Buon Giorno – Buon Martedì 11 Novembre 2025
--- San Martino --- Sant’Alice --- Santa Marina ---
Oggi si è verificato, come ogni anno. l’appuntamento meteorologico, che non ci sorprende più, infatti, è una giornata splendida, quella solare dell’estate di San Martino. Intanto i -prezzi aumentano senza controllo, né c’é la possibilità, che siano compensati, come un tempo, con l’aumento degli stipendi e delle pensioni con la famosa contingenza, che si rilevava sulla busta paga di ogni lavoratore e pensionati.
L’evasione, sulle entrate d'imposte previste, non permette questa compensazione, anche perché molte attività private, come consulenze di avvocati, di medici, di commercialisti e servizi di idraulici, falegnami e infermieri per la loro opera, non rilasciano ricevute di pagamento, con la scusa che non fanno pagare altre spese, come l’iva e il bollo. Alla fine chi non evade, perché le imposte, “’IRPEF”, gli sono tolte direttamente dal datore di lavoro, sia pubblico sia privato, sono solo lavoratori e pensionati.
Pagare le imposte o come pure le tasse, sono un dovere morale e giusto, per definirsi un cittadino onesto.
Dopo questa mia, purtroppo, riflessione e considerazione della realtà, godendo questa giornata dell’estata di San Martino, vi posterò, ugualmente, un mia mia curiosità storica, un mestiere napoletano , che non esiste più.
‘0 Zarellare
Un
antichissimo ed utilissimo mestiere napoletano, fu
“ ‘O Zarellare “ o come meglio indicato nella lingua “Turrese” (quella parlata a Torre Del Greco)
“ ‘O Zagarellare “.
‘O Zarellare (in napoletano era
indicato, come il merciaio),
era colui. che in una piccola bottega vendeva su un minuscolo deschetto
caramelle, lecca lecca, gomme da masticare, giocattolini, e negli ultimi tempi,
di nascosto, sigarette di contrabbando di varie marche straniere.
Il mestiere veramente nacque per accontentare le donne di casa, che avevano
bisogno d'accessori per i loro abbigliamenti (per procedere a piccoli aggiusti
e sarciture) come nastri, stringhe, spilli, stoffe minute, (appunto tutto ciò,
detto originariamente zagarelle)
ed in seguito, pure, cerniere lampo, bottoni d’ogni misura, ganci e gancetti.
In poche parole era il classico merciaio, che la sua bottega fu definita
emporio, dove si poteva trovare di tutto.
Una volta negli anni susseguenti la fine della Seconda Guerra Mondiale qualche Zarellaro, specie nei piccoli paesi,
offriva la sua mercanzia, girando per vicoli gridando agli angoli delle strade:
“Accattateve
‘o necessarie, ahi! quante ve serve e nun ‘o tenite, Cuttone, aghe, bettune”
In alcuni Quartieri Napoletani frequentati dal popolo e nei piccoli circondari
dell’entroterra resistono tuttora Empori
con l’insegna come un tempo“Tutto
a Lire 100” ora “Tutto a € 0,50”,
dove si poteva acquistare di tutto, con prezzi stracciati e con merci
prevalentemente di provenienza Cinese o Coreana, soddisfacendo la clientela,
che trova ciò di cui necessita, dato che il vecchio negozietto si era
trasformato, poco a poco, in un autentico Bazar.
Ricordo uno ”Zarellaro” speciale
anzi ambulante, che, con una sorta di comò quadrangolare. posto su una ruota,
che spingeva e trascinava, come una carriola, per vendere la sua mercanzia
(aghi, cotone, spilli, bottoni ed altro), e si portava per le stradine del mio
paese, era conosciuto come “Don Giuvanni ‘o curtulillo".
Pensando al diffondersi dei supermarket e megamarket è scomparso il microcosmo dei dettaglianti, tra cui lo Zarellaro. E’ finita un’epoca, è finito un esercito di personaggi, che ti appartenevano, quasi familiarmente, che conoscevano tutte le tue abitudini ed esigenza ed all’occorrenza sapevano consigliarti con competenza.
Per completare la gamma di
antichissimi mestieri, che non si trovano più, e forse sono stati anche
dimenticati, anche perché erano fondati sulla mera specializzazione come per
esempio:
L’Accimatore, quello che rifilava i fregi dei tessuti;
L’Arraganatore, l’uomo addetto alla tintura di panni con l’estratto di arganetta;
L’Azzimatore, il cimatore, colui che asportava o pareggiava il pelo di
un tessuto, utilizzando
delle grosse cesoie ;
‘O Barrettare, chi era addetto alla confezione, alla pulizia ed alla
stiratura dei cappelli;
'O Cannavare, il venditore di tessuti di solo lino o canapa;
‘O Cazettare, chi vendeva e riparava calze e calzini;
‘O Filajuole, chi era specializzato a filare i tessuti;
‘O Geppunare. chi vendeva e confezionava giubbotti;
‘O ‘Mpusematore. l’apprettatore di tessuti, specie dei baveri delle
giacche e dei cappotti,
nonché della rigidità dei colli delle camicie;
‘O Pellettiere, artigiano addetto all’utilizzo delle pelli;
‘O Pannazzaro, cenciaiolo, chi vendeva panni usati di villaggio in
villaggio con un fagotto
a spalla detta bandinella.
L’immagine sottostante è:
Negozio attuale di una
Zarellara ( un emporio di piccolo merciaio)
Continuerà la desccrizione con antichi mestierin scomparsi
appena possibile
E’ gradito un commento d’incoraggiamento a poroseguire


tingrazio sempre con tanto affetto chi legge e commenta la mie curiosità e il saluto giormaliero con la riflessione sulla realtà che stiamo vivendo. alla prossi,a
RispondiEliminaCommovente pensare a questi antichi mestieri, che rendevano servizi utili a poco prezzo, con una familiarita' che si sta perdendo . Grazie Professore
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