martedì 30 settembre 2025

9^ puntata - Dopo il processo di Piazza del Plebiscito.- I Savoia -









9^ puntata - Dopo il processo di Piazza del Plebiscito.- I Savoia -

 


Storia  di CASA Savoia   - Umberto II°  -
 Prima parte -  il Periodo Napoletano

 

l’ incitamento di Tore castaga a proseguire                             la narrazione della storia dei Savoia

 

“Professò’ Sasà, nun ve fermate cchiù, ve ne prego!”          il buon  Castagna, m’implorò di continuare, perché era tutto intento a conoscere le dettagliate vicende, che portarono il principe Umberto a diventare il futuro Re d’Italia. “ Va bene, riprendiamo, Mio carissimo Tore, allora, stavamo dicendo la giovane coppia reale dei principi di Piemonte, Umberto e Maria Josè si trasferirono a Napoli con il consenso favorevole del Re, Vittorio Emanuele III°, esattamente il 4 Novembre 1931”.

“Dopo aver preso parte alla sfilata celebrativa del 4 novembre, (in ricordo della vittoria della 1^ guerra mondiale), che si tenne nello stupendo ed ampio piazzale, antistante la Reggia Reale, (l’attuale Piazza del Plebiscito), si ritirarono, dopo il celebrativo cerimoniale, nelle ampie sale del seicentesco palazzo reale borbonico e lì degustarono i prodotti tipici locali a base di pesce, e consumando un ricco dessert. Assistettero  poi ad un caratteristico concerto musicale, eseguito da eccellenti suonatori di chitarre e mandolini, che al loro apparire intonarono, in loro onore, oltre alla marcia reale, la canzone “ O sole mio”  cantato da un anonimo posteggiatore..

“La prima giornata napoletana fu un impatto meraviglioso, che, i futuri coniugi reali, ebbero con la città, che conservarono, poi, per tutta la vita nei loro cuori, in contrapposizione a com'erano stati trattati in modo scostante ed ipocrita, durante il loro trascorso soggiorno in quel di Torino. Il protocollo, dopo la solenne cerimonia religiosa, proseguì con un ricevimento, offerto dal Sindaco dell’epoca, (il podestà Giovanni De Reseis, Duca di Bovino) a Palazzo San Giacomo alla presenza di tutte le autorità politiche e religiose, ed infine la giornata terminò con un serata di gala al Teatro San Carlo.

“Professò’ Sasà ! Ai giovani sovrani, sono sicuro, rimasero contenti e commossi per tanto entusiasmo profuso nei loro confronti, è vero? Non vado errato, se ricordo bene, ho letto da qualche parte che si affezionarono alla nostra città”.Interloquì, il buon Tore Castagna.

Rispose immediatamente Sasà ‘o Professore al suo interlocutore ansioso, riprendendo a dire.

”Anche se tanto affetto ed entusiasmo, dal sapore prettamente partenopeo, fu apprezzato immensamente dalla coppia principesca, non andò come si potesse pensare a priori, come una scelta volontaria, ma fu solo una coincidenza del destino e poi………..”

 

“ Scusate, professò’, incalzò Tore, Allora mi volete dire che negli anni trenta, Napoli, vide la sua sfarzosa reggia rivivere i fasti del periodo seicentesco dei “Vicerè Spagnoli”, come reggia adibita a casa reale, con il soggiorno dei Principi di Piemonte.? “ M’interruppe il buon Castagna e poi m’invitò a non fare pause lunghe nel descrivere i fatti, perché, anche se non aveva quella mattina nulla di importante da fare, si stava comunque, facendo tardi, e non desiderava arrivare tardi a pranzo, era ospite a casa di parenti. Allora  Sasà riprese “ Dopo alcuni giorni, esattamente un mese, Umberto e Maria Josè lasciarono la sontuosa Reggia di Piazza del Plebiscito, che  utilizzarono, poi, solo in occasione di ricevimenti ufficiali e si trasferirono stabilmente per il loro soggiorno napoletano nella panoramica “Villa Rosebery” sulla collina di Posillipo, che affacciava sul golfo di Napoli ed era dotata di una spiaggia privata, cinta da una muraglia di massi, che la protegge da occhi indiscreti e da flussi invadenti del mare antistante”.

