Via san Gregorio Armeno ( la via dei Pastori) |
‘O Pasturare è l'artigiano, che riproduce con stampi di gesso, dove è stata per la prima volta modellata, figurine di creta da riprodurre di un personaggio rappresentativo del classico mondo fantastico del presepe.
'O pastore (così è detta la statuina di creta) è una vera e propria scultura in miniatura, che una volta uscita dallo stampo viene cotta in una fornace adatta per circa 18 ore a circa 900/1000 gradi.
Uscito dalla cottura e dopo un breve raffreddamento e l’aggiunta a freddo delle mani con argilla molle ’o pastore viene dipinto, tenendo presente il colore della pelle, quello degli indumenti ed altri capi di abbigliamento con il quale è rappresentato, come cappello, scarpe, utensili.
'O presepie fu inventato da San Francesco per rappresentare la natività di Gesù a Greccio in provincia di Rieti nel 1225. '
L’uso, però, di allestire i presepi divenne popolare nella seconda metà del 15° secolo, specialmente nella Toscana e poi nel 18° secolo quasi dappertutto, soprattutto a Napoli ed in Campania.
A Napoli nel settecento vennero fatti presepi di ogni sorta, con pastori a volte a grandezza naturale, che ancora oggi si possono ammirare nelle sale della sezione dedicata ai presepi nella Certosa di San Martino, oggi Museo Nazionale, vestiti con abitini del Settecento e con marcangegni particolari, che li facevano anche muovere da sembrare degli attori su un palcoscenico immaginario rurale, come appunto doveva essere il lontano periodo della nascita di Gesù a Nazareth
.Negli anni 60 la pratica del Presepe con l’inventiva dei Pasturare stava scomparendo, vuoi con l’utilizzo degli alberi di Natale, vuoi con l’avvento della plastica, che riproduceva i pastori a livello industriale ed a basso costo, senza imperfezioni, ma brutti e senza anima.
Negli anni settanta quasi fosse un miracolo si ebbe la rinascita ed i vari artigiani (Salvatore Quagliozzo -i fratelli Ferrigno, gli Imbriani ) chiesero di far ricordare nelle chiese l’importanza del presepe, ai vari parroci nelle loro omelie domenicali.
Furono accontentati e da quel momento i piccoli capolavori di terracotta tornarono di moda e si può dire, senza ombra di smentita, che ogni casa napoletana e campana ha il suo bel presepe.
Presepe, che annualmente il capo famiglia rifà, sia per tener viva la tradizione, sia per dare sfogo alla propria fantasia, integrandolo con nuove statuine di pastori.
‘O Pasturare ( come tutti i mestieri napoletani artistici, tranne qualche periodo del loro massimo splendore, avutosi nel passato), non ha mai avuto una scuola di formazione o meglio un’attrazione da parte dei giovani per crearsi un'occupazione remunerativa tale da soddisfare l’esigenze della vita.
Attualmente ‘o Pasturare sopravvive, perché è un’attività svolta nell’ambito familiare tramandata da padre a figlio e con l’aiuto degli altri componenti della famiglia.
Tale attività si ammira nella Strada, diventata famosa in tutto il mondo, Via San Gregorio Armeno a Napoli, dove le varie botteghe, che si affacciano in essa, fanno sfoggio dei loro prodotti, 'e Pasturi (di ogni tipo, piccoli, grandi, artistici, antichi, moderni, nonché di un’infinità di presepi di carta pesta o di sughero, che con varie interpretazioni della località dell’area della natività di Nazareth).
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In quella parte di Napoli nei pressi di Piazza San Gaetano esisteva la vecchia Agorà greca e poi il Forum romano e scendendo verso il Decumano Inferiore ( l’attuale Via S. Biagio dei Librai) c’è la Via più famosa di Napoli, quella di San Gregorio Armeno, in cui sono assiepati negozi di venditori di pastori, un tempo anche botteghe artigianali, che fabbricavano Statuine di terracotta.(detti anche Figurari).
Tali artigiani ( produttori di Statuine), si tramanda, che già ai tempi degli Antichi Romani esistessero, perché allora fabbricavano Statuine Votive, che il popolo acquistava ed utilizzava per collocarle nel Tempio pagano dedicato a Cerere ( la Dea del grano e di ogni generi di legumi e frutti della terra) per propiziare messe abbondanti. Tempio, che era situato proprio dov’ è l’attuale Santuario di San Gregorio Armeno, annesso al quale c’è il monastero di Santa Patrizia collegato al convento dirimpettaio di San Pantaleo attraverso un ponte.
i napoletani crescono con i pastori e i presepi di san gregorio armeno, non ne possono proprio farne a meno. proprio come me che ogni per passione e tradizione costruisco un nuovo presepe. vieni a vedere le foto sul mio blog e dimmi cosa ne pensi.
RispondiEliminaa presto
francesco