Buon giorno – Buona Domenica 30 Novembre 2025
--- Sant’Andrea – San Taddeo – San Federico ---
Ci dobbiamo abituare e saperci adeguare, soprattutto con opportune prevenzioni ai fenomeni disastrosi, dovuti con a questi repentini cambiamenti climatici.. Tali cambiamenti meteorologici spesso possono procurare, anche decessi e abbattimenti di edifici costruiti senza alcun criterio antisismico, specie nelle zone a rischio, come quella dei ”Campi Flegrei” con frane o smottamenti, causati dai terremoti del famigerato “Bradisismo”.
Quando, poi, si verificano alluvioni impreviste, che sono fenomeni ugualmente perniciosi per gli esseri umani, come pure il gelo, che spesso produce nelle campagne, distruzione dei suoi elementi principali, piante e arbusti.
Il tempo del nostro mondo non è un procedere piatto e prevedibilmente sempre uguale, ma è un evolversi di avvenimenti, che ci fanno a volte emozionare, sbalordire e anche trepidare, ma lo stesso è bello viverlo e provare ciò, che questa esistenza riserva.
Dopo questa costatazione della realtà, vi posterò ugualmente una mia curiosità storica sugli antichi mestieri napoletani scomparsi.
‘O Jucatore d’ ‘e tre carte
‘O Jucatore d’ ‘e tre carte, noto pure come ’o jucatore d’e Tavulette.
'O jucatore delle tre carte, era un autentico mestiere napoletano, esercitato da abilissimi individui, che, come i prestigiatori, sono pronti a raggirare ed a gabbare gli ingenui.
E’ un mestiere proibito dalla legge, poiché in esse si ravvisa il reato di truffa.
Per esercitare questo mestiere occorrono dei semplici attrezzi, quali :
un tavolino pieghevole ed un treppiede per appoggio, (facilmente trasportabili per facilitare una eventuale fuga, in caso di arrivo di agenti della pubblica sicurezza).
Occorrono infine tre carte da gioco napoletane o tre tavolette, delle stesse dimensioni e misure di una carta da gioco, uguali di misura e dello stesso colore.
Il tenutario dell’improvvisata bisca, appena trova avventori disposti a giocare, aperto il suo tavolino sul treppiede, mostra e solleva le carte stringendone i bordi a tenaglia con le dita e ne indica quale delle tre sarà la vincente. Con le mani velocemente, poi, fa cadere le tre carte coperte sul tavolino. invitando a puntare. Una sola, quella mostrata in precedenza, che è vincente, s’ è indovinata dagli scommettitori con la posta puntata e versata su di essa, verrà pagata con una equivalente somma (la vincita)
’O jucatore d’e Tavulette viene di solito assistito dai "Cumpari"(Compari), la cui presenza è indispensabile ai fini della buona riuscita dell’imbroglio, che, puntando e vincendo, incoraggiano a giocare i curiosi, che si sono avvicinati, anch’essi a puntare, dopo aver fatto capire dove era stata collocata la carta vincente.
All’inizio gli scommettitori occasionali vincono ed in questo modo inizia l’azzardo ed aumentano la posta fino a perdere tutto. Alcune volte, quando il biscazziere capisce che l’atmosfera si è fatta calda, d’intesa con
" ’e Cumpare" inscena un duetto, dopo aver poggiato sul tavolino le tre carte, affermando che la tavoletta vincente si è vista ed il gioco deve essere annullato.
Il Compare, che ha già puntato, si risente e chiamando a testimone gli altri scommettitori ed i santi del cielo, che non è vero, anzi aggiunge altre banconote sulla carta.
I presenti convinti della ragione e della "Bontà" della puntata si precipitano a puntare anch’essi su quella carta, ritenuta vincente, e loro malgrado si ritrovano gabbati, quando le carte sono scoperte.
Nel caso in cui la posta puntata sulla carta vincente è forte, perché qualcuno ha capito l’inghippo, allora entra in scena l’altro Compare, che grida : “’A Polizia” e nel fuggi fuggi generale ‘0 Jucatore d’ ’e 3 carte’ evita di pagare.
Ricordo, da giovanotto, di aver assistito una mattina, all’angolo della stazione della Cumana a Montesanto, ad una scenetta tragicomica di un Biscazziere del gioco delle tre carte, un certo “Don Roberto ’E Tavulette”.
Questi, intento a praticare il suo mestiere, gridando:
.”Questa vince e questa perde. Puntate !“ Non c’è dolo, non c’è inganno, Puntate!
Avvicinato da un agente della Pubblica Sicurezza, fu invitato a chiudere il suo trabiccolo ed a sloggiare.
Invano Don Roberto lo pregò di soprassedere all’intimidazione, anche perché non aveva ancora guadagnato nemmeno un caffè, perciò l’invocò sommessamente:
“Chiudite ‘n ‘uocchie, “Mariscià”! faciteme fa’! “.
L’agente fu irremovibile, anzi gli replicò che l’avrebbe arrestato, se non avesse lasciato di lì a poco il posto, che stava occupando, perché intralciava anche il passaggio.
Don Roberto ‘E Tavulette, con una forma di sarcasmo da vero Napoletano, chiuso il banchetto pieghevole, come fosse una valigia e ficcatosi anche il reggitavolino, che lo sorreggeva, sotto le braccia, soggiunse al solerte Agente, che da lì non si sarebbe spostato, perché stava solo aspettando un amico e nessuno glielo poteva impedire, perché non faceva niente di male.
Attualmente, un Bancariello delle tre carte, si può ancora incontrare nei pressi della stazione ferroviaria di Piazza Garibaldi a Napoli, mentre “O Jucatore d’ ‘e tre carte “ è ancora un personaggio rappresentativo nelle feste popolari paesane e in quelle di periferia di santi patroni, e non manca mai agli appuntamenti, poiché conosce l’intero calendario delle stesse.
Lo stesso biscazziere, spesso, alternava sul piano del tavolino completamente spiegato, al posto del gioco delle tre carte, quello della “Roulette”, una sorta rudimentale di quella dei grandi Casinò, molta alla buona. la narrazioni di questo sorprendente gioco sarò la curiosità storica prossima svolta nei ”festival annuali” del giornale “L’UNITA’ ”.



Come sempre è gradito in vostro commento, grazie
RispondiEliminaBuona domenica Professore
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