 ”Fu un soggiorno nella città partenopea, vissuto dalla coppia dei Principi ereditari con una benevola rassegnazione, che durò fino al 28 ottobre del 1942, quando Umberto di Savoia  fu  nominato  Maresciallo d'Italia in occasione dell'anniversario della Marcia su Roma. In quello stesso periodo si traferì definitivamente  con tutta la famiglia”.

 

“Di chi era quella villa? Mica gli sposi reali stavano in fitto!” Mi domandò in tono inquisitorio il mio buon interlocutore Castagna ed io precisai e lo feci edotto su tutto ciò che sapevo della villa, e perché fu abitata dai Principi Reali.  Sasà Incominciò col dire:

Villa Rosebery, adibita a residenza di villeggiatura e ristrutturata con eleganti appartamenti in stile neoclassico agli inizi del 1800 dagli architetti gemelli Stefano e Luigi Gasse.   La Villa si chiamò inizialmente “La Brasiliana”, quando ospitò  Donna Januaria di Braganza, (figlia dell'Imperatore del Brasile - Pietro I°), consorte del conte d’Aquila, (Luigi di Borbone, zio del Re Francesco II° –(noto come Francischiello), ammiraglio della Marina Borbonica,  fino al 1860).                                         Il conte Luigi di Borbone abbellì la tenuta e l’intero complesso della villa facendovi costruire anche un porticciolo per potervi meglio approdare dal mare. Durante l’esilio a Parigi del conte Luigi di Borbone, dopo la caduta del regno delle Due Sicilie, la villa fu venduta al banchiere francese Gustavo Delahante, che nel 1907 la rivendette definitivamente all’importante uomo politico inglese, Archibald Philip Primrose, quinto conte di Rosebery .                                                                   Lo statista inglese, Lord Rosebery, elevò la villa a dimora di riposo, dopo le sue estenuanti attività politiche da Primo Ministro Inglese, facendola diventare un’oasi di pace e di tranquillità.                                            Nel 1909, rimasto solo, a causa delle troppe spese per la manutenzione, la donò all’ambasciata britannica e la splendida villa divenne sede diplomatica e villeggiatura privilegiata di rappresentanti politici del regno britannico.                                                                           In occasione della venuta a Napoli di Umberto e Maria Josè, la villa che era stata donata  nel 1932 allo stato Italiano, diventò  da quel momento la residenza abituale di tutta la famiglia Reale, che vi trascorreva annualmente la stagione estiva.

Villa Rosebery ebbe un'importanza fondamentale per la giovane coppia del Principi ereditari di Casa Savoia, in essa la bella principessa Maria Josè diede alla luce nel 1934 la prima figlia, con immensa gioia dei nonni paterni, che sfatava i tanti pettegolezzi sulla non capacità di procreazione di Umberto. La bimba fu battezzata “Maria Pia” e tale nome fu dato anch

 

 

 

e alla villa e rimase tale fino all’arrivo degli alleati, che la requisirono e ripristinarono l’antico nome di “Villa Rosebery”.

 

 

 

Le foto sottostnti sono:

 

Piazza del Plebiscito, antistante la Reggia reale di Napoli;

 

La foto del Sindaco dell’epoca,  Giovanni De Reseis, Duca di Bovino;

 

Villa Rosebery a Posillipo;

 

Luigi di Borbone (alias il Conte d’Aquila)

Donna Januaria di Braganza, (figlia dell'Imperatore del Brasile Pietro I°), consorte del conte d’Aquila, (Luigi di Borbone)

Il conte inglese, Philip di Rosebery

 

 

Buon Giorno. Buon Martedì 30 Settembre 2025

--- San Girolamo – Santa Rachele -- Santa Sofia ---

 

Vivendo le ultimissime incresciose vicende,soprattutto conoscendole dai telegiornali, pensando a un detto proverbiale napoletano, che invita ai tanti ragazzi e adolescenti (ma anche ai giovani) di non fidarsi di falsi amici, e guardarsi da certi loschi figuri.

