martedì 27 novembre 2007

'O Caprare

‘O Caprare è il Capraio.


'a caprareAggiungi didascalia
  Pastore dedito all'allevamento ed al pascolo delle capre.
Nell'Ottocento e fino all'inizio del dopoguerra lo si poteva incontrare per i vicoli del Vomero e dell'Arenella, proveniente con il suo gregge dai pendii della Selva dei Camaldoli attraverso il largo di Cappella dei Cangiani fino a giungere in Via S. Giacomo dei Capri.
‘O Caprare chiamava le sue capre per nome (Angiolina, Carmilina, Assuntina), quasi come fossero persone a lui molto care, anche perché gli assicuravano il pane quotidiano, sia per la vendita del loro latte, appena munto direttamente nelle ciotole dei clienti, sia con la vendita dei prodotti caseari derivati (la ricotta fresca, la caciotta, il formaggio stagionato - il caprino).

Capre da latte

 Attualmente nelle zone di Napoli Nord (Mugnano, Marano, Calvizzano, Giugliano) nel periodo estivo lo si può ancora incontrare nella trasumanza, che fa con il suo gregge dall'entroterra napoletano, (la campagna del Giuglianese) ai pendii della collina dei Camaldoli nel versante di Marano, e nella Selva di Chiaiano.
La sagoma del Capraro è la stessa, che è raffigurata sul presepe napoletano, ossia un vecchio con barba bianca con bastone e con un frustino in mano di giunco, che camminando sferza e spinge il suo gregge, coadiuvato da un cane bianco da guardia, il Caprino, che riesce ad ammassare le capre, che si staccano o che rallentano.
Infine nel tragitto da seguire è aiutato da ('o Zimbere o Zimmare) il caprone, il maschio dominante, che fa da battistrada e da guida.
il caprone ( 'o Zimbere)

Quando le capre vengono portate al macello conosciamo un altro mestiere “’O Caprettare".
 (il caprettaio) che con maestria imbriglia l’animale (lo incapretta - gli lega mani e piedi dietro il corpo) e poi passa ad ucciderlo ed a scuoiarlo per ricavarne il vello caprino ed infine a macellarlo per ottenerne peimpegni assunti, per cui viene ucciso ed incaprettato

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