venerdì 18 agosto 2023

La Strega del Vesuvio

La strega del Vesuvio- (’a Vecchia ‘e Mattavona)

 

La leggenda che era raccontata dagli abitanti della zona vesuviana, dopo l’eruzione del 1855 tracimò nel fosso della Vetrana e nel sottostante Fosso del Faraone e invase poi nel 1858 la strada tra Resina e l’osservatorio Vesuviano. Tale Eruzione terminò solo nel 1860 lasciando con le sue lave nuove strutture superficiali, tra cui il riempimento di un antico burrone, noto come “Fosso Grande” che divideva il Vesuvio dal Monte Somma.
 La leggenda narra che gli abitanti di tutta la zona vesuviana dopo quella tremenda eruzione iniziarono a sentire un urlo terrificante, un grido lacerante che sembrava essere emesso da una persona, che stesse patendo una sofferenza indicibile. Tale urlo si ripeteva puntale e sinistro tutte le notti, per cui esasperati i contadini della zona decisero di rivolgersi alla “Vecchia ‘e Mattavona”, una leggendaria fattucchiera, che viveva alle pendici del Vesuvio, la quale decise di aiutare quegli uomini, imploranti il suo aiuto. La fattucchiera, così, si fece accompagnare nel luogo, dove si udivano con maggiore intensità quelle urla agghiaccianti, e pronunciando alcune formule arcaiche incomprensibili per tutti i presenti, fece cessare le terribili urla, e non si sentirono mai più.
La Strega del Vesuvio, o meglio la fattucchiera del Vesuvio conosciuta come “’A Vecchia ‘e Mattavona”, aveva ridato, con le sue formule magiche, la pace e la tranquillità nuovamente ai contadini e agli abitanti di quel luogo.
La leggenda ispirò Carl Barks, il famoso disegnatore americano, nel creare la leggendaria Amelia, la celebre strega, personaggio delle avventure di zio paperone.  
 Nei fumetti, Amelia è definita “la strega che ammalia”, è una papera miliardaria, che vive in una piccola casa alle falde del Vesuvio insieme al suo corvo, che lei chiama Gennarino.

 

 L’arcana formula magica aveva sortito i suoi effetti restituendo agli abitanti di Resina il loro consueto sonno tranquillo. Non è dato sapere cosa indichi il nome Mattavona; si può presumere che sia il nome del paese d’origine della vecchia fattucchiera, e pare sia un bosco Mattavona nei pressi del Comune di Boscotrecase nel "Parco Nazionale del Vesuvio", ma non ci sono riscontri nella toponomastica campana che lo confermi.


 

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