Infatti, possono  diventare vittime di persone senza scrupoli, nel senso che potrebbero essere  poi avviati, senza accorgersene, all’uso della droga, alla rapina, al delitto e alla prostituzione.

Il detto straordinariamente semplice e attuale, vale tuttora, recita e afferma “Chi te vo’ bene cchiù e mamma, te ‘nganna” Traduzione: Chi ti vuole bene più della mamma, t’inganna, significando che nessun amore può superare quello di una madre.

Un presunto bene, sviscerato e desiderato,  è ingannevole dal fatto, che può sembrare a prima vista od in un primo istante, superiore addirittura a quello della propria madre, quale può essere il supposto benessere economico, specie per coloro chi stanno arrancando per un posto di lavoro

Diffidare sempre di false promesse di facili guadagni, senza ottenerli con fatica o con l’impegno ottenuto con uno studio formativo, che sicuramente darà il frutto per un'esistenza soddisfacente, non da nababbo, ma serena.

Dopo questa costatazione dell’attualità, come promesso, vi posterò il seguito della narrazione dettagliata  di Umberto II° di Savoia, noto come il Re di Maggio.

 

Seconda parte della Ottava puntata

Dalla storia di Umberto II° di Savoia


 Agli interrogativi di Tore Castagna,

Sasà ‘o Professore rispose:

 

Mio caro Castagna, Umberto II° era un bellissimo uomo, era alto, ben formato, (tutto l’opposto del padre Vittorio Emanuele III°, ( come suol dirsi, aveva pigliate

d‘ ‘a mamma, ‘a Riggina Elena di Montenegro, ch’era ‘na piezza ‘e stannaccona), pareva un modello, un figurino e aveva un portamento veramente regale da fare invidia; piaceva alle donne ed era ammirato dagli uomini.

Il Re, il padre Vittorio Emanuele III°, per fugare ogni pettegolezzo decise di dargli una moglie, e la scelta cadde su Maria Josè, principessa del Belgio, ed  Umberto, non opponendosi, convolò a giuste nozze con lei in forma magna nella cappella palatina del Quirinale l’8 gennaio del 1930).

“Fu un matrimonio felice, o un’accoppiata sbagliata? “

Mi domandò a quel punto, il buon Castagna.

“Spiegatemi bene! professò’: “ Fu un matrimonio d’amore o un matrimonio combinato e voluto per Ragioni di Stato? 

 “Lo vuoi proprio sapere e va bene”! gli rispose Sasà.

“ Te lo dico, così acquieti la tua sete di tanta curiosità morbosa.  Innanzi tutto devi sapere che per la legge Salica, che è un complesso di norme consuetudinarie sulla primogenitura maschile dei nobili, che esclude la successione femminile, e pertanto conformemente pure alle norme previste dalle Regie Patenti di Casa Savoia, il matrimonio dei principi ereditari sabaudi deve avvenire con una propria pari, perché lo impone la famosa legge della successione ereditaria, detta Omogamica, perciò gli sposi devono essere entrambi membri di case sovrane.”

“I due risedettero nel palazzo Reale di Torino ed apparivano solitamente in pubblico, come una coppia felice, ma nella realtà erano distanti tra loro, sia per fondamentali differenze caratteriali, che per formazioni educative  diverse ricevute  dai propri genitori.

Umberto era di carattere riservato ed introverso, religioso, amava il rispetto dell’etichetta, era ubbidiente e rispettoso dell’autorità paterna; Maria Josè, al contrario, era molto espansiva, non formale,  era una accanita fumatrice e bevitrice e non accettava il sottostare alle regole imposte dal suo rango reale, richiesto dalla locale nobiltà.

