mercoledì 14 novembre 2007

'O Carnacuttare


'o carnacuttaro ( il trippaio)



‘ O Carnacuttare non è altro che il (trippaio),
venditore di trippa e di carni cotte.
 I suoi prodotti sono la parte dura dello stomaco di un bovino come:
Callo di trippa


( 'o Call' e trippe), l'intestino 


( 'o Cientepelle), le frattaglie cotte,

nonché, sempre cotti, ma con i piedi ed il muso del maiale 
Pere e 'o musse

('o Pere e 'o musse),  i piedi ed il muso del maiale puliti da peli e cotti, trattati, poi, con sale che fuoriesce dal un corno d’osso e con una abbondante spremuta di limone.
negozio della carnacotta
In passato fino agli anni sessanta si poteva gustare in botteghe apposite dette della carnacotta la zuppa di carne cotta in bianco, fatta di frattaglie e  di trippa servita su una Fresella ( biscotto di pane duro), 
Freselle per carnacotta

 mentre se la zuppa era in rosso, il cosiddetto (‘o Zoffritto

'o zuffritte (lo soffritto)

si trattava di mangiare le Freselle condite con salsa fatta di peperoncini rossi forti.

Diciamo ancora che: "La vera carnacotta" è quella che ti brucia il palato e ti scalda lo stomaco e ti carica di energia.".
 Un rinomato ritrovo o punto di vendita tra i più noti, dove si poteva gustare, fino agli anni sessanta con solo 300 lire, una fumante  scodella  o meglio un abbondante piatto di "zuppa 'e carnacotta" era  situato nel Vico Casciari al Pendino, adiacenze di Piazza Mercato a Napoli,
Un'altro punto di vendita, una volta, si trovava sotto Port'Alba dal lato di Piazza Bellini, esattamente dopo la Pizzeria Port'Alba, prima della Libreria Guida, per entrare bisognava salire delle scale, che immettevano in questo luogo, diciamo ristoratore, frequentato molto dagli operai: 'e fravcature, 'e puverielle, insomma dal ceto povero, perchè era un piatto  di questo gustoso  sapore "carne cotta" che era il solo ad  un basso costo.
Il carnacuttaro, (il trippaio) personaggio, un tempo, immancabile nei quartieri più popolari del capoluogo partenopeo, è una figura quasi del tutto scomparsa, sopravvive nell'immaginario collettivo dei soli  Napoletani anziani. 
Oggi è possibile vivere quest'esperienza, sedersi e gustare un po' di carnacotta, recandosi dal famoso carnacuttaro "Fiorenzano alla Pignasecca", sempre a Napoli, dove, oltre alla vetrinetta affacciata sulla strada col classico "pere 'e 'o musso", in bella vista, è ancora , durante il periodo invernale,  sedendosi gustarsi un piatto di "zuppa 'e carnecotta" tirata fuori da un pentolone magico, naturalmente in questo caso di magico ci sono solo profumi e sapori, nessuna sorpresa.
 

Un tempo non molto lontano era noto nei stessi vicoli di Napoli "Ciccio 'O Stentenielle" ,che con un carrettino pittoresco trainato da un cane al grido di :
" S'arrobbane 'e piatte, s'arrobbane 'e piatte" .
con i suoi prodotti riusciva a sfamare operai ed artigiani durante la pausa di mezzogiorno con un minimo esborso con i suoi lampredotti ripieni (interiora di agnelli, puliti, arrotolati e cotti con grasso di maiale condito con pomodori e spezie), chiamati ' e Turcenielle
  'E Carnacuttare, potevano annoverare due sottospecie di venditori:
‘ 0 Cutecare ( venditore di Cotiche) che andava girando al grido:
Cavaliè, ‘e perz’ ‘a valanza, a 'nu carrino ‘a cotena, ‘a tracchia ‘e ll’ossa: “
“ Cavaliere, ha smarrito la bilancia, con un Carrino (antica moneta di rame) ti dà una Cotica, una Tracchia ( un costereccio di maiale) e le Ossa (per fare un ottimo brodo)””
“‘O Purmunare “( venditore di polmoni a frattaglie e carni scadenti ad uso per i gatti).

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