sabato 19 agosto 2023

L'anello d'oro dei Vacca

L’anello dei Vacca – una storia vera.

Iniziamo a dire che, il Cognome “Vacca”, etimologicamente deriva dal Latino, è rappresenta il nome di una famiglia, di un casato, cui appartiene un individuo, e sta a indicare generalmente, il mestiere o l’attività collegata, nell’allevare un tipo di bestiame, come vaccaro, o il nome dell’animale, che si cura, come esempio “la mucca”, detta pure la vacca, come quello di genere femminile, mentre con il termine “ toro” è indicato il maschio.  Altri esempi, come la gallina, la femmina e il maschio è detto gallo e via dicendo. Usualmente tale cognome era imposto nel passato agli emigranti, provenienti dai paesi ebraici-palestinesi, utilizzando per tale individuazione, il nome di un animale o di una città per distinguerli dagli aborigeni.  Ora veniamo a parlare della famiglia “ dei Vacca di Napoli”, quando accadde l'intricata vera storia dell’anello d’oro, come si sviluppò e quando avvenne nel lontano 1930.                                             La storia fa riferimento a un semplice anello d’oro, donato da Maria Siciliani al proprio fidanzato, Antonio Vacca, diventato, poi, suo sposo nei primi anni del Novecento.  Maria Siciliani conobbe Antonio Vacca, a una festa di parenti, dove si esibiva come musicista, suonando con bravura il violino e dirigendo un complessino musicale, di soli strumenti a plettro e ad archi.  Antonio Vacca svolgeva comunemente il mestiere di barbiere, che esercitava nel proprio negozio paterno, situato a Napoli nella traversa, che porta da Via Toledo verso la chiesa di Santa  Anna dei Lombardi, prima di arrivare a piazza Carità.

 

 

 

 

 

 

 

 

I primi Protagonisti, con l’incarico di Capostipiti della famiglia dei “Vacca “ che risiedettero a Napoli della  storia, “l’Anello dei Vacca”, furono Antonio Vacca  e Maria Siciliani:

Antonio Vacca, * nato a Napoli il 27,01,1889.                                .           Fu Dichiarato morto il 29,06,1916, perché disperso sul fronte nella Prima guerra mondiale del 1915/18.                                                                                   Attività svolta: Barbiere ed era un ottimo musicista di Violino.                                  I suoi genitori erano: Vacca Raffaele e Cafarelli Francesca.                                                            Aveva due fratelli: Vacca Luigi e Vacca Vincenzo.  ==========================================================  Maria Siciliani. * nata a Imola il 29,07,1887.                                                Morì a Napoli il 12,07,1917. Dopo aver  appreso la notizia della morte del caro marito, Antonio Vacca, disperso in guerra. si ammalò e si spense definitivamente, lasciando i propri tre figli. in balia dei suoi parenti più prossimi.                                                                                 Attività svolta, era casalinga, mentre i suoi genitori erano: il Maresciallo di pubblica sicurezza, Siciliani Luigi e la maestrina, Durante Pasqualina, e aveva una sola sorella, Rosa Siciliani.   –==========================================================  I due giovani, Antonio Vacca e Maria Siciliani, si sposarono il 1906 ed ebbero tre figli, due femminucce ed un maschietto. Clementina, che nacque il 1907, mentre Vincenzo il 1910 e infine Francesca il 1913.   Dopo la morte di Maria Siciliani, il fratello del marito, Vacca Luigi, noto come un personaggio senza scrupoli di sorte, considerato un guappo d’altri tempi, si adoperò per farsi designare “Tutore dei tre figli della sfortunata famigliola, Vacca-Siciliani", poiché era fratello minore di “Antonio Vacca”. Dei tre orfanelli, Clementina, Vincenzo e la piccolissima Francesca, e non volendo occuparsene direttamente, come se fossero i propri figli, li fece rinchiudere: le femminucce nell'Orfanotrofio delle suore del Chiostro in Santa Chiara, mentre Vincenzo, il maschietto, nell’albergo dei poveri, il noto, “Reclusorio di Carlo III”. Intanto, Luigi vacca, si appropriò di tutti gli averi della famigliola, del fratello Vacca Antonio, tra il quale, un anello d’oro del fratello, conservato da sua moglie, Maria Siciliani, che glielo aveva donato quando si sposarono, e lui lo portava, prima di partire per il fronte, al dito mignolo.    