Si vedevano insieme solitamente negli impegni, di carattere prettamente dinastici o politici nei quali erano richiesti il loro intervento, altrimenti vivevano la quotidianità seguendo ognuno le proprie inclinazioni, l’uno trascorrendo la mattinata e buona parte del pomeriggio da ufficiale dell’esercito in caserma, e l’altra seguendo corsi per la formazione di crocerossina od impegnandosi in attività caritatevoli.

Nel Palazzo reale torinese la coppia non si trovò a proprio agio e considerando quell'ambiente ipocrita ed ostile, a causa anche dei maldicevoli pettegolezzi sul comportamento di Umberto II° di Savoia.

Il re, Vittorio Emanuele III°, decise così di trasferire il principe ereditario e la sua sposa a Napoli, città molto leale alla monarchia e per tale motivo riteneva una permanenza ideale per far trascorre gli anni per un migliore affiatamento ai futuri reali d’Italia.

Le foto sottostanti :

Umbberto II° di Savoia;

Maria Josè, sposa di Umberto II°

Matrimonio di Umberto II e  Maria Josè del Belgio

Questa è' la seconda parte della narrazione  della storia di Umberto II° di Savoia, quanto prima ci sarà il seguito.
Sarebbe stato troppo pesante leggerlo tutto, intanto è gradito un commento se è ritenuto interessante-

 




 

lunedì 29 settembre 2025

 

 

 

Buon Giorno. Buon Lunedì 29 Settembre 2025

--- San Michele – San Raffaele -- San Gabriele ---

 

Stamane innanzitutto faccio gli auguri di buon onomastico, ai tanti amici che hanno i nomi di Michele, Raffaele e Gabriele e poi faccio una ricorrente riflessione sugli avvenimenti accaduti nel quartiere di Caivano nei confronti del parroco Patriciello. un reverendo, che si prodiga ad aiutare  non solo i più bisognosi, ma anche che sta nel peccato o è un malavitoso.  

Dopo questo brutto episodio di intimidazione nei confronti di un propugnatore di bene contro il male, vi posterò, come faccio anche quest’oggi, la narrazioni delle mie curiosità storiche, inerenti a personaggi, che hanno interessato, il nostro paese nel passato.

Ottava Puntata (la prima parte) del Processo delle statue dei Re della Reggia, a Piazza del Plebiscito.(la Dinastia dei Savoia.

Re Umberto II° di Savoia

Prima parte

 

(prima parte)
Re Umberto II° di Savoia

Dopo il processo di P.za del Pleb.- I Savoia -8^ puntata


Prosieguo della narrazione  storica dell'immaginario incontro con Vittorio Emanuele II° di Savoia

Dopo la descrizione degli eventi accaduti durante il regno di Vittorio Emanuele III°,  eccovi l’ultimo Re d’Italia,Unberto II° di Savoia, Noto come il Re di Maggio.

  Sasà ‘o Professore con il collega Tore Castagna

….  

Appena m'intravide seduto nello stesso bar a Piazza Municipio, il Buon Castagna, mi salutò caldamente affermando: ”Buon giorno, Professore Sasà, ieri, quando ci siamo lasciati, mi congedaste dicendomi che avreste continuato a raccontarmi la storia sui Savoia un altro giorno, perché la questione era lunga ed occorrevano molte ore, e, poiché s’era fatto tardi,  ci salutammo.Continuò, poi Invitandomi: “Ora, però, che ci siamo rivisti, perché non mi compiaceste riprendendo da dove abbiamo lasciato e parlarmi dell’ultimo vero Re d’Italia?  Sono ansioso di ascoltare, nessuno ne vuol più parlare, è una cosa chiusa, finita, così si va dicendo! “

Mio carissimo Castagna, Rispose Sasà ‘o Professore, ti stavo aspettando e come al solito ogni mattina, quando posso, mi faccio questa capatina a Piazza Municipio, vuoi per rimembrare i tempi andati, quando entrambi eravamo costretti, nostro malgrado, venirci ogni mattina a fare il nostro dovere come lavoratori, vuoi come adesso per incontrare qualche caro amico, come te, e scambiare con lui qualche riflessione sulla realtà, che abbiamo vissuto o che ci accingiamo ad essere protagonista”. Fu la mia risposta di saluto all’esortazione fattomi dal mio interlocutore.

