Buon Giorno – Buon Venerdì 14 Novembre 2025
--- Sant’Alberto --- San Giocondo --- Santa Veneranda ---
“Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare” è il modo di dire che sta a significare che una cosa è parlare, un’altra è agire
Era un vecchio proverbio latino: "Sunt facta verbis difficiliora" (letteralmente I fatti sono più difficili delle parole).
Quante promesse si sentono fare durante una campagna elettorale, che poi non sono mantenute dopo il raggiungimento della vittoria, avendo ottenuto un ampio consenso da un partito e dal suo leader.
Gli ambiziosi progetti promessi nel saper risolvere gli atavici problemi dello Stato. della Regione, della Provincia o del Comune, non sono per niente realizzati, perché o sono inattuabili o per mancanza di risorse
finanziarie per risolverli.
L’indifferenza e il disprezzo prende il sopravvento, verso i propugnatori di tali false promesse, perché inducono a non andare più a votare, rinunciando ad un diritto dovere, perché non si ha più fiducia,è si è convinti a non un vero cambiamento di rotta degli effetti negativi della realtà, che si stanno subendo e vivendo.
Oggi, comunque come promesso, continuerò a descrivervi, amiche ed amici nel leggere ed apprezzare le mie curiosità culinarie dei prodotti, che utilizziamo per la nostra nutrizione. La curiosità storica verte su un prodotto, che un tempo, era venduto da una venditrice ambulante, solo questo prelibato dono naturale del mondo animale.
Dalle curiosità storiche di Sasà ‘o Professore, sui mestieri scomparsi.
Ovajola
Ovajola = l’ovaiuola. Mestiere rappresentato anticamente da contadine delle contrade limitrofe, che circondavano la città di Napoli, che, ogni mattina sia d’estate, che d’inverno, bussando all’uscio delle abitazioni, offrivano uova fresche di giornata.
Si riconoscevano, perché portavano le loro prelibate primizie in ceste, che si mettevano in testa o in panieri sotto-braccia. Dopo aver esaurito il giro per la rituale clientela per liberarsi delle uova in esubero, erano solite fermarsi agli angoli delle strade per venderle al grido:
“ So’ ove paisane! “ So’ fresche, so’ ancore cavere! L’agge levate stammatine a sott’‘ ‘e galline. “
(Sono di masserie paesane! Sono fresche, sono ancora calde! le ho tolte stamattina da sotto le gaeline)
Le Ovajole (Ovaiuole) oltre ad essere venditrici erano per lo più, anche, produttrici d'uova, poiché erano esse stesse ad allevare gallinelle ovipare nei loro pollai, che tenevano negli orti antistanti le loro case. Negli anni del dopo guerra è esistito un altro personaggio di venditore d'uova , questa volta, però, di uova cotte, ossia di uova sode, utilizzate nei mesi caldi per farcire la famosa (‘nsalata ‘e riso) e quindi alle massaie faceva comodo rimediare una buona cena con modica spesa.
Nell’ alimentazione napoletana, fin dall’antichità, l’ uovo è stato un alimento completo per una buona nutrizione, e lo si è consumato in tutte le epoche in diversi modi, oggi viene indicato e lo si conosce come:
Uovo da Bere = uovo fresco, che si può bere
facilmente, succhiando il contenuto da un foro
Uovo alla Cocque o alla Cocche = uovo da mangiare, dopo aver fatto indurire il bianco
d'uovo e dopo averlo fatto bollire per 3 o 4 minuti con acqua in un
tegamino
Uovo Apule = Uovo tenero, appena depositato dalla gallina. hs il guscio molle , non ancora indurito
.Uovo AUrrustute = Uovo fritto
Uovo a Uocchie ‘e Voje = uovo ad occhio di bue,
generalmente si dice pure uovo in tegamino, in pratica uovo tolto dal guscio e fatto scivolare direttamente in tegame, dove cuoce nell’olio, tenendo separato il tuorlo dalla chiara, diventa rappreso come se fosse un occhio grande.
Uovo Fracete = uovo barlaccio, uovo andata a male.
Uovo Fritte = uovo cotto nell’olio, dove prima di cuocerlo, è stato sbattuto e si è mischiato tuorlo e chiara ed è venuta fuori una (frittata) dal color giallo dorato
Uovo ’Mpurgatorie = uovo rappreso interamente nella chiara senza guscio, cotto nella salsa con cipolle
Uovo ’ngallate = uovo gallato.Uovo pronto a generare un pulcino.
Uovo ’Scaurate = uovo sodo, cotto con tutto il guscio in acqua.
Uovo ’Vapule = vedi Uovo Apule
Infine, come scriveva, ” Ferdinando
Russ”, nei pressi di Santa Lucia
agli inizi del Novecento esisteva la reale “Accedemia ‘e ll’Ove Toste.”,
dove a suon di scommesse si ingurgitavano uova con tutto il guscio appena
appena schiacciate con la punta della lingua. Era una gara fra buontemponi, che
sfociava poi in solenni e grosse bevute.
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Le immagini sottostanti sono: Ovaiuola (venditrice di uova di galline)
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Ci saranno altre curiosità sui mestieri scomparsi a napoli, lasciate un commento e contuerò. grazie
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