Buon Giorno Buon Sabato 23 agosto 2025 --- Santa Rosa – San Claudio -- San Ciriaco ---
Stamane c’è stato un bel acquazzone, procurando un po’ di frescura, intanto ancora bombe sulle tende degli sfollati a Gaza, e quattro bambini uccisi, nel conflitto “Israele Palestina”, mentre per quello tra i russi e gli ucraini non si riesce a raggiunge una tregua, tanto sperata e reclamizzata dopo l’incontro tra Trump e Putin.
Andiamo avanti.
Oggi, intanto continuerò, a postarvi, un’altra interessante curiosità storica sui misteri del Maschio Angioino, che sono avvenuti nel passato nel maestoso Castello napoletano.
342^ puntata dele curiosità storiche di Sasà ‘o professore.
Il “Mistero della palla di cannone”, incastrata della Porta di Bronzo del Maschio Angioino
L’inizio della curiosità del Mistero della palla, di cannone, incastrata della Porta di bronzo dell’accesso al castello del Maschio Angioino, è: “chi effettivamente la sparò e per quale motivo?”.
Spiego subito che il mistero o meglio l’enigma è che da quando avvenne l’avvenimento, ha affascinato studiosi di ogni tempo, che hanno fatto molte ipotesi suggestive sull’origine del colpo della Palla di Cannone, se sparato dall’interno di Castel Nuovo e incastrato nel quinto quadrante della possente Porta di Bronzo del Maschio Angioino, verificando, poi, perché lo sparo avvenne in questo modo.
Il mistero della Palla di Cannone incastrata è stato tramandato, che fu sparato dal cortile interno del Castello, per prevenire attacchi dei nemici, che assalivano la fortezza per conquistare il potere del nuovo regno nascente napoletano. La porta composta da sei quadranti, illustra la ricostruzione degli episodi cruciali della guerra tra oppressori e liberatori di quel periodo storico, che erano: gli Angioini e gli Aragonesi.
Il particolare sulla porta, cattura l’attenzione, è senza dubbio, la Palla di Cannone incastrata nel quinto quadrante. La storia diventata leggendaria, tramanda che il colpo è stato sparato come un proiettile calibro 12, dall’interno del castello e che da secoli è lì immobile quasi a sfidare le odierne guerre.
A parlarci dell’enigmatica Palla di Cannone, sparata dall’interno del castello, dopo il fatto avvenuto nel 1503, fu Monsignor Paolo Giovio nel 1557 nel suo volume «La vita di Consalvo Ferrando di Cordova detto il Gran Capitano».
Egli spiegò che i soldati francesi, di re, Carlo D’Angiò, opposero le porte d’accesso, intagliate di bronzo, ai nemici spagnoli, posizionando una colubrina dall’interno, il cui colpo scaricando da dentro, avrebbe ammazzato tutti gli spagnoli, che erano presenti sul ponte e oltre la piazza.
Sfortunatamente, però, il colpo sparato si arrestò prima, e rimase incastrato nel pesante e impenetrabile bronzo della porta d’accesso, dimostrando di essere una rocca inespugnabile. La storia continua ed è la più accreditata, ma che suscita ancora una certa perplessità, è quella da attribuire al bottino di guerra, che il famoso Re francese, Carlo VIII°, dopo l’occupazione di Napoli del 17 luglio del 1495, fece caricare lo stesso su dodici navi dirette a Marsiglia, comprendendo tutti i beni saccheggiati alla città, tra cui le belle porte di bronzo. Una delle navi francesi ovvero il galeone imperiale venne intercettato a Genova e assediato dall’armata navale genovese di Franco Spinelli, detto il Moro e da Fabrizio Giustiniano, detto il Gobbo, che avevano bloccato il Porto di Rapallo. Qui si spartirono il ricco bottino napoletano e rispedirono al mittente, ovvero al Castel Nuovo, le Porte di Bronzo, utilizzate dai francesi, come scudo durante i bombardamenti. Il particolare della porta, che cattura l’attenzione, è senza dubbio, la Palla di Cannone, incastrata nel quinto quadrante.
La storia diventata poi, leggenda, tramanda che il colpo è stato sparato, come un proiettile calibro 12, dall’interno del castello, e che da secoli è lì immobile quasi a sfidare le odierne guerre.
A parlarci dell’enigmatica Palla di Cannone, sparata dall’interno del castello, dopo il fatto avvenuto nel 1503, fu Monsignor Paolo Giovio nel 1557 nel suo volume «La vita di Consalvo Ferrando di Cordova detto il Gran Capitano».
Egli spiegò che i soldati francesi, di re, Carlo D’Angiò, opposero le porte d’accesso, intagliate di bronzo, ai nemici spagnoli, posizionando una colubrina dall’interno, il cui colpo scaricando da dentro, avrebbe ammazzato tutti gli spagnoli, che erano presenti sul ponte e oltre la piazza. Sfortunatamente, però, il colpo sparato si arrestò prima e rimase incastrato nel pesante e impenetrabile bronzo, dimostrando di essere una rocca inespugnabile. La storia continua ed è la più accreditata, ma che suscita ancora una certa perplessità, è quella da attribuire al bottino di guerra che re Carlo VIII°, dopo l’occupazione di Napoli del 17 luglio del 1495, fece caricare lo stesso su dodici navi dirette a Marsiglia, comprendendo tutti i beni saccheggiati alla città, tra cui le belle porte di bronzo. Una delle navi francesi ovvero il galeone imperiale venne intercettato a Genova e assediato dall’armata navale genovese di Franco Spinelli detto il Moro e da Fabrizio Giustiniano detto il Gobbo che avevano bloccato il Porto di Rapallo. Qui si spartirono il ricco bottino napoletano e rispedirono al mittente, ovvero al Castel Nuovo, le Porte di Bronzo, utilizzate dai francesi come scudo durante i bombardamenti (poiché posizionate a bordo) e un quadrante recava una palla di cannone, incastrata nel metallo. Nel Seicento, infine, a smentire tale ipotesi, che, nei secoli passati aveva procurato accesi dibattiti, fu il canonico, Carlo Celano, che da parte sua cercò di mostrare una teoria fisica. Tale teoria dello studioso, Celano, affermava che era inspiegabile, che le due porte di bronzo potessero esser sistemate in posizione verticale sulla tolda della nave con tutti gli inconvenienti che la navigazione comportava, poiché era più facile, che fossero collocate in posizione piana. Allo stesso modo fece notare che anche se sistemate in piano, la violenza del colpo avrebbe comunque provocato una flessione sulla porta, tale da spaccare il bronzo e consentire alla palla di cannone, di non restare incastrata.
IL celano inoltre suggerì che, se la porta di bronzo fosse stata appoggiata a qualcosa di solido e molto largo, allora in questo caso, attutendo la botta, la palla di cannone si sarebbe arrestata nel metallo, come si trova adesso. Qual è la verità?
Tante le ipotesi e molti i sostenitori di più teorie ma ancora oggi, la palla di cannone è un enigma, che si aggiunge ai fantastici misteri del Maschio Angioino, fra leggende, esoterismo e Cavalieri Templari custodi del Santo Graal.
Tali leggende o meglio fantasiosi misteri del Maschio angioino ve li narrerò con altre puntate. Arriverderci alla prossima.
Lee immagini sottostanti sono :
Il maschio Angioino;
La porta di accesso al Castello;
IL quinto quadrante con la palla di cannone.
se trovate interessante la curiosità lasciate un commento , così postero altre curiosità. grazie
RispondiEliminaMolto interessante , Professore. E' un piacere leggerla.
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