat si era posto l'obiettivo di aprire una strada di collegamento tra via Foria e il nuovo Campo di Marte (suolo oggi occupato dall'aeroporto di Capodichino).  La strada effettivamente fu tracciata entro il 1812 da Bartolomeo Grasso e Luigi Malesci, tuttavia il Re non promosse la costruzione di un vero e proprio ponte che superasse l'alveo dell'Arenaccia, dal momento che la primitiva soluzione fu un semplice terrapieno traforato.

Re Ferdinando II° ordinò la risistemazione definitiva dell'alveo dell'Arenaccia, e nel 1836 l'ingegner Francesco Bausan progettò un piano di risistemazione dell'alveo e nel 1840 l'architetto Francesco Maria Del Giudice coordinò l'apertura del ponte.

La struttura originaria del ponte di Del Giudice era caratterizzata dalla presenza di due campate asimmetriche in tufo: quella più grande era ad arco ribassato mentre la più piccola ad arco a tutto sesto. Questa soluzione fu presa dal momento che bisognava separare la nuova sede stradale dal canalone di acque reflue provenienti peraltro da alcune industrie situate nei paraggi.

Tra il 1840 e il 1844 fu inoltre realizzata la rampa che collega via Arenaccia a via Don Bosco, su progetto di Leonardo Laghezza, che proprio nel 1840 era divenuto il responsabile per le opere da costruire nella zona orientale della città.

Il nuovo ponte

La vetustà del ponte provocava un vero e proprio imbottigliamento del traffico e la mancata manutenzione occorreva la presenza del ponte quantomeno ingombrante.

Lo sgretolamento inesorabile dei materiali di costruzione, primo su tutti il tufo che non riceve più protezione dall'intonaco quasi inesistente, rende indispensabile l'abbattimento del ponte per azzerare i pericoli che incombono sugli automobilisti e sui pedoni che tra l'altro non hanno neppure una sede protetta su cui camminare, non essendoci marciapiedi sotto i fornici.

Il Comune nel 2001 decide allora di realizzare un nuovo ponte a campata unica e ne affida la progettazione all'ingegnere e docente Antonello De Luca: i lavori, diretti dallo stesso De Luca, partono nel 2006 (sono necessari vari provvedimenti di viabilità data l'importanza dell'asse stradale che va verso l'aeroporto) e si concludono nel 2009. La circolazione automobilistica viene ripristinata un anno dopo l'inizio dei lavori, nel 2007, ad opera in corso.

Il nuovo ponte, in calcestruzzo autocompattante e lungo trenta metri, si presenta con una sola campata ad arco ribassato, rivestita da minuscole mattonelle bianche e decorata con disegni geometrici a mosaico elaborati dall'artista Mariangela Levita e ottenuti con le stesse mattonelle di diverso colore (grigio fumo, marrone scuro, beige intenso).—

 

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