L’arrogante Luigi Vacca, dopo averlo trovato, tra le cose care di sua cognata, Maria Siciliani, se lo mise al dito, affermando che era il ricordo del suo amato fratello.  Trovati anche degli orecchini, che generalmente la moglie del fratello, Maria Siciliani, portava ai lobi orecchiali e li donò alla figlia Carmela, che li mostrava con orgoglio e spregiudicatezza, come ricordo della zia. Inquadriamo meglio il personaggio, Luigi Vacca, che nacque a Napoli, il 1882, ed era figlio di Vacca Raffaele e Caffarelli Francesca.   Luigi Vacca era coniugato con D’Errico Rosa, con la quale ebbe 3^ figli, Carmela, Raffaele e Vincenzo.   Luigi Vacca, insomma era il fratello minore di Antonio, ma era soprattutto un pregiudicato, entrava e usciva da prigione per i suoi continui litigi, perché voleva imporre la sua volontà con spregiudicatezza sugli altri. Una volta, infatti, dopo essere diventato, “cionco” in carcere per le sue condanne per i continui litigi rissosi, cioè paralizzato degli arti inferiori, stando coricato nel suo letto per il suo modo arrogante e cinico, sparò, persino, al proprio genero, quando era fidanzato della figlia, Carmela, perché seppe che aveva abusato di lei e lo costrinse, poi, a sposarla senza battere ciglio.   Si vantava con orgoglio e spavalderia, pregiandosi di aver beffato i medici, (addetti a selezionare i giovani reclutanti per mandarli al fronte nella prima guerra mondiale), ad accettare la sua falsa capacità, di essere sordo e muto, senza mai esserlo stato, riuscendo a sopportare varie sevizie, tra le quali, anche un cerino, acceso tra le dita dei piedi, senza emettere nessun lamento o grida. Con questo suo stratagemma, riuscì a farsi esonerare per la non idoneità a fare il soldato.   Luigi Vacca morì a Napoli, il 14 aprile 1940.                                                          La Mamma di Maria Siciliani, Durante Pasqualina, intanto, si era prodigata con tutte le sue forze, dopo la morte della figlia Maria, per far togliere la patria potestà al Vacca Luigi, dei suoi nipoti, Clementina, Vincenzo e Franceschina, e vi riuscì dopo circa un anno di riunioni, e dibattimenti, finché convinse le autorità competenti, che il riconoscimento della “Patria Potestà” spettava a Lei e non al fratello di Antonio, che era un noto pregiudicato.   Dopo aver ricevuto l’ufficialità di tale atto (il riconoscimento della Patria Potestà), Durante Pasqualina andò a riprendersi i tre nipotini Vacca, della figlia Maria Siciliani, rinchiusi dallo zio, Luigi Vacca, nei vari orfanotrofi cittadini e se li portò nella sua casa, sita nel casale di Posillipo, vicino ai parenti, della figlia Rosa Siciliani, e ai cuginetti, figli di Rosa, che si era, intanto, anche lei sposata, e aveva formato, la sua famiglia con i Rumolo.

A questo punto della storia descriviamo la vita dei tre orfani, Clementina, Vincenzo, Franceschina, della famiglia capostipite dei Vacca Napoletani, iniziata da Vacca Antonio e Maria Siciliani.

Vacca Clementina

Nacque a Napoli, l'. 1 dicembre.1907, nell’appartamento in fitto dei suoi genitori, Antonio Vacca e Maria Siciliani, situato in Via Mercato dei grani, nei pressi di piazza Municipio. Dopo la morte della madre, Maria Siciliani, nel 1917, fu rinchiusa nell’orfanotrofio femminile del convento delle suore, situato nel complesso monumentale della Chiesa di Santa Chiara, dallo zio, Luigi Vacca, insieme alla sorellina Franceschina.  Dopo circa due anni di ospizio, Clementina fu ripresa dalla nonna, Pasqualina Durante, che era divenuta nel frattempo, “titolare della Patria Potestà dei suoi tre nipoti”, dopo una battaglia legale contro il cognato della figlia Maria, (il pregiudicato Luigi Vacca).  Visse l’adolescenza con lei a Posillipo, finché non conobbe il giovane, Armando Canzanella.  Dopo un breve fidanzamento col giovane Armando, che lavorava in un negozio del padre, Roberto Canzanella e vendeva vari prodotti per tinteggiare appartamenti nel rione di Fuorigrotta, e occasionalmente esercitava tale mestiere d'imbianchino di appartamenti.  Intanto per dare inizio alla sua nuova vita, Clementina sposò Armando e andò ad abitare con lui nei pressi della Casa della Nunziata a Napoli, poiché nel frattempo, era diventato dipendente operaio, con l'incarico di tutto fare nella manutenzione nel famoso Orfanotrofio.  Procreò durante il suo breve matrimonio col Canzanella Armando, due figli, Roberto e Mario, ma la sua esistenza fu relativamente felice e duratura, poiché contrasse una malattia, la tisi, che la condusse alla morte il 22.12.1940, lasciando il giovane consorte, Armando, e i due piccoli figli nel più grande sconforto.  Dopo la morte della cara moglie, Clementina Vacca, per tener viva la famigliola, il vedovo Armando, si risposò con una sua cugina, la signorina Canzanella Anna Maria e non avendo con lei nessuna prole, adottò, perché voluta dalla nuova moglie, una bimba della Nunziata.           Armando Canzanella, infine morì 1981, lasciando come sua erede la figlia adottiva con il consenso dei due ormai ben sistemati figli, Roberto responsabile tecnico del noto orfanotrofio della Nunziata, mentre Mario, nel frattempo era diventato “Capo servizio del Deposito Filo-tranviario”, noto come il "Garittone" di Capodimonte.

 

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