Ripresi a dire: “ Vuoi conoscere chi è stato ufficialmente l’ultimo Re d’Italia, o meglio quello che fu definito il Re di maggio. Va bene, te lo dico subito.

“ L’ultimo Re d’Italia è stato Umberto II° di Savoia, la sua storia fin dalla nascita è stata una sorta di compromesso, molti volevano decidere di lui (il padre, il Re Vittorio Emanuele III°, la madre, la regina Elena di Montenegro, perfino la nonna, la regina Madre Margherita di Savoia) ”

“Professò, raccontate, non vi fermate, mi stuzzica molto sapere certe cose, non immaginavo che la vita di "Umberto II" mi potesse interessare. Cosa gli capitò, la madre, la regina Elena, dove lo partorì?”

Ripresi a dire: “Mio carissimo Castagna, anche se la nascita di "Umberto II"di Savoia, non era la primogenitura della coppia reale, era lo stesso attesissima, perchè, la regina Elena, la madre, infatti aveva dato alla luce già due figlie (Iolanda (1901), Mafalda (1902) e dopo di Lui , generò Giovanna (1907) e Maria Francesca (1914) . Umberto II°, l’erede maschio, il delfino, nacque esattamente il 15 settembre 1904.

La gioia fu tale, che il padre Vittorio Emanuele III°, telegrafò nottetempo, che era nato Umberto II° di Savoia, alla Madre, la regina Margherita, che, entusiasta per la notizia e felice del nome imposto al Piccolo in ricordo dal marito Umberto I°, gli consigliò di nominarlo, principe non di Roma, come avrebbe voluto Lui, ma di Piemonte, per non fare apparire il tradizionale titolo nobiliare, che spettava all’erede al trono, un affronto al Vaticano, dato i non buoni rapporti intrattenuti con sua Santità il Papa, (che aveva scomunicato i regnanti di Casa Savoia dopo i fatti della Breccia di Porta Pia (1870). Si procedette così a nominarlo con Decreto Reale, Principe di Piemonte, giustificando che la nascita del principe ereditario era avvenuta In Piemonte nel castello di Racconigi. Era stato imposto anche a Lui, Vittorio Emanuele III°, quando nacque a Napoli (1869), e fu nominato erede al trono d’Italia, il titolo di Principe di Napoli e per ricordare l’evento gli fu intitolata una galleria a Napoli, (la famosa Galleria Principe di Napoli)
   Il buon Castagna osservò: “ Quella che si trova al museo, forse per distinguerla dalla più grande quella di fronte al teatro San Carlo, la Galleria Umberto I°.(quella fu dedicata al padre)”

Esattamente ripresi: “ Furono intestati anche ad Umberto II°, come Principe di Piemonte, vari uffici pubblici  in tante città, come pure a Napoli, esiste, infatti, l’ospedale Principe di Piemonte, attualmente rinominato e noto  come ospedale Monadi

Continuando a parlare della vita adolescenziale di "Umberto II" ebbi a dire: “ Fu un giovanotto ubbidiente e rispettoso, cresciuto sotto l’egida educazione di tipo militare, prevista per tutti gli eredi di casa Savoia, che dovevano diventare Re. Non frequentò nessuna scuola pubblica ed ebbe vari precettori, che riuscirono a forgiarlo con un carattere dominato dall’ossequio all’autorità ed alla gerarchia, sapendo fortemente sfoggiare un rigido autocontrollo.

Il principale precettore d'Umberto II, fu l’ammiraglio Bonaldi Attilio, che lo istruì con una educazione militare molto severa, tanto che  appena divenne maggiorenne preferì discostarsi dai suoi insegnamenti e dal suo metodo austero educativo,  che riteneva mal formativo e punitivo. Tale disappunto fu manifestato dal principe Umberto, quando rifiutò di partecipare alle esequie dello stesso.

Intanto anche se avesse voluto diventare un uomo di scienza ed un buon giurista, il suo destino era tracciato, doveva diventare come tutti i Savoia, un re Soldato e perciò fu avviato alla carriera militare e, ad appena ventunenne, fu nominato nel 1925 Generale militare dell’esercito.

Trascorse generalmente la propria gioventù spensieratamente a Torino nel grandioso Palazzo reale e preferiva passare le sue giornate, quando non aveva impegni di rappresentanza istituzionali, in caserma come un qualsiasi ufficiale vivendo con i suoi commilitoni, poiché rifiutava l’ambiente di corte, che riteneva troppo freddo e formale.  .

Politicamente era considerato un liberal-conservatore e contrariamente ai suoi parenti (tutta la dinastia Savoia) era un credente osservante della religione cattolica.

“Scusate Professore Sasà!” M’interruppe il buon Castagna: “Re Umberto era uno, che non teneva grilli per la testa, ere ‘nu brave giuvinotte, ossequioso del padre e della madre, è overe?  Come mai era in contrasto con Benito Mussolini? E’ vero che non correva buon sangue tra i due?  Ho letto da qualche parte che Mussolini non nutriva particolari simpatie verso di Lui, perciò relegò il Principe di Piemonte, Umberto di Savoia, ad avere una funzione del tutto marginale al potere decisionale del governo e del Regno”.

Mio caro, le tue domande meritano un'esauriente risposta, anche, se gli interrogativi, che hai posto sono molteplici e poi pensando alla situazione politica dell’epoca e poi alle vicende personali e private  specificatamente del Principe Umberto, occorrono spiegazioni plausibili.” Ripresi a dire: “Comunque andiamo con ordine, devi sapere che nessuno, anche se appartenente alla famiglia reale, poteva contraddire il Duce (Benito Mussolini), tanto che fu usata un’ azione di demonizzazione  per annientare la ingombrante figura dell’erede al trono, facendolo passare come presunto omosessuale  (come si evince da un dossier fatto predisporre, fin dagli anni venti dall’OVRA, sul conto di Umberto di Savoia, che era vigilato e controllato in  ogni  sua azione, nel quale si ingigantivano calunnie e voci strane e nello stesso tempo contraddicendosi l’une con le altre). Rapporti che parlavano d’innumerevoli avventure con donne di tutti i ceti sociali, oppure dell’impossibilità fisica da parte del giovane, Umberto di Savoia di poter procreare e pertanto si concedeva spesso e volentieri ad avere tresche con giovani camerieri antifascisti e soldati).

Tali insinuazioni diffamatorie, redatte ufficiosamente dai

  Servizi segreti del regime fascista, furono utilizzate da Mussolini, quando proclamò la repubblica di Salò, per fare propaganda contro il Regno del sud e del suo legittimo sovrano, mentre da certa cronaca rosa furono rintuzzate ed enfatizzate (specie nel secondo dopoguerra) con le voci popolari, dell’amicizia, che il principe aveva con la cantante Milly.

A questo punto l’amico Castagna m'interruppe con questi interrogativi: “Come la prese, professor Sasà, il principe Umberto a queste dicerie? Si turbava o tirava avanti senza curarsene troppo?

 Fui, così, costretto, a procedere nel raccontare,  a parlare di Maria Josè, la futura sposa di Umberto di Savoia  e risposi

 

Le immagini sotttostanti sono:

la foto di Re Umberto II di savoia, il Re di Maggio;

La galleria Principe di napoli ingresso in via Museo;

 Ospedale Principe di Piemonte, attualmente noto comr Oaspedalee Monaldi;

la foto di Milly (alias carla Emilia Mignone)

La foto Di Maria Josè , l’ultima Regina d’Italia