mercoledì 19 novembre 2025

Buon Giorno – Buon Mercoledì 19 Novembre 2025

 

Buon Giorno – Buon Mercoledì 19 Novembre 2025

--- Santa Matilde-- San Massimo --- San Feliciano ---

 

Quante volte nello svegliarci la mattina, ci si domanda, senza trovare una convincente ed esaustiva risposta, perché siamo nati!  Cerchiamo nelle religioni le giustificazioni del “Perché” della nostra esistenza, e come si è prodotto l’ambiente, che la permette, mentre  si esplora con astronavi il cielo, o meglio lo spazio infinito, per trovare su altri pianeti, se ci siano altri esseri viventi e conoscere la loro evoluzione.

La sola risposta, che conosco e rilevo, è quella, che non

tutte le religioni riescono a fare adottare norme, per rendere la vita umana, serena, e viverla in santa pace, evitando e condannando uccisioni, ruberie e ogni sorta di usurpazioni di territori per assoggettare le volontà individuali,

Intanto le tante preoccupanti notizie minano la nostra esistenza, quando vivendo su questo nostro mondo meraviglioso, dove siamo elemento integrante con la natura vivente, che crea, si rinnova, e poi scompare, ricordandoci continuamente ciò, che siamo riusciti a fare benevolmente o malevolmente.

 Dopo questa mia riflessione mattutina, contnuerò a descrivervi, care amiche e cari amici, le mie curiosità storiche sui mestieri napoletani e personaggi strani, di un tempo, ormai scomparsi per la irrefrenabile evoluzione.

Dalle curiosità storiche di Sasà ‘o Professore, sui

 mestieri scomparsi. 

‘A Pacchiana . è una donna, alquanto anziana, che veste, come una contadina, tenendo in testa la cosiddetta “Macchiosa”, sorta di foular, come una bandana, per non far sporcare i capelli.

Si può definire “ ‘a pacchiana”, anche, un comportamento goffo, rozzo, cafone, irriguardoso, tale da discordare con le buone maniere ed usanze civili.

Iniziamo col definire, generalmente, cosa è la Macchiosa di color nero, che indossavano le donne anziane o vedove, mentre le giovani nubili e le zitelle utilizzavano coprirsi la chioma con la Macchiosa, di color bianco di stoffa di lino .

La Pacchiana, oltre al comportamento ed il modo di fare, ha un suo modo di vestire inconfondibile, che è quello delle donne di campagna, che hanno larghe gonne plissettate con grembiuli colorati, terminanti con corpetti quadrati increspati a forma di nidi di vespe, nonché la testa coperta da un fazzoletto detto "'a macchiosa", di color nero se utilizzata in occasione di lutto o da vedove.

In un periodo estivo di qualche anno fa, che trascorsi nella serenità del Lago di Scanno, ebbi modo di incontrare delle donne anziane del luogo, che vestivano da ”Pacchiane” con il loro bel costume tradizionale, detto “alla Procidana “.

Tale costume, (la procidana) consiste in una gonna in lana castorino di colore nero, tutta plissettata con un Vantesino, o meglio da un mantesino ( Grembiule) , parola di chiara (derivazione latina = ante – sinum =, a significare la particolare destinazione del manufatto). realizzato in panno di lana di colore verde erba, con ricami, applicazioni (varianti in stoffa anche di colore nero, di seta in bianco con ricami a rilievo ).

Il Corpetto del costume, (che aveva la chiara funzione strategica di sorreggere il seno, anche alle poco dotate, era realizzato in panno a strati e con accorgimenti nei bordi a mo di antiurto, con la funzione di tenere ben coperta la parte posteriore della cassa toracica), era molto stretto ed anch’esso di color nero e riprendeva il colore della gonna.

Sotto il corpetto c’era ’A Cammesola, camicia bianca importante con pizzi agli orli di color senape e con evidenti ricami a punto croce.

infine il copricapo, ‘o Maccaturo, in lana di color (nero che cade sul laterale delle guance, ricco di frange annodate, sovrastato da ricami a bassorilievo in spugna, con motivi floreali., quando lo mettevano le vedove o le persone anziane), in lino ma di color (bianco che cade sulle spalle con un 'orlatura ricamata e lo portavano con molta grazia le ragazze nubili o le zitelle.

la tradizione vuole che la veste detta “ ‘a Procidana”, fu adottata dalle donne di tutto il comprensorio abruzzese che va da (Pescasseroli, Alfedena, lago di scanno, Barrea e zone limitrofe) dopo il ritorno di tre contadine di Pescasseroli), che recatosi a Ischia per fare una cura termale, giunte colà furono fatte segno di stupore e scherno dai villeggianti per i vivaci costumi, che esse indossavano.

Precipitosamente le stesse si recarono alla vicina isola di Procida, dove cambiarono i loro costumi con cui erano partite, ritenuti chiassosi, con quelli severi delle donne dell’isola. Tale episodio è narrato dallo studioso , Agostinoni, avvenuto nel lontano 1846 è pertanto, il costume nero ed il suo insieme fu introdotto per una circostanza del tutto fortuita dei costumi dell’epoca, e divenne il modo di vestire alla Pacchiana

Le immagini sottostanti sono: 1) La pacchiana 2)Pacchiana abruzzese con la procidana 3) tipici compricapo della pacchiana detto “’O Maccaturo” 4) corpetto della veste alla Procidana.

 

 

 






2 commenti:

  1. il prossimo post fescriverò una mia curiosità di un mestiere napoletano speciale ormai scomparso, che vi piacerà.

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  2. Bellissima descrizione sull abbigliamento tradizionale della Pacchiana

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