Buon Giorno – Buona Domenica 16 Novembre 2025
--Santa Margherita -- Santa Geltrude -- Sant’Edoardo --
Le trepidanti notizie sui conflitti in atto, in Europa orientale tra la Russia e l’Ucraina, e in quello tra Israele e Palestina e nella vicino Siria, sono alquanto preoccupanti, dove si utilizzono armi nucleari, come i droni, che oltre a procurare decessi umani, anche a distruzioni di edifici residenziali e perfino ospedali,
E’ mai possibile che l’ONU (l’Organizzazione delle Nazioni Unite). La maggior parte delle Nazioni del Pianeta, nel 1945, s'impegnò a preservare la pace e la sicurezza collettiva, favorendo la cooperazione internazionale.non riesce a farla rispettare.
Il suo scopo fondamentale erala pace, che, in questo periodo, è del tutto inosservata e preservata in quei territori, perché, è solo un miraggio, facendo aumentare timori e preoccupazioni. per una terza guerra modiale. Auguriamoci che prevalga il buon senso e l’intento di tutti i popoli aderenti all’ONU, nel trovare il modo per sistemare i vari dissensi fra gli stati belligeranti per ritornare presto alla definitiva duratura serenità, rassicurata dalla pace.
Oggi, domenica continuerò a descrivervi, amiche ed amici, un’altra mia curiosità storica su un antico mestiere napoletano scomparso, quelllo di un venditore ambulante, l’antesignano degli attuali imbonitori pubblicitari e si poteva definire anche un banditore,di decreti e sanzioni giuridiche dell’epoca.
Dalle curiosità storiche di Sasà ‘o Professore, sui
mestieri scomparsi.
'O Pazzariello
‘O Pazzariello era un mestiere, che veniva esercitato a Napoli negli anni che vanno dalla fine del ‘700, per tutto l ’800 e fimo agli anni 50 del ‘900.
‘O Pazzariello era un mestiere ambulante, saltuario e l’esercitava chi senza un lavoro, pur di guadagnare quel poco per vivere o per arrotondare, si vestiva bizzarramente con abiti del tipo da “ Generale Borbonico”, (ossia indossava una marsina con bordi argentati, una camicia con svolazzi nascosta da un panciotto di color rosso fuoco, da brache colorate a strisce bianche e nere, che a mezza gamba poggiavano su calzettoni, color rosa, sgargianti, calzava, poi, scarpe con ghette e per copricapo portava una feluca inghirlandata e per darsi un po’ di tono sul petto della marsina aveva appuntato patacche senza valore, come fregi.)
‘O Pazzariello si presentava in pubblico impugnando in una mano un bastone dorato e nell’altra, bene in vista, un fiasco di vino, o altri prodotti di prima necessità (pane, pasta, che andava pubblicizzando per conto di una nuova “Cantina” (Osteria) o di una nuova "Puteca" (negozio alimentare).
In realtà il vecchio Pazzariello fu l’antesignano degli attuali imbonitori pubblicitari e si può definire un banditore, che, vestito di variopinte uniformi, per le vie della città informava, un tempo, il popolo dell’apertura di nuovi negozi, recitando e cantando filastrocche, accompagnato da una sua piccola banda di suonatori, generalmente, che suonavano un Tamburino, un Putipù, uno Scetavajasse e un Triccheballacche
Per avere una idea precisa chi era ‘O Pazzariello, basta vedere o rivedere il film ideato da Vittorio De Sica, che trasse dal libro del grande scrittore, Giuseppe ,Marotta, “L’oro di Napoli”, dove il personaggio del Pazzariello fu interpretato magistralmente da quell’artista, che fu Antonio De Curtis, in arte (Totò).
Oggi lo si può ancora incontrare non più, come banditore di prodotti, ma come una sorta di posteggiatore, quale questuante, che appare in estate, di sera, nei ristoranti all’aperto di piazza Sannanzaro o nei pressi degli chalet del lungomare di Mergellina, offrendo agli avventori qualche filastrocca in cambio di qualche moneta.
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La tradizione vuole che il mestiere veniva tramandato da padre in figlio, poiché ‘o Pazzariel, oltre a saper recitare e cantare, doveva anche saper ballare al ritmo della musica, che emetteva la sua banda, composta |
dai suonatori di ” Putipù, Triccheballacche, Tammorre e Scetavajasse”, ritmati dal suono di un “Tamburello”.
Alcuni di essi si possono incontrare nelle feste paesane e s’improvvisano, come venditori d’asta di prodotti messi all’asta, ricevuti come doni, da contadini o dai negozi della zona, per incrementare l’entrate degli organizzatori della festa o della sagra, conosciuti e detti (‘E Maste ’e Festa).
Ma quando in napoletano si dice “chille è pazzariello” sta a significare che è un burlone, è scherzevole, è un festevole, a cui piace scherzare e far sorridere
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Le immagini sotostanti sono: Totò che interpetra il Pazzariello nel film l’oro di Napoli: Strumenti tipici “Scetavajasse, Triccheballacche, Tammorra e Putipù” Banda con Tamburello da accompagnamento ad un Pazzariello |




era un bellissima epoca , si era diciamo sereni , un po'felici, non ci facevamo mancare niente , forse perchè si era giovani e appagavamo quaòche desiderio.
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