Buon Giorno Buon Giovedì 18 Settembre 2025
--- Santa Sofia – Sant’Irene -- Sant’Arianna ---
Vivendo l’attuale realtà, non si può ritenere cosa giusta, che la vendetta sia l’unico rimedio ad un offesa ricevuta che hanno provocato oltre a uccisioni anche prigionieri, e comportarsi con la stessa stregua. Tale vendetta comporta nel desiderio della completa distruzione del popolo che ha fatto l’offesa, commettendo genocidi di innocenti e di gente inerme. non colpevoli, del conflitto istauratosi.
Meglio dell’atto della vendetta, che offre solo una soddisfazione momentanea, è "Il Perdono”, che è una forma di potere e liberazione più profonda rispetto alla vendetta.
Il perdono, infatti, libera la persona o un popolo offfeso dal peso del risentimento, del dolore e del rancore, consentendo di superare i misfatti subiti e di voltare pagina, provando un maggiore benessere e la serenità che necessità per vivere la propria esistenza.
Questo fa considerare il perdono una forma migliore della "vendetta"
Oggi, dopo questa mia riflessione sul conflitto attuale (palestinese israeliano) , vi posterò la prima parte della 2^ puntata della mia fantastica commedia, “ il Processo delle Statue di Palazzo Reale ”, e son sicuro che vi piacerà, conoscere gli errori storici del passato.come descrissi nelle puntate successive.
359^ puntata delle curiosità storiche di Sasà ‘o professore.
Processo voluto dalle statue di Palazzo Reale a Piazza del plebiscito
Il Dibattimento fuori Palazzo Reale nella piazza
Il processo di piazza del plebiscito
2^ puntata (prima parte)
Uscendo
dall’androne verso la grandiosa piazza del Plebiscito, quasi come mi era
capitato spesso nella mia vita reale, quella di partecipare ed assistere a
grandi manifestazioni pubbliche con grandissimi oratori in occasione d'elezioni
politiche e di scioperi generali per rivendicazioni sociali ed economiche,
quasi come per incanto, intravidi apparire verso l’emiciclo del colonnato
all’altezza delle statue a cavallo di Carlo III° e Ferdinando IV° un grande
palco montato, come una sorta di “Aula di Tribunale” all’aperto, con banconi
per i giudici, tavole e sedie a destra ed a manca per l’accusa e per la difesa,
e sotto il palco in mezzo a delle transenne, la giuria, che sedeva su tre fila
di scanni, circa 50 persone mischiate tra donne ed uomini, che rappresentavano
il popolo in ogni sua scala sociale senza alcuna distinzione, erano presenti
Benestanti, Indigenti, Imprenditori, Dirigenti, Operai, Impiegati, Professori,
Intellettuali, Professionisti, ex Senatori e Deputati, Ex Ministri, Poeti,
Musicisti, insomma c’erano tutte le categorie sociali del vero popolo
napoletano, ai lati su gradinate di le, incuriosita per assistere ad un
inusitato spettacolo.
Sul palco in
piedi a presiedere momentaneamente l'improvvisato tribunale, c’era l’ultimo
Sindaco del Regno di Napoli, (Don Giuseppe Pignone del Carretto, il principe
d'Alessandria, nonchè marchese di Oriolo, che, insieme a Don Liborio Romano, l’ultimo Ministro degli
interni all’epoca di Re Francischiello), andò a consegnare le chiavi della
città al generale Garibaldi a Salerno, (dopo la fuga del Re Borbone il 7
settembre del 1860), che mi chiamò e mi invitò ad insediarmi come Giudice-(Moderatore
di quel fantastico processo).
Nelle file della giuria notai gli ex Senatori e deputati d'appartenenza Savoiarda, come il filosofo Benedetto Croce, che era stato uno storico di elevata cultura, i Ministri della pubblica istruzione dei primi governi del regno d’Italia, come Francesco de Sanctis, Ruggero Borghi, quest’ultimo era stato un ottimo filologo e professore di storia antica e moderna in varie Università Italia. Vi erano anche illustri giornalisti, come Eduardo Scarfoglio, Matilde Serao, i poeti Salvatore di Giacomo, Ferdinando Russo, Raffaele Viviani e tanti musicisti illustri, che avevano fatto conoscere Napoli con le loro melodie e canzoni in tutto il mondo.
C’era la crema, il fior fiore dei
migliori napoletani, mischiati al popolino più vero, quello dei vicoli, dei
rioni, come ‘On Saverio ‘o putecare, ‘On Rafele ‘o cusetore, Onna Rosa ‘a
baccalajola, Onna Cuncetta ‘a sanzara. Un po’ preso alla sprovvista, un po’
timoroso di presiedere un cotanto dibattimento, mi feci prendere dal panico,
però, lusingato per essere stato scelto a svolgere tale incarico, (vuoi per le
mie conoscenze storiche della città partenopea, vuoi per l'intraprendenza
personale a parlare in ogni occasiione e dovunque della storia di Napoli,
quando capitava l’occasione o quando qualcuno mi chiedesse di farlo. Accettai e
così.
Dopo aver fatto zittire il pubblico, che, (man mano che passava il tempo,
andava riempiendo gli spalti e l’intera piazza, perché curioso di conoscere
come sarebbe andata a finire la vicenda della rimozione della Statua),
procedetti a far iniziare il dibattimento, facendo leggere, in primo luogo, il
motivo di quella solenne assise al Giudice a latere, il dott. Avv. Paolo Emilio
Imbriani.
La richiesta dell’esposto,
consegnatomi dalla regina Maria Sofia di Baviera, ultima Sovrana del Regno di
Napoli, affinché si procedesse alla rimozione dell'Ottava Statua dal Frontale
di Palazzo Reale, giacché il Re rappresentato, Vittorio Emanuele II°, che non
poteva considerarsi come Re di Napoli, mentre al suo posto era più giusto collocarvi
una statua dell’ultimo Re di Napoli, Francesco II° di Borbone.
L’esposto fu commentato rumorosamente, con frasi di questo genere:
” Gesù! Maje nisciune ‘nce aveve fatte case! Teninne tante prubbleme, guarde
‘nu poche ‘nce avimme ‘nteressà ‘e luvà ‘na statua e metterne ‘n’ata!”
Qualcuno gridando affermava
“ E’ proprie ‘na strunzata, ma stammece zitte e vedimme comme va a fernì ?”
Le immagini sottostanti sono:
Piazza del Plebiscito a Napoli, fuori Palazzo Reale;
,Palazzo Reale di fronte Piazza del Plebiscito a Napoli;
Le foto sono dipersonaggi famosi:
Giuseppe del carretto ultimo sindaco di napoli borbonico,
Don Liborio Romano, Ultimo Ministro degli interni del regno borbonico,
IL senatore, filosofo, Benedetto Croce
IL senatore, storico, Ruggeo Bonghi, Ministro della pubblica istruzione. del 1’ regno d’Italia
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