'O Cafettiere era un venditore ambulante della bevanda di caffè oggi noto come barista, in quanto prepara la bevanda di caffè con una macchina espressa stando dietro un banco di un bar.
Caffettiere ambulante |
Anticamente ’O Caffettiere era un ambulante, iniziava a lavorare ed offrire la sua opera solo dopo le otto di sera, cioè dopo la chiusura delle caffetterie o dei Bar delle principali zone della città frequentate di sera tardi e di notte (quelle di via Toledo, di via Chiaia, di piazza Garibaldi).
Terminava il suo lavoro alle sei del mattino.
Il suo mestiere era quasi ritenuta una missione, perché serviva i nottambuli, i lavoratori dello spettacolo, gli operai mattinieri e tutti coloro, che erano costretti a vivere una serata od una nottata fuori di casa.
Era solito ‘O Cafettiere emettere una sua voce invitante :
"l'agge fatte cavere cavere, l'agge fatte doce doce, 'o Cafettiè…"
"l'agge fatte cavere cavere, l'agge fatte doce doce, 'o Cafettiè…"
Un'altra voce più invitante era : " è longa 'a notte scarfateve cu 'na bona tazzulella 'e cafè.... Lucì cammina" Il riferimento era che la notte fosse lunga e generalmente di notte faceva freddo ed una buona tazzina di caffè era ciò che occorreva,. come pure l'invocazione ad un santo (Lucì cammina) per dire che non era ancora finita la nottata, c’era ancora buio.
Esercitava il suo mestiere portando con se un vassoio, dove poggiava un grosso bricco con manico, mentre nell'incavo del braccio una cesta con bicchieri, zucchero, bottigliette di rum e anice ed alcune tazzine sospese a degli uncini. Il suo caffè era di quello buono, ossia di provenienza della macina di cicchi di caffè e non come spesso capitava di bere caffè di cicoria, d'orzo, di ghiande, definito dai Napoletani "'Na cefeca". (Posatura, fondiglio di caffè)-
Attualmente tale mestiere viene esercitato ancora, ma solo sui treni, che vanno da Napoli in giù della penisola appena sorge il sole.
Thermos utilizzato per il caffè |
La bevanda di caffè servita, in bicchierini di carta, è consevata e mantenuta calda in un grosso Termos con il tappo di sughero, che termina con un beccuccio.
Molto interessanti le figure napoletane che delinei. Ciao.
RispondiEliminaAnche questo non è proprio così.
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