'O Pasticciere, è chiamato anche 'O Dulciere, colui che fa e confeziona dolci ( torte, babà, biscotti vari, pastiere, sfogliatelle e tante altre leccornie)
Fu ed è un mestiere, che nella nostra città ha sempre dato da vivere a chi lo intraprendeva, soprattutto per la golosità innata alle cose dolci di noi Napoletani, tanto che sia per festeggiare un avvenimento o l’anniversario di qualcuno o di qualcosa non mancano mai una buona quantità di dolci , piccola pasticceria (sorta di bignè, dolciumi, minuscoli babà, zuppette) ed una bella torta confezionata per l’occorrenza.
Sorta di vassaio con babbà , e santarose e tortino al babbà |
piccola pasticceria tipo napoletana detta anche " pasticceria mignon" |
Fra i più noti Pasticcieri di tutte le epoche sono da ricordare :
Luigi Caflisch, (originario della Svizzera, ma divenuto poi napoletano a tutti gli effetti) che seppe portare a Napoli la moda francese dei pasticceri di oltre alpi, che rappresentava un modo nuovo di gustare pietanze sconosciute di una cucina raffinata ormai diffusa in tutta Europa., come ’ o Babbà a rhum, ’a zuppetta e tante altre specialità.
Pintauro ( Napoletano doc che diventò celebre e lo è tuttora per le sue sfogliate (sorta di pasta dolce a forma di piccolo cartoccio e ripiena di crema, marmellata o cioccolata) e da considerarsi la vera casa madre, in quanto la elaborò da un'antica ricetta e la preparò, la prima volta, nel lontano 1785, facendola diventare una dei simboli di Napoli. Facendo così coniare il detto:
Napule tre cose tene e belle…
“o mare
“o ‘Vesuvio
è" 'e sfugliatelle.
La tipica sfogliatella Napoletana, servita in quasi tutti i bar di Napoli |
.
Oltre , a Pintauro si dà il merito di aver elaborato, al pasticciere, Scaturchio, una ricetta prelibata della sfogliatella, come noi tutti oggi la conosciamo. La pasticceria Scaturchio in attività dal 1905, è collocato in un’unica sede, a - Piazza San Domenico Maggiore, nel cuore del centro storico di Napoli, lungo Spaccanapoli, il suo laboratorio è diventato una tappa fissa per visitatori e amanti della sfogliatella riccia o frolla. Dopo oltre cent’anni dall’apertura della pasticceria, i prodotti Scaturchio vengono cucinati nello stesso luogo d’origine con la stessa passione di allora, conservando la tradizione, la qualità e la bontà.
Altri laboratori pasticcieri altrettanto noti sono:
Pasticceria Attanasio - Vico Ferrovia, 2, fondato nel 1930 e per la sua eccellente qualità dei prodotti cucinati ha acquistato fama internazionale, arrivando addirittura oltreoceano, come attesta un articolo del New York Times <<It’s not breakfast in Naples unless it’s sweet, so that means lots of sfogliatelle. (…)make the effort to find Attanasio.>>
Infine un'altra pasticceria storica di Napoli è quella del Carraturo a Porta Capuana, 97. che dal 1837, liniziò a specializzarsi in quel tipo di sfogliatella
che, poi, la storia avrebbe riconosciuto ufficialmente come “Riccia”.
Era offerta a tutti i “paesani” della provincia, che passavano abitualmente per la popolosa Piazza di Porta Capuana ad un modico prezzo per andare al lavoro o ad entrare in tribunale.
Ancora oggi se si ha voglia di un pasticcino, a tenere banco è la sfogliatella Riccia di carraturo-
.
E Sfogliate o meglio come dicono i Napoletani ”‘e sfugliatelle” sono di tre tipi: Riccia, Frolla, S.Rosa,
'a sfugliatella classica tipo " Riccia" |
'A Riccia è quella che ha forma di conchiglia ed è rivestita di un nastro di pasta sfoglia, è ripiena di un impasto fatto di semolino, ricotta e zucchero, nonché cannella, vaniglia e canditi.
'a sfugliatella classica tipo " Frolla" |
'A Frolla è quella che ha forma tonda e mordida senza alcun nastro di pasta , si presenta con un colore marroncino chiaro e contiene l’identico impasto della sfogliatelle riccia
'A sfugliatella classica tipo " Santarosa" |
Il biscotto di Casalnuovo, noto pure come " 'o quaresimale" |
come il Quaresimale ( biscotto mandorlato, che si mangiava in tempo di quaresima).
A Napoli ’o Pasticciere un tempo era anche ambulante e vendeva piccoli pezzetti di pasta dolce coperta di zucchero filato al grido di :
“’Nu rà, e duje rane, pezzentaria fresca "
(traduz. = un Grano, due grani ( monete spicciole di quel tempo andato) pezzetti di dolce di pasta fresca rimasta da non poter utilizzare.
Vassaio di piccola pasticceria assortita del tipo napoletana |
Jate chiane, nun facite 'e scustumate!,
tutte quante hanne piglià !
Si v'abbuffate, ve sentite male!
e nce vo' , po' 'o merieche.
( per chi non è napoletano - traduzione in italiano)
Andate piano, non fate gli scostumati!
Se vi gonfiate , poi vi sentite male!
e poi avete bisogno di un meduico.
Dopo questa abbuffata di dolci, c'è bisogno di un buon digestivo
" ' O nucille" ma è questa tutta un'altra storia che potrete degustare la prossima volta: