La ricchezza naturale di Chiaiano
Prima dello scempio, che fu operato nel Parco delle Colline a Nord di Napoli,nota nota come la Selva dei Camaldoli - zona Chiaiano – la notte del 17 febbraio 2009 alle ore 2,30,tale zona, con l’apertura di una discarica di rifiuti solidi urbani della città di Napoli, era considerato un territorio da preservare per i posteri per la sua unicità e salubrità.
Basti pensare che, famigliole intere del quartiere e non solo, s’inoltravano, per il passato, nella Selva di Chiaiano,(‘a Severa) per trascorrere una giornata all’aria aperta, che era una vacanza necessaria per ritemprarsi in qualsiasi periodo dell’anno, tranne quello invernale, perché l’intera boscaglia, diventava una sorta di fiumiciattoli, che invadevano le straducole e le mulattiere, mentre in autunno era bello cimentarsi a raccogliere castagne, cadute dagli alberi nei loro scrigni acuminati, (i Cardi) o ad estirpare dal manto soffice del sottobosco violette profumatissime, con( cui se ne facevano dei bei mazzetti, (erano “i Ciclamini” odorosissimi, da noi chiamati cafoncelli erano detti “Spaccatiane”).
Si può annoverare che infinite generazioni hanno beneficiato dell’ossigeno salubre, proveniente dal fogliame sempre verde dei castagneti, ammirando la bellezza della natura, che, senza chiedere nulla, ogni anno si rinnova e dona i suoi migliori prodotti, quali : “ (i funghi, le castagne, la legna, frutti variopinti di bosco, come fragole e more, ed alcune erbe medicinali).
Era uno spettacolo sublime (specie in autunno
inoltrato) vedere la nascita di un prelibato fungo nostrano (il porcino) da noi (cafoncelli) chiamato (‘o Capenire),
che appartiene alla famiglia dei fungh ”Boleti”, il cui nome
scientifico ‘o altisonante è “Boletus aereus”. (per lo più i porcini, s’incominciano ad intravedere, quando
fanno capolino tra i raggi di un tiepido sole autunnale sotto le latifoglie, largamente
presenti nel territorio della Selva di Chiaiano). Che dire poi degli altri fung,
tutti per lo più commestibili, anche se non di prelibata qualità, come le “Fungecchie”, dette anche ‘(e Peperinie),
quelle, con gambo e cappella bianche, nome scientifico “Agarici”
e “Russulelle” (le rossole) e “manelle
‘e Gesù Criste” (spugnole bianche o rossastre).
Il dono più concreto del bosco della selva era, infine, la legna che si
ricavava dal taglio degli alberi di castagno più vecchi, che erano utilizzati, per
far travi, travetti, botti, tini, travicelle , le famose “‘E
Chiancarelle ", (in italiano sono dette panconcelli (chiancarelle),
che sono piú o meno sottili assi trasversali di legno di castagno, assi, che
poste di traverso sulle travi portanti, facevano da supporto ai solai e alle
pavimentazione delle stanze .
Con i rami secchi degli alberi di castagno, infine, s’intrecciavano al fine
di fare degli inserti da ardere, le note “Fascine”
per alimentare il fuoco nel forno per fare il pane e per cuocere pizze o torte
speciali e particolari .
Le immagini sottostanti sono:
Veduta aerea della Discarica di Chiaiano, Veduta della zona della Discarica di Chiaiano, Particolare dela Selva di Chiaiano Fungo porcino ( 'o capenire) Castagne nel cardo Ciclamino della Selva di Chiaiano(‘e (Spaccatiane)
Pavoncelli (‘e Chiancarelle) per solai Fascine di rami secchi di alberi drlla Selva










Come promesso ecco il tesoro di Chiaiano, distrutto con la discarica dei rifiuti urbani di Napoli.
RispondiEliminaLuogo stupendo, che hanno aggredito, ingiustamente
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