‘O Gliuommerare è il compositore di piccoli componimenti poetici, senza senso compiuto, che si snodavano con la stessa scorrevole facilità di un gomitolo di filo.
“‘E.Gliuommere“non erano che Filastrocche, che “‘E Gliummerare“ improvvisavano durante le feste o per omaggiare qualche personalità.
Si potrebbero definire dei giullari con licenza poetica molto in voga nei secoli XIV e XV ( uno dei più famosi Gliummerare fu il nostro poeta insigne Jacopo Sannazaro
Negli anni del dopoguerra fino agli anni settanta ‘Nu Gliummerare, o meglio un cantastorie d’altri tempi fu “GEGE’ ‘E GIUGLIANE” al secolo Eugenio Pragliola, nativo di Giugliano, che, senza saperlo, componeva e cantava “Monorimi “ (ossia componimenti di tipo giullaresco di carattere satirico, che erano composti da versi eterometrici, con i quali si ripeteva una medesima rima) accompagnato dalla fisarmonica, che portava sempre con sé, che, emettendo una musichetta a mo' di sfottò, per dire che era sempre la stessa musica, anche se i tempi (i suonatori) cambiavano, faceva da preludio e da stacco alle varie strofe.
Viveva del ricavato abbastanza copioso della questua, che faceva dopo la sua esibizione con il cappello, che il pubblico gli donava senza esitazione per il ringraziamento per i momenti, di distrazione e d’ilarità, ricevuti.
Il suo pubblico era fatto per lo più di lavoratori, studenti, massaie, gente che dalla periferia dell’entroterra dei Comuni limitrofi a Napoli ogni giorno si recava in città o da essa se ne ritornava, prendendo posto su un tram, su un pulman o sul tram provinciale (‘o Vapuncielle) che collegava Napoli (piazzale antistante la Pretura a Porta Capuana) con Melito, Giugliano, Mugnano, Marano, Villaricca.
A prima vista ed al primo sentore le sue filastrocche ('e gliuommere) potevano sembrare quasi tutte uguale ma, poi, ci si accorgeva che non era così, perché Eugenie era un’artista, sapeva fare la rima con tutto ciò, che vedeva o che gli capitava all’improvviso davanti, nonché sapeva fare della satira con rima degli ultimissimi avvenimenti politici o spettacolari.
Fortunatamente sono stato un suo esterrefatto ascoltatore o meglio un suo fans, tanto che ricordo con tanto amore quei versi, che mi sono rimasti impressi nella mente e, che quando mi è capitato per quel che ricordavo, li ho ripetuti ad amici per fargli omaggio come ad un gran mattatore o meglio ad un Aedo della sua epoca e forse della mia gioventù.
In parole povere, è come fare il "gomitolo", cioè mettere parola su parola. Ciao.
RispondiEliminachristiansalerno@aliceposta